BCE: aspettative elevate, High Hopes, potrebbero non bastare per raffreddare l’euro.
Il Market Mover della settimana è senza ombra di dubbio il Consiglio direttivo della BCE di domani. Nonostante sia condivisa l’attesa per un ampliamento del programma di sostegno alla pandemia, il mercato sembra non scontare ancora alcun effetto. Anzi nelle ultime due settimane l’eur usd ha violato al rialzo i massimi dell’estate aprendo di fatto una nuova potenziale finestra di negoziazioni.
A settembre diversi esponenti del Board avevano manifestato un certo dissenso verso l’apprezzamento dell’euro adducendo motivazioni legate al tema della deflazione, ma non dovrebbe rappresentare alcun mistero il fatto che la BCE possa essere preoccupata degli effetti di un rialzo dell’euro sugli equilibri della competitività nei mercati extra euro.
Per coerenza quindi dovremmo attenderci una risposta qualificata da parte del Consiglio di domani. E’ possibile che per i mercati il vero driver sia concentrato invece sul Fomc della Federal Reserve della prossima settimana (15-16 dic.). In effetti potremmo concludere che mentre l’azione della BCE sia scontata, quella della Fed appare più incerta. Se ciò corrisponde al vero, domani non dovremmo rilevare particolari effetti dal meeting, semmai un consolidamento del cambio sopra 1,20/1,1950 sino alla prossima settimana.
I recenti dati PMI, particolarmente negativi sul comparto dei servizi, giustificano le preoccupazioni della Banca Centrale in merito all’andamento del quadro macro economico.
DATI E MARKET MOVER DI OGGI
Oggi invece i mercati saranno concentrati sugli esiti della voto in Parlamento per la Riforma del Mes. Si abbassa la pressione sul voto a Camera e Senato per la riforma del Mes, considerato come un banco di prova per la tenuta dell’esecutivo. All’ultimo è stata trovata infatti un’intesa nella maggioranza, come riferiscono i quotidiani, sul testo della risoluzione della riforma del Fondo salva stati. La riforma – su cui la scorsa settimana Roma ha dato il proprio via libera – vedeva contraria una parte del M5s. Alla vigilia del Consiglio Ue però, resta elevata la tensione su un altro fronte, quello dei programmi per l’utilizzo dei fondi europei del ‘Next generation Ue’ con il Cdm, inizialmente previsto per lunedì e poi per ieri, slittato ancora. A opporsi in questo caso, minacciando di mettere a rischio l’esecutivo, Italia Viva. Secondo alcuni quotidiani il Cdm, slittato a stasera, sarebbe comunque a rischio.
TIMORI BREXIT – Si consolidano le voci di un’uscita caotica della Gran Bretagna dalla Ue a sole tre settimane dalla deadline per giungere a un accordo commerciale, con il premier britannico Boris Johnson che avverte: le parti potrebbero dover accettare un “no deal”. Intanto è previsto in serata un nuovo incontro a Bruxelles tra lo stesso Johnson e la presidente della Commissione von der Leyen. Segnali positivi sono comunque giunti nel primo pomeriggio di ieri: la Gran Bretagna ha dichiarato che ritirerà le clausole che violano l’accordo di recesso sulla Brexit dopo aver raggiunto un’intesa con Bruxelles sull’attuazione del trattato. L’intesa — distinta dai colloqui sul commercio — garantirà che il cosiddetto ‘Withdrawal Agreement’ sia pienamente operativo dal primo gennaio.
PACCHETTO AIUTI USA – Proseguono le trattative sulle nuove misure di stimolo all’economia Usa: i leader di entrambi gli schieramenti restano convinti che si debba giungere a un accordo sebbene stiano ancora cercando un’intesa sui punti più discussi, tra cui aiuti a governi di Stato e locali. L’amministrazione Trump ha avanzato una nuova proposta di aiuti da 916 miliardi di dollari dopo che i Democratici al Congresso hanno respinto quella per un piano più esiguo da parte del leader repubblicano Mitch McConnell.
DATI CINA – A novembre i prezzi alla produzione hanno registrato un rallentamento del calo mentre quelli al consumo hanno visto una flessione per la prima volta dall’ottobre 2009. Nel dettaglio, l’indice dei prezzi alla produzione è sceso dell’1,5% su anno da confrontare con il -1,8% previsto dal consensus Reuters e con il -2,1% di ottobre. L’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,5% su anno dopo il +0,5% di ottobre. La lettura si è rivelata inferiore alle attese Reuters per una variazione nulla.
ORDINATIVI MACCHINARI GIAPPONE – Rimbalzo a ottobre per gli ordinativi ‘core’ di macchinari. Il balzo è stato del 17,1% su mese a fronte di attese per un più contenuto +2,8% e del 2,8% su anno contro il -11,3% del consensus.
FOREX MARKET
Attorno alle 7,40, il cambio euro/dollaro vale 1,2142, in rialzo dello 0,33%, dopo aver chiuso a 1,2101. Alla stessa ora dollaro/yen a 104,15, piatto rispetto alla chiusura, e il cross euro/yen scambia in rialzo di 0,31% a 126,46 (chiusura a 126,07).
Nelle prossime ore in attesa della BCE ci aspettiamo, prima delle reazioni alle decisioni del Board, una distribuzione delle oscillazioni tra 1,2080-1,2245.
L’eur gbp in attesa di rappresentare in modo più aderente l’evoluzione dei negoziati per Brexit oscilla all’interno di un range che vede un cap in area 0,9180 ed un floor in transito questa settimana a 0,8880. La mediana rimane fissata a 0,90. Il break up della parte alta sconterebbe un possibile fallimento/incapacità di superare l’impasse negoziale con il rischio di riportare in debolezza significativa il pound. Eventuali passaggi nelle prossime sessioni sotto 0,90 preludono ad un potenziale deal.
GREGGIO
Prezzi in calo sulla scia di un inatteso aumento delle scorte Usa certificato dai dati Api. Attorno alle 7,40 i derivati sul Brent scambiano in ribasso di 27 cent a 48,57 dollari il barile, e quelli sul greggio Usa cedono 23 cent a 45,37 dollari.
BCE ASPETTATIVE ELEVATE: BTP
BTP – Alla vigilia del meeting Bce, riferimento per l’apertura odierna i 117 punti base per il differenziale di rendimento Italia-Germania e lo 0,55% per il benchmark decennale. Da segnalare, di ieri, il passaggio per la prima volta in negativo del rendimento del titolo di Stato decennale portoghese. Sul primario si attiveranno la Germania – che offre 3 miliardi in Schatz dicembre 2022, cedola zero – e la Grecia che mette a disposizione 625 milioni in titoli di Stato annuali. Ieri Fitch Ratings ha detto a Reuters che sono improbabili miglioramenti per le principali economie nel 2021 nonostante i passi in avanti per i vaccini contro il Covid.