La settimana si apre con l’EURO DOLLARO sulla difensiva dopo il consolidamento delle informazioni giunte dai consigli di Fed e Bce. I due regulators confermano ad oltranza di voler tenere un profilo poco accomodante delle loro linee di policy. Per rafforzarla J Powell professa il convincimento che l’economia americana possa evitare una fase recessiva, confidando in un soft landing. Christine Lagarde sostiene invece che l’Eurozona non dovrà affrontare una recessione. Il comportamento degli indicatori di sentiment PMI, IFO e Sentix, segnalano almeno per l’Europa un percorso più critico. Da mesi il manifatturiero evidenzia un momentum negativo.

L’indice PMI tedesco è molto vicino ai minimi segnati durante la pandemia e non molto lontano dai minimi assoluti toccati durante la recessione del 2008.

Le banche centrali puntano, attraverso la loro comunicazione, a domare l’inflazione anche attraverso una postura aggressiva, probabilmente trasferendo la loro linea d’intervento dal rialzo dei tassi ad una moral suasion orientata a contenere eventuali scatti di euforia del mercato qualora realizzasse un impronta più accomodante. Il gioco appare più nelle corde della Fed che non in quelle della Bce.  Il mercato potrebbe realizzare che il re è nudo e che presto o tardi qualcuno dovrà cambiare linea. Oggi sembra che sia la Bce la prima candidata a considerare le difficoltà congiunturali.

Perché la BCE?

I mercati dal consiglio di politica monetaria di luglio, ovvero dal penultimo rialzo dei tassi, stanno penalizzando l’euro. Mentre nello stesso intervallo la Fed non ha alzato i tassi, la Bce l’ha fatto per due chiamate consecutive. Nel frattempo l’euro dollaro è sceso da 1,12 all’all’attuale 1,0580. La mossa potrebbe scontare uno scenario, tutto da verificare, in cui le difficoltà economiche non siano in grado di reggere il livello dei tassi attualmente raggiunto.  In buona sintesi lo scenario che abbiamo proiettato negli streaming di INSIDE CENTRAL BANK e presentato al recente TREASURY FINANCE FORUM DAY  di AITI  trovano puntuale conferma nel nostro Outlook riflessivo dell’euro contro il dollaro. Nei mesi precedenti, il cambio ha cercato in più occasioni  di recuperare quota 1,10/12 fallendo sistematicamente l’obbiettivo, salvo subire nelle ultime undici settimane  un netto declino in direzione dei minimi dell’anno. La divergenza delle stime prospettiche sta creando maggiori difficoltà analitiche nella stesura dei budget per il prossimo anno. Abbiamo la sensazione che si stia replicando il quadro operativo del 2021 quando l’euro dollaro quotava ancora in area 1,20/1,15 e molti uffici studi, diversamente dal nostro, stimavano una crescita della divisa europea per il 2022 anche a 1,25/1,30. Per contro il cambio scese sino a fissare un bottom nel 2022 a 0,95.

Nelle sessioni di pianificazione dei programmi di FX Risk Management 2024,  che stiamo affrontando con le imprese che assistiamo,  consideriamo volatilità ed ampiezze proprio per elaborare scenari differenti con l’obbiettivo di offrire ex ante i diversi esiti possibili  delle stime sulla configurazione del Risk Aversion e Risk Appetite per ogni impresa. A differenza delle analisi predittive scollegate dal business aziendale, utilizziamo la nostra piattaforma Market Intelligence per incrociare i dati aziendali con il nostro data warehouse  d’informazioni sui mercati. In tal modo i  dati diventano il cuore del sistema di definizione delle strategie sulle quali si fondano le analisi a supporto delle scelte manageriali.

EURO DOLLARO TENDENZA

WB ANALYTICS RISK MANAGEMENT: EUR USD LONG TERM CYCLE

Molte sono le variabili che direttamente e non influiscono sull’andamento dei tassi di cambio. Tra queste giocano un ruolo assai significativo i trend delle commodity e conseguentemente dei tassi d’interesse.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un rally del prezzo del greggio a cui si è recentemente unito quello del gas. Nel mettere a fuoco i possibili rischi per il 2024 al TFFD abbiamo indicato proprio l’energia come fattore ancora critico, proprio perché in grado di trasferire effetti diretti sulle dinamiche inflative. Il Brent ha fissato nelle ultime ore un picco relativo a quota 95 usd/bar. Nel nostro report di settembre avevamo indicato su tale livello il punto di possibile esaustione della spinta, auspicando un ritorno dei valori sotto area 88 per poter catturare un primo segnale di raffreddamento della tensione che si stavano delineando. Allo stesso modo abbiamo indicato in area 33 eur mwh il punto di allentamento del recente rialzo delle quotazioni del benchmark sul Natural gas TTF. L’imminente chiusura del giacimento olandese di Groningen, il più grande d’Europa,  pone qualche apprensione sul riflesso dei consumi correlati alle condizioni meteo invernali. Gli stoccaggi hanno raggiunto nella media UE il 95% della loro capacità (95,70% l’Italia). Qualora le temperature climatiche dovessero risultare rigide, sotto le medie stagionali, è previsto il ricorso straordinario all’estrazione di gas olandese. Monitoreremo con attenzione le condizioni di mercato al fine da catturare eventuali segnali utili per modulare le interelazioni sui mercati.

Per quanto riguarda l’inflazione in settimana sono attese le preview sull’inflazione in Eurozona ed il PCE statunitense. I dati rilevati attraverso i sondaggi PMI sugli indici dei prezzi, che generalmente anticipano la tendenza dell’inflazione ufficiale, segnalano un ulteriore possibile raffreddamento dell’indice dei prezzi al consumo nei prossimi mesi, compreso settembre. E’ una buona notizia, soprattutto se letta in combinazione con il ribasso dei prezzi energetici di cui sopra. Il quadro delle più significative notizie macro della settimana si completa con la diffusione del sondaggio PMI  per la Cina continentale in calendario venerdì. Il dato di agosto aveva segnalato un ulteriore rallentamento della crescita nell’economia cinese, con le aspettative delle imprese per  il 2024 sotto tono. I rischi al ribasso nella lettura di settembre continuano quindi a predominare lo scenario.

Con la ripresa delle attività ritorna venerdì 15 settembre il TREASURY & FINANCE FORUM DAY organizzato da AITI.  Il giorno precedente la BCE riunisce il Consiglio per decidere in merito alla linea da tenere sui tassi ed in generale sulla politica monetaria. Per l’occasione, abbiamo deciso di spostare il nostro consueto appuntamento per commentare gli effetti della decisione della BCE, INSIDE CENTRAL BANK,  nello speech di apertura del TFFD, dopo i saluti del presidente di AITI, Nevio Boscariol.  Pertanto chi lo desidera potrà partecipare all’evento iscrivendosi in via straordinaria direttamente al desk  in ingresso la mattina dell’evento (PROGRAMMA TFFD).

Meeting BCE

Alla vigilia del Consiglio di giovedì 14, il mercato appare diviso tra quanti ritengono probabile che il Board decida per un ultimo rialzo dei tassi di 25 bp, rispetto a quanti ritengono che il Consiglio si asterrà dall’effettuare un ulteriore chiamata al rialzo. Ambedue gli schieramenti portano con se ragioni plausibili nel sostenere la propria opinione. Da un lato il tasso d’inflazione, nonostante i progressi maturati sul fronte della riduzione, rimane al di sopra degli obbiettivi attesi dalla Banca centrale; dall’altro il sempre più marcato rallentamento congiunturale imporrebbe uno stop ad ulteriori manovre restrittive per consentire alle imprese di allentare le tensioni generate dall’attuale linea di policy.

Analizzando i dati che sono emersi durante l’estate, appare, dal nostro punto di vista, più che logico ritenere necessario un cambiamento di impostazione. Sia i dati economici che anticipano l’andamento del ciclo (leading indicator), che quelli che ne rilevano l’effettivo andamento (lagging indicator),  concordano in un marcato rallentamento della dinamica di crescita in Europa. La scorsa settimana avevamo inviato un alert con la decisione della Banca centrale della Polonia del taglio dei tassi ufficiali di 0,75% portandoli dal 6,75 al 6% nonostante l’inflazione, pur in contrazione, rimanga al di sopra degli obbiettivi al 10% (per iscriversi ai nostri alert WBFLASH). Evidentemente i PMI pubblicati per l’industria manifatturiera polacca ad agosto hanno allertato la Banca centrale causato da un drastico crollo dell’outlook.

 

GLI EVENTI DELLA SETTIMANA: TFFD & ECB

WB ECONOMICS: S&P GLOBAL PMI MANUFACTURING POLAND

PMI in contrazione

Pure in Eurozona  i PMI manifatturiero e servizi sono ampiamente scesi durante l’estate. In Germania il livello del PMI Manufacturing è regredito ai livelli rilevati nel periodo di blocco imposto dall’emergenza Covid nella primavera 2020!

Il rallentamento della crescita sta contaminando tutte le economie avanzate, fatta eccezione per il Giappone e per le aree emergenti India e Russia.

GLI EVENTI DELLA SETTIMANA: TFFD & ECB

WB ECONOMICS: S&P GLOBAL PMI COMPOSITE

Anche nella Cina Continentale stanno emergendo segnali di rallentamento nonostante l’assenza di inflazione e gli interventi di stimolo prodotti dalla PBoC. L’indicatore PMI oscilla sulla linea spartiacque a quota 50, tuttavia l’indice manifatturiero quota già sotto 50 segnalando una fase di stagnazione/rallentamento.

L’indice JPMorgan Global PMI Composite Output, calcolato da S&P Global su un campione di 27.000 imprese, ad agosto scende a 50,6 rispetto a 51,6 di luglio. Il tasso di espansione flette  per il terzo mese consecutivo. Ha raggiunto il livello più basso da quando l’economia globale è tornata a crescere a febbraio. La lettura attuale è sostanzialmente coerente con una crescita trimestrale annualizzata del PIL globale di poco inferiore all’1%, ovvero ad una velocità al di sotto della media di lungo periodo pari al 2,9%.

La tenuta sopra quota 50 è principalmente imputabile al contributo, pur marginale, dato dal comparto dei servizi su scala globale. I nuovi ordinativi di beni hanno subito la serie di cali più lunga mai registrata, eguagliata solo dalla crisi finanziaria globale, alimentando il continuo deterioramento della produzione. La riduzione delle scorte e la debolezza del commercio globale sono risultati i fattori chiave che hanno determinato la recente contrazione. Tuttavia i segnali di potenziale picco raggiunto dalla tendenza di riduzione delle scorte a livello globale potrebbero mitigare nel prossimo futuro la debolezza della domanda.

AITI TFFD: Rischi Finanziari: Preview 2024 Wlademir Biasia – Partner WB Advisors

Wlademir Biasia nel suo intervento al TFFD di Aiti oltre a declinare le decisione della BCE al contesto dei mercati con effetto su tassi ed FX, farà una Preview sullo scenario 2024.

L’evoluzione congiunturale risulta sempre più dipendente dalla volatilità degli eventi geopolitici e geo economici. I recenti summit, Brics in Sudafrica e G20 in India, stanno disegnando nuove linee di frattura e possibili accordi da comporre: ci si interroga se i desideri rimaranno sogni o programmi in lista d’attesa.

FX: aspettando la BCE con uno sguardo già indirizzato sulla FED

Il mercato dei cambi si sta lentamente posizionando in attesa di conoscere le decisioni che Christine Lagarde comunicherà ai mercati. Ci aspettiamo un lento rimbalzo del cambio eur usd verso l’area 1,0775/1,0825. si tratta di un livello più “semplice” da gestire per i book traders. qualora il Consiglio deliberasse l’aumento dei tassi, l’euro potrebbe reagire con un temporaneo recupero sul dollaro. Qualora invece non effettuasse alcuna stretta il punto consentirebbe speculativamente di vendere euro con livelli di stop loss piuttosto vicini.

In ogni caso ci pare di poter confermare la linea indicata nell’INSIDE CENTRAL BANK di giugno e luglio dove tracciavamo per l’eur usd un percorso riflessivo da consolidare durante l’estate. Si tratta della linea che abbiamo seguito nell’avviare agli inizi di settembre il lavoro di programmazione dei Budget e dei relativi piani di FX Risk Management per i nostri Clienti per il 2024

TASSI: i mercati stanno anticipando la BCE?

Anche il Money Market sta preparando il terreno alle decisioni di giovedì. L’IRS a 2 anni ha perso momentum durante l’estate. Dalla seconda settimana di luglio i rendimenti pur scendendo in modo frazionale stanno allentando la presa. Il nostro modello continua a mettere in evidenzia una distribuzione favorevole ad un ulteriore allentamento della tensione. Venerdì al TFFD indicheremo ai Tesorieri ed ai CFO la nostra lettura in termini di Outlook in preview sul 2024.

Il calendario economico della settimana ruota principalmente attorno ai dati sull’inflazione di luglio: Germania, Cina, Italia e Stati Uniti e Francia (tra le principali aree),  pubblicano il dato relativo allo scorso mese.

Il quadro complessivo mette in evidenza la fase del tutto deflattiva cinese in contrapposizione a quella occidentale.  Il dato riflette la deludente crescita dell’area della Cina continentale messa in evidenza anche dalla performance negativa della bilancia commerciale. In Cina diminuiscono sia l’import che l’export.

Negli Stati Uniti sono attesi dati che in qualche modo segnalano un rallentamento del raffreddamento dell’inflazione anche se nell’ultimo anno sono stati fatti significativi progressi dal pico poco inferiore al 10%  sino all’attuale 3%. La Fed punta a riportare il dato tendenziale al 2%.

Dal quadro emerge nelle aspettative un ulteriore passo di ridimensionamento dell’inflazione in Italia, compresa la componente core.

In Germania invece non sono attesi significativi scostamenti rispetto al mese precedente, nonostante il progressivo indebolimento della crescita.

L’Inflazione a luglio

DATA AREA FX INFLAZIONE PAESE ATTESA GIU
08/08/2023 08:00   EUR IPC in Germania (Annuale) (Lug) 6,20% 6,20%
08:00   EUR IPC in Germania (Mensile) (Lug) 0,30% 0,30%
08:00   EUR IAPC tedesco (Annuale) (Lug) 6,50% 6,50%
08:00   EUR IAPC tedesco (Mensile) (Lug) 0,50% 0,50%
09/08/2023 03:30   CNY IPC (Mensile) (Lug) 0,00% -0,20%
03:30   CNY IPC (Annuale) (Lug) -0,50% 0,00%
03:30   CNY IPP (Annuale) (Lug) -4,00% -5,40%
10/08/2023 08:00   NOK IPC (Annuale) (Lug) 5,90% 6,40%
08:00   NOK IPC (Mensile) (Lug) 0,80% 0,60%
10:00   EUR IPC italiano (Annuale) (Lug) 6,00% 6,40%
10:00   EUR IPC italiano (Mensile) (Lug) 0,10% 0,00%
10:00   EUR IPC italiano esclusi tabacchi (Annuale) (Lug) 6,00%
10:00   EUR IAPC italiano (Mensile) (Lug) -1,50% 0,10%
10:00   EUR IAPC italiano (Annuale) (Lug) 6,40% 6,70%
12:00   EUR IPC portoghese (Mensile) (Lug) -0,40% -0,40%
12:00   EUR IPC portoghese (Annuale) (Lug) 3,10% 3,10%
14:30   USD Indice principali prezzi al consumo (Mensile) (Lug) 0,20% 0,20%
14:30   USD Indice dei principali prezzi al consumo (Lug) 308,33 308,31
14:30   USD IPC (Mensile) (Lug) 0,20% 0,20%
14:30   USD IPC (Annuale) (Lug) 3,30% 3,00%
11/08/2023 08:45   EUR IPC francese (Mensile) (Lug) 0,00% 0,20%
08:45   EUR IPC francese (Annuale) 4,30% 4,50%
08:45   EUR IAPC francese (Mensile) (Lug) 0,00% 0,20%
08:45   EUR IAPC francese (Annuale) (Lug) 5,30% 5,00%
09:00   EUR IPP in Spagna (Annuale) (Lug) 2,30% 1,90%
09:00   EUR IPC della Spagna (Mensile) (Lug) 0,10% 0,60%
09:00   EUR IAPC spagnolo (Annuale) (Lug) 2,10% 1,60%
09:00   EUR IAPC spagnolo (Mensile) (Lug) -0,10% 0,60%
INFLAZIONE LUGLIO UEM USA

WB ECONOMICS: ATTESAINFLAZIONE LUGLIO UEM & USA

La Produzione Industriale in Germania rallenta ancora

La Produzione Industriale è diminuita dell’1,5% su base mensile nel giugno 2023, peggio del consenso del mercato (attesa- 0,5%) e dopo un calo dello 0,1% rivisto al ribasso a maggio. Si tratta della terza contrazione nell’ultimo semestre. Pesa la minore produzione nell’industria automobilistica (-3,5%) e nelle costruzioni (-2,8%). Al contrario, l’industria farmaceutica è aumentata del 7,9%, rimbalzando bruscamente dal crollo del 13,3% di maggio. Complessivamente la produzione di beni strumentali è diminuita del 3,9%, mentre quella dei beni di consumo e dei beni intermedi è aumentata rispettivamente dell’1,8% e dello 0,4%. Al di fuori del settore industriale, la produzione di energia è aumentata dello 0,6%. Escludendo l’energia e le costruzioni, la produzione industriale è diminuita dell’1,3%.
Su base annua la produzione industriale si è contratta dell’1,7%, dopo essere stata piatta nel mese precedente.

Scenario di atterraggio morbido negli Stati Uniti

Il dato sull’inflazione statunitense rappresenta per i mercati, qualora fosse confermato, la probabilità che l’economia possa evitare brusche frenate, configurando atterraggio morbido, nella convinzione che la Fed possa domare l’inflazione evitando contemporaneamente la recessione.

Il GDPNOW, calcolato dalla Fed di Saint Louis sulla base di una serie di dati economici rilevati in tempo reale (1 agosto), proietta la crescita del III Q al 3,9%. Considerando che la finestra del trimestre è ancora aperta, dobbiamo ritenere che l’errore di previsione possa essere ancora sostanziale, tuttavia il modello tende a stimare la proiezione del dato con un sufficiente grado di apprezzabilità.

La Fed, come abbiamo indicato nel nostro ultimo INSIDE CENTRAL BANK, tenderà ad aggiornare la propria linea di policy monetaria sulla base dei dati elaborati anche dal modello di cui sopra. Tra questi l’occupazione rimane al centro dell’attenzione. Il dato pubblicato lo scorso venerdì per il mese di luglio ha evidenziato una performance leggermente al di sotto delle attese. Ciò ha portato volatilità nel cambio contro dollaro in virtù di una minore ponderazione del mercato del lavoro sul relativo costo e di conseguenza sulle aspettative per quanto deciderà il Fomc di settembre in merito ai tassi.

Su questo tema l’inflazione luglio come pure quella di agosto avranno una ponderazione maggiore.

Dopo la razione negativa del dollaro lo scorso venerdì, ci aspettiamo un nuovo collaudo dell’area 1.0950/1.09 contro euro. Restiamo ancora fermi sulle stime a breve termine prodotte nell’ultimo INSIDE CENTRAL BANK, riportate nel Market Mover Monitor Week della scorsa settimana.

INFLAZIONE luglio

 

AITI AB ADVISORS INSIDE CENTRAL BANK

Banche centrali e indici PMI

I dati relativi ai sondaggi PMI pubblicati questa mattina per l’Eurozona non lasciano dubbi sulle difficoltà che l’area sta incontrando. Genera una certa impressione osservare il dato sulla manifattura tedesca in progressivo declino: l’indice quota nella stima Flash di luglio 38 punti, in ribasso rispetto al precedente 40,6 e ad un passo dal minimo segnato durante lo scoppio della pandemia a 34,50.

Nel complesso l’Eurozona registra una discesa: il PMI composito da 49,9 di giugno si è attestato a 48,9, indicando in generale una contrazione nelle aspettative di crescita. Secondo l’indagine, la domanda nell’eurozona sta diminuendo sia per i beni che per i servizi, con i nuovi ordini di servizi in calo per la prima volta in sette mesi, mentre il calo dei nuovi ordini per il settore manifatturiero è ulteriormente peggiorato 42,7 rispetto il precedente 43,4.

La debolezza della Francia e della Germania, ambedue in contrazione, è parzialmente compensata dall’andamento delle altre aree della zona euro. Non abbiamo ancora i dettagli, ma ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le economie più dipendenti dal turismo beneficiano di un periodo estivo più solido. Tuttavia, l’effetto positivo del turismo non sembra abbastanza forte da contrastare l’indebolimento dell’economia sottostante.

Martedì la pubblicazione dell’indice IFO tedesco completerà il quadro complessivo sulle aspettative degli operatori economici in Germania: il consensus prevede una flessione a 88 rispetto al precedente mese 88,5.

In generale il dato PMI di luglio in Eurozona indica che il rischio di recessione è aumentato con le aspettative di un ulteriore indebolimento delle attività produttive.

Il quadro dell’inflazione che emerge dall’indagine PMI è molto simile a quello degli ultimi mesi. Le pressioni sui prezzi si stanno attenuando, più per i produttori di beni che per i fornitori di servizi. L’aumento dei salari continua a mantenere elevate le pressioni sui prezzi per i servizi, determinando una tendenza al ribasso più lenta. Al momento il calo dei costi di input sta contribuendo a ridurre molto più rapidamente le aspettative di inflazione per le merci. Ciò conferma la nostra visione di un tasso di inflazione significativamente più basso verso la fine dell’anno.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ECONOMICS: EUROZONA PMI COMPOSITE & MANUFACTURING [HCOB, S&P GLOBAL]

Le rilevazioni PMI in UK  sono risultate anch’esse deboli, pur in misura inferiore rispetto all’Unione. Il dato Composite rimane ancora sopra quota 50 in area espansiva.

I dati PMI per gli Stati Uniti, pubblicati nel pomeriggio evidenziano una traiettoria diversa: scende oltre le attese la fiducia del comparto dei servizi, sale oltre il consensus quella sulla manifattura. Il PMI Composite registra comunque una contrazione, anche se in misura più mitigata rispetto a quelli europei: l’indice Composite quota 52 nella stima Flash di luglio rispetto a quello di giugno rilevato a 53,2 consolidando la crescita attesa anche nella lettura del GDP relativo al IIQ23.

Il quadro macro si completa in settimana con l’attesa per la pubblicazione del GDP relativo al IIQ negli USA (attesa 1,7% rispetto al IQ al 2%); In Germania ed in Eurozona avremo invece un’aggiornamento sui dati relativi all’andamento dell’inflazione attesa ancora in contrazione.

GDP NOW USA

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ECONOMICS: GDPNOW USA IIQ [FED ATLANTA]

Banche centrali in azione

La settimana riporta un calendario di consigli monetari piuttosto ricco: la FED negli Stati Uniti, BCE nell’Eurozona, BoJ in Giappone, a cui si uniscono la Banca centrale dell’Indonesia e di Hong Kong.

Il consensus stima un rialzo di 25 bp per Fed e Bce. Nell’area asiatica non si attendono mosse sui tassi.

Con questa chiamata al rialzo ci si aspetta che la FED chiuda il ciclo restrittivo. Anche il comunicato che rilascerà la Banca centrale europea sarà  analizzato per comprendere quale percorso seguirà in futuro dopo l’atteso rialzo di luglio. Come sempre alla conclusione della conferenza stampa di Christine Lagarde apriremo la nostra diretta streaming in collaborazione con AITI, Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa,  INSIDE CENTRAL BANK  (H.16.00) per commentare i contenuti rilasciati dai due governatori e tracciare un percorso delle potenziali reazioni del mercato su FX e tassi.

La Banca del Giappone dovrebbe confermare la sua linea accomodante sui tassi di interesse, anche se le speculazioni, secondo cui le impostazioni di controllo della curva dei rendimenti potrebbero essere modificate, hanno portato a un aumento della volatilità dello yen. Tra la continua espansione dell’economia del settore privato giapponese e l’inflazione dei prezzi di vendita relativamente elevata, come evidenziato dal rapporto Jibun Bank Japan Composite PMI , sarà interessante esaminare la scelta degli strumenti monetari che adotterà la BOJ. Ci aspettiamo un recupero ulteriore dello yen sull’euro.

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX EUR USD

L’eur usd corregge valore dai massimi, scendendo verso area 1,1070, aprendo una reazione del dollaro che potrebbe riportarlo nuovamente a scambiare nel range che ha governato le negoziazioni da inizio anno 1,05-1,11. Per comprendere se tale geografia possa assumere nuovamente il dominio del mercato dovremo verificare in settimana se i corsi siano  in grado di scendere sotto due importanti livelli: 1,1010 ed 1,0890 eur usd.  Gli operatori rimangono, alla vigilia delle riunioni delle due banche centrali, ancora orientati verso un ulteriore rialzo dell’euro.  Noi non escludiamo un raffreddamento dell’entusiasmo per l’euro, anche se dalla BCE ci si aspettano sempre atteggiamenti piuttosto aggressivi sul fronte dei tassi. Qualora in settimana dovessimo uscire dalle due riunioni con valori che scambiano sotto 1,1150 potremmo ipotizzare uno scenario di riequilibrio delle posizioni secondo quanto sopra indicato.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

La sterlina, dopo l’eccessivo riapprezzamento del ciclo dei tassi della Bank of England (BoE), ha subito parziali prese di beneficio. Le attese per il Bank Rate alla fine di quest’anno sono scese da un picco del 6,35% all’attuale 5,85%. Pensiamo che la struttura tecnica del mercato abbia favorito le temporanee vendite sul pound dopo il test dell’area 0,8525 eur gbp. Ci aspettiamo un raffreddamento dell’euro ed un progressivo ritorno dei corsi a breve nel mid range 0,86/0,8550.

Nel nostro ultimo report FX OUTLOOK avevamo segnalato una condizione di ipercomprato dell’euro favorevole ad una correzione dei corsi. Questa sussistenza tecnica sembra presente anche nel rapporto eur cny. Come anticipato nel rapporto di luglio ci aspettiamo che dopo l’eccesso fissato in area 8,11 si consolidi una correzione che dovrebbe riportare i gli scambi nel breve in area 7,90/7,85 aprendo una verifica del trend di medio periodo.

Commodity

Il Petrolio (Brent) dopo aver più volte collaudo area 71 usd/bar senza riuscire a violarla, ha subito una copertura piuttosto significativa delle posizioni di scoperto orientate al ribasso. Pertanto gli scambi sono ritornati a coprire l’intera fascia di oscillazione delimitata nel range che stiamo osservando dagli inizi dell’anno. Pertanto non dobbiamo escludere nel brevissimo un ritorno dei valori in area 85/86 usd,  prima di rivedere un ritorno delle vendite. Su questo frame, 88/71 sono presenti mani forti con interessi contrapposti.

Mentre il petrolio fluttua senza considerare in apparenza i segnali di rallentamento della domanda determinata dai fondamentali, il rame dopo una fase di congestione è tornato a subire le vendite. Al LME ci aspettiamo un potenziale test di area 8100 usd/t per le contrattazioni a pronti ed a 3 mesi confermando ancora una volta i target indicati nel WB Commodity Perspectives in primavera.

Il Gas Naturale TTF continua invece a fluttuare in un area che noi riteniamo, in linea con quanto scritto nei nostri WB COMMODITY PERSPECTIVES,  possa risultare propedeutica ad un consolidamento in vista dell’apertura di una nuova gamba di ribasso dei corsi.

Rates

Ancora una volta a catturare l’attenzione dei mercati e nostra, sono i tratti lunghi della curva dei tassi. L’inclinazione della curva USA ed UEM rimane negativa.

US 10Y TREASURY

Il 10 anni Us Treasury yield sta regredendo verso area 3,70 dove il nostro modello colloca il principale livello di richiamo per l’avvio di una tendenza riflessiva. Il breakout sancirebbe la conclusione del ciclo rialzista dei tassi ed aprirebbe, in un orizzonte più ampio, l’attesa per un ciclo di ribassi a partire da fine anno.

DE 10Y Bund

I rendimenti a 10 Y sul Bund Germania, benchmark per l’Eurozona, stanno anch’essi consolidando un segnale propedeutico all’avvio di una fase riflessiva.  Ci aspettiamo un collaudo di area 2,25 dove abbiamo fissato il trigger per un ulteriore declino dei rendimenti con valenze di medio termine. Il framework rappresenta la conclusione del ciclo rialzista dei tassi della BCE e l’apertura di una nuova fase riflessiva.

IT 10Y BTP

Anche il 10 Y Italia sta costruendo il segnale di reversal del ciclo rialzista rispetto al picco testato lo scorso anno in autunno. Siamo prossimi al potenziale breakout di 3,95%, livello sotto il quale ci aspettiamo l’apertura di una nuova fase riflessiva.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ANALYTICS: BUND 10 Y YIELD

L’inflazione rimane al centro delle analisi e valutazioni economiche.

Mentre gli analisti focalizzavano la loro attenzione sul Forum della BCE tenutosi di Sintra,  dove per tre giorni, governatori di banche centrali, accademici, investitori, giornalisti hanno discusso l’attuale andamento congiunturale e le prospettive a lungo termine, una serie di dati sull’inflazione e sui PMI Flash di giugno hanno evidenziato un ulteriore passo in avanti sul raffreddamento dell’inflazione.

Christine Lagarde nei suoi interventi ha sottolineato che l’eurozona ha superato la prima fase del processo inflazionistico ed ora si trova ad affrontare la seconda fase. Dopo la spinta determinata dallo shock dell’offerta, si teme che le pressioni tendano a spostarsi verso le dinamiche salariali.

Negli ultimi mesi abbiamo osservato, su scala globale, un disallineamento tra l’andamento del comparto manifatturiero rispetto a quello dei servizi. Mentre  la domanda e gli ordinativi industriali hanno subito un rallentamento, il mondo dei servizi, in particolare quello legato alla ricreattività, è stato governato da una domanda in espansione producendo tensioni sui prezzi anche dal punto di vista salariali.

I recenti dati Flash rilevati a fine giugno hanno evidenziato la possibilità che anche per quest’ultimo comparto si stia raggiungendo il picco della crescita. Da qui l’importanza che assume il consuntivo dei sondaggi per il mese di giugno. Ci si aspetta una conferma della lettura preliminare consolidando l’ipotesi che anche nei servizi si sia raggiunto il picco dell’espansione.

Mentre registriamo un deterioramento della domanda in generale, non rileviamo ancora nessun segnale significativo sulla diminuzione delle statistiche occupazionali. Le banche centrali hanno voluto tenere i mercati a freno, minacciando altri aumenti dei tassi qualora le dinamiche economiche lasciassero presuppore il pericolo che la loro lotta all’inflazione non avesse la possibilità di riportare i valori verso i target attesi.

Di conseguenza il mercato, che con una certa esuberanza continua a sfidare i moniti dei banchieri, continuerà controllare tutti i dati in grado di tradurre i moniti in azioni concrete: l’occupazione e le dinamiche salariali sono ora al centro della loro attenzione.  Venerdì il dato sull’occupazione USA per il mese di giugno costituirà in tal senso un momento di verifica, utile per interpretare quanto gli ammonimenti possano generare sulla riunione di luglio della Fed, BCE ed altre banche centrali l’ulteriore incremento di 25 bp sui tassi.

Il consensus stima una crescita dei nuovi occupati per il settore non agricolo pari a 225K contro il precedente dato di maggio a 339K. Maggio aveva sorpreso in positivo. La media delle richieste del sussidio di disoccupazione a 4 settimane sta aumentando. Il valore raggiunto sta oltrepassando i picchi degli ultimi 18 mesi (255K). Ciò potrebbe costituire un primo segnale di raffreddamento della domanda per nuovi occupati ed un presumibile raffreddamento delle pressioni sul costo del lavoro. Di conseguenza, dati migliorativi in tal senso tengono aperta l’opzione per un ulteriore rialzo dei tassi secondo lo schema che abbiamo presentato nei DOT PLOT indicati nella diretta streaming, INSIDE CENTRAL BANK, che abbiamo tenuto dopo la conferenza stampa della FED e BCE.

I dati Flash PMI di giugno hanno comunque evidenziato il progressivo raffreddamento delle pressioni inflazionistiche nelle quattro maggiori economie del mondo sviluppato (“G4”). Purtroppo tale tendenza si sta consolidando a detrimento della crescita, anche a causa di un ritmo più blando dell’espansione dell’attività commerciale in tutto il G4. In particolare, accanto a un diffuso malessere manifatturiero, l’attività del settore dei servizi del G4 è aumentata al ritmo più debole da febbraio, con l’ Eurozona che ha visto guidare il rallentamento della crescita. Sarà quindi utile analizzare se questa tendenza si rispecchi nei paesi emergenti e nella più ampia economia globale. La pubblicazione dell’esito di questi sondaggi, di cui pubblicheremo un’analisi, si concentrerà nelle giornate del 5 e del 6 luglio.

 PMI-GLOBAL-SELLING-PRICE

S&P GLOBAL PMI SELLING PRICE

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX   Nel corso delle ultime due settimane l’euro ha subito un parziale raffreddamento della propria forza sul dollaro ma anche nei confronti della sterlina, dello zloty, del Hong Kong dollar, del won coreano e del peso messicano .

L’eur usd è scambiato all’interno di un range delimitato nella parte inferiore da un supporto tecnico a 1.0830 ed in quella superiore da quota 1,0950. Il braccio di forza tra rialzisti e ribassisti tende a far confluire su questi livelli rispettivamente la presenza di ordini di acquisto e di vendita. Si tratta di un micro equilibrio temporaneo, da leggere in attesa che l’evoluzione di cui sopra offra una chiave di lettura sull’effettiva reattività della FED in merito alla linea di policy.

Alcuni fattori di natura quantitativa risultano più sbilanciati verso un apprezzamento del dollaro, tuttavia sono due i passaggi a cui si guarda per confermare tale ipotesi: breakout di 1.0830 e di 1.07/1.0690.

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

TASSI   Nonostante i ripetuti ammonimenti delle banche centrali, le curve dei rendimenti, USA ed Eurozona, rimangono inclinate in negativo. I mercati continuano ad aspettarsi un sostanziale declino prospettico dell’inflazione, probabilmente accompagnato da un rallentamento economico a cui declinare una tendenziale riduzione dei tassi.

In Italia lo spread si è ulteriormente ristretto nella direzione da noi indicata sempre nelle ultime due edizioni di INSIDE CENTRAL BANK: il differenziale tenderà ad avvicinare area 150 bp e non escludiamo in un orizzonte più ampio un ritorno a 110 bp.   

COMMODITY   In linea con il nostro ultimo report,  WB COMMODITY PERSPECTIVES, gli scambi sulle commodity industriali rimangono dominati da una tendenza riflessiva. Al LME  abbiamo avuto modo di appurare la debolezza dell’Alluminio, del Rame, dell’Acciao. Lo Steel Scrap al Platts market  sta cedendo i minimi di maggio per puntare a quelli fissati lo scorso novembre.

LME ALUMINIUM

WB ANALYTICS: LME ALUMINIUM

Ciò detto manca ancora il segnale di breakout dei prezzi del petrolio. Sul Brent persiste la presenza di acquisti (forzati) in area 71/72 usd/bar. D’altro canto anche le vendite sembrano oggetto di mani forti.  Lo stallo prelude ancora ad uno sviluppo favorevole ad un’altra gamba di ribasso dei prezzi.

BRENT OIL

WB ANALYTICS: BRENT OIL

Il Natural Gas europeo (TTF) dovrebbe aver completato la fase di riequilibrio dei prezzi dopo l’ampia discesa che, da 350 eur mwh, l’aveva riportato sulla soglia dei 20 euro mwh. Per il nostro modello l’attuale movimento rientra in un contesto reattivo propedeutico allo sviluppo di una nuova gamba ribassista in direzione degli obbiettivi dichiarati sempre nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES .

Le banche centrali ritornano in azione.

AGGIORNAMENTO h 13.00

La BoE ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base (pb) al 5%, OLTRE LE ATTESE.

Un massiccio aumento dei tassi da parte della BoE minaccerà le prospettive economiche.

La banca centrale ha effettuato un aumento maggiore poiché i dati sull’inflazione di maggio nel Regno Unito si sono rivelati più persistenti.

I dati sull’inflazione nel Regno Unito sono stati sorprendentemente superiori alle aspettative: l’IPC  mensile di maggio è cresciuto a un ritmo dello 0,7%, eguagliando il ritmo di aprile ma rimanendo superiore alla velocità stimata dello 0,5%.

L’inflazione complessiva annualizzata è risultata stabile all’8,7%, mentre il mercato prevedeva una decelerazione all’8,4%. Mentre l’IPC core del Regno Unito, esclusi i prezzi del petrolio e dei prodotti alimentari, ha registrato un nuovo massimo del 7,1% rispetto alle aspettative di una performance costante.

L’eur gbp alla notizia del rialzo ha perso momentum mantenedo i valori sotto la nostra area di osservazione 0.8630. Ci aspettiamo una potenziale ripresa degli acquisti di sterline con obbiettivo, come indicato nel podcast di questa mattina a 0.8525 raggiungibile nel breve termine.

 

 

FED – Nel corso della testimonianza resa ieri alla Camera – e che oggi è in programma al Senato – Jerome Powell ha sottolineato che la maggioranza dei policymaker ritiene probabili altri due aumenti da un quarto di punto ciascuno entro la fine dell’anno.

Il banchiere centrale ha ribadito che la strada per riportare l’inflazione al target è ancora lunga, ma nonostante le sue parole i futures sui Fed funds continuano a scontare solo un altro rialzo da qui a fine anno e poi tagli da gennaio, con gli analisti che sottolineano i timori recessivi.

BCE – Perdurano i toni hawkish anche da parte dei falchi di Francoforte, mentre si attendono oggi nuove possibili indicazioni dagli interventi pubblici del consigliere Panetta e del vicepresidente De Guindos. I mercati prezzano pienamente un nuova stretta a luglio, visto l’impegno de facto della Bce in questo senso, e scontano un altro incremento tra settembre e ottobre, spingendo il picco dell’irrigidimento al 4%.

BOE – Dopo numeri oltre le attese sull’inflazione britannica a maggio – 8,7% annuo contro un consensus di 8,4% -, gli occhi sono puntati stamani all’annuncio sui tassi che seguirà la riunione del board di Bank of England. I mercati vedono ora il 50% di possibilità che BoE aumenti i saggi di interesse dall’attuale 4,5% al 5% e quasi il 100% di probabilità che i tassi raggiungano il 6% entro dicembre, nonostante l’economia stia sfiorando la recessione.

SNB -La Banca centrale svizzera ha alzato i tassi di 25 bp nella riunione odierna di politica monetaria aggiornandoli all’1,75%.

NORGES Bank – Anche la banca centrale norvegese ha appena annunciato un rialzo di 50 bp dei tassi nell’ambito dell’odierna riunione di politica monetaria portandoli al 3,75%.

FITCH SU ITALIA – L’agenzia di rating ha alzato le sue stime sulla crescita italiana per quest’anno portandole all’1,1%, sostanzialmente in linea con quelle del governo e di altri previsori. A sostenere il Pil la parziale ripresa dei consumi che ha contribuito alla buona performance registrata dall’economia nel primo trimestre.   Tagliate, invece, marginalmente le previsioni per il 2024 a +1% dal +1,3% precedente.
Quanto all’inflazione – l’Ipca a maggio ha segnato un +8,1% annuo – l’indice dei prezzi dovrebbe raffreddarsi nei prossimi mesi allineandosi a quello medio del blocco.

WBFLASH

WB FLASH PODCAST

FX RISKOO OUTLOOK

SETTIMANA NUM 11.23 – 14 mar 23

Il default di Silicon Valley bank decretato nel fine settimana ha causato un rimescolamento delle carte nei mercati. L’evento inatteso consentirà alle banche centrali di togliere dal tavolo i futuri aumenti dei tassi d’interesse in nome dell’emergenza che si è venuta a creare.

Stiamo osservando la formazione di un potenziale segnale… per continuare a leggere chiedi di scaricare il report

 

La quinta settimana di questo 2023 il nostro market mover monitor prevede una striscia significativa di  in grado di imprimere volatilità ai mercati.

Al centro dell’attenzione avremo la ripresa degli incontri delle banche centrali: Fed, Bce e Boe in primo piano, a seguire la Banca centrale ceca.

Sugli incontri della Fed e della BCE le aspettative in merito alle loro decisioni sui tassi appaiono scontate: la Fed dovrebbe alzare di 25 bp, la Bce di 50 bp. Anche la Boe è attesa con un rialzo di 50 bp.   

Ciò che non è assolutamente scontato è quanto diranno i rispettivi governatori in conferenza stampa.

Il mercato si attende chiarimenti sulle prospettive delle loro azioni future. I commenti post-riunione del presidente della Fed, Jerome Powell, saranno centrati sul percorso della Fed nel 2023.  Allo stesso modo anche le indicazioni che emergeranno dalla conferenza stampa di Christine Lagarde avranno un impatto significativo sui mercati.

Le speranze di una Fed più accomodante in risposta all’allentamento delle pressioni inflazionistiche e la debolezza dei dati sulla crescita a partire dalla rilevazione dei sondaggi PMI stanno alimentando l’attesa per un atteggiamento meno aggressivo in futuro. I mercati stanno scontando la possibilità di tagli dei tassi alla fine del 2023, ma finora la Fed ha chiaramente cercato di respingere queste ipotesi.

Diverse sono le attese sul percorso futuro della Bce: il Consiglio appare diviso tra quanti invocano una linea ancora rigida rispetto agli inviti a considerare i rischi derivanti da un atteggiamento eccessivamente rigorista. Anche qui abbiamo raccolto nelle precedenti settimane commenti da parte di alcuni consiglieri che prevedono dopo questa chiamata al rialzo di 50 bp una pausa, altri, in particolare i consiglieri del nord Europa, che invocano almeno un altro rialzo di 50 bp.

Sul possibile diverso atteggiamento dei due board si gioca il differenziale prospettico sui tassi a partire dal 2 anni per finire sul tratto lungo della curva.

E’ possibile che Christine Lagarde preferisca rinviare alla riunione di marzo la formulazione sul futuro percorso operativo, avocando l’aggiornamento alle previsioni che verranno elaborate in quel Consiglio. Sarà l’Outlook completo delle informazioni relative alla serie di dati che matureranno nel primo trimestre 2023 a fissare le basi su cui  la Bce potrà ragionare per prendere nuove decisioni sui tassi. Di conseguenza, i mercati saranno tentati di fare più affidamento sulla loro anticipazione di come si evolveranno le previsioni dello staff della BCE in quella riunione, piuttosto che sulla guidance del Presidente.

Nel nostro market mover monitor pensiamo che nelle sue previsioni la Banca centrale possa riconoscere il livello significativamente più basso raggiunto dai prezzi dell’energia e di buona parte delle materie prime. Il rialzo dell’euro ha mitigato il maggior onere per le importazioni dovuto al cambio eur usd. Di conseguenza lo staff economico dovrebbe rivedere al ribasso le proiezioni sull’inflazione. Nel contempo la lettura del GDP, benché sia stata rivista al rialzo dal FMI, continua a rimanere cauta. Non escludiamo quindi che il Board possa alleggerire le pressioni sulla rigidità della linea di policy monetaria.

L’eur usd ha accompagnato l’attesa per questi primi consigli delle banche centrali premiando una sovra esposizione della rigidità della BCE. Se il mercato è stato troppo accondiscendente verso la linea hawkish  lo vedremo dalle reazioni del cambio giovedì. Per l’appuntamento della conferenza stampa abbiamo messo fuoco l’area 1,0770/60 eur usd. Un eventuale breakout di tale livello contribuirebbe ad archiviare per il momento ila fase di recupero dell’euro, aprendo un range di consolidamento nella fascia 1,08/1,0550.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 4/23

L’ultima settimana del mese è riservata alla lettura preliminare dell’andamento del GDP USA relativo al IV trimestre. L’attesa del mercato è posizionata su una crescita del 2,6%, l’algoritmo della Fed proietta invece l’andamento, sulla base dei dati disponibili al 20 gennaio, ad un incremento del 3,5%. Il deflattore scende dal 4,4 al 3,3% (QoQ).

MARKET MOVER MONITOR WEEK 4/23

WB ECONOMICS: USA GDP NOW IVQ 22 FED ATLANTA

Martedì 24, in Eurozona avremo alcuni dati flash PMI per il mese di gennaio sul comparto manifatturiero e servizi. L’attesa si posiziona su un parziale recupero del sentiment.  In Germania il Pmi, nonostante il recupero rimane ampiamente sotto quota 50;  soltanto il dato aggregato sui servizi riesce in Eurozona a posizionarsi frazionalmente sopra quota 50. La conferma di questa lettura mitigherebbe i timori recessivi di cui si parla di diverse settimane anche nei nostri market mover monitor.

Nel pomeriggio di martedì avremo invece la pubblicazione dei dati PMI statunitensi. Qui l’attesa non evidenzia particolari recuperi di sentiment, fissando le stime a quota 46,2 per il manifatturiero e quota 45 per i servizi.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 4/23

WB ECONOMICS: GLOBAL PMI [FONTE S&P GLOBAL]

Seguiremo con attenzione i dati PMI e giovedì l’indice IFO (Germania), per comprendere il sentiment delle imprese alla riapertura delle attività agli inizi dell’anno. Dicembre ha evidenziato  un calo della domanda di materie prime, materiali, merci ed altri componenti necessari per il comparto produttivo piuttosto che  quello dei  servizi, riflettendo il crescente rischio di stagnazione.

A conferma abbiamo rilevato sui mercati a termine specializzati nella quotazione di commodity un ulteriore generale ridimensionamento dei prezzi proprio a dicembre a completamento di una profonda correzione dei valori avviata alla fine della scorsa primavera. 

MARKET MOVER MONITOR WEEK 4/23

WB ECONOMICS: COMMODITY PERSPECTIVES PERFORMANCE REVIEW

A Gennaio alcuni metalli di base , rame, acciaio alluminio e minerale di ferro hanno tuttavia avviato una reazione in scia alle attese per un ritorno alla normalità in Cina. Come noto, il Governo cinese ha ritirato le misure restrittive anti Covid, animando in tal modo l’azione speculativa sul ritorno della domanda generata dalle riaperture delle aziende. Nel nostro ultimo Outlook WB COMMODITY PERSPECTIVES, il movimento si inserisce in un’azione di riequilibrio del mercato.

La correzione dei prezzi delle commodity indicate contrasta tuttavia con il robusto ribasso dei noli marittimi. Gli indici sui noli marittimi al Baltic Exchange sono scesi mediamente del 50% da inizio anno evidenziando un significativo ribasso delle quotazioni dovuto ad un calo della domanda. Le attuali quotazioni coincidono con i valori rilevati nel primo semestre del 2020, periodo in cui la domanda subì lo shock pandemico.

BALTIC DRY INDEX

WB ANALYTICS: NOLI MARITTIMI BALTIC DRY INDEX

MARKET MOVER MONITOR

Il nostro interesse per i dati che misurano il sentiment sulle aspettative economiche è motivato dalla medesima attenzione che le banche centrali ripongono su tali indicatori per decidere la loro linea di policy monetaria. All’ordine del giorno dei prossimi imminenti consigli della Fed e della Bce ci sono le ipotesi sui rialzi dei tassi. Nelle ultime settimane gli investitori hanno maturato la tesi secondo cui le due banche centrali siano ormai prossime a dichiarare la conclusione della loro linea restrittiva. Prima di farlo la Fed potrebbe mettere sul tavolo altri due rialzi tra febbraio e marzo di 25 bp; la Bce un rialzo di 50 bp a febbraio.

Nelle ultime settimane i mercati hanno accompagnato l’attesa con acquisti sull’euro contro il dollaro. Il rialzo dell’euro è stato declinato da un ridimensionamento del differenziale di rendimento sul tratto a 10 anni. Lo spread è sceso da 180 bp a 135. In sostanza il maggior ribasso dei rendimenti sull’US Treasury hanno in qualche modo scontato un maggior rischio recessione negli Stati Uniti rispetto all’Europa, mentre sul tratto breve della curva il differenziale ha conservato uno spread di 200 bp.

Il cambio ha ritracciato una parte del ribasso subito lo scorso anno, riportando le quotazioni in area 1,08. Nell’apertura odierna abbiamo visto testare uno spike a quota 1,0930 in Asia.

In precedenza avevamo indicato in area 1,08 il punto di spartiacque tra una tendenza orientata ad un recupero più costruttivo dell’euro, rispetto ad un riequilibrio nel rapporto di cambio  in cui il rapporto eur usd evidenziasse quotazioni meno penalizzante per l’euro rispetto ai minimi di novembre, ma pur sempre al di sotto degli standard maturati nei precedenti cicli di mercato. A tutt’oggi l’eur usd quota mediamente in prossimità dei minimi che negli ultimi dieci anni hanno caratterizzato il comportamento dell’euro sul dollaro.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 4/23

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE 01.01.1999 BASE LINE

Nei nostri live streaming che proponiamo con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’impresa,  abbiamo esposto il tema in diverse occasioni a margine delle conferenze stampa rilasciate dalle banche centrali. Riteniamo che la verifica dell’area indicata rappresenti un momento piuttosto significativo sotto il profilo tecnico.

Nelle prossime ore, in preparazione ai prossimi due meeting di inizio febbraio di Fed e Bce, seguiremo l’attuale movimento per comprendere se la presenza di questa area di resistenza possa raffreddare, come ci sembra, la spinta dell’euro. Ritorni immediati sotto area 1,0870 tenderanno a premiare parziali prese di profitto sull’euro spingendo i valori in direzione di 1,0770/1,0725 eur usd.

Il consolidamento del range preparerà il terreno per l’esito delle deliberazioni delle due banche centrali predisponendo la base tecnica su cui proiettare i futuri movimenti del cambio.

 

 

 

 

FOREZ ALERT EUR JPY

Al termine del suo board, la banca centrale del Giappone ha lasciato i tassi invariati, come previsto, ma ha sorpreso i mercati annunciando un’inattesa modifica della sua politica di controllo sui rendimenti obbligazionari che consentirà un maggiore aumento di quelli a lungo termine, con l’obiettivo di alleviare alcuni dei costi del suo prolungato stimolo monetario.
Le azioni nipponiche sono crollate, mentre lo yen e i tassi dei bond hanno subito un’impennata in seguito alla decisione, che ha colto in contropiede gli investitori che si aspettavano che l’istituto non avrebbe apportato cambiamenti fino a quando il governatore Haruhiko Kuroda non avrà terminato il suo incarico ad aprile.
La banca centrale, tuttavia, ha mantenuto invariato l’obiettivo di rendimento e dichiarato che aumenterà drasticamente gli acquisti di obbligazioni, segno che la mossa odierna è una messa a punto dell’attuale politica monetaria ultra-accomodante piuttosto che un ritiro dello stimolo.
Circa la metà degli analisti interpellati nell’ultimo sondaggio Reuters scommette che BoJ avvierà tra marzo e ottobre dell’anno prossimo un progressivo cambiamento della sua politica.

Per continuare a leggere gli effetti sul cambio eur jpy …