MARKET MOVER MONITOR WEEK 4/23
L’ultima settimana del mese è riservata alla lettura preliminare dell’andamento del GDP USA relativo al IV trimestre. L’attesa del mercato è posizionata su una crescita del 2,6%, l’algoritmo della Fed proietta invece l’andamento, sulla base dei dati disponibili al 20 gennaio, ad un incremento del 3,5%. Il deflattore scende dal 4,4 al 3,3% (QoQ).
Martedì 24, in Eurozona avremo alcuni dati flash PMI per il mese di gennaio sul comparto manifatturiero e servizi. L’attesa si posiziona su un parziale recupero del sentiment. In Germania il Pmi, nonostante il recupero rimane ampiamente sotto quota 50; soltanto il dato aggregato sui servizi riesce in Eurozona a posizionarsi frazionalmente sopra quota 50. La conferma di questa lettura mitigherebbe i timori recessivi di cui si parla di diverse settimane anche nei nostri market mover monitor.
Nel pomeriggio di martedì avremo invece la pubblicazione dei dati PMI statunitensi. Qui l’attesa non evidenzia particolari recuperi di sentiment, fissando le stime a quota 46,2 per il manifatturiero e quota 45 per i servizi.
Seguiremo con attenzione i dati PMI e giovedì l’indice IFO (Germania), per comprendere il sentiment delle imprese alla riapertura delle attività agli inizi dell’anno. Dicembre ha evidenziato un calo della domanda di materie prime, materiali, merci ed altri componenti necessari per il comparto produttivo piuttosto che quello dei servizi, riflettendo il crescente rischio di stagnazione.
A Gennaio alcuni metalli di base , rame, acciaio alluminio e minerale di ferro hanno tuttavia avviato una reazione in scia alle attese per un ritorno alla normalità in Cina. Come noto, il Governo cinese ha ritirato le misure restrittive anti Covid, animando in tal modo l’azione speculativa sul ritorno della domanda generata dalle riaperture delle aziende. Nel nostro ultimo Outlook WB COMMODITY PERSPECTIVES, il movimento si inserisce in un’azione di riequilibrio del mercato.
La correzione dei prezzi delle commodity indicate contrasta tuttavia con il robusto ribasso dei noli marittimi. Gli indici sui noli marittimi al Baltic Exchange sono scesi mediamente del 50% da inizio anno evidenziando un significativo ribasso delle quotazioni dovuto ad un calo della domanda. Le attuali quotazioni coincidono con i valori rilevati nel primo semestre del 2020, periodo in cui la domanda subì lo shock pandemico.
MARKET MOVER MONITOR
Il nostro interesse per i dati che misurano il sentiment sulle aspettative economiche è motivato dalla medesima attenzione che le banche centrali ripongono su tali indicatori per decidere la loro linea di policy monetaria. All’ordine del giorno dei prossimi imminenti consigli della Fed e della Bce ci sono le ipotesi sui rialzi dei tassi. Nelle ultime settimane gli investitori hanno maturato la tesi secondo cui le due banche centrali siano ormai prossime a dichiarare la conclusione della loro linea restrittiva. Prima di farlo la Fed potrebbe mettere sul tavolo altri due rialzi tra febbraio e marzo di 25 bp; la Bce un rialzo di 50 bp a febbraio.
Nelle ultime settimane i mercati hanno accompagnato l’attesa con acquisti sull’euro contro il dollaro. Il rialzo dell’euro è stato declinato da un ridimensionamento del differenziale di rendimento sul tratto a 10 anni. Lo spread è sceso da 180 bp a 135. In sostanza il maggior ribasso dei rendimenti sull’US Treasury hanno in qualche modo scontato un maggior rischio recessione negli Stati Uniti rispetto all’Europa, mentre sul tratto breve della curva il differenziale ha conservato uno spread di 200 bp.
Il cambio ha ritracciato una parte del ribasso subito lo scorso anno, riportando le quotazioni in area 1,08. Nell’apertura odierna abbiamo visto testare uno spike a quota 1,0930 in Asia.
In precedenza avevamo indicato in area 1,08 il punto di spartiacque tra una tendenza orientata ad un recupero più costruttivo dell’euro, rispetto ad un riequilibrio nel rapporto di cambio in cui il rapporto eur usd evidenziasse quotazioni meno penalizzante per l’euro rispetto ai minimi di novembre, ma pur sempre al di sotto degli standard maturati nei precedenti cicli di mercato. A tutt’oggi l’eur usd quota mediamente in prossimità dei minimi che negli ultimi dieci anni hanno caratterizzato il comportamento dell’euro sul dollaro.
Nei nostri live streaming che proponiamo con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’impresa, abbiamo esposto il tema in diverse occasioni a margine delle conferenze stampa rilasciate dalle banche centrali. Riteniamo che la verifica dell’area indicata rappresenti un momento piuttosto significativo sotto il profilo tecnico.
Nelle prossime ore, in preparazione ai prossimi due meeting di inizio febbraio di Fed e Bce, seguiremo l’attuale movimento per comprendere se la presenza di questa area di resistenza possa raffreddare, come ci sembra, la spinta dell’euro. Ritorni immediati sotto area 1,0870 tenderanno a premiare parziali prese di profitto sull’euro spingendo i valori in direzione di 1,0770/1,0725 eur usd.
Il consolidamento del range preparerà il terreno per l’esito delle deliberazioni delle due banche centrali predisponendo la base tecnica su cui proiettare i futuri movimenti del cambio.