Questa settimana tre delle cinque maggiori banche centrali terranno la loro riunione di politica monetaria sui tassi d’interesse. Nell’ordine Federal Reserve, Bank of Japan e Bank of England decideranno la nuova manovra dopo il dato di inflazione superiore alle attese della scorsa settimana. Accanto alle big 3 si riuniranno la BC della Svizzera, Brasile, Hong Kong SAR, Filippine, Indonesia e Taiwan. Il calendario macro economico della settimana si concluderà con la pubblicazione dei PMI flash per Stati Uniti, Eurozona, Giappone, Regno Unito e Australia da cui avremo nuove indicazione chiave sull’andamento dell’economica alla fine del terzo trimestre.
Giovedì mattina faremo il punto, in diretta streaming con il nostro INSIDE CENTRAL BANK in collaborazione con AITI, l’Associazione dei Tesorieri d’Impresa Italiana ( link per la registrazione), sugli effetti delle decisioni che la Federal Reserve comunicherà mercoledì sera alle 20.00 (CEST) a conclusione del Fomc.
TASSI D’INTERESSE
Negli USA la riunione del FOMC terrà l’attenzione focalizzata sul tenore della decisione sui tassi, in quanto il calo dei prezzi dell’energia non è riuscito a compensare l’aumento inflativo dei prezzi in altre classi di costo. L’inflazione è rimasta all’8,3% superiore al previsto benché in riduzione rispetto al precedente 8,5% ed al picco di giugno al 9,1%. Si prevede che la posizione aggressiva della Fed continui con i mercati che prezzano un terzo aumento consecutivo di 75 punti base (82% delle probabilità), sul tavolo vi sono attese contenute per un aumento di 100 punti. Nell’insieme i tassi d’interesse dovrebbero raggiungere il 4,25% entro la fine dell’anno.
In precedenza la BCE aveva aumentato di 75 bp i tassi dopo la rilevazione del tasso più elevata nell’attuale ciclo inflativo.
L’incontro della Banca d’Inghilterra sarà dominato dalle valutazioni sull’impatto del prezzo del gas naturale nelle proiezioni di inflazione della BoE. Detto questo, è improbabile che il limite influisca sulla decisione politica immediata della banca, per la quale i mercati prevedono un aumento di 50 punti base. Contrariamente agli Stati Uniti, i dati sull’inflazione nel Regno Unito sono stati inferiori alle attese a causa del calo dei costi del carburante, determinando il primo calo dell’IPC su base annua da quasi un anno. Tuttavia, l’inflazione nel Regno Unito rimane vicina ai massimi degli ultimi 40 anni, con l’aumento dei costi alimentari che creano particolare preoccupazione. Di seguito abbiamo riportato lo stato dell’inflazione sulle principali aree economiche.
La BoJ manterrà tassi di interesse ultra bassi, nonostante l’inflazione sia salita al di sopra del tasso target del 2% (2,6% ad agosto) e lo yen si sia svalutato ai minimi degli ultimi 20 anni. Il cambio usd jpy ha superato la soglia di 140 e, secondo le nostre stime, punta a verificare area 149/150 usd jpy. La scorsa settimana la BoJ ha chiesto quotazioni alle banche sollevando il timore che presto possa intervenire per frenare la caduta della divisa.
Rimanendo in Asia, a Singapore l’inflazione dovrebbe superare la media tendenziale tra il 5 e il 6%, con i dati del mese scorso che indicano un incremento al 7%. Ciò aumenta la probabilità di un inasprimento della politica monetaria nella riunione di politica monetaria del mese prossimo. La Bank Indonesia dopo aver aumentato i tassi di 25 bp lo scorso mese a sorpresa, dovrebbe effettuare un secondo intervento consecutivo nel tentativo di tenere sotto controllo l’inflazione. La sua controparte sud-orientale – le Filippine – vedrà probabilmente un aumento di 50 punti base, con il Bangko Sentral Pilipinas (BSP) destinato a mantenere il suo atteggiamento restrittivo.
La Suisse National Bank dovrebbe confermare l’atteso rialzo dei tassi, portando quelli ufficiali da -0,25 a 0,50%. La mossa declinata dalla Banca si inserisce in un contesto in cui il franco svizzero quota praticamente ai massimi contro l’euro 0,9660, se si esclude la temporanea svalutazione della divisa europea a gennaio 2015 a 0,87 eur chf.
Il Banco Central do Brazil dovrebbe tenere i tassi fermi al 13,75%. I corsi del real quotano all’interno di una tendenza positiva che dai massimi di euro, segnati nel marzo dello scorso anno poco sotto quota 7, quotano ora 5,25. Il nostro Forecast Model quota un target a breve a 4,85 eur brl.
WORLD RATES
I PMI flash aggiornano le attese sull’andamento dell’economia alla fine del IIIQ
Oltre al focus sui tassi e le azioni monetarie delle banche centrali, la settimana sarà caratterizzata dalla lettura flash dei dati PMI preliminari per il mese di settembre. Dalle precedenti rilevazioni abbiamo avuto segnali che convergono in direzione di un declino della performance economica generale, con crescenti preoccupazioni per una fase di recessione incombente. I flash PMI non solo forniranno aggiornamenti su domanda, condizioni di offerta e crescita, ma forniranno anche un aggiornamento sul fronte dell’inflazione. Nei mesi precedenti abbiamo visto gli indicatori sui prezzi input delle imprese in riduzione su tutta la linea, da un lato a causa dell’allentamento dei ritardi nell’offerta, dall’altro dal raffreddamento della domanda. Sebbene rimangano elevati rispetto agli standard storici abbiamo rilevato per gran parte delle commodity industriali un netto calo delle quotazioni a partire dalla scorsa primavera. A partire dal mese di aprile i metalli hanno aperto una fase di declino piuttosto robusta, ritracciando, come avevamo anticipato all’epoca, gran parte del rialzo messo a segno nell’ultimo anno. Anche i prezzi del petrolio sono scesi in linea con le nostre attese. Il Brent continua a puntare quota 80 usd/bar.
Tra le grandi preoccupazioni dell’estate hanno tenuto banco le quotazioni vertiginose del Natural Gas europeo. Abbiamo seguito l’ampia volatilità dei prezzi cercando di mapparne l’andamento.
Pensiamo che l’impennata delle quotazioni del Dutch TTF sia ora governata da una pressione riflessiva. Il 30 agosto, quando il future quotava 320-340 eur mwh, avevamo scritto che tale livello costituisse un cap per il rialzo e che da quel valore potessimo attendere una reazione negativa verso 200/180 euro. Lo scorso venerdì abbiamo rivisto tale prezzo! Vogliamo verificare ora il passo successivo. Qualora gli scambi dovessero consolidare la violazione di quest’ultima soglia potremmo guardare con maggior fiducia alle ipotesi formulate sempre alla fine di agosto, in un audace post, in cui non escludevamo un riassorbimento totale del rialzo maturato tra 100 e 340 euro.
Gli utili aziendali sono sotto pressione a causa del rallentamento economico e dell’inflazione sostenuta
Con i dati PMI flash della prossima settimana per le principali economie sviluppate avremo un focus sui segnali macroeconomici delle indagini in termini di PIL, produzione, occupazione e inflazione. Dalle analisi relative ai dati che emergono dai sondaggi è possibile estrarre una valutazione sugli utili delle imprese. Catturando i cambiamenti nelle metriche aziendali come vendite, domanda, potere di determinazione dei prezzi, margini e produttività, i sondaggi PMI possono fornire segnali molto tempestivi sulle tendenze sottostanti ai profitti, come illustra il grafico seguente per gli Stati Uniti.