ELEZIONI USA 2020 PENCE e HARRIS hanno dibattuto sui temi della campagna elettorale senza dare un impressione netta su quale dei due candidati abbia colpito maggiormente.
In ogni caso secondo gli analisti, il mercato comincia a credere che Biden la spunterà e che questo si tradurrà in una politica fiscale più accomodante. Il faccia a faccia questa notte tra i due candidati vice per le elezioni Usa, Kamala Harris e Mike Pence, non sembra aver alterato la traiettoria della corsa presidenziale. Trump, intanto, ha bloccato ieri i colloqui con i dem sul pacchetto di stimolo, pur proponendo nuovi aiuti al settore aereo, in una decisione che contribuisce a mettere in forse la ripresa.
In un’altra mossa tesa a compiacere l’elettorato conservatore, sempre nell’ambito dei temi della campagna per le elezioni USA, il Dipartimento di Stato potrebbe annunciare oggi nuove pesanti sanzioni al settore finanziario iraniano.
VERBALI FED
Nel contempo ieri sera sono stati pubblicati i verbali dell’ultima riunione della Fed da cui si evince dalla maggior parte dei partecipanti che la ripresa economica susseguente al crollo del II°Q è superiore alle attese. Il FOMC ha sottolineato che l’investimento aziendale, letteralmente crollato nel Q2, ha visto un’inversione di tendenza. Nonostante ciò, come ha notato lo stesso Powell nella conferenza stampa successiva, i livelli sono ancora molto al di sotto di quelli pre-pandemia. Inoltre il Board ha fatto sapere che in ogni caso la ripresa economica potrebbe subire un rallentamento se non opportunamente sostenuta da ulteriori accomodamenti fiscali. Inoltre il Consiglio appare diviso sulla linea da adottare. Dopo essersi mostrato compatto, ad agosto, nell’annunciare uno storico cambio di passo sull’inflazione, a settembre il Fomc è tornato a dividersi su quale metodo usare per applicare i nuovi principi nella pratica. Le dissonanze nel dibattito tra i banchieri centrali Usa, fanno notare alcuni osservatori, riflettono la totale incertezza in cui naviga l’economia, appesa all’ignota evoluzione della pandemia. La banca centrale potrebbe implementare in futuro il suo programma di acquisto di bond, hanno ribadito questa notte alcuni sui alti esponenti ma, al momento, più che sul lato monetario necessitano interventi sul fronte fiscale come anticipato sopra.
WEIDMANN BCE
Con gli investitori che soppesano ogni sillaba pronunciata da Francoforte, il numero uno di Buba e membro del direttorio Bce, Jens Weidmann, ha detto ieri in un’intervista a Boersen Zeintung che l’attuale orientamento della banca centrale europea è “appropriata per ora”. Guardando al bicchiere mezzo pieno, l’attenzione del mercato si è concentrata su quel “per ora” piuttosto che sull’assunto – peraltro piuttosto scontato in bocca al falco tedesco – della sua attuale adeguatezza. Segno che uno shift potrà avvenire nel momento in cui – e potrebbe non essere lontano – le cose dovessero volgere al peggio. Con la seconda ondata di Coronavirus che sta impattando molti paesi Ue, con conseguenze pesanti soprattutto per il settore terziario, l’assessment della Bce potrebbe dunque cambiare in senso ulteriormente accomodante. Stando ad alcuni report, nuovi stimoli potrebbero essere implementati a dicembre, quando la banca rivedrà le sue attuali proiezioni. Occhi anche oggi sono programmati due interventi da parte di autorevoli membri dell’Eurotower da cui si potranno trarre ulteriori indicazioni.
BANK OF JAPAN
Secondo il presidente di Bank of Japan Haruiko Kuroda l’economia nipponica ha cominciato a riprendersi e il rilancio proseguirà grazie alle generose misure approvate sia sul fronte monetario che su quello fiscale. Nei dati diffusi stanotte, il surplus delle partite correnti si è attestato a 2.100 mld di yen ad agosto, contro i 1.980 stimati.
DATI MACROECONOMICI
MACRO – In un’agenda macro peraltro piuttosto scarna oggi, atteso il leading indicator dell’Ocse per l’Italia di settembre da confrontare con un dato di agosto a 97,6.
Negli Usa, i consueti dati settimanali sulle richieste di sussidio. Secondo una survey diffusa dal World Economic Forum, sarà la disoccupazione la maggior preoccupazione per l’economia nei prossimi dieci anni.
MERCATI
FOREX – Il dollaro è poco mosso su yen in area 106. Anche l’euro è stabile intorno a 1,1765 dollari. Scende dello 0,4% il dollaro neozelandese dopo che la banca centrale ha segnalato la possibilità di un nuovo allentamento monetario, con tassi negativi. Debole, anche se in misura minore, il dollaro australiano. La banca centrale della Polonia ha lasciato i tassi invariati nell’ultima riunione di politica monetaria.
L’eur usd rimane sempre all’interno del range di attuali edominio. Ci aspettiamo che le contrattazioni rimangano inserite nella gamma 1,1790 – 1,1700 eur usd.
GREGGIO – Prezzi in calo su un aumento delle scorte. Il futures sul Brent cede due cent a 41,97 dollari al barile mentre il contratto Usa perde 3 cent a 39,87 dollari. Riteniamo che la partita sul petrolio si giochi in questa fase sempre sulle riposte che i Trader daranno all’eventuale test di quota 39 usd/bar (Brent). Da alcune settimane collochiamo il livello tecnico di maggior rilievo e su cui abbiamo già avuto una prima reazione dopo la recente verifica del mercato.
METALLI – Il rame trattato al LME ha reagito anch’esso dai minimi di questa settimana fissati in area 6300/250. Il range attuale rimane circoscritto ad oscillazioni comprese tra 6620 e 6300.
TREASURIES – Mercato in calo ieri sulle speranze di un pacchetto di aiuti per il comparto aereo annunciato da Trump. A pesare anche l’asta per 35 miliardi di dollari sul decennale. Il collocamento di oggi saranno sul piatto 23 miliardi di titoli a 30 anni.
MERCATI AZIONARI – I listini azionari rimangono ancora inseriti in una fase di congestione con rischi che tuttora rimangono orientati al ribasso.
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