WBFLASH

       PODCAST

Il mese di maggio inizia con una serie di appuntamenti macro di assoluto rilievo. Federal Reserve e BCE alla chiamata dei tassi, riuniscono il loro consiglio per ritornare a fare il punto sulla politica monetaria e decidere di conseguenza se restringerla ulteriormente. Le riunioni saranno anticipate dal rilascio dei dati PMI di aprile. Si conclude venerdì con la pubblicazione delle statistiche sull’occupazione USA.

Oltre alle due principali banche centrali si riuniscono anche la BC australiana, norvegese e brasiliana.

Il primo grande evento della settimana è fissato con la riunione del FOMC di mercoledì. Sarà preceduta dai dati del PMI manifatturieri americani e non mancherà di fornire ulteriori elementi utili per misurare il livello di sentiment tra le aziende produttrici di beni negli Stati Uniti. Le attese sull’azione della Fed si sono rafforzate in direzione di un aumento di 25 punti base, portando il Fed Funds Rate al 5,00-5,25%. Come sempre molta importanza verrà data ai contenuti che Jerome Powell comunicherà nella conferenza stampa. Il mercato vuole comprendere se questo ulteriore rialzo rappresenti un picco, in quanto la curva sconta una probabilità del 25% che a giugno possa esservi un ulteriore incremento di 25 bp.

Con l’acquisizione (salvataggio) da parte di JP Morgan Chase di First Republic Bank si ritorna a mettere in discussione la salute del comparto bancario e come il tema possa influenzare le decisioni del FOMC.

Il mercato prevede un ulteriore aumento anche da parte della BCE nella riunione di giovedì. Qui le attese scontano un rialzo di 50 bp. Ciò porterà il tasso sui depositi al 3,5%. Come per il FOMC, l’aumento di maggio della BCE è scontato, ma i mercati sono più convinti della necessità di un ulteriore aumento di 25 pb da parte della BCE rispetto al meeting di giugno. Anche in questo caso si seguirà con estrema attenzione quanto dirà Christine Lagarde in conferenza stampa per leggere tra le righe l’orientamento del Board.  I dati preliminari sull’inflazione per aprile nonché i PMI finali per l’Eurozona forniranno importanti elementi su cui saranno prese le conseguenti decisioni di politica monetaria. Il trend dell’inflazione si sta raffreddando. I dati PMI evidenziano un andamento divergente tra manifattura e servizi. La prima continua a perdere significativamente momentum, i secondi invece continuano ad esibire uno status di forza.

Questa mattina, a sorpresa, la Royal Bank of Australia ha aumentato i tassi di riferimento di 25 bp. In Australia l’inflazione ha recentemente segnato un picco, mentre il PMI Composite è ulteriormente cresciuto con le medesime dinamiche sopra descritte: bene il comparto services meno bene quello manifatturiero.

Venerdì infine sarà riportato dal Dipartimento del Lavoro il dato sull’occupazione di aprile. Ci si aspetta che il tasso di disoccupazione aumenti e la crescita dei nuovi occupati (NonFarm Payrolls) rallenti, ma rimanga robusta intorno a 180.000 unità. Qualunque cosa diversa da una sorpresa al rialzo alimenterà la speculazione che l’aumento di maggio sarà l’ultimo del ciclo attuale. I PMI dei servizi di S&P Global e ISM si aggiungeranno al flusso di dati in vista della decisione di maggio.

Ci sono segnali di ripresa nella Produzione USA?

I dati PMI Flash di aprile hanno messo in evidenza un segnale preliminare incoraggiante sul fronte della ripresa.  Questa settimana S&P Global pubblicherà i dati definitivi.  Questi contribuiranno a rafforzare o meno tali attese.  La ripresa della domanda di servizi sta effettivamente guidando una tenuta del crescita economica geograficamente ampia, in particolare negli Stati Uniti.

Ciò nonostante lo stato di salute del settore manifatturiero si è rivelato piuttosto problematico. I produttori di beni hanno sofferto di forti venti contrari negli ultimi mesi, in particolare la crisi del costo della vita, uno spostamento della spesa post-pandemia dai beni ai servizi e una concomitante liquidazione delle scorte. Quest’ultimo è legato all’attenuazione della carenza di offerta, nonché alle preoccupazioni che le scorte siano troppo aumentate  per molti beni rispetto alla domanda futura prevista. Pertanto, la produzione a livello globale ha registrato a marzo il nono calo mensile consecutivo dei nuovi ordini.

Il tasso di declino del settore manifatturiero su scala globale è tuttavia diminuito rispetto alla forte flessione osservata alla fine dello scorso anno. Oltre al sostegno ottenuto dalla riapertura dell’economia della Cina continentale, il comparto manifatturiero globale ha beneficiato della reazione degli Stati Uniti a seguito del recupero maturato, secondo i dati flash PMI, ad aprile .

Le varie indagini regionali della Fed hanno già iniziato a confermare questa inversione di tendenza nel settore manifatturiero rispetto al periodo down registrato alla fine del 2022. Ci aspettiamo che i dati ISM, pubblicati dall’Institute for Supply Management seguano probabilmente l’esempio. Non è ancora chiaro cosa stia guidando questo miglioramento della produzione negli Stati Uniti, ma una minore incidenza delle politiche di riduzione delle scorte sta giocando un ruolo. Ciò suggerisce che la correzione delle scorte potrebbe essere in corso e potrebbe presto essere replicata in Europa e Asia, fornendo potenzialmente un impulso tanto necessario alla produzione mondiale.

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI

H AREA CALENDARIO MACRO MAR 2 MAG 2023 DEFINITIVO ATTTESA PRECEDENTE
08:00   EUR Vendite al dettaglio in Germania (Annuale) (Mar) -8,60% -6,10% -7,10%
08:00   EUR Vendite al dettaglio in Germania (Mensile) (Mar) -2,40% 0,40% -0,30%
08:00   RUB Indice PMI Purchasing Managers Russia (Apr) 52,6 53,2
08:30   SEK Indice PMI Manifatturiero Svezia (Apr) 45,5 46,1 45,5
09:00   PLN Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Polonia (Apr) 46,6 47,9 48,3
09:15   EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero Spagna (Apr) 49 49 51,3
09:30   CHF PMI procure.ch Svizzera (Apr) 45,3 47
09:45   EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Italia (Apr) 46,8 49 51,1
09:50   EUR Indice PMI manifatturiero Francia (Apr) 45,6 45,5 47,3
09:55   EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Germania (Apr) 44,5 44 44,7
10:00   EUR Indice PMI manifatturiero Eurozona (Apr) 45,8 45,5 47,3
10:00   NOK Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Norvegia (Apr) 51,2 49,3 48,6
10:00   EUR Saldo della bilancia commerciale italiana non-UE (Mar) 8,45B 4,00B

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX MARKET

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI riportano l’attenzione sul mercato valutario: l’eur usd dopo una serie di puntate sopra 1.10 sta ritracciando i recenti guadagni.  Ci aspettiamo che il cambio possa collaudare la tenuta di area 1.0950/1.0850. L’esito dell’azione determinerà se e come il cambio possa abbandonare definitivamente il range che da inizio anno copre gli scambi tra 1.05 – 1.1075.

Nella diretta streaming che terremo come di consueto dopo la conclusione della conferenza stampa di Christine Lagarde, giovedì 4 maggio alle 16.00 (Link per ricevere l’invito), faremo il punto sull’impatto che le decisioni di Fed e BCE determineranno sul mercato dei cambi e dei tassi. 

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI

WB ANALYTICS RISK MANAGEMENT: EUR USD ADVANCE CYCLE

INTEREST RATES

Il tratto lungo della curva dei rendimenti è sceso sia negli Stati Uniti che in Eurozona rispetto alla loro media a 50 giorni. Ci aspettiamo ulteriori flessioni. Analizzando la matrice delle curve relative alle emissioni governative continuiamo a vedere che il 10 y UST tende a dirigere verso area del 3.25%. Tale livello costituisce una quotazione spartiacque tra uno scenario in cui la correzione attuale può tradursi in una regressioni strutturale rispetto ad una fase di consolidamento. La violazione di 3.25 metterebbe in movimento l’intera matrice dei rendimenti determinando aspettative positive su un allentamento del rigore monetario.

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI

WB ANALYTICS RISK MANAGEMENT: UST 10 Y YIELD ADVANCE CYCLE

COMMODITY

La recente flessione delle quotazioni del greggio sotto area 80 usd/bar (Brent oil) tenderà a consolidare un segnale di perdita di momentum a favore di un ritorno dei prezzi verso area 72 usd, favorendo un ulteriore raffreddamento dell’inflazione prospettica.

Nel comparto dell’energia continuiamo a rilevare condizioni allineate a quanto abbiamo indicato nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES confermando i target attesi.  Il future sul Gas naturale europeo, Dutch TTF,  sta ormai avvicinando il primo dei nostri obbiettivi indicati per la stagione primavera estate in area 35 eur mwh.

I metalli in un contesto di prevalente offerta vedono la conferma di un segnale di ripresa del ribasso sul Minerale di Ferro e sull’Acciaio. I non ferrosi hanno consolidato scambi su aree di prezzo che non modificano quanto stimato nel nostro ultimo outlook.

 

Tutte le riflessioni su crescita, comportamento dei mercati, postura delle banche centrali vertono sempre sull’andamento dell’inflazione. Questa settimana, nel pomeriggio di mercoledì,  il calendario economico mette in evidenza la pubblicazione dei dati di marzo relativi alla dinamica dei prezzi negli Stati Uniti. L’attesa per l’inflazione generale è di un ulteriore discesa dal precedente 6% al 5,2% nella proiezione annuale, mentre su base mensile il consensus si aspetta una flessione dallo 0,4 allo 0,2%.

Nel contempo l’inflazione dei prezzi al consumo di base, che esclude i costi di cibo e carburante, dovrebbe aumentare dello 0,4% su base mensile, per un incremento annuale del 5,6%, rispetto al 5,5% di febbraio.

I dati sull’inflazione arrivano sulla scia dell’ultimo rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti, che continua ad evidenziare una domanda sostenuta, benché il dato sia stato marginalmente inferiore alle attese, alimenta le attese per un nuovo rialzo dei tassi da parte della Fed nella riunione del 2-3 maggio.

Il calendario economico prevede anche i dati sulle vendite al dettaglio USA di marzo: gli economisti si aspettano un altro calo a causa dell’elevata inflazione che erode la capacità di spesa delle famiglie. Giovedì saranno pubblicati i dati sulle richieste di sussidi ai disoccupati iniziali e sull’inflazione dei prezzi alla produzione.

I mercati dubitano sempre più che la Fed desideri aumentare ulteriormente i tassi, anche se proprio l’aleatorietà della prossima lettura del IPC può ancora modificare le aspettative.  Un altro dato mensile dello 0,4% sull’IPC core, più del doppio del tasso richiesto nel tempo per riportare gli Stati Uniti all’obiettivo del tasso di inflazione del 2% su base annua, potrebbe spingere al rialzo le aspettative per l’imminente riunione del FOMC.

Le banche centrali sono consapevoli delle condizioni sempre più rigorose dei prestiti concessi alle imprese, nonché dei costi di finanziamento elevati. Su tali basi, il timore che la fiducia sulla crescita possa raffreddarsi velocemente risulta piuttosto elevato. Allo stesso tempo temono che allentare ora la lotta all’inflazione possa pregiudicare tutto il lavoro sin qui svolto.

Al momento si sono spenti i timori su un più ampio contagio della crisi che a metà marzo aveva colpito il settore bancario. Di conseguenza gli investitori sono ritornati a sfidare le banche centrali sul terreno della politica monetaria scommettendo su un fine programma imminente, vista la curva discendente dell’inflazione generale.  La riunione della Bank of Canada, benché marginale, offre un primo spunto di riflessione qualora non dovesse, come da attese,  aumentare i tassi questa settimana.

I rendimenti dei bond governativi sono scesi sino a testare livelli che noi reputiamo significativi in quanto valori pivot tra il ciclo rialzista e l’apertura di un reversal più stabili rispetto a quanto sinora visto.

I dati PMI di marzo, benché con qualche ombra,  hanno confermato su scala globale un ulteriore progresso positivo. In settimana è atteso l’aggiornamento di aprile del FMI all’Outlook 2023. Non sono attese particolari modifiche rispetto alla precedente pubblicazione. Ma considerati i tempi costituiscono comunque un faro utile per comprendere quale sia la rotta della crescita globale.

I RENDIMENTI GOVERNATIVI GUIDANO LE ATTESE SUI TASSI

I RENDIMENTI GOVERNATIVI GUIDANO LE ATTESE SUI TASSI

A favore dei mercati ha giocato anche l’immissione di liquidità operata dalla PBoC . Il taglio dell’RRR della Banca centrale cinese ed una quantità significativa di iniezione di liquidità nelle ultime due settimane di marzo lasciano presupporre che vi sia stato un incremento della  sino a 4000 miliardi di CNY, rispetto ai 1810 miliardi di CNY di febbraio.

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX MARKET

L’eur usd è ritornato a scendere sotto quota 1.09. Il dollaro è ritornato a rafforzarsi contro le principali divise nonostante lo spread sui rendimenti si sia assottigliato ulteriormente. In linea con quanto riportato nel nostro ultimo INSIDE CENTRAL BANK, dedicato alle riflessioni sugli ultimi due meeting di Fed e BCE, il cambio conferma di rimanere inserito all’interno del range 1.09/105. Gli scambi che debordano da tale finestra appaiono ancora governati da movimenti di coda. Questa settimana, in attesa di leggere il dato sull’inflazione USA, abbiamo messo a fuoco l’area 1.09-1.07 .

forex : market mover monitor week

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

INTEREST RATES

Abbiamo già fatto notare il ridimensionamento dei rendimenti governativi sul tratto medio e lungo della curva. Stiamo guardando con attenzione area 2% per il 10 anni Bund e 4% per il 10 anni BTP. Sotto tali soglie potrebbe aprirsi un ulteriore importante finestra di ritracciamento dei valori.

TASSI: market mover monitor week

WB ANALYTICS: GERMAN BUND 10 Y YIELD

COMMODITY 

Il mercato delle commodity è fortemente concentrato sull’andamento dei prezzi dell’energia ed in quest’ambito sul recente rialzo delle quotazioni del greggio. Il Brent dovrebbe ritornare gradualmente a testare quota 80 usd/bar. Tuttavia qualora dovesse consolidare valori sopra tale soglia dovremmo considerare i rischi per un ulteriore apprezzamento.

Per avere un quadro di approfondimento più ampio chiedi di ricevere i nostri rapporti aggiornati

 

FOREZ ALERT EUR JPY

RISK BANK L’effetto farfalla inizia a configurare sui mercati una linea di contagio che merita tutta l’attenzione del caso!

Ieri nel corso della nostra diretta streaming con AITI, L’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, INSIDE CENTRAL BANK, abbiamo commentato l’attuale situazione, mettendo a fuoco i segnali che pongono in evidenza i rischi di contagio cross border tra le banche. A conferma della preoccupazione emergente, gli interventi dei relatori che abbiamo invitato, tra cui il Country Head Italia di UBS Asset Management,  sono stati seguiti da un panel di oltre 100 aziende primarie italiane e non. La preoccupazione prevalente verteva sui riflessi che la nuova crisi rischia di produrre sulle condizioni già restrittive del credito.

Tra i temi riportati da Wlademir Biasia, susseguenti alle decisioni Fed relative all’ultimo meeting di politica monetaria, sono stati approfonditi i potenziali impatti sul mercato dei cambi, dei tassi di breve e medio termine e delle principali commodity industriali, dettati dall’effetto contagio delle tensioni operative (slide commentate).

IRS RATES

Tra le view indicate abbiamo messo in evidenza il potenziale ribasso dei rendimenti governativi. Già nello streaming dedicato alle decisioni BCE avevamo segnalato l’effetto regressivo sui tassi IRS a partire dal 2 anni con un profilo regressivo di tutto interesse: nei nostri piani di Risk Management sul rischio tasso abbiamo indicato un trigger ribassista, orientato a proiettare l’IRS a 2 anni verso un primissimo obbiettivo a 2,90 ed uno successivo a 2,25%.

Il ribasso dei rendimenti governativi restituisce la misura diretta della necessità da parte degli investitori di parcheggiare la liquidità in strumenti difensivi che espongono possibili opportunità di trading. In ogni caso, considerata la volatilità in progressivo aumento sui mercati, un’alternativa possibile è data dai depositi che diversamente dal passato oggi presentano una remunerazione della liquidità accettabile.

EFFETTO FARFALLA

WB ANALYTICS: IRS 2Y TREND

BOND MARKET  RISK

L’indice Move che misura la volatilità del comparto obbligazionario ha recentemente subito movimento infraday a 6 sigma segnalando un rischio crescente del segmento dei Corporate Bond particolarmente popolato da emissioni bancarie. Nelle ultime ore l’indice è sceso sotto quota 185 segnalando un allentamento delle tensioni sul mercato dei corporate bond, tuttavia ci aspettiamo che presto possa riattivare la volatilità riportando i valori oltre la soglia indicata, annunciando un ritorno delle condizioni tecniche di rischio.

EFFETTO FARFALLA

WB ANALYTICS: MOVE INDEX ( VOLATILITY BOND)

 

 

 

CONSIGLIO BCE ATTESE PER L'ANNUNCIO SUI TASSI

LE DECISIONI DEL CONSIGLIO BCE

La BCE ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base, portando il tasso sui depositi all’1,5% e il tasso di rifinanziamento principale al 2%. Oltre al previsto aumento dei tassi, la BCE ha anche annunciato modifiche alle attuali operazioni di rifinanziamento mirate a lungo termine (TLTRO). A partire dal  23 novembre 2022 il tasso di interesse su tutte le operazioni TLTRO III sarà indicizzato ai tassi di interesse chiave della BCE medi applicabili. Ci saranno anche tre momenti aggiuntivi per i rimborsi anticipati. La banca centrale ha inoltre deciso di fissare la remunerazione delle riserve minime al tasso sui depositi presso la BCE.

Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità e un orientamento adeguato di politica monetaria.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024.

Ieri a conclusione della conferenza stampa del Governatore della BCE, abbiamo tenuto il nostro consueto punto nella diretta streaming organizzata con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, per commentare le decisioni del Consiglio. Nell’analisi che Wlademir Biasia ha fatto in merito agli impatti sul mercato partendo dal cambio eur usd, ha aperto alla possibilità che i rendimenti sul tratto lungo della curva possano aprire una fase riflessiva.

LE PREMESSE PER UN ALLENTAMENTO DELLE PRESSIONI MONETARIE

La BCE ha  aumentato i tassi di interesse per un totale di 200 punti base in un periodo di poco più di tre mesi. È il ciclo escursionistico più acuto e aggressivo di sempre. Nei due precedenti cicli di rialzo dall’inizio dell’unione monetaria, la BCE ha impiegato almeno 18 mesi per aumentare i tassi di un totale di 200 punti base. Nonostante vi siano molti segnali che preludono ad un’imminente fase recessiva la Banca centrale ha mantenuto un passo restrittivo orientato a normalizzare la politica monetaria.

Ciò nonostante il mercato ha risposto ai segnali inviati dal Baord, acquistando bond governativi sulle scadenze lunghe. Il 10 anni Germania è sceso da 2.50% a poco sotto il 2% in pochissime sedute. Il 10 anni Italia è sceso anch’esso dal picco segnato al 5%  sino a violare marginalmente il 4%.

Il governatore Christine Lagarde in conferenza stampa ha ammesso i progressi maturati sul fronte dei prezzi dell’energia riconoscendone la caduta delle quotazioni dai picchi di agosto.

Il future sul Dutch TTF è sceso da quota 350 sino a sfiorare area 90 euro mwh, maturando in meno di 60 giorni  una correzione del 70%. Anche i prezzi dell’energia elettrica sono scesi in modo altrettanto deciso. In Italia le quotazioni del PUN GME sono scese da quota 740 a quota 100 euro mwh con un ribasso del 86%.  L’energia contribuisce direttamente alla formazione del tasso d’inflazione per almeno il 30%.

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: TTF NATURAL GAS CYCLE LT

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: PUN GME TREND

Qualora i mercati consolideranno tali adeguamenti di prezzo, è verosimile attendersi un ridimensionamento dell’inflazione. Già oggi gli input price industriali stanno perdendo momentum, segnalando da tre mesi a questa parte un allentamento delle pressioni  su scala globale.

Le materie prime industriali sono ampiamente scese rispetto ai picchi di fine inverno: le quotazioni da inizio anno e su base YoY sono ampiamente scese. La tabella riporta, in ordine di ampiezza di ribasso YTD,  i principali valori delle commodity scambiate sui mercati a termine (CME – LME – SFE ..) con ampi segni negativi.

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: COMMODITY PRICE @ 28/10/22

Nelle valutazioni dei prezzi delle commodity si dovrà calcolare l’effetto dollaro, che da inizio anno è aumentato del 12%.

Il quadro complessivo dovrebbe avere effetti positivi sull’inflazione in un orizzonte non immediato ma pur sempre ravvicinato. L’incertezza del quadro geopolitico impone una certa cautela, soprattutto nei confronti del comportamento dei prezzi del gas. Tuttavia vi sono, secondo le nostre stime, concrete probabilità che i valori possano scendere ulteriormente, violando quota 90 euro mwh.

L’evento contribuirebbe  in positivo a chiudere il quadro riflessivo sul comparto delle commodity. Il rallentamento della domanda derivante dai segnali recessivi alimenterebbe ulteriormente l’aspettativa di allentamento dell’inflazione.

INTEREST RATES OULOOK

Date queste premesse, ci aspettiamo un ridimensionamento dei tassi sul tratto lungo della curva.  Già questa settimana abbiamo avuto una preview su queste dinamiche. Ci aspettiamo che l’IRS 10 y possa proseguire nell’atteso trend riflessivo, correggendo inizialmente a quota 2.5% (BT). Le nostre stime tendono a proiettare l’IRS 10y verso una mediana posizionata a al 2% con potenziali picchi minimi, che completerebbero la correzione, verso area 1.50%.

RISKOO ENTERPRISE RISK MANAGEMENT

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: IRS 10 Y CYCLE TREND

Confermano le nostre attese una correlata flessione del 10 anni Germania ed Italia, a medio termine, rispettivamente in direzione di area 1.50 (Bund); 3% (BTP)

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: BUND 10 Y YIELD TREND

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: BTP 10 Y YIELD TREND

FED – Com’era nelle attese, la banca centrale Usa ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base per la seconda volta consecutiva. Ma per la prima volta da marzo, quando il ciclo si rialzi ha preso il via, il presidente Jerome Powell ha evitato di fornire numeri sulla portata del prossimo aumento, limitandosi a dire che potrebbe essere appropriato un incremento “insolitamente grande” al prossimo meeting ma che la decisione dipenderà dai dati. Powell ha lasciato gli analisti divisi sul significato di questa omissione: per alcuni è il segnale di un’imminente svolta in senso ‘dovish’, per altri esattamente l’opposto.

  • Il FOMC ha alzato i tassi di 75 punti base al 2,25-2,50%, come previsto, riportandoli alla neutralità per la prima volta dal 2019. L’unica modifica importante alla dichiarazione è stata la sua rivalutazione dell’economia; la Fed ora riconosce che “i recenti indicatori di spesa e produzione si sono attenuati”  
  • La dichiarazione non ha offerto sufficienti  indizi su come la Fed intenderà agire nella riunione di settembre, il presidente Powell ha comunque ammesso che la Fed verificherà se vi sono prove convincenti sulla discesa l’inflazione, di conseguenza il ritmo dei futuri rialzi dei tassi dipenderà dai dati in arrivo e dalle prospettive per l’economia. Ciò suggerisce essenzialmente che la Fed dipenderà dai dati e agirà riunione per riunione, piuttosto che ridimensionare la politica in anticipo.
  • Powell, tuttavia, ha affermato che un altro forte aumento dei tassi potrebbe essere appropriato alla prossima riunione e che il FOMC non ha ancora preso una decisione su quando rallentare i rialzi dei tassi. Inoltre ha dichiarato in conferenza stampa che il Consiglio rimane orientato a tenere una stance monetaria restrittiva compresa tra il 3,0 e il 3,5%.
  • Al presidente Powell è stato chiesto se l’economia statunitense fosse in recessione; Powell ha ribadito che è necessario creare un certo rallentamento nell’economia, per consentire di riequilibrare le condizioni dell’offerta; Powell ha anche affermato che il rallentamento nel secondo trimestre è stato notevole, ma l’economia era ancora sulla buona strada per crescere quest’anno e la domanda rimane forte.

FED GDPNOW REAL GDP ESTIMATED FOR 2022: IIQ

La FED di Atlanta elabora un modello dinamico sull’andamento del GDP calcolato sulla base di una serie di indicatori macro economici aggregando 13 indicatori sotto-componenti del GDP.

FED: RIALZO ATTESO 75 BP

WB ECONOMICS: FED Model GDP NOW

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX MARKET

L’eur usd dopo un minimo fissato durante la sessione del FOMC a 1,01 ha reagito ritornando a quotare sui livelli di inizio settimana, area 1,02. Si preannuncia un prolungamento di questa fase laterale nel brevissimo periodo. Ci aspettiamo che il mercato muoverà le proprie posizioni soppesando i dati macro economici relativi a inflazione e crescita per gli Stati Uniti, mentre per l’Eurozona valuterà le reazioni dei prezzi del gas ponderandole alle prospettive di crescita per comprendere gli impatti della crisi geo energetica sull’economia dell’area.

Pertanto ci aspettiamo una fase di congestione (breve termine) tra 1,0240 ed 1,0080. on abbiamo ancora archiviato la possibilità che l’euro possa tentare di costruire il recupero temporaneo verso 1,0420/50 contro dollaro, prima di declinare verso il nostro obbiettivo finale per il 2022 ampiamente sotto la parità. 

BOND MARKET

Nelle scorse settimane abbiamo scritto sulla flessione della parte lunga della curva dei rendimenti dei bond governativi europei ed americani. Il 10 anni Treasury sta avvicinando nuovamente la soglia 2,75%, livello sotto il quale i mercati tenderebbero a prezzare con maggior probabilità elementi che prefigurerebbero l’arrivo di una fase recessiva.

I rendimenti benchmark per l’Eurozona, il 10 anni Bund, stanno già scendendo dirigendo verso area 0,50%. Non escludiamo in caso di un contenimento della spinta inflativa derivante dai prezzi dell’energia un ritorno del 10 Y Bund all0 o%.

I rendimenti del BTP, oggetto di grande attenzione, stanno contenendo le tensioni derivanti dalla crisi di governo e dalle elezioni anticipate. La BCE sta evidentemente vigilando sul loro andamento.  E’ difficile a priori stabilire come funzionerà lo scudo messo in campo dalla Banca Centrale. Pensiamo che la corsa ad ostacoli preveda un passaggio importante a quota 3,20%. La violazione di questo livello aprirebbe la via per un significativo ridimensionamento dei rendimenti sul tratto 10 anni. Propedeutico a questa evoluzione positiva, risulterà il contenimento delle tensioni eventuali sotto area 3,60%.

COMMODITY

Mentre le quotazioni del Brent Oil stanno ridimensionando, avviando un consolidamento propedeutico al breakout di area 100 usd/bar, quelle del natural Gas europeo, future TTF, continuano a tenere alta la tensione in termini tendenziali. Ogni qualvolta, dallo scorso mese di gennaio,  il future ha configurato un potenziale segnale di ridimensionamento ci siamo scontrati con una profonda delusione. Pertanto ad oggi per poter catturare un inatteso segnale di ridimensionamento dovremmo (usiamo il condizionale) quantomeno avere un ritorno dei valori sotto area 140 eur/mwh. Questo passaggio rifletterebbe, quasi certamente, un accordo politico tra i belligeranti in causa (Nato, Ucraina, UE, Russia).

Pertanto, mentre ci aspettiamo un ribasso dei prezzi del petrolio verso area 80 usd/bar, non possiamo stimare alcunché nel caso del gas russo. Ciò significa che le attese su un ridimensionamento dell’inflazione appaiono più consistenti sul lato americano, meno convincenti in Eurozona. Questo processo risulta legato ad una concreta diversificazione delle forniture sino ad annullare la dipendenza da quelle russe, salvo trovare un accordo.

INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

Nel mese di luglio le principali banche centrali chiameranno durante i loro meeting di politica monetaria robusti rialzi dei tassi ufficiali in risposta alle pressioni inflattive. La Fed confermerà un rialzo di 75 bp, 25 la BCE, la BoE dovrebbe alzare di 50 bp, la Banca centrale australiana lo ha appena fatto. La tendenza globale di un inasprimento aggressivo della politica monetaria vedrà inoltre la stretta della Banca centrale del Canada la quale prevede anch’essa un aumento di 75 punti base questa settimana, dopo due aumenti consecutivi di 50 punti base. Nell’insieme si supererà in termini statistici  il robusto aggiornamento di giugno.

Pensiamo che l’azione vada inserita in un contesto di adeguamento degli equilibri monetari ad uno scenario in cui la crescita dei prezzi è ben oltre le dimensioni nel rapporto di scala tra tassi ufficiali ed inflazione. Mentre i primi stanno uscendo da un ciclo deflattivo e quotano ancora a sconto sull’inflazione, quest’ultima ha raggiunto valori rapportabili alla scala degli anni ’80.

Le banche centrali sono consapevoli di questa situazione, ma probabilmente giocano sul rapporto che intercorre tra politica monetaria, inflazione e debito salvaguardando il principio nominalistico del debito a discapito del suo valore reale. La strategia potrebbe essere progettata su orizzonte temporali utili per ottenere questo risultato. Il percorso di conseguenza non sarà lineare, bensì articolato.

Il riequilibrio dei prezzi delle materie prime in atto rientra pertanto su questa linea strategica e rappresenta un’adeguamento dei valori da inserire temporaneamente nel percorso di valore.

Il ribasso delle commodity industriali a cui si sta unendo quello delle agricole e dell’energia sta spingendo il mercato ad interpretare l’attuale fase come un potenziale rallentamento dell’economia globale. Per tali ragioni è più che plausibile porsi la domanda di cui agli inizi del nostro post: inflazione siamo al picco?

L’andamento delle principali commodity confermerebbe tale ipotesi, con il distinguo sui prezzi dell’energia pagati in Europa per il gas.

Ribasso delle quotazioni delle materie prime e crescita sono quindi variabili correlate direttamente.

Questa settimana avremo il rilascio di una serie di dati sul PIL per Regno Unito, Cina e Singapore, che senza dubbio saranno al centro dell’attenzione. Allo stesso tempo, i dati sulla produzione industriale per Giappone, Eurozona, India, Cina e Regno Unito saranno esaminati per verificare l’ampiezza del rallentamento dei tassi di crescita. I dati sulle vendite al dettaglio e sul sentiment per gli Stati Uniti completerà il calendario macro economico per l’ottava che ci introduce alla prossima ottava quando ritorneranno a riunirsi i consigli della FED e della BCE per deliberare l’annunciato rialzo dei tassi.

I riflettori, tuttavia, sono probabilmente puntati sulla Cina, che ha visto persistere i blocchi nel secondo trimestre, per il quale vengono diffusi i dati sul PIL. Mentre l’ultimo PMI ha rivelato un ritorno alla crescita dopo alcuni recenti allentamenti delle restrizioni COVID-19, la crescita della domanda rimane debole nonostante la politica zero-COVID in corso. Le nostre previsioni attualmente vedono la Cina continentale contrarsi nel secondo trimestre a un tasso trimestrale annualizzato dello 0,17%, portando il tasso di crescita anno su anno allo 0,8%, il più debole dai blocchi pandemici del primo trimestre 2020.

Il Regno Unito pubblicherà le stime del PIL relative al secondo trimestre mercoledì, insieme ai dati sui servizi e sulla produzione industriale, che probabilmente confermeranno il rallentamento economico atteso. Sebbene i recenti dati PMI per il Regno Unito abbiano indicato una crescita dell’attività imprenditoriale, i sondaggi mostrano anche che la crisi del costo della vita ha colpito la crescita della domanda, aumentando il rischio di un’ulteriore contrazione economica del Regno Unito e recessione tecnica nel terzo trimestre.

Il calendario economico degli Stati Uniti prevede nella giornata di venerdì la pubblicazione dell’andamento delle vendite al dettaglio ed del sentiment dei consumatori. I dati sulle vendite al dettaglio saranno analizzati per valutare se l’aumento dei costi del carburante si sia aggiunto alle pressioni sui prezzi e abbia costretto i consumatori a ridurre la spesa, come evidenziato dai recenti sondaggi PMI sui servizi in forte rallentamento e prossimo a quota 50.

L’Eurozona, il Giappone e l’India riporteranno invece i dati sulla produzione. I primi due dovrebbero confermare nelle attese un nuovo calo rispetto alla  contrazione della produzione industriale rilevata negli ultimi mesi. Nel frattempo a differenza di altre aree il settore manifatturiero indiano continua a registrare ottime performance.

INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

I recenti sondaggi PMI hanno messo in evidenza un rallentamento dei costi di input delle aziende al ritmo più significativo degli ultimi quattro mesi, segnalando un raffreddamento dell’inflazione dei prezzi al consumo globale. Mentre la crescita e dei costi di input ha avuto improvvise accelerazioni durante la pandemia, ora sembra incontrare un significativo rallentamento della dinamica. Ciò potrebbe costituire l’inizio di una fase di riequilibrio.

In primo luogo, il recente rallentamento della domanda è maggiore che in qualsiasi momento durante la pandemia a parte la fase in cui erano attivi  i blocchi iniziali  (primavera 2020). Ritorna utile osservare  che il rallentamento dei prezzi delle commodity non è causato dalle misure di contenimento della pandemia.

In secondo luogo, il recente allentamento delle pressioni sui prezzi è associato a una sostanziale moderazione dei ritardi nella catena di approvvigionamento.

In terzo luogo, il raffreddamento della domanda finale è accompagnato da un allontanamento dalla creazione di scorte, che ridurrà ulteriormente la pressione di richiamo della domanda sui prezzi degli input.

In quarto luogo, il recente rallentamento sta determinando un forte calo delle aspettative delle imprese sulle prospettive di crescita, che ora sono scese ai minimi da settembre 2020. È probabile che questo calo della fiducia allevi la pressione sulla domanda di lavoro e sui salari, in quanto oltre ad alimentare una crescita più debole della produzione nei prossimi mesi, contribuirà ulteriormente a ridurre le pressioni sulla domanda di commodity e quindi sui prezzi.

Come sopra evidenziato rimane fuori da queste valutazioni l’incognita che più impensierisce il mondo produttivo: le quotazioni e forniture di gas in Europa.

I prezzi del future benchmark Dutch TTF dopo un consolidamento sopra quota 80 a maggio hanno ripreso a salire violando i nostri trigger di allerta per puntare verso un nuovo (ci si augura) picco tra 185/175 eur mwh. Inutile scrivere che il futuro andamento delle quotazioni è nelle mani della diplomazia, ma volendo osservare una linea più fiduciosa e fuori dagli schemi, pensiamo che prevarrà la logica di mercato. Azzardiamo pertanto l’apertura ad una visione positiva che con il ritorno dei valori sotto 135 euro possa materializzare un nuovo importante ribasso delle quotazioni.  Se ciò incontrerà i nostri auspici non mancheremo di comunicarvi i segnali per tempo.

WB MARKET MOVER MONITORFOREX MARKET

Quanto sopra scritto ci porta a confermare le nostre linee guida sull’andamento del dollaro. Il Dollar Index ha raggiunto il nostro target intermedio a quota 107 (vedi report FX OUTLOOK RISKOO). Lo abbiamo scritto e sostenuto in tempi non sospetti quando la maggioranza degli analisti istituzionali stimavano un recupero significativo per l’euro e quindi un ritorno al ribasso del dollaro.

Il rapporto eur usd invece appare destinato a verificare l’altro target per noi rilevante stimato ancora nell’OUTLOOK 2022 a 0.98 eur usd EVERYTHING MUST CHANGE.

Il mercato sta avvicinando l’area in una condizione di eccesso per cui ci aspettiamo al test  dell’area 0.99/0.98 una reazione dell’euro.

Gli operatori hanno già scontato le due manovre sui tassi attese da  BCE (+0.25%) e FED (+0.75%), in occasione delle riunioni di politica monetaria in calendario il 21 ed il 27 luglio.

Per le valutazioni sugli altri cross chiedete il nostro report dedicato FX RISKOO.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: DOLLAR INDEX TREND CYCLE

COMMODITY PERSPECTIVES

Come indicato nel nostro Outlook WB COMMODITY PERSPECTIVESla tendenza sul comparto rimane tuttora orientata al ribasso con il rame che verifica nelle quotazioni del LME area 7500 usd. le reazione susseguenti al test dell’obbiettivo atteso non modificheranno la tendenza riflessiva delle negoziazioni.

Il Brent ha collaudato area 100 usd/bar come anticipato nelle precedenti settimane, sta reagendo. Tuttavia restiamo dell’avviso che prossimamente avremo un breakout dell’area ed un declino delle quotazioni verso 80 usd/bar.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BRENT OIL TREND CYCLE

Il gas naturale Dutch TTF dopo aver violato i nostri due alert trigger a 96 euro e successivamente 130 a seguito della riduzione dell’offerta russa, ha annullato almeno momentaneamente ogni ipotesi ribassista nel breve. Tuttavia come scriviamo sopra non abbiamo declinato del tutto l’attesa per un ridimensionamento dei valori che in ogni caso matura soltanto con un ritorno sotto area 135 euro.

STOCK INDEX

In un quadro di restrizioni monetarie, rallentamento della domanda i mercati azionari in correlazione con quello delle materie prime tendono a consolidare l’attuale fase riflessiva di cui abbiamo anticipato le tendenze ancora alla fine dello scorso anno. Riteniamo che non sia esaurita tale fase e che l’avversione al rischio possa ancora produrre regressioni nell’ordine del 10/15% sugli attuali valori.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: S&P 500 TREND CYCLE

BOND YIELD

E’ interessante osservare la dinamica dei rendimenti. Le curve confermano lo scenario sopra descritto tracciando un profilo riflessivo evidente anche nel tratto lungo delle duration. Il nostro modello stima una flessione dei rendimenti sul tratto a 10 anni verso 0.75% a breve termine e non esclude ulteriori ribassi a medio. Ciò significa che la nostra view sul 10 Y Treasury yield rimane orientata a verificare ribassi in direzione di 2,50/2.25% a breve, 2% in un orizzonte marginalmente più ampio. In tale contesto pensiamo che i rischi sulla frammentazione dell’eurozona possano progressivamente rientrare a beneficio del BTP.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BUND YIELD 10 Y TREND CYCLE

BCE vs. FED: euro debole  e dollaro forte potrebbe sembrare un ossimoro, convergenze parallele su linee di policy monetarie che vedono nel primo caso un Consiglio costruito su opinioni eterogenee, nel secondo un Consiglio più compatto.

I rappresentanti della Federal Reserve si sono trovati strutturalmente d’accordo sul taglio di un massimo di 95 miliardi di dollari al mese degli asset a bilancio dell’istituto centrale, un ulteriore strumento per tenere a bada l’inflazione. E’ quanto emerge dai verbali dell’ultimo meeting della Federal Reserve nell’ambito del quale, a marzo, è stato varato un primo rialzo dei tassi da 25 punti base. I dettagli del programma sul bilancio presenti nelle minute sono in linea con le attese degli analisti e aprono la strada al varo il mese prossimo. Dalle minute è emerso anche che “molti” esponenti del board sono pronti ad alzare i tassi al ritmo di 50 punti base nei prossimi meeting.

L’Eurozona sta affrontando una fase di stagflazione,  tuttavia dalle minute dell’ultimo meeting, rilasciate ieri, emerge che i consiglieri non evidenziavano ancora particolari segni di preoccupazione verso l’andamento della performance economica. La percezione che abbiamo ricavato dalla lettura del delle minute, riporta una verbalizzazione che pur riflettendo una visione macro a breve termine meno brillante, evidenzia ancora una forte convinzione favorevole ad un graduale rimbalzo nella seconda metà dell’anno.

Il tempo scorre ad un ritmo più veloce del calendario. Gli eventi si susseguono con frenetica intensità. L’ultima lettura dell’inflazione in Germania ed in eurozona non lascia dubbi sul tenore del rialzo dei prezzi. La BCE esprimerà sempre più preoccupazioni ed il suo previsto ritorno del tasso nominale all’1,9% nelle proiezioni per il 2024, a fronte di shock straordinari e possibili punti di svolta o cambiamenti di regime, appare poco realistico.

L’Eurozona sta entrando in un’economia di guerra, la cui crescita appare fortemente compromessa dall’applicazione di sanzioni con il doppio effetto; ostili non soltanto alla Russia, bensì anche verso le imprese manifatturiere e dei servizi. Il gap tra il rialzo dei prezzi dell’energia in Eurozona rispetto a quelli americani è solo una parte del problema.  L’eventuale estensione delle sanzioni al gas e petrolio costituirebbero un contraccolpo immediato e significativo. Con il congelamento della crescita dovremmo temere i contraccolpi sulla sostenibilità del debito nella percezione più che concreta dei mercati.

E’ per questa ragione che probabilmente il messaggio più importante che emerge dalle minute BCE sta nel paragrafo dove soltanto  alcuni membri si sono espressi a favore di una fine ferma del programma di acquisto di asset netti in estate. altri invece si sono espressi a favore della necessità di mantenere in vigore il programma di acquisto Qe.

E’ di ieri il monito del capo economista della Banca centrale europea, Philippe Lane, a non intervenire sul rialzo dell’inflazione nel breve termine. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabio Panetta, membro dl Comitato esecutivo,  secondo il quale un intervento ora sarebbe un rischio per l’economia. Il governatore della Bundesbank Joachim Nagel delinea invece un quadro meno scontato di quanto non si possa pensare, leggete l’intervista che recentemente rilasciato al quotidiano Handelsblatt.

In attesa della riunione BCE della prossima settimana

Pensiamo che sia molto probabile che la BCE farà una chiara distinzione tra normalizzazione delle politiche e inasprimento della politica monetaria. La normalizzazione includerebbe la fine degli acquisti netti di attività e il ripristino del tasso di deposito a zero. L’inasprimento significherebbe l’inizio di un ciclo più lungo di rialzo dei tassi, che porterà i tassi in prossimità dei livelli ritenuti neutri . Il processo di normalizzazione tracciato dal Consiglio appare quindi un compromesso accettabile sia per i falchi che per le colombe. Probabilmente  i secondi ritengono che l’evoluzione futura della crescita possa dare loro ragione.

La riunione della prossima settimana dovrebbe quindi confermare la linea indicata a marzo.  Semplicemente i dati macro attualmente disponibili non evidenziano ancora le nostre percezioni sullo scenario economico di guerra. C’è semplicemente troppa incertezza su come si evolverà il conflitto. Rimanere fermi e continuare con l’annunciata riduzione degli acquisti netti di attività sembra l’unica opzione praticabile per ora. Il mercato forse ha corso troppo in queste ultime settimane nel scontare un imminente revisione al rialzo dei tassi anche in Eurozona.  Attendiamo comunque la conferenza stampa del presidente Christine Lagarde.

 

RISKOO ENTERPRISE RISK MANAGEMENT

WB MARKET MOVER MONITOR

BCE euro dollaro

In attesa della BCE L’euro dollaro ha recentemente violato l’area di supporto intermedio a 1,0985/75 degradando nuovamente in direzione del nostro primo target per il 2022 a 1,08 già verificato il 7 marzo. Agli inizi della settimana avevamo indicato l’apertura per una temporanea brevissima reazione dell’euro a 1,0975. Benché il breakout abbia portato nuove vendite sul cambio, riteniamo che in attesa della riunione della BCE in calendario giovedì 14 aprile, possa portare ancora delle ricoperture sulla divisa europea. Il segnale emergerebbe comunque a partire da un recupero delle quotazioni oltre la soglia 1,09 eur usd. Tale ipotesi non escluderebbe che la reazione attesa possa produrre ancora sempre temporaneamente i suoi effetti correttivi verso 1,1050/75.

EURO DEBOLE, DOLLARO FORTE

WB ANALYTICS: EUR USD ST

Gli operatori non hanno infatti ancora abbandonato l’idea che la BCE possa presentare uno statement più aggressivo. E’ la ragione per cui la conferenza stampa che seguirà il Board non mancherà di alimentare la consueta volatilità sui cambi.  L’euribor a tre mesi dopo aver costruito un rialzo da -0,60 all’attuale -0,4450% potrebbe consolidare nel breve sopra quota -0,5250%.  Oltre -0,4450 avremmo una nuova accelerazione che al momento ci sembra prematura.

I rendimenti del 10 y German Bund potrebbero fissare a breve un cap in area 0,75% ed aprire una fase di consolidamento tra 0,75 e 0,50%.

EURO DEBOLE, DOLLARO FORTE

WB ANALYTICS: EURIBOR 3 M

FX ENTERPRISE RISK MANAGEMENT

market mover week elezioni Germania

La settimana si apre con l’analisi dell’esito delle elezioni in Germania.

MARKET MOVER WEEK 39. In attesa che si aprano le lunghe trattative per la formazione del governo in Germania, l’attenzione degli operatori sarà concentrata in modo particolare sul rilascio dei sondaggi PMI manifatturieri relativi al mese di settembre. Lo sviluppo del dato riporterà l’attenzione sul tenore della ripresa dopo la perdita di slancio registrata ad agosto.  Il dato consentirà alle banche centrali di fare il punto sulla riflessione che in diversi consigli si è aperta in merito al tapering, a cominciare dagli Stati Uniti dove due esponenti della Federal Reserve, – Loretta Mester ed Esther George -, hanno detto di credere che l’economia Usa sia già pronta all’avvio di una riduzione delle misure di sostegno, aprendo la strada al prossimo grande dibattito in seno alla banca centrale Usa: quando procedere con il rialzo dei tassi e cosa fare con il bilancio della banca.

La presidente Christine Lagarde, in un’intervista a Cnbc lo scorso venerdì, ha sottolineato che molti dei fattori alla base del rialzo dell’inflazione sono temporanei e che la banca centrale al momento è impegnata a seguire la ricalibrazione del Pepp. In giornata terrà un intervento alla commissione Economia del Parlamento europeo per relazionare sugli orientamenti della BCE.

I PMI manifatturieri di settembre delle principali aree economiche verranno pubblicati accanto agli aggiornamenti sull’inflazione dagli Stati Uniti e dalla zona euro dopo una settimana intensa di riunioni di politica monetaria. Seguono i PMI flash di settembre che hanno ulteriormente alimentato i timori di stagflazione , riflettendo il rallentamento della crescita e l’aumento dei prezzi negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nella zona euro. In particolare, la domanda chiave sarà fino a che punto l’economia globale sia stata influenzata da vincoli di offerta, che evidentemente sono peggiorati a settembre secondo i flash PMI. La vischiosità del recente aumento dei prezzi, che può essere esaminata attraverso la verifica del tasso con cui l’aumento dei costi di input si traduce in maggiori costi di produzione, sarà di interesse per i sottoindici PMI.

Come scritto, un’attenzione particolare sarà riservata ai numeri sull’inflazione dell’eurozona di settembre. L’ultimo PMI Markit Flash Eurozone ha indicato un ulteriore accumulo di pressioni inflazionistiche  ad un ritmo rapido, suggerendo che potremmo assistere a letture elevate in futuro.

Dopo una settimana di riunioni delle banche centrali, inclusa la riunione del FOMC della Fed statunitense, in cui è stato adottato un tono meno aggressivo del temuto, il forum della BCE riporta a una serie di interventi dei governatori. Eventuali ulteriori dettagli sui percorsi futuri di queste banche centrali saranno attentamente osservati nella prossima settimana.

CINA ED EVERGRANDE – Il titolo della divisione di auto elettriche del colosso cinese Evergrande è arrivato a perdere il 26% dopo che la società ha parlato di un futuro incerto se non otterrà una rapida iniezione di denaro.  Intanto la Banca centrale cinese ha effettuato lo scorso giovedì una nuova iniezione di liquidità.  Mentre gli investitori cercano di digerire il mancato pagamento delle cedole in scadenza giovedì scorso di un bond in dollari di Evergrande, in Cina diversi governi locali hanno creato da fine agosto conti di custodia ad hoc per tutelare gli acquirenti di case del colosso cinese, come riferito dall’agenzia cinese Caixin.

PIANO USA – La presidente della Camera Usa Pelosi ha fissato il voto sul piano per le infrastrutture da 1.000 miliardi di dollari per giovedì dicendosi fiduciosa che il provvedimento possa passare, come avvenuto il 10 agosto al Senato. Il dibattito inizierà oggi. Pelosi invece non ha ancora indicato una data per il più corposo piano da 3.500 miliardi di dollari su welfare e cambiamento climatico dicendo che è ancora oggetto di trattative ma lasciando intendere che potrebbe vedere una riduzione dell’importo.

MARKET MOVER WEEK 39: ECONOMIC CALENDAR

MARKET MOVER MONITOR WEEK 39

 

MARKET MOVER

MARKET MOVER WEEK 39

FOREX Dopo la conclusione dei meeting delle grandi banche centrali si apre una settimana di verifica delle reazioni dei mercati. Il mercato Forex ha visto un consolidamento della forza del dollaro che è tornato a guadagnare contro cny, contro jpy e contro l’euro. Si tratta di progressi marginali ma sostanziali dal punto di vista del trend. Ciò non toglie che si scambiano valori ancora all’interno di una fascia di prezzo limitata ma propedeutica ad ulteriori apprezzamenti della divisa americana. Non dobbiamo escludere ancora qualche movimento di coda verso area 1,18/1,1820 contro euro in attesa dell’importante dato sull’occupazione USA che verrà pubblicato venerdì 8 ottobre. L’attesa per l’indicatore cardine, i – Non Farm Payrolls – è tarata su 450k nuovi posti di lavoro. Pur trattandosi di un dato sopra la media non ha il tenore dei precedenti picchi rilevati in diverse occasioni e prossimi ai 900/1000k. Il mercato attende di verificare tali vaori in quanto fortemente predittivi sugli orientamenti della Fed.

La discussione sul tapering e gli esiti delle riunioni delle banche centrali tenutesi la scorsa settimana hanno messo in secondo piano la vicenda EVERGRANDE. Pur nelle gravità della vicenda, abbiamo ritenuto che l’impatto non abbia le stesse implicazioni dell’evento Lehman Brothers. Sono molte le differenze tra gli effetti prodotti dai due avvenimenti, a partire dal grado di possibile contagio esterno agli impatti sui mercati.

In ogni caso siamo ancora agli inizi della vicenda e nelle prossime settimane dovremo fare attenzione agli sviluppi sul piano finanziario visti l’elevato livello di indebitamento che anche la Cina deve affrontare.

COMMODITY Nella scorsa settimana abbiamo visto il rame riprendere la discesa sotto area 9300 usd/ton. Stiamo monitorando con attenzione l’area 9400/9300 in quanto qualora gli scambi sul mercato futures di Londra non dovessero essere in grado di fissare prezzi recuperando i precedenti valori, 9400/9700, dovremmo considerare l’attendibilità dello scenario riflessivo che abbiamo riportato negli ultimi outlook pubblicati. Non è da escludere in effetti un ritorno delle contrattazioni verso i minimi di fine agosto.

I metalli industriali nel frattempo hanno sofferto ulteriormente con il minerale di ferro che conferma l’Outlook di agosto ed il ribasso verso area 110/100 usd al CME. Anche l’acciaio rimane offerto: il nostro benchmark per il comparto, Steel Scrap future quotato al Platts, rimane sempre orientato a verificare gli obbiettivi di prezzo al ribasso attesi nel nostro scenario.

Il Brent invece supera area 76/77 usd barile aprendo di fato la possibilità che i valori vadano a verificare 80 ed 85 usd/bar. Di conseguenza l’iniziale flessione del gas naturale sarà presto riassorbita .

EQUITY Pensiamo che la ripresa del rialzo dei prezzi delle commodity energetiche possa avvicinare ulteriormente la decisione dell’avvio del tapering per mitigare la pressione del mercato. L’S&P 500 potrebbe subire la presenza di un cap in area 4490/500. La tenuta del livello respingerebbe i valori verso i recenti minimi di settembre. Di conseguenza pensiamo che i principali indici azionari rimangano inseriti in un contesto caratterizzato da una distribuzione dei prezzi  che non esclude un ritorno verso i recenti minimi di settembre. Per il Dax ciò potrebbe significare la tenuta di 15700 ed un ritorno verso area 15000.

BOND YIELD L’inflazione ed il tapering sono temi strettamente correlati al mercato dei bond governativi. Il recupero recente dei rendimenti è da attribuirsi a queste dinamiche. Tuttavia continuiamo a pensare che il mercato non sia pronto per uscire dalla congestione in cui fluttua dalla fine del 2019 in particolare per i rendimenti a 10 anni dei governativi dell’eurozona. Il 10 anni BTP  dovrebbe contenere la reazione degli ultimi giorni sotto 0,75% e riportare i valori verso 0,65% dove collochiamo il punto di maggior rilievo sotto il profilo tecnico sotto il quale sono presenti numerosi buy order sul secondario.

WB ANALYTICS: EUR USD B_T

WB ANALYTICS: EUR USD B_T

WB ANALYTICS: BRENT OIL USD BAR

WB ANALYTICS: BRENT OIL CYCLE USD BAR

WB ANALYTICS: DAX INDEX CYCLE

WB ANALYTICS: DAX INDEX CYCLE

 

I dati macro che oggi riporta il calendario fanno il punto sul percorso della ripresa in molte aree economiche.

Indubbiamente i più significativi si concentrano sugli Stati Uniti: GDP, ordinativi alle fabbriche di beni durevoli, deflattore del Pil, sussidi di disoccupazione.

Il GDP in seconda lettura per il IQ segna aspettative di crescita al 6,5%, la precedente lettura è stata stimata a 6,4%. Gli ordinativi crescono ma meno rispetto al mese precedente +0,8% (attesa) rispetto a 2,3%. Diminuiscono nelle attese anche le richieste dei sussidi di disoccupazione 425k  contro 444k. I dati sono strettamente monitorati in ottica Fed. Ieri, il vice responsabile della supervisione Fed Quarles ha detto di essere pronto a discutere di ridurre alcune misure di sostegno di emergenza all’economia, anche se solo per chiarire i piani della Fed. Verso una normalizzazione anche in Nuova Zelanda dove il governatore della banca centrale ha detto che le condizioni di politica monetaria potrebbero iniziare a normalizzarsi tra un anno se le prospettive economiche dovessero essere quelle previste.

LA FIDUCIA DELLE IMPRESE IN ITALIA CHE GUARDANO ALL’EXPORT

Questa mattina invece l’Italia riporta il dato sulla fiducia delle imprese elaborato dall’Istat a maggio il consensus ipotizza un miglioramento rispettivamente a 104,4 e 106,4. Da maggio dello scorso anno abbiamo avuto una crescita mensile lineare della fiducia. In assoluto il dato sta avvicinando i picchi che si sono visti agli inizi del 2018 e nel biennio 2005-2006. Bene.

La Bilancia Commerciale italiana riporta anch’essa un saldo positivo. Significa che l’export ha trainato ancora una volta la crescita. Mettendo in relazione i dati export fissati prima della pandemia febbraio 2019 con il mese di  febbraio 2021, l’export italiano è cresciuto dell’1,4% contro la flessione dello 0,5% di quello tedesco e  la flessione del 10,2% di quello francese. Lo stesso raffronto relativo al mese di marzo vede la Germania con un +7,4%, l’Italia con un +9,1% e la Francia con un -3,9%. Del resto avevamo già evidenziato con la lettura dei dati PMI manifatturieri un robusto segnale della ripresa del Made in Italy nel mondo.

LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN GERMANIA

l’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori tedeschi che guardando a giugno dovrebbe mostrare un miglioramento a -5,2 rispetto all’inaspettato calo per -8,8 del mese precedente, in linea con gli analoghi dati francesi e con l’Ifo tedesco dei giorni scorsi.

CINA

Questa mattina  il National Bureau of Statistics cinese ha riportato l’andamento dei PROFITTI INDUSTRIALI in CINA – I profitti delle industrie cinesi sono cresciuti a un ritmo più lento in aprile. I profitti sono saliti del 57% su anno ad aprile a  768,63 miliardi di yuan, a un ritmo più lento rispetto al +92,3% visto a marzo.

USA-CINA – La rappresentante statunitense per il Commercio Katherine Tai ha detto che gli Usa devono ancora fare i conti con “sfide molto consistenti” nelle proprie relazioni commerciali ed economiche con la Cina che pertanto richiedono molta attenzione da parte dell’amministrazione Biden, come detto a Reuters.

MARKET MOVER
Benché la volatilità si sia appiattita nelle ultime ore, rileviamo acquisti significativi su BTP e Bond governativi in generale. Qualche vendita sull’equity per cui rimane sempre attiva la finestra distributiva, vendite sul comparto delle commodity ed infine vendite di euro contro dollaro, acquisti di cny contro euro e contro dollaro.

Il dollaro ritorna ad essere sostenuto dalle prime aperture Fed, ufficiali,  su un avvio del dibattito sul ‘tapering’. Attorno alle 7,40 il cross euro/dollaro è a 1,2192 (in rialzo di 0,02%); il cambio euro/yen è a 133,02 (in calo di 0,04%) mentre il dollaro contro yen scambia a 109,1 ( in calo di 0,04%). Come scriviamo da due settimana il punto centrale del mercato in questa fase rimane concentrato su quota 1,2160 eur usd.  Oggi avremo modo di collaudare nuovamente il punto qualora i dati di cui sopra dovessero confermare le attese.

GREGGIO – Prezzi in calo in un mix di fattori che vedono da un lato l’ottimismo per la stagione estiva in Europa e Usa e dall’altro i timori per la domanda dall’India e per il potenziale aumento della fornitura dall’Iran. Alla stessa ora il future sul Brent quota in calo di 29 cent a 68,58 dollari al barile e il future sul Nymex viaggia in calo di 27 cent a 65,94 dollari.

TREASURIES – Il benchmark decennale sui mercati asiatici rende 1,576%, in rialzo di 0,002 rispetto alla chiusura a 1,574%.

I DATI DI OGGI SUL PERCORSO DELLA RIPRESA

WB ANALYTICS: EUR USD

 

Le banche centrali nel dilemma tra l’andamento dei tassi, ripresa e pandemia, rimangono il faro su cui i mercati guardano con osmotica attenzione.

Ieri sera è emerso dalle minute  del Fomc che un certo numero di esponenti della Fed sembra pronto a prendere in considerazione il ‘tapering’ a fronte di una ripresa forte dell’economia.  Ma nel frattempo sono intervenuti dati sul lavoro deludenti ed inflazione elevata che potrebbero aver confermato o modificato la loro visione visione.

Nel pomeriggio il ‘falco’ Isabel Schnabel, membro del Consiglio BCE,  ha sottolineato che la ripresa dell’inflazione è temporanea. Il vice presidente Luis De Guindos osservava sempre ieri che Francoforte interverrà sui mercati obbligazionari se riterrà che l’aumento dei tassi non sia giustificato, salvo che non siano accompagnati da forti segnali di ripresa dell’economia.   Oggi ritorna a parlare in un intervento previsto  nel primo pomeriggio Christine Lagarde , mentre Lane, capo economista BCE prenderà nuovamente la parola  in mattinata.

Nel frattempo ieri sera, alla lettura delle minute della FED, l’eur usd è scivolato verso quota 1,2160 dopo aver sostato per l’intera giornata sopra 1,22, ovvero sui livelli anticipati nel post di ieri in apertura di sessione .

Questa mattina la PBoC  ha mantenuto il tasso di prestito benchmark invariato per il 13esimo mese di fila, in linea con le attese del mercato. Il loan prime rate (Lpr) cinese ad un anno  resta a 3,85%, quello a cinque anni si mantiene a 4,65%.

Oltre alle parole di Christine Lagarde ad attrarre l’attenzione degli operatori saranno i dati rilasciate alle 14.30 sui sussidi di disoccupazione USA di questa settimana e l’indice di produzione della Fed di Philadelphia atteso in flessione da quota 50,2 del mese precedente a 43.

Nel frattempo questa mattina in Germania il dato sui prezzi alla produzione di aprile si è attestato a +0,8% su mese e +5,2% su anno, da +0,9% e +3,7% del mese prima, sostanzialmente in linea con le attese (0,8% e 5,1%).

DATI GIAPPONE – L’export ad aprile ha registrato il maggior incremento dal 2010 con un +38% su anno grazie alla ripresa della domanda globale di auto ed elettronica, alimentando le speranze che la terza economia mondiale possa tornare a crescere; la bilancia commerciale si è attestata a 255,3 miliardi da 662,2 miliardi di marzo, rispetto al consensus pari a 140 miliardi.

A marzo gli ordinativi di macchinari hanno registrato un rialzo del 3,7% su mese e una flessione del 2% su anno da -8,5% e -7,1% del mese prima, contro attese pari rispettivamente a +6,4% e -2,6%. A maggio l’indice manifatturiero a cura di Reuters Tankan si è attestato a 21 da 13 di aprile.

Un altro significativo tema su cui il mercato farà le sue considerazioni verte sulle vendite che ieri hanno colpito indistintamente tutti i listini azionari, accompagnati dal crash delle crypto currency. La distribuzione dei prezzi apertasi proprio a metà del mese di aprile ha scatenato ieri un sell_off sui mercati. Ne avevamo anticipato i segnali nel nostro WB Perspectives di aprile. La possibile violazione di area 2850 per l’indice Eurostoxx 50 e 4000 di Standard & Poor tenderà ad amplificare il segnale con spinte direzionali in grado di riportare i valori verso area 3650 nel breve.

Ieri sera il Nasdaq 100 dopo un’apertura di sessione all’insegna di forti negatività ha reagito da quota 13000, ritracciando il ribasso ma pur mantenendo ancora aperte i segnali di criticità, la cui verifica,  come avevamo scritto in WB Perspectives, proprio di quota 13000 rappresenta un test con significative valenze tecniche. Infine riportiamo l’importanza del collaudo per lo Standard & Poor 500 di area 4000: sotto tale livello sono presenti, secondo i nostri algoritmi, significativi ordini di vendita. Abbiamo stimato che l’eventuale breakout spingerebbe i prezzi nel breve verso area 3750.

I segnali di avversione al rischio potrebbero favorire un ritracciamento dei rendimenti dei bond governativi gradito alle banche centrali.

Le commodity tenderanno ad allinearsi a questo segnale consolidando una correzione del rialzo che al momento stimiamo mediamente nella misura del 10%.

In un recente post avevamo ribadito per il Brent il target in area 70 usd/bar. La verifica del livello tenderà ora ad aprire una correzione per la quale non escludiamo ritorni dei valori verso area 60/55 usd/bar.

Nel nuovo aggiornamento di WB Perspectives riporteremo i dettagli sulla correzione di tutte le commodity industriali a partire dai metalli.

 

RISKOO FX RISK MANAGEMENT MODEL

BANCHE CENTRALI, TASSI, RIPRESA E PANDEMIA

WB ANALYTICS: EUR USD 1,2170 19,05,21