Ferragosto, cieli limpidi, qualche temporanea burrasca, ma il cielo sopra i nostri occhi appare limpido. Diverso è il meteo mercato dove grandi cumulonembi, causati da un ampio fronte di instabilità dell’aria, veicolano l’enorme energia termica in direzione di potenziali scariche elettriche che partono dalla geosfera politica per contagiare economia e mercati.
I dati PMI che riportiamo segnalano da parte delle aziende un declino dell’attività manifatturiera e dei servizi. La pressione sui prezzi input industriali perde momentum in un contesto dove anche gli ordinativi segnano il passo.
I mercati finanziari tendono a far leva su tali indicazioni nella speranza concreta che le banche centrali possano allentare la loro azione restrittiva sui tassi. Non escludiamo che tale azzardo possa rivelare sorprese non gradevoli. Sullo sfondo gravano le crisi di relazione tra occidente ed oriente. La frattura sta trasformando il tracciato di un solco in una faglia profonda. La storia ripete se stessa quando a determinare tali scismi sono le divergenze sull’energia ed a seguire sulle catene di fornitura sottostanti alle materie prime.
Come accaduto in passato su altri temi, i mercati tendono a sottostimare gli impatti della contrapposizione che allinea su due fronti opposti l’occidente manifatturiero e mercato di consumo verso l’oriente, mercato di estrazione e produzione di commodity.
Per l’Europa, baricentro delle tensioni geopolitiche, le contese producono una fuga dei prezzi dell’energia insostenibili per la struttura economica. Il costo per l’Europa, priva di materie prime e di energia, si riverbera sul piano economico ma anche sociale.
L’Europa senza gas e quindi energia fornite dalla Russia non ha grandi alternative nel breve medio periodo. Il mercato consapevole di questa immensa criticità sconta speculativamente prezzi sopra ogni limite.
Su queste basi l’euro sconta una debolezza strutturale. L’architettura del Pil europeo si basa su una forte piattaforma manifatturiera e logistica alla cui base vi sono grande disponibilità di energia economica e mercati globali aperti.
In pochi mesi si sono dissolte queste certezze. L’UE scopre a proprie spese che l’energia ha un prezzo anche politico che i mercati scontano osservando le chiusure ad ogni ipotesi negoziale delle frontiere.
Partendo da queste basi, la definizione dei cambi obbiettivo di budget e di listino per il 2023 dovrà tenere conto della bivalenza che il trend dominante assumerà in funzione degli sviluppi geopolitici.
Gli scenari da esplorare su questo fronte sono almeno tre… PER CONTINUARE A LEGGERE
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