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INFLAZIONE VICINA AL PICCO?

I mercati rimangono focalizzati sull’inflazione osservando tutte le dinamiche.  Secondo il presidente di Fed St. Louis, James Bullard, l’inflazione Usa all’8,3% rilevata in aprile non richiede “per ora” un rialzo dei tassi di tre quarti di punto, ha inoltre aggiunto che per il momento il piano di rialzi da mezzo punto rimane appropriato.

Gli investitori ragionano di conseguenza sulla normalizzazione della politica monetaria da parte della Bce: la presidente Christine Lagarde ha consolidato le aspettative di un prossimo aumento dei tassi, ma c’è chi si sofferma sulla “gradualità” del percorso di rialzi, come indicato ieri dal governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau.

Il dollaro resta vicino ai massimi da 20 anni, con la lettura dell’inflazione Usa che alimenta le attese di un approccio Fed aggressivo. Yuan cinese ai minimi da oltre 19 mesi contro il dollaro. La banca centrale di Hong Kong si è mossa – prima volta dall’ottobre 2020 – per fermare il deprezzamento della valuta., vicino alla sogli massima concessa dal Peg sul dollaro 7.85 usd khd.

Oltre alle rilevazioni sulla crescita dei prezzi è bene considerare la recente evoluzione dei prezzi di diverse commodity entrati ormai a pieno titolo in un bear market. Il tema lo stiamo affrontando da un mese a questa parte nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES.

Nell’ultimo aggiornamento abbiamo confermato il nostro Outlook negativo su diversi metalli industriali, indicando lo stato della tendenza ed il potenziale target price di medio termine. Lo scorso lunedì abbiamo suggerito di osservare con attenzione l’andamento dei prezzi del gas naturale attraverso la lettura dei prezzi del future sul Dutch TTF per catturare eventuali segnali di perdita di momentum. Il range di negoziazione attuale si è spostato tra quota 102/105 e 90 eur mwh.  Notiamo che ai tentativi di breakout dell’area si contrappongono notizie che in qualche modo ne delimitano l’azione con un effetto di contrapposizione al deflusso dei prezzi. Lo scorso martedì c’è stata da parte ucraina la decisione di sospendere il flusso di gas russo verso l’Europa attraverso il punto di transito di Sokhranivka, che secondo Kiev fornisce circa un terzo del gas russo diretto in Europa attraverso il Paese, dicendo che lo sposterà in una zona sotto il controllo ucraino.  La notizia ha riportato i prezzi del future da quota 90 a 100 eur.

Anche i prezzi del petrolio continuano a puntare verso i livelli oltre i quali si aprirebbe la porta per una benefica correzione. Il Brent  nell’ultimo periodo ha avvicinato più volte quota 100 usd bar. Tuttavia ogni qualvolta ne approccia il livello tecnico giungono rumors in grado di evitarne il breakout.

In generale nei mercati si è instaurato un clima di avversione al rischio. Ciò risulta più che evidente dalla lettura dell’andamento delle borse azionarie. Gli indici stanno raggiungendo i target che avevamo già indicato alla fine dello scorso autunno riportando alcuni Alert sulla tenuta dell’allora ciclo rialzista.   Nel post del 26 novembre avevamo già indicando gli obbiettivi di prezzo per i principali indici. Come scritto lunedì pensiamo che se lo Standard & Poor 500 non sarà in grado di costruire una reazione credibile tra 3900/800, l’avversione al rischio tenderà ad avvitarsi ulteriormente.

Analizzando i sondaggi PMI su scala globale emerge un orientamento dominato da una congiuntura in progressivo deterioramento in Europa, già negativa in Asia, in modo particolare in Cina, con una tenuta sostanziale della crescita negli Stati Uniti (per richiedere il report).