WEEKLY MARKET MOVER in calendario nella 19^ settimana dell’anno.
La scorsa settimana si è conclusa con i dati sull’occupazione USA nettamente al di sotto delle attese. La spiegazione principale è riconducibile alle distorsioni prodotte dai sussidi governativi sull’offerta di lavoro. Il consensus accreditava un numero di nuovi assunti prossimo al milione. Il dato effettivo si è attestato a 266 k nuove buste paga. In altri termini mentre la domanda generata dalle riaperture post blocchi sanitari è risultata elevata, l’offerta ha preferito conservare il sussidio reputandolo più attraente al lavoro.
Uno degli effetti scatenati da questa distorsione è l’aumento del costo delle retribuzioni qualificate e la caduta dell’offerta. L’aumento delle retribuzioni sta contribuendo a creare pressioni sui costi di input provocando l’aumento dei prezzi al consumo finale.
La questione dell’inflazione ha raggiunto ormai livelli di tensione al punto che il tema ha spinto anche il Segretario del Tesoro statunitense, Janet Yellen, a riconoscere, pur sottolineando l’indipendenza della Fed, la necessità di rivedere le misure di contrasto all’inflazione ammettendo la possibilità che un’inflazione più elevata preluda ad un rialzo dei tassi d’interesse. Di conseguenza reputiamo che i dati sull’inflazione e comunque quelli legati all’occupazioni rimarranno al centro dell’attenzione del mercato proprio per catturare indicazioni utili ad interpretare l’atteggiamento della Fed.
Tale attenzione fa eco ai dati PMI globali di aprile. Essi hanno evidenziato la crescita più forte degli ultimi 11 anni, pertanto i rilasci di dati economici ufficiali, in calendario questa settimana, saranno di interesse per monitorare lo slancio della ripresa, nonché il potenziale feed su un’eventuale crescita più rapida dell’inflazione.
Gli aggiornamenti sull’inflazione dei prezzi al consumo e alla produzione per aprile verranno rilasciati da Stati Uniti e Cina, insieme alle vendite al dettaglio e alla produzione industriale per i primi.
Negli WEEKLY MARKET MOVER saranno inoltre pubblicati i dati relativi al GDP del primo trimestre 2021 dal Regno Unito, Malesia e Filippine, nonché i numeri sulla produzione industriale dell’Eurozona. Sul fronte delle banche centrali si prospetta una settimana in apparenza tranquilla, con riunioni di politica monetaria programmate solo nelle Filippine.
Dati sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale negli Stati Uniti
La salute dell’economia statunitense ritorna sotto esame con la messa a fuoco delle vendite al dettaglio e dei numeri sulla produzione industriale. I recenti livelli record di positività segnalati dai sondaggi PMI negli Stati Uniti risultano confermati dal quadro positivo dei dati coincident e lagging della più grande economia mondiale come ad esempio i consumi. L’andamento delle vendite al dettaglio di aprile, attese in crescita rispetto al mese precedente, saranno un ulteriore conferma nel percorso di progressivo miglioramento del trend. A queste si accompagneranno i dati preliminari di maggio elaborati dall’Università del Michigan per monitorare la fiducia dei consumatori in tandem con l’indice PMI delle aspettative delle imprese statunitensi. Questi dati uniti all’andamento della produzione industriale dovrebbero confermare la continua espansione del settore manifatturiero statunitense. Le aspettative di consenso basate sul sondaggio degli economisti di Refinitiv hanno indicato che è probabile che la crescita della produzione industriale abbia subito un’accelerazione ad aprile.
Vigilanza sull’inflazione negli Stati Uniti e in Cina
Un altro tema chiave da tenere in stretta considerazione è lo sviluppo delle pressioni inflazionistiche, soprattutto dopo i segnali di pressioni record sui costi indotte dall’offerta. L’altra settimana la riunione della Fed ha offerto rassicurazioni sulle politiche accomodanti nel breve e medio termine. Ma l’inversione di marcia della scorsa settimana da parte di Janet Yellen ha lasciato molti dubbi in materia. Le stime di consenso indicano che le pressioni sui prezzi continuano a crescere negli Stati Uniti e in Cina, i comunicati dell’IPC in calendario consentiranno di fare il punto sull’entità del picco dell’inflazione raggiunto in aprile.
Produzione Industriale nell’Eurozona e GDP nel Regno Unito.
Negli WEEKLY MARKET MOVER dell’eurozona sono pubblicati i dati sulla produzione industriale di marzo. Essi verranno esaminati dopo che i dati di febbraio sono stati deludenti. Essi risulterebbero in contrasto con la crescita record segnalata dai recenti sondaggi PMI per il comparto manifatturiero.
L’aggiornamento mensile del PIL del Regno Unito completerà il quadro completo della crescita economica nel primo trimestre. Dopo aver segnato un ritorno alla crescita a febbraio, la ripresa sembra aver acquisito una forza impressionante. Il flash PMI di aprile si è avvicinato al massimo storico. La riapertura dell’attività economica e l’introduzione del vaccino nel Regno Unito hanno infuso fiducia sia nelle imprese che nei consumatori. Accanto ai dati domestici saranno messi a fuoco i dati commerciali ufficiali per rilevare eventuali segnali di un impatto della Brexit sulle esportazioni.
Il dato di venerdì ha spinto velocemente l’eur usd verso la parte alta del range sino a riassorbire le perdite dell’euro accusate da venerdì 30 aprile.
Nelle prime battute di inizio ottava, il mercato sta prendendo tempo per verificare gli effettivi impatti sulle dinamiche del cambio. Ci aspettiamo una parziale flessione iniziale più orientata a consolidare il movimento di venerdì. Di conseguenza i prezzi dovrebbero ritornare verso 1,2130. In generale il mercato vorrà capire se i commenti provenienti dagli Stati uniti siano ancora in grado di sostenere il dollaro o meno. In Eurozona i commenti del Capo economista della BCE, Philip Lane, sono stati ancora di segno accomodante.
In estrema sintesi ci aspettiamo che nelle prossime ore si apra un braccio di ferro tra 1,2160-1,2045 eur usd per catturare indicazioni sulle prossime mosse che i trader affronteranno. Da tale reazioni usciranno indicazioni utili sulla direzionalità del cambio dopo tutto il lavoro sviluppato da inizio anno a partire dal recupero del dollaro sino a 1,17 ed al suo parziale ritracciamento delle ultime settimane.
Segnaliamo l’andamento dell’eur gbp in linea con quanto già anticipato nei nostri post in precedenza. Il cambio d0po essere ritornato a verificare dal basso area ,87 ha subito nuove significative vendite. I prezzi sono così scesi nuovamente in direzione dei target indicati.