Le condizioni fortemente punitive imposte da linee di policy oltre modo severe, hanno consentito alle banche centrali di prendere una pausa nella loro logica restrittiva con benefici sulla curva dei tassi. La Fed  per  prima, la Bce in seconda battuta ed a seguire le altre banche, hanno tutte deciso di fermare la spirale dei rialzi, trasmettendo la sensazione che il lavoro finora fatto le mette al riparo dai timori sull’inflazione. Se volete Jerome Powell ha voluto comunque tenere le mani libere qualora i prossimi dati economici dovessero richiedere un supplemento di severità.

Indubbiamente al raggiungimento di questa sintesi, ha notevolmente contribuito lo sviluppo della più recente crisi geopolitica, dove il prezzo del petrolio è rimasto impermeabile alle tensioni nell’area mediorientale.  Ancora una volta a dettare il ritmo dello spartito monetario è stata la Riserva Federale, la prima a decidere ed imporre un pit stop del programma rialzista.

La sosta mette ora in evidenza gli esiti delle politiche perseguite. Le  condizioni economiche che si sono determinate negli Stati Uniti, in Eurozona ed in Asia sono del tutto divergenti . La prima è reduce di un IIIQ esaltante, la seconda invece mette in tutta evidenza le difficoltà causate da più fattori che non hanno trovato nella politica monetaria un adeguato supporto. Infine l’Asia. Qui i precorsi di crescita seguono direzioni  contrapposte: l’India continua a correre in solitaria, il Giappone regge e consolida in assenza di pressioni inflative, la Cina costretta a sostenere con moneta e fiscalità le ripartenza del ciclo per cercare di puntare all’obbiettivo di crescita del Pil prossimo al 5%.

Dal petrolio possibili segnali di allentamento delle condizioni monetarie

Il contenimento del prezzo del petrolio ha consentito alle banche centrali di revocare le riserve finali su un potenziale ritorno di tensione nei mercati e negli impatti inflativi che l’aumento avrebbe provocato. In effetti abbiamo visto correttamente quando il 9 ottobre, in piena crisi, avanzammo l’ipotesi che le quotazioni del Brent non avrebbero oltrepassato la barriera dei 95/100 usd/bar,  consentendo al mercato di riassorbire i plausibili timori.  Il conflitto per ora rimane circoscritto. Nell’Alert WB FLASH del 9 ottobre oltre a definire la soglia superiore abbiamo indicato nel ritorno dei prezzi verso 83/82 usd la via per una normalizzazione dei riflessi speculativi.  Tutto rimane molto alterabile, ma vale l’attuale ritracciamento dei valori per confidare nella possibilità che la soglia possa essere violata e predisporre le contrattazioni verso un’altra gamba di ribassi.Come abbiamo scritto a proposito dello scenario di riferimento nel nostro ultimo FX OUTLOOK, in cui aggiorniamo strategia e tattica per le azioni di FX RISK MANAGEMENT, sono molti i paesi, a cominciare dall’Iran, a non volere compromettere le recenti aperture americane sulle sanzioni all’export di greggio.

Ci aspettiamo ulteriori ribassi sulla curva dei tassi

Della normalizzazione (dal punto di vista dei mercati) dei conflitti ne hanno beneficiato la curva dei tassi ed i rendimenti obbligazionari. La loro risposta conferma le anticipazioni che avevamo indicato nei due INSIDE CENTRAL BANK dedicati alle decisioni di BCE E FED. I rendimenti hanno avviato l’atteso ribasso dando forza all’ipotesi della costruzione di un segnale più stabile orientato al ritracciamento del rialzo.

Va detto che a contribuire all’allentamento delle tensioni sui sulla curva dei tassi ha concorso l’alleggerimento del programma di emissioni del Tesoro americano nei prossimi mesi, con una concentrazione delle stesse su duration di breve termine, fornendo un segnale implicito secondo cui il Dipartimento del Tesoro si aspetta una riduzione dei rendimenti in un futuro prossimo. Il rallentamento della crescita globale ancora dominante dovrebbe favorire l’azione speculativa orientata ad incrementare posizioni lunghe in bond governativi.

Il  ritorno ad un clima meno nervoso nel mercato lungo la curva dei tassi d’interesse ha visto una pronta risposta positiva dello spread BTP-Bund sceso a 178 bp. A breve ci aspettiamo una discesa verso 150 bp; in un orizzonte più ampio, contrariamente al consensus non escludiamo il ritorno verso 110 bp.

In generale il nostro modello prevede che l’attuale gamba ribassista estenda la flessione nelle prossime settimane. Come anticipato nello streaming dedicato alle ultime decisioni del  Consiglio BCE, prevediamo un ritorno dell’IRS a 2 anni a brevissimo in area 3,25%, in un orizzonte parzialmente più ampio verso il 3/2,90%. La conferma di questo percorso risulta propedeutica ad un segnale di inversione di tendenza dell’attuale ciclo rialzista dei tassi. Guarderemo quindi tale movimento con uno sguardo attento alla geopolitica ed al petrolio, in quanto queste condizioni altamente variabile sono le uniche, al momento che possano costituire una minaccia allo scenario delineato dal nostro modello di controllo dei rischi sui tassi.

CURVA DEI TASSI IRS 2Y

WB RISK MANAGEMENT INTEREST RATES ANALYTICS: IRS 2Y

L’ultimo trimestre del 2023 rimane inserito in un percorso di rallentamento

L’ultimo trimestre dell’anno vede ancora i PMI manifatturieri in posizione di debolezza, soprattutto nella componente degli ordinativi in Eurozona. La crescita poderosa del IIIQ negli Stati Uniti sta rientrando con un raffreddamento che dal 4,9% passa ad un tendenziale 1%, mentre in Eurozona rimane tendenzialmente negativa.

Venerdì il dato sull’occupazione USA per il mese di ottobre ha messo in evidenza per la prima volta, in una sequenza di statistiche positive, un rallentamento ad un ritmo piuttosto robusto.

Riunione della RBA, PIL del Regno Unito, inflazione cinese e dati commerciali in primo piano

Se la scorsa settimana abbiamo avuto un aggiornamento dei PMI manifatturieri, questa completerà l’informativa con i PMI sui servizi di ottobre (lunedì 6 nov). In Europa sono attesi sondaggi il cui esito evidenzia  ancora una volta la debolezza della domanda.

Nell’area APAC, l’attenzione sarà focalizzata sulla riunione della Reserve Bank of Australia, anche se secondo il consenso non sono previsti cambiamenti nei tassi. L’eur aud sta scendendo verso i minimi segnati la scorsa estate. Nel nostro FX OUTLOOK mettiamo in evidenza la sogli 1,6350 come punto da mettere a fuoco per cogliere un trigger proattivo al controllo del rischio su posizioni creditorie denominate in dollari australiani.

Altrettanta attenzione verrà data alla pubblicazione dei dati economici provenienti dalla Cina continentale. Il PMI manifatturiero calcolato da  Caixin Cina ha riportato un nuovo peggioramento del clima di fiducia nel settore ad ottobre. Di conseguenza il consensus stima un ulteriore indebolimento congiunturale nonostante i sostegni avviati dalla PBoC.

WB MARKET MOVER MONITOR

Considerato lo scenario sopra descritto, nonché l’importanza dell’evoluzione in atto sui tassi d’interesse, riteniamo importante mettere a fuoco alcuni punti che possano aiutarci a comprendere lo sviluppo del percorso atteso. Indubbiamente i valori sull’energia costituiscono un concreto indicatore per la verifica del movimento.

La discesa dei corsi del Brent sotto quota 85 usd alimenterà di riflesso ulteriori ribassi sui tassi, come pure in Europa un ritorno delle quotazioni del benchmark sul  Natural Gas TTF sotto area 44/41 eur mwh. In attesa di certificare il breakout del Brent continueremo a mantenere a quota 90 usd il punto di Risk Aversion.

L’eur usd sta prolungando la fase reattiva emersa dopo la lettura inaspettatamente debole dei dati sull’occupazione. In settimana guarderemo ad area 1,07/1,0650 come punto pivot dell’attuale correzione. Sotto tale soglia sono presenti ricoperture speculative sul dollaro.

AITI AB ADVISORS INSIDE CENTRAL BANK

Banche centrali e indici PMI

I dati relativi ai sondaggi PMI pubblicati questa mattina per l’Eurozona non lasciano dubbi sulle difficoltà che l’area sta incontrando. Genera una certa impressione osservare il dato sulla manifattura tedesca in progressivo declino: l’indice quota nella stima Flash di luglio 38 punti, in ribasso rispetto al precedente 40,6 e ad un passo dal minimo segnato durante lo scoppio della pandemia a 34,50.

Nel complesso l’Eurozona registra una discesa: il PMI composito da 49,9 di giugno si è attestato a 48,9, indicando in generale una contrazione nelle aspettative di crescita. Secondo l’indagine, la domanda nell’eurozona sta diminuendo sia per i beni che per i servizi, con i nuovi ordini di servizi in calo per la prima volta in sette mesi, mentre il calo dei nuovi ordini per il settore manifatturiero è ulteriormente peggiorato 42,7 rispetto il precedente 43,4.

La debolezza della Francia e della Germania, ambedue in contrazione, è parzialmente compensata dall’andamento delle altre aree della zona euro. Non abbiamo ancora i dettagli, ma ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le economie più dipendenti dal turismo beneficiano di un periodo estivo più solido. Tuttavia, l’effetto positivo del turismo non sembra abbastanza forte da contrastare l’indebolimento dell’economia sottostante.

Martedì la pubblicazione dell’indice IFO tedesco completerà il quadro complessivo sulle aspettative degli operatori economici in Germania: il consensus prevede una flessione a 88 rispetto al precedente mese 88,5.

In generale il dato PMI di luglio in Eurozona indica che il rischio di recessione è aumentato con le aspettative di un ulteriore indebolimento delle attività produttive.

Il quadro dell’inflazione che emerge dall’indagine PMI è molto simile a quello degli ultimi mesi. Le pressioni sui prezzi si stanno attenuando, più per i produttori di beni che per i fornitori di servizi. L’aumento dei salari continua a mantenere elevate le pressioni sui prezzi per i servizi, determinando una tendenza al ribasso più lenta. Al momento il calo dei costi di input sta contribuendo a ridurre molto più rapidamente le aspettative di inflazione per le merci. Ciò conferma la nostra visione di un tasso di inflazione significativamente più basso verso la fine dell’anno.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ECONOMICS: EUROZONA PMI COMPOSITE & MANUFACTURING [HCOB, S&P GLOBAL]

Le rilevazioni PMI in UK  sono risultate anch’esse deboli, pur in misura inferiore rispetto all’Unione. Il dato Composite rimane ancora sopra quota 50 in area espansiva.

I dati PMI per gli Stati Uniti, pubblicati nel pomeriggio evidenziano una traiettoria diversa: scende oltre le attese la fiducia del comparto dei servizi, sale oltre il consensus quella sulla manifattura. Il PMI Composite registra comunque una contrazione, anche se in misura più mitigata rispetto a quelli europei: l’indice Composite quota 52 nella stima Flash di luglio rispetto a quello di giugno rilevato a 53,2 consolidando la crescita attesa anche nella lettura del GDP relativo al IIQ23.

Il quadro macro si completa in settimana con l’attesa per la pubblicazione del GDP relativo al IIQ negli USA (attesa 1,7% rispetto al IQ al 2%); In Germania ed in Eurozona avremo invece un’aggiornamento sui dati relativi all’andamento dell’inflazione attesa ancora in contrazione.

GDP NOW USA

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ECONOMICS: GDPNOW USA IIQ [FED ATLANTA]

Banche centrali in azione

La settimana riporta un calendario di consigli monetari piuttosto ricco: la FED negli Stati Uniti, BCE nell’Eurozona, BoJ in Giappone, a cui si uniscono la Banca centrale dell’Indonesia e di Hong Kong.

Il consensus stima un rialzo di 25 bp per Fed e Bce. Nell’area asiatica non si attendono mosse sui tassi.

Con questa chiamata al rialzo ci si aspetta che la FED chiuda il ciclo restrittivo. Anche il comunicato che rilascerà la Banca centrale europea sarà  analizzato per comprendere quale percorso seguirà in futuro dopo l’atteso rialzo di luglio. Come sempre alla conclusione della conferenza stampa di Christine Lagarde apriremo la nostra diretta streaming in collaborazione con AITI, Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa,  INSIDE CENTRAL BANK  (H.16.00) per commentare i contenuti rilasciati dai due governatori e tracciare un percorso delle potenziali reazioni del mercato su FX e tassi.

La Banca del Giappone dovrebbe confermare la sua linea accomodante sui tassi di interesse, anche se le speculazioni, secondo cui le impostazioni di controllo della curva dei rendimenti potrebbero essere modificate, hanno portato a un aumento della volatilità dello yen. Tra la continua espansione dell’economia del settore privato giapponese e l’inflazione dei prezzi di vendita relativamente elevata, come evidenziato dal rapporto Jibun Bank Japan Composite PMI , sarà interessante esaminare la scelta degli strumenti monetari che adotterà la BOJ. Ci aspettiamo un recupero ulteriore dello yen sull’euro.

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX EUR USD

L’eur usd corregge valore dai massimi, scendendo verso area 1,1070, aprendo una reazione del dollaro che potrebbe riportarlo nuovamente a scambiare nel range che ha governato le negoziazioni da inizio anno 1,05-1,11. Per comprendere se tale geografia possa assumere nuovamente il dominio del mercato dovremo verificare in settimana se i corsi siano  in grado di scendere sotto due importanti livelli: 1,1010 ed 1,0890 eur usd.  Gli operatori rimangono, alla vigilia delle riunioni delle due banche centrali, ancora orientati verso un ulteriore rialzo dell’euro.  Noi non escludiamo un raffreddamento dell’entusiasmo per l’euro, anche se dalla BCE ci si aspettano sempre atteggiamenti piuttosto aggressivi sul fronte dei tassi. Qualora in settimana dovessimo uscire dalle due riunioni con valori che scambiano sotto 1,1150 potremmo ipotizzare uno scenario di riequilibrio delle posizioni secondo quanto sopra indicato.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

La sterlina, dopo l’eccessivo riapprezzamento del ciclo dei tassi della Bank of England (BoE), ha subito parziali prese di beneficio. Le attese per il Bank Rate alla fine di quest’anno sono scese da un picco del 6,35% all’attuale 5,85%. Pensiamo che la struttura tecnica del mercato abbia favorito le temporanee vendite sul pound dopo il test dell’area 0,8525 eur gbp. Ci aspettiamo un raffreddamento dell’euro ed un progressivo ritorno dei corsi a breve nel mid range 0,86/0,8550.

Nel nostro ultimo report FX OUTLOOK avevamo segnalato una condizione di ipercomprato dell’euro favorevole ad una correzione dei corsi. Questa sussistenza tecnica sembra presente anche nel rapporto eur cny. Come anticipato nel rapporto di luglio ci aspettiamo che dopo l’eccesso fissato in area 8,11 si consolidi una correzione che dovrebbe riportare i gli scambi nel breve in area 7,90/7,85 aprendo una verifica del trend di medio periodo.

Commodity

Il Petrolio (Brent) dopo aver più volte collaudo area 71 usd/bar senza riuscire a violarla, ha subito una copertura piuttosto significativa delle posizioni di scoperto orientate al ribasso. Pertanto gli scambi sono ritornati a coprire l’intera fascia di oscillazione delimitata nel range che stiamo osservando dagli inizi dell’anno. Pertanto non dobbiamo escludere nel brevissimo un ritorno dei valori in area 85/86 usd,  prima di rivedere un ritorno delle vendite. Su questo frame, 88/71 sono presenti mani forti con interessi contrapposti.

Mentre il petrolio fluttua senza considerare in apparenza i segnali di rallentamento della domanda determinata dai fondamentali, il rame dopo una fase di congestione è tornato a subire le vendite. Al LME ci aspettiamo un potenziale test di area 8100 usd/t per le contrattazioni a pronti ed a 3 mesi confermando ancora una volta i target indicati nel WB Commodity Perspectives in primavera.

Il Gas Naturale TTF continua invece a fluttuare in un area che noi riteniamo, in linea con quanto scritto nei nostri WB COMMODITY PERSPECTIVES,  possa risultare propedeutica ad un consolidamento in vista dell’apertura di una nuova gamba di ribasso dei corsi.

Rates

Ancora una volta a catturare l’attenzione dei mercati e nostra, sono i tratti lunghi della curva dei tassi. L’inclinazione della curva USA ed UEM rimane negativa.

US 10Y TREASURY

Il 10 anni Us Treasury yield sta regredendo verso area 3,70 dove il nostro modello colloca il principale livello di richiamo per l’avvio di una tendenza riflessiva. Il breakout sancirebbe la conclusione del ciclo rialzista dei tassi ed aprirebbe, in un orizzonte più ampio, l’attesa per un ciclo di ribassi a partire da fine anno.

DE 10Y Bund

I rendimenti a 10 Y sul Bund Germania, benchmark per l’Eurozona, stanno anch’essi consolidando un segnale propedeutico all’avvio di una fase riflessiva.  Ci aspettiamo un collaudo di area 2,25 dove abbiamo fissato il trigger per un ulteriore declino dei rendimenti con valenze di medio termine. Il framework rappresenta la conclusione del ciclo rialzista dei tassi della BCE e l’apertura di una nuova fase riflessiva.

IT 10Y BTP

Anche il 10 Y Italia sta costruendo il segnale di reversal del ciclo rialzista rispetto al picco testato lo scorso anno in autunno. Siamo prossimi al potenziale breakout di 3,95%, livello sotto il quale ci aspettiamo l’apertura di una nuova fase riflessiva.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ANALYTICS: BUND 10 Y YIELD

L’inflazione rimane al centro delle analisi e valutazioni economiche.

Mentre gli analisti focalizzavano la loro attenzione sul Forum della BCE tenutosi di Sintra,  dove per tre giorni, governatori di banche centrali, accademici, investitori, giornalisti hanno discusso l’attuale andamento congiunturale e le prospettive a lungo termine, una serie di dati sull’inflazione e sui PMI Flash di giugno hanno evidenziato un ulteriore passo in avanti sul raffreddamento dell’inflazione.

Christine Lagarde nei suoi interventi ha sottolineato che l’eurozona ha superato la prima fase del processo inflazionistico ed ora si trova ad affrontare la seconda fase. Dopo la spinta determinata dallo shock dell’offerta, si teme che le pressioni tendano a spostarsi verso le dinamiche salariali.

Negli ultimi mesi abbiamo osservato, su scala globale, un disallineamento tra l’andamento del comparto manifatturiero rispetto a quello dei servizi. Mentre  la domanda e gli ordinativi industriali hanno subito un rallentamento, il mondo dei servizi, in particolare quello legato alla ricreattività, è stato governato da una domanda in espansione producendo tensioni sui prezzi anche dal punto di vista salariali.

I recenti dati Flash rilevati a fine giugno hanno evidenziato la possibilità che anche per quest’ultimo comparto si stia raggiungendo il picco della crescita. Da qui l’importanza che assume il consuntivo dei sondaggi per il mese di giugno. Ci si aspetta una conferma della lettura preliminare consolidando l’ipotesi che anche nei servizi si sia raggiunto il picco dell’espansione.

Mentre registriamo un deterioramento della domanda in generale, non rileviamo ancora nessun segnale significativo sulla diminuzione delle statistiche occupazionali. Le banche centrali hanno voluto tenere i mercati a freno, minacciando altri aumenti dei tassi qualora le dinamiche economiche lasciassero presuppore il pericolo che la loro lotta all’inflazione non avesse la possibilità di riportare i valori verso i target attesi.

Di conseguenza il mercato, che con una certa esuberanza continua a sfidare i moniti dei banchieri, continuerà controllare tutti i dati in grado di tradurre i moniti in azioni concrete: l’occupazione e le dinamiche salariali sono ora al centro della loro attenzione.  Venerdì il dato sull’occupazione USA per il mese di giugno costituirà in tal senso un momento di verifica, utile per interpretare quanto gli ammonimenti possano generare sulla riunione di luglio della Fed, BCE ed altre banche centrali l’ulteriore incremento di 25 bp sui tassi.

Il consensus stima una crescita dei nuovi occupati per il settore non agricolo pari a 225K contro il precedente dato di maggio a 339K. Maggio aveva sorpreso in positivo. La media delle richieste del sussidio di disoccupazione a 4 settimane sta aumentando. Il valore raggiunto sta oltrepassando i picchi degli ultimi 18 mesi (255K). Ciò potrebbe costituire un primo segnale di raffreddamento della domanda per nuovi occupati ed un presumibile raffreddamento delle pressioni sul costo del lavoro. Di conseguenza, dati migliorativi in tal senso tengono aperta l’opzione per un ulteriore rialzo dei tassi secondo lo schema che abbiamo presentato nei DOT PLOT indicati nella diretta streaming, INSIDE CENTRAL BANK, che abbiamo tenuto dopo la conferenza stampa della FED e BCE.

I dati Flash PMI di giugno hanno comunque evidenziato il progressivo raffreddamento delle pressioni inflazionistiche nelle quattro maggiori economie del mondo sviluppato (“G4”). Purtroppo tale tendenza si sta consolidando a detrimento della crescita, anche a causa di un ritmo più blando dell’espansione dell’attività commerciale in tutto il G4. In particolare, accanto a un diffuso malessere manifatturiero, l’attività del settore dei servizi del G4 è aumentata al ritmo più debole da febbraio, con l’ Eurozona che ha visto guidare il rallentamento della crescita. Sarà quindi utile analizzare se questa tendenza si rispecchi nei paesi emergenti e nella più ampia economia globale. La pubblicazione dell’esito di questi sondaggi, di cui pubblicheremo un’analisi, si concentrerà nelle giornate del 5 e del 6 luglio.

 PMI-GLOBAL-SELLING-PRICE

S&P GLOBAL PMI SELLING PRICE

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX   Nel corso delle ultime due settimane l’euro ha subito un parziale raffreddamento della propria forza sul dollaro ma anche nei confronti della sterlina, dello zloty, del Hong Kong dollar, del won coreano e del peso messicano .

L’eur usd è scambiato all’interno di un range delimitato nella parte inferiore da un supporto tecnico a 1.0830 ed in quella superiore da quota 1,0950. Il braccio di forza tra rialzisti e ribassisti tende a far confluire su questi livelli rispettivamente la presenza di ordini di acquisto e di vendita. Si tratta di un micro equilibrio temporaneo, da leggere in attesa che l’evoluzione di cui sopra offra una chiave di lettura sull’effettiva reattività della FED in merito alla linea di policy.

Alcuni fattori di natura quantitativa risultano più sbilanciati verso un apprezzamento del dollaro, tuttavia sono due i passaggi a cui si guarda per confermare tale ipotesi: breakout di 1.0830 e di 1.07/1.0690.

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

TASSI   Nonostante i ripetuti ammonimenti delle banche centrali, le curve dei rendimenti, USA ed Eurozona, rimangono inclinate in negativo. I mercati continuano ad aspettarsi un sostanziale declino prospettico dell’inflazione, probabilmente accompagnato da un rallentamento economico a cui declinare una tendenziale riduzione dei tassi.

In Italia lo spread si è ulteriormente ristretto nella direzione da noi indicata sempre nelle ultime due edizioni di INSIDE CENTRAL BANK: il differenziale tenderà ad avvicinare area 150 bp e non escludiamo in un orizzonte più ampio un ritorno a 110 bp.   

COMMODITY   In linea con il nostro ultimo report,  WB COMMODITY PERSPECTIVES, gli scambi sulle commodity industriali rimangono dominati da una tendenza riflessiva. Al LME  abbiamo avuto modo di appurare la debolezza dell’Alluminio, del Rame, dell’Acciao. Lo Steel Scrap al Platts market  sta cedendo i minimi di maggio per puntare a quelli fissati lo scorso novembre.

LME ALUMINIUM

WB ANALYTICS: LME ALUMINIUM

Ciò detto manca ancora il segnale di breakout dei prezzi del petrolio. Sul Brent persiste la presenza di acquisti (forzati) in area 71/72 usd/bar. D’altro canto anche le vendite sembrano oggetto di mani forti.  Lo stallo prelude ancora ad uno sviluppo favorevole ad un’altra gamba di ribasso dei prezzi.

BRENT OIL

WB ANALYTICS: BRENT OIL

Il Natural Gas europeo (TTF) dovrebbe aver completato la fase di riequilibrio dei prezzi dopo l’ampia discesa che, da 350 eur mwh, l’aveva riportato sulla soglia dei 20 euro mwh. Per il nostro modello l’attuale movimento rientra in un contesto reattivo propedeutico allo sviluppo di una nuova gamba ribassista in direzione degli obbiettivi dichiarati sempre nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES .

WBFLASH

       PODCAST

Il mese di maggio inizia con una serie di appuntamenti macro di assoluto rilievo. Federal Reserve e BCE alla chiamata dei tassi, riuniscono il loro consiglio per ritornare a fare il punto sulla politica monetaria e decidere di conseguenza se restringerla ulteriormente. Le riunioni saranno anticipate dal rilascio dei dati PMI di aprile. Si conclude venerdì con la pubblicazione delle statistiche sull’occupazione USA.

Oltre alle due principali banche centrali si riuniscono anche la BC australiana, norvegese e brasiliana.

Il primo grande evento della settimana è fissato con la riunione del FOMC di mercoledì. Sarà preceduta dai dati del PMI manifatturieri americani e non mancherà di fornire ulteriori elementi utili per misurare il livello di sentiment tra le aziende produttrici di beni negli Stati Uniti. Le attese sull’azione della Fed si sono rafforzate in direzione di un aumento di 25 punti base, portando il Fed Funds Rate al 5,00-5,25%. Come sempre molta importanza verrà data ai contenuti che Jerome Powell comunicherà nella conferenza stampa. Il mercato vuole comprendere se questo ulteriore rialzo rappresenti un picco, in quanto la curva sconta una probabilità del 25% che a giugno possa esservi un ulteriore incremento di 25 bp.

Con l’acquisizione (salvataggio) da parte di JP Morgan Chase di First Republic Bank si ritorna a mettere in discussione la salute del comparto bancario e come il tema possa influenzare le decisioni del FOMC.

Il mercato prevede un ulteriore aumento anche da parte della BCE nella riunione di giovedì. Qui le attese scontano un rialzo di 50 bp. Ciò porterà il tasso sui depositi al 3,5%. Come per il FOMC, l’aumento di maggio della BCE è scontato, ma i mercati sono più convinti della necessità di un ulteriore aumento di 25 pb da parte della BCE rispetto al meeting di giugno. Anche in questo caso si seguirà con estrema attenzione quanto dirà Christine Lagarde in conferenza stampa per leggere tra le righe l’orientamento del Board.  I dati preliminari sull’inflazione per aprile nonché i PMI finali per l’Eurozona forniranno importanti elementi su cui saranno prese le conseguenti decisioni di politica monetaria. Il trend dell’inflazione si sta raffreddando. I dati PMI evidenziano un andamento divergente tra manifattura e servizi. La prima continua a perdere significativamente momentum, i secondi invece continuano ad esibire uno status di forza.

Questa mattina, a sorpresa, la Royal Bank of Australia ha aumentato i tassi di riferimento di 25 bp. In Australia l’inflazione ha recentemente segnato un picco, mentre il PMI Composite è ulteriormente cresciuto con le medesime dinamiche sopra descritte: bene il comparto services meno bene quello manifatturiero.

Venerdì infine sarà riportato dal Dipartimento del Lavoro il dato sull’occupazione di aprile. Ci si aspetta che il tasso di disoccupazione aumenti e la crescita dei nuovi occupati (NonFarm Payrolls) rallenti, ma rimanga robusta intorno a 180.000 unità. Qualunque cosa diversa da una sorpresa al rialzo alimenterà la speculazione che l’aumento di maggio sarà l’ultimo del ciclo attuale. I PMI dei servizi di S&P Global e ISM si aggiungeranno al flusso di dati in vista della decisione di maggio.

Ci sono segnali di ripresa nella Produzione USA?

I dati PMI Flash di aprile hanno messo in evidenza un segnale preliminare incoraggiante sul fronte della ripresa.  Questa settimana S&P Global pubblicherà i dati definitivi.  Questi contribuiranno a rafforzare o meno tali attese.  La ripresa della domanda di servizi sta effettivamente guidando una tenuta del crescita economica geograficamente ampia, in particolare negli Stati Uniti.

Ciò nonostante lo stato di salute del settore manifatturiero si è rivelato piuttosto problematico. I produttori di beni hanno sofferto di forti venti contrari negli ultimi mesi, in particolare la crisi del costo della vita, uno spostamento della spesa post-pandemia dai beni ai servizi e una concomitante liquidazione delle scorte. Quest’ultimo è legato all’attenuazione della carenza di offerta, nonché alle preoccupazioni che le scorte siano troppo aumentate  per molti beni rispetto alla domanda futura prevista. Pertanto, la produzione a livello globale ha registrato a marzo il nono calo mensile consecutivo dei nuovi ordini.

Il tasso di declino del settore manifatturiero su scala globale è tuttavia diminuito rispetto alla forte flessione osservata alla fine dello scorso anno. Oltre al sostegno ottenuto dalla riapertura dell’economia della Cina continentale, il comparto manifatturiero globale ha beneficiato della reazione degli Stati Uniti a seguito del recupero maturato, secondo i dati flash PMI, ad aprile .

Le varie indagini regionali della Fed hanno già iniziato a confermare questa inversione di tendenza nel settore manifatturiero rispetto al periodo down registrato alla fine del 2022. Ci aspettiamo che i dati ISM, pubblicati dall’Institute for Supply Management seguano probabilmente l’esempio. Non è ancora chiaro cosa stia guidando questo miglioramento della produzione negli Stati Uniti, ma una minore incidenza delle politiche di riduzione delle scorte sta giocando un ruolo. Ciò suggerisce che la correzione delle scorte potrebbe essere in corso e potrebbe presto essere replicata in Europa e Asia, fornendo potenzialmente un impulso tanto necessario alla produzione mondiale.

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI

H AREA CALENDARIO MACRO MAR 2 MAG 2023 DEFINITIVO ATTTESA PRECEDENTE
08:00   EUR Vendite al dettaglio in Germania (Annuale) (Mar) -8,60% -6,10% -7,10%
08:00   EUR Vendite al dettaglio in Germania (Mensile) (Mar) -2,40% 0,40% -0,30%
08:00   RUB Indice PMI Purchasing Managers Russia (Apr) 52,6 53,2
08:30   SEK Indice PMI Manifatturiero Svezia (Apr) 45,5 46,1 45,5
09:00   PLN Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Polonia (Apr) 46,6 47,9 48,3
09:15   EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero Spagna (Apr) 49 49 51,3
09:30   CHF PMI procure.ch Svizzera (Apr) 45,3 47
09:45   EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Italia (Apr) 46,8 49 51,1
09:50   EUR Indice PMI manifatturiero Francia (Apr) 45,6 45,5 47,3
09:55   EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Germania (Apr) 44,5 44 44,7
10:00   EUR Indice PMI manifatturiero Eurozona (Apr) 45,8 45,5 47,3
10:00   NOK Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Norvegia (Apr) 51,2 49,3 48,6
10:00   EUR Saldo della bilancia commerciale italiana non-UE (Mar) 8,45B 4,00B

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX MARKET

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI riportano l’attenzione sul mercato valutario: l’eur usd dopo una serie di puntate sopra 1.10 sta ritracciando i recenti guadagni.  Ci aspettiamo che il cambio possa collaudare la tenuta di area 1.0950/1.0850. L’esito dell’azione determinerà se e come il cambio possa abbandonare definitivamente il range che da inizio anno copre gli scambi tra 1.05 – 1.1075.

Nella diretta streaming che terremo come di consueto dopo la conclusione della conferenza stampa di Christine Lagarde, giovedì 4 maggio alle 16.00 (Link per ricevere l’invito), faremo il punto sull’impatto che le decisioni di Fed e BCE determineranno sul mercato dei cambi e dei tassi. 

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI

WB ANALYTICS RISK MANAGEMENT: EUR USD ADVANCE CYCLE

INTEREST RATES

Il tratto lungo della curva dei rendimenti è sceso sia negli Stati Uniti che in Eurozona rispetto alla loro media a 50 giorni. Ci aspettiamo ulteriori flessioni. Analizzando la matrice delle curve relative alle emissioni governative continuiamo a vedere che il 10 y UST tende a dirigere verso area del 3.25%. Tale livello costituisce una quotazione spartiacque tra uno scenario in cui la correzione attuale può tradursi in una regressioni strutturale rispetto ad una fase di consolidamento. La violazione di 3.25 metterebbe in movimento l’intera matrice dei rendimenti determinando aspettative positive su un allentamento del rigore monetario.

FEDERAL RESERVE E BCE ALLA CHIAMATA DEI TASSI

WB ANALYTICS RISK MANAGEMENT: UST 10 Y YIELD ADVANCE CYCLE

COMMODITY

La recente flessione delle quotazioni del greggio sotto area 80 usd/bar (Brent oil) tenderà a consolidare un segnale di perdita di momentum a favore di un ritorno dei prezzi verso area 72 usd, favorendo un ulteriore raffreddamento dell’inflazione prospettica.

Nel comparto dell’energia continuiamo a rilevare condizioni allineate a quanto abbiamo indicato nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES confermando i target attesi.  Il future sul Gas naturale europeo, Dutch TTF,  sta ormai avvicinando il primo dei nostri obbiettivi indicati per la stagione primavera estate in area 35 eur mwh.

I metalli in un contesto di prevalente offerta vedono la conferma di un segnale di ripresa del ribasso sul Minerale di Ferro e sull’Acciaio. I non ferrosi hanno consolidato scambi su aree di prezzo che non modificano quanto stimato nel nostro ultimo outlook.

 

Tutte le riflessioni su crescita, comportamento dei mercati, postura delle banche centrali vertono sempre sull’andamento dell’inflazione. Questa settimana, nel pomeriggio di mercoledì,  il calendario economico mette in evidenza la pubblicazione dei dati di marzo relativi alla dinamica dei prezzi negli Stati Uniti. L’attesa per l’inflazione generale è di un ulteriore discesa dal precedente 6% al 5,2% nella proiezione annuale, mentre su base mensile il consensus si aspetta una flessione dallo 0,4 allo 0,2%.

Nel contempo l’inflazione dei prezzi al consumo di base, che esclude i costi di cibo e carburante, dovrebbe aumentare dello 0,4% su base mensile, per un incremento annuale del 5,6%, rispetto al 5,5% di febbraio.

I dati sull’inflazione arrivano sulla scia dell’ultimo rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti, che continua ad evidenziare una domanda sostenuta, benché il dato sia stato marginalmente inferiore alle attese, alimenta le attese per un nuovo rialzo dei tassi da parte della Fed nella riunione del 2-3 maggio.

Il calendario economico prevede anche i dati sulle vendite al dettaglio USA di marzo: gli economisti si aspettano un altro calo a causa dell’elevata inflazione che erode la capacità di spesa delle famiglie. Giovedì saranno pubblicati i dati sulle richieste di sussidi ai disoccupati iniziali e sull’inflazione dei prezzi alla produzione.

I mercati dubitano sempre più che la Fed desideri aumentare ulteriormente i tassi, anche se proprio l’aleatorietà della prossima lettura del IPC può ancora modificare le aspettative.  Un altro dato mensile dello 0,4% sull’IPC core, più del doppio del tasso richiesto nel tempo per riportare gli Stati Uniti all’obiettivo del tasso di inflazione del 2% su base annua, potrebbe spingere al rialzo le aspettative per l’imminente riunione del FOMC.

Le banche centrali sono consapevoli delle condizioni sempre più rigorose dei prestiti concessi alle imprese, nonché dei costi di finanziamento elevati. Su tali basi, il timore che la fiducia sulla crescita possa raffreddarsi velocemente risulta piuttosto elevato. Allo stesso tempo temono che allentare ora la lotta all’inflazione possa pregiudicare tutto il lavoro sin qui svolto.

Al momento si sono spenti i timori su un più ampio contagio della crisi che a metà marzo aveva colpito il settore bancario. Di conseguenza gli investitori sono ritornati a sfidare le banche centrali sul terreno della politica monetaria scommettendo su un fine programma imminente, vista la curva discendente dell’inflazione generale.  La riunione della Bank of Canada, benché marginale, offre un primo spunto di riflessione qualora non dovesse, come da attese,  aumentare i tassi questa settimana.

I rendimenti dei bond governativi sono scesi sino a testare livelli che noi reputiamo significativi in quanto valori pivot tra il ciclo rialzista e l’apertura di un reversal più stabili rispetto a quanto sinora visto.

I dati PMI di marzo, benché con qualche ombra,  hanno confermato su scala globale un ulteriore progresso positivo. In settimana è atteso l’aggiornamento di aprile del FMI all’Outlook 2023. Non sono attese particolari modifiche rispetto alla precedente pubblicazione. Ma considerati i tempi costituiscono comunque un faro utile per comprendere quale sia la rotta della crescita globale.

I RENDIMENTI GOVERNATIVI GUIDANO LE ATTESE SUI TASSI

I RENDIMENTI GOVERNATIVI GUIDANO LE ATTESE SUI TASSI

A favore dei mercati ha giocato anche l’immissione di liquidità operata dalla PBoC . Il taglio dell’RRR della Banca centrale cinese ed una quantità significativa di iniezione di liquidità nelle ultime due settimane di marzo lasciano presupporre che vi sia stato un incremento della  sino a 4000 miliardi di CNY, rispetto ai 1810 miliardi di CNY di febbraio.

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX MARKET

L’eur usd è ritornato a scendere sotto quota 1.09. Il dollaro è ritornato a rafforzarsi contro le principali divise nonostante lo spread sui rendimenti si sia assottigliato ulteriormente. In linea con quanto riportato nel nostro ultimo INSIDE CENTRAL BANK, dedicato alle riflessioni sugli ultimi due meeting di Fed e BCE, il cambio conferma di rimanere inserito all’interno del range 1.09/105. Gli scambi che debordano da tale finestra appaiono ancora governati da movimenti di coda. Questa settimana, in attesa di leggere il dato sull’inflazione USA, abbiamo messo a fuoco l’area 1.09-1.07 .

forex : market mover monitor week

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

INTEREST RATES

Abbiamo già fatto notare il ridimensionamento dei rendimenti governativi sul tratto medio e lungo della curva. Stiamo guardando con attenzione area 2% per il 10 anni Bund e 4% per il 10 anni BTP. Sotto tali soglie potrebbe aprirsi un ulteriore importante finestra di ritracciamento dei valori.

TASSI: market mover monitor week

WB ANALYTICS: GERMAN BUND 10 Y YIELD

COMMODITY 

Il mercato delle commodity è fortemente concentrato sull’andamento dei prezzi dell’energia ed in quest’ambito sul recente rialzo delle quotazioni del greggio. Il Brent dovrebbe ritornare gradualmente a testare quota 80 usd/bar. Tuttavia qualora dovesse consolidare valori sopra tale soglia dovremmo considerare i rischi per un ulteriore apprezzamento.

Per avere un quadro di approfondimento più ampio chiedi di ricevere i nostri rapporti aggiornati

 

FOREZ ALERT EUR JPY

RISK BANK L’effetto farfalla inizia a configurare sui mercati una linea di contagio che merita tutta l’attenzione del caso!

Ieri nel corso della nostra diretta streaming con AITI, L’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, INSIDE CENTRAL BANK, abbiamo commentato l’attuale situazione, mettendo a fuoco i segnali che pongono in evidenza i rischi di contagio cross border tra le banche. A conferma della preoccupazione emergente, gli interventi dei relatori che abbiamo invitato, tra cui il Country Head Italia di UBS Asset Management,  sono stati seguiti da un panel di oltre 100 aziende primarie italiane e non. La preoccupazione prevalente verteva sui riflessi che la nuova crisi rischia di produrre sulle condizioni già restrittive del credito.

Tra i temi riportati da Wlademir Biasia, susseguenti alle decisioni Fed relative all’ultimo meeting di politica monetaria, sono stati approfonditi i potenziali impatti sul mercato dei cambi, dei tassi di breve e medio termine e delle principali commodity industriali, dettati dall’effetto contagio delle tensioni operative (slide commentate).

IRS RATES

Tra le view indicate abbiamo messo in evidenza il potenziale ribasso dei rendimenti governativi. Già nello streaming dedicato alle decisioni BCE avevamo segnalato l’effetto regressivo sui tassi IRS a partire dal 2 anni con un profilo regressivo di tutto interesse: nei nostri piani di Risk Management sul rischio tasso abbiamo indicato un trigger ribassista, orientato a proiettare l’IRS a 2 anni verso un primissimo obbiettivo a 2,90 ed uno successivo a 2,25%.

Il ribasso dei rendimenti governativi restituisce la misura diretta della necessità da parte degli investitori di parcheggiare la liquidità in strumenti difensivi che espongono possibili opportunità di trading. In ogni caso, considerata la volatilità in progressivo aumento sui mercati, un’alternativa possibile è data dai depositi che diversamente dal passato oggi presentano una remunerazione della liquidità accettabile.

EFFETTO FARFALLA

WB ANALYTICS: IRS 2Y TREND

BOND MARKET  RISK

L’indice Move che misura la volatilità del comparto obbligazionario ha recentemente subito movimento infraday a 6 sigma segnalando un rischio crescente del segmento dei Corporate Bond particolarmente popolato da emissioni bancarie. Nelle ultime ore l’indice è sceso sotto quota 185 segnalando un allentamento delle tensioni sul mercato dei corporate bond, tuttavia ci aspettiamo che presto possa riattivare la volatilità riportando i valori oltre la soglia indicata, annunciando un ritorno delle condizioni tecniche di rischio.

EFFETTO FARFALLA

WB ANALYTICS: MOVE INDEX ( VOLATILITY BOND)

 

 

 

CONSIGLIO BCE ATTESE PER L'ANNUNCIO SUI TASSI

LE DECISIONI DEL CONSIGLIO BCE

La BCE ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base, portando il tasso sui depositi all’1,5% e il tasso di rifinanziamento principale al 2%. Oltre al previsto aumento dei tassi, la BCE ha anche annunciato modifiche alle attuali operazioni di rifinanziamento mirate a lungo termine (TLTRO). A partire dal  23 novembre 2022 il tasso di interesse su tutte le operazioni TLTRO III sarà indicizzato ai tassi di interesse chiave della BCE medi applicabili. Ci saranno anche tre momenti aggiuntivi per i rimborsi anticipati. La banca centrale ha inoltre deciso di fissare la remunerazione delle riserve minime al tasso sui depositi presso la BCE.

Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità e un orientamento adeguato di politica monetaria.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024.

Ieri a conclusione della conferenza stampa del Governatore della BCE, abbiamo tenuto il nostro consueto punto nella diretta streaming organizzata con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, per commentare le decisioni del Consiglio. Nell’analisi che Wlademir Biasia ha fatto in merito agli impatti sul mercato partendo dal cambio eur usd, ha aperto alla possibilità che i rendimenti sul tratto lungo della curva possano aprire una fase riflessiva.

LE PREMESSE PER UN ALLENTAMENTO DELLE PRESSIONI MONETARIE

La BCE ha  aumentato i tassi di interesse per un totale di 200 punti base in un periodo di poco più di tre mesi. È il ciclo escursionistico più acuto e aggressivo di sempre. Nei due precedenti cicli di rialzo dall’inizio dell’unione monetaria, la BCE ha impiegato almeno 18 mesi per aumentare i tassi di un totale di 200 punti base. Nonostante vi siano molti segnali che preludono ad un’imminente fase recessiva la Banca centrale ha mantenuto un passo restrittivo orientato a normalizzare la politica monetaria.

Ciò nonostante il mercato ha risposto ai segnali inviati dal Baord, acquistando bond governativi sulle scadenze lunghe. Il 10 anni Germania è sceso da 2.50% a poco sotto il 2% in pochissime sedute. Il 10 anni Italia è sceso anch’esso dal picco segnato al 5%  sino a violare marginalmente il 4%.

Il governatore Christine Lagarde in conferenza stampa ha ammesso i progressi maturati sul fronte dei prezzi dell’energia riconoscendone la caduta delle quotazioni dai picchi di agosto.

Il future sul Dutch TTF è sceso da quota 350 sino a sfiorare area 90 euro mwh, maturando in meno di 60 giorni  una correzione del 70%. Anche i prezzi dell’energia elettrica sono scesi in modo altrettanto deciso. In Italia le quotazioni del PUN GME sono scese da quota 740 a quota 100 euro mwh con un ribasso del 86%.  L’energia contribuisce direttamente alla formazione del tasso d’inflazione per almeno il 30%.

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: TTF NATURAL GAS CYCLE LT

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: PUN GME TREND

Qualora i mercati consolideranno tali adeguamenti di prezzo, è verosimile attendersi un ridimensionamento dell’inflazione. Già oggi gli input price industriali stanno perdendo momentum, segnalando da tre mesi a questa parte un allentamento delle pressioni  su scala globale.

Le materie prime industriali sono ampiamente scese rispetto ai picchi di fine inverno: le quotazioni da inizio anno e su base YoY sono ampiamente scese. La tabella riporta, in ordine di ampiezza di ribasso YTD,  i principali valori delle commodity scambiate sui mercati a termine (CME – LME – SFE ..) con ampi segni negativi.

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: COMMODITY PRICE @ 28/10/22

Nelle valutazioni dei prezzi delle commodity si dovrà calcolare l’effetto dollaro, che da inizio anno è aumentato del 12%.

Il quadro complessivo dovrebbe avere effetti positivi sull’inflazione in un orizzonte non immediato ma pur sempre ravvicinato. L’incertezza del quadro geopolitico impone una certa cautela, soprattutto nei confronti del comportamento dei prezzi del gas. Tuttavia vi sono, secondo le nostre stime, concrete probabilità che i valori possano scendere ulteriormente, violando quota 90 euro mwh.

L’evento contribuirebbe  in positivo a chiudere il quadro riflessivo sul comparto delle commodity. Il rallentamento della domanda derivante dai segnali recessivi alimenterebbe ulteriormente l’aspettativa di allentamento dell’inflazione.

INTEREST RATES OULOOK

Date queste premesse, ci aspettiamo un ridimensionamento dei tassi sul tratto lungo della curva.  Già questa settimana abbiamo avuto una preview su queste dinamiche. Ci aspettiamo che l’IRS 10 y possa proseguire nell’atteso trend riflessivo, correggendo inizialmente a quota 2.5% (BT). Le nostre stime tendono a proiettare l’IRS 10y verso una mediana posizionata a al 2% con potenziali picchi minimi, che completerebbero la correzione, verso area 1.50%.

RISKOO ENTERPRISE RISK MANAGEMENT

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: IRS 10 Y CYCLE TREND

Confermano le nostre attese una correlata flessione del 10 anni Germania ed Italia, a medio termine, rispettivamente in direzione di area 1.50 (Bund); 3% (BTP)

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: BUND 10 Y YIELD TREND

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: BTP 10 Y YIELD TREND

FED – Com’era nelle attese, la banca centrale Usa ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base per la seconda volta consecutiva. Ma per la prima volta da marzo, quando il ciclo si rialzi ha preso il via, il presidente Jerome Powell ha evitato di fornire numeri sulla portata del prossimo aumento, limitandosi a dire che potrebbe essere appropriato un incremento “insolitamente grande” al prossimo meeting ma che la decisione dipenderà dai dati. Powell ha lasciato gli analisti divisi sul significato di questa omissione: per alcuni è il segnale di un’imminente svolta in senso ‘dovish’, per altri esattamente l’opposto.

  • Il FOMC ha alzato i tassi di 75 punti base al 2,25-2,50%, come previsto, riportandoli alla neutralità per la prima volta dal 2019. L’unica modifica importante alla dichiarazione è stata la sua rivalutazione dell’economia; la Fed ora riconosce che “i recenti indicatori di spesa e produzione si sono attenuati”  
  • La dichiarazione non ha offerto sufficienti  indizi su come la Fed intenderà agire nella riunione di settembre, il presidente Powell ha comunque ammesso che la Fed verificherà se vi sono prove convincenti sulla discesa l’inflazione, di conseguenza il ritmo dei futuri rialzi dei tassi dipenderà dai dati in arrivo e dalle prospettive per l’economia. Ciò suggerisce essenzialmente che la Fed dipenderà dai dati e agirà riunione per riunione, piuttosto che ridimensionare la politica in anticipo.
  • Powell, tuttavia, ha affermato che un altro forte aumento dei tassi potrebbe essere appropriato alla prossima riunione e che il FOMC non ha ancora preso una decisione su quando rallentare i rialzi dei tassi. Inoltre ha dichiarato in conferenza stampa che il Consiglio rimane orientato a tenere una stance monetaria restrittiva compresa tra il 3,0 e il 3,5%.
  • Al presidente Powell è stato chiesto se l’economia statunitense fosse in recessione; Powell ha ribadito che è necessario creare un certo rallentamento nell’economia, per consentire di riequilibrare le condizioni dell’offerta; Powell ha anche affermato che il rallentamento nel secondo trimestre è stato notevole, ma l’economia era ancora sulla buona strada per crescere quest’anno e la domanda rimane forte.

FED GDPNOW REAL GDP ESTIMATED FOR 2022: IIQ

La FED di Atlanta elabora un modello dinamico sull’andamento del GDP calcolato sulla base di una serie di indicatori macro economici aggregando 13 indicatori sotto-componenti del GDP.

FED: RIALZO ATTESO 75 BP

WB ECONOMICS: FED Model GDP NOW

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX MARKET

L’eur usd dopo un minimo fissato durante la sessione del FOMC a 1,01 ha reagito ritornando a quotare sui livelli di inizio settimana, area 1,02. Si preannuncia un prolungamento di questa fase laterale nel brevissimo periodo. Ci aspettiamo che il mercato muoverà le proprie posizioni soppesando i dati macro economici relativi a inflazione e crescita per gli Stati Uniti, mentre per l’Eurozona valuterà le reazioni dei prezzi del gas ponderandole alle prospettive di crescita per comprendere gli impatti della crisi geo energetica sull’economia dell’area.

Pertanto ci aspettiamo una fase di congestione (breve termine) tra 1,0240 ed 1,0080. on abbiamo ancora archiviato la possibilità che l’euro possa tentare di costruire il recupero temporaneo verso 1,0420/50 contro dollaro, prima di declinare verso il nostro obbiettivo finale per il 2022 ampiamente sotto la parità. 

BOND MARKET

Nelle scorse settimane abbiamo scritto sulla flessione della parte lunga della curva dei rendimenti dei bond governativi europei ed americani. Il 10 anni Treasury sta avvicinando nuovamente la soglia 2,75%, livello sotto il quale i mercati tenderebbero a prezzare con maggior probabilità elementi che prefigurerebbero l’arrivo di una fase recessiva.

I rendimenti benchmark per l’Eurozona, il 10 anni Bund, stanno già scendendo dirigendo verso area 0,50%. Non escludiamo in caso di un contenimento della spinta inflativa derivante dai prezzi dell’energia un ritorno del 10 Y Bund all0 o%.

I rendimenti del BTP, oggetto di grande attenzione, stanno contenendo le tensioni derivanti dalla crisi di governo e dalle elezioni anticipate. La BCE sta evidentemente vigilando sul loro andamento.  E’ difficile a priori stabilire come funzionerà lo scudo messo in campo dalla Banca Centrale. Pensiamo che la corsa ad ostacoli preveda un passaggio importante a quota 3,20%. La violazione di questo livello aprirebbe la via per un significativo ridimensionamento dei rendimenti sul tratto 10 anni. Propedeutico a questa evoluzione positiva, risulterà il contenimento delle tensioni eventuali sotto area 3,60%.

COMMODITY

Mentre le quotazioni del Brent Oil stanno ridimensionando, avviando un consolidamento propedeutico al breakout di area 100 usd/bar, quelle del natural Gas europeo, future TTF, continuano a tenere alta la tensione in termini tendenziali. Ogni qualvolta, dallo scorso mese di gennaio,  il future ha configurato un potenziale segnale di ridimensionamento ci siamo scontrati con una profonda delusione. Pertanto ad oggi per poter catturare un inatteso segnale di ridimensionamento dovremmo (usiamo il condizionale) quantomeno avere un ritorno dei valori sotto area 140 eur/mwh. Questo passaggio rifletterebbe, quasi certamente, un accordo politico tra i belligeranti in causa (Nato, Ucraina, UE, Russia).

Pertanto, mentre ci aspettiamo un ribasso dei prezzi del petrolio verso area 80 usd/bar, non possiamo stimare alcunché nel caso del gas russo. Ciò significa che le attese su un ridimensionamento dell’inflazione appaiono più consistenti sul lato americano, meno convincenti in Eurozona. Questo processo risulta legato ad una concreta diversificazione delle forniture sino ad annullare la dipendenza da quelle russe, salvo trovare un accordo.

INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

Nel mese di luglio le principali banche centrali chiameranno durante i loro meeting di politica monetaria robusti rialzi dei tassi ufficiali in risposta alle pressioni inflattive. La Fed confermerà un rialzo di 75 bp, 25 la BCE, la BoE dovrebbe alzare di 50 bp, la Banca centrale australiana lo ha appena fatto. La tendenza globale di un inasprimento aggressivo della politica monetaria vedrà inoltre la stretta della Banca centrale del Canada la quale prevede anch’essa un aumento di 75 punti base questa settimana, dopo due aumenti consecutivi di 50 punti base. Nell’insieme si supererà in termini statistici  il robusto aggiornamento di giugno.

Pensiamo che l’azione vada inserita in un contesto di adeguamento degli equilibri monetari ad uno scenario in cui la crescita dei prezzi è ben oltre le dimensioni nel rapporto di scala tra tassi ufficiali ed inflazione. Mentre i primi stanno uscendo da un ciclo deflattivo e quotano ancora a sconto sull’inflazione, quest’ultima ha raggiunto valori rapportabili alla scala degli anni ’80.

Le banche centrali sono consapevoli di questa situazione, ma probabilmente giocano sul rapporto che intercorre tra politica monetaria, inflazione e debito salvaguardando il principio nominalistico del debito a discapito del suo valore reale. La strategia potrebbe essere progettata su orizzonte temporali utili per ottenere questo risultato. Il percorso di conseguenza non sarà lineare, bensì articolato.

Il riequilibrio dei prezzi delle materie prime in atto rientra pertanto su questa linea strategica e rappresenta un’adeguamento dei valori da inserire temporaneamente nel percorso di valore.

Il ribasso delle commodity industriali a cui si sta unendo quello delle agricole e dell’energia sta spingendo il mercato ad interpretare l’attuale fase come un potenziale rallentamento dell’economia globale. Per tali ragioni è più che plausibile porsi la domanda di cui agli inizi del nostro post: inflazione siamo al picco?

L’andamento delle principali commodity confermerebbe tale ipotesi, con il distinguo sui prezzi dell’energia pagati in Europa per il gas.

Ribasso delle quotazioni delle materie prime e crescita sono quindi variabili correlate direttamente.

Questa settimana avremo il rilascio di una serie di dati sul PIL per Regno Unito, Cina e Singapore, che senza dubbio saranno al centro dell’attenzione. Allo stesso tempo, i dati sulla produzione industriale per Giappone, Eurozona, India, Cina e Regno Unito saranno esaminati per verificare l’ampiezza del rallentamento dei tassi di crescita. I dati sulle vendite al dettaglio e sul sentiment per gli Stati Uniti completerà il calendario macro economico per l’ottava che ci introduce alla prossima ottava quando ritorneranno a riunirsi i consigli della FED e della BCE per deliberare l’annunciato rialzo dei tassi.

I riflettori, tuttavia, sono probabilmente puntati sulla Cina, che ha visto persistere i blocchi nel secondo trimestre, per il quale vengono diffusi i dati sul PIL. Mentre l’ultimo PMI ha rivelato un ritorno alla crescita dopo alcuni recenti allentamenti delle restrizioni COVID-19, la crescita della domanda rimane debole nonostante la politica zero-COVID in corso. Le nostre previsioni attualmente vedono la Cina continentale contrarsi nel secondo trimestre a un tasso trimestrale annualizzato dello 0,17%, portando il tasso di crescita anno su anno allo 0,8%, il più debole dai blocchi pandemici del primo trimestre 2020.

Il Regno Unito pubblicherà le stime del PIL relative al secondo trimestre mercoledì, insieme ai dati sui servizi e sulla produzione industriale, che probabilmente confermeranno il rallentamento economico atteso. Sebbene i recenti dati PMI per il Regno Unito abbiano indicato una crescita dell’attività imprenditoriale, i sondaggi mostrano anche che la crisi del costo della vita ha colpito la crescita della domanda, aumentando il rischio di un’ulteriore contrazione economica del Regno Unito e recessione tecnica nel terzo trimestre.

Il calendario economico degli Stati Uniti prevede nella giornata di venerdì la pubblicazione dell’andamento delle vendite al dettaglio ed del sentiment dei consumatori. I dati sulle vendite al dettaglio saranno analizzati per valutare se l’aumento dei costi del carburante si sia aggiunto alle pressioni sui prezzi e abbia costretto i consumatori a ridurre la spesa, come evidenziato dai recenti sondaggi PMI sui servizi in forte rallentamento e prossimo a quota 50.

L’Eurozona, il Giappone e l’India riporteranno invece i dati sulla produzione. I primi due dovrebbero confermare nelle attese un nuovo calo rispetto alla  contrazione della produzione industriale rilevata negli ultimi mesi. Nel frattempo a differenza di altre aree il settore manifatturiero indiano continua a registrare ottime performance.

INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

I recenti sondaggi PMI hanno messo in evidenza un rallentamento dei costi di input delle aziende al ritmo più significativo degli ultimi quattro mesi, segnalando un raffreddamento dell’inflazione dei prezzi al consumo globale. Mentre la crescita e dei costi di input ha avuto improvvise accelerazioni durante la pandemia, ora sembra incontrare un significativo rallentamento della dinamica. Ciò potrebbe costituire l’inizio di una fase di riequilibrio.

In primo luogo, il recente rallentamento della domanda è maggiore che in qualsiasi momento durante la pandemia a parte la fase in cui erano attivi  i blocchi iniziali  (primavera 2020). Ritorna utile osservare  che il rallentamento dei prezzi delle commodity non è causato dalle misure di contenimento della pandemia.

In secondo luogo, il recente allentamento delle pressioni sui prezzi è associato a una sostanziale moderazione dei ritardi nella catena di approvvigionamento.

In terzo luogo, il raffreddamento della domanda finale è accompagnato da un allontanamento dalla creazione di scorte, che ridurrà ulteriormente la pressione di richiamo della domanda sui prezzi degli input.

In quarto luogo, il recente rallentamento sta determinando un forte calo delle aspettative delle imprese sulle prospettive di crescita, che ora sono scese ai minimi da settembre 2020. È probabile che questo calo della fiducia allevi la pressione sulla domanda di lavoro e sui salari, in quanto oltre ad alimentare una crescita più debole della produzione nei prossimi mesi, contribuirà ulteriormente a ridurre le pressioni sulla domanda di commodity e quindi sui prezzi.

Come sopra evidenziato rimane fuori da queste valutazioni l’incognita che più impensierisce il mondo produttivo: le quotazioni e forniture di gas in Europa.

I prezzi del future benchmark Dutch TTF dopo un consolidamento sopra quota 80 a maggio hanno ripreso a salire violando i nostri trigger di allerta per puntare verso un nuovo (ci si augura) picco tra 185/175 eur mwh. Inutile scrivere che il futuro andamento delle quotazioni è nelle mani della diplomazia, ma volendo osservare una linea più fiduciosa e fuori dagli schemi, pensiamo che prevarrà la logica di mercato. Azzardiamo pertanto l’apertura ad una visione positiva che con il ritorno dei valori sotto 135 euro possa materializzare un nuovo importante ribasso delle quotazioni.  Se ciò incontrerà i nostri auspici non mancheremo di comunicarvi i segnali per tempo.

WB MARKET MOVER MONITORFOREX MARKET

Quanto sopra scritto ci porta a confermare le nostre linee guida sull’andamento del dollaro. Il Dollar Index ha raggiunto il nostro target intermedio a quota 107 (vedi report FX OUTLOOK RISKOO). Lo abbiamo scritto e sostenuto in tempi non sospetti quando la maggioranza degli analisti istituzionali stimavano un recupero significativo per l’euro e quindi un ritorno al ribasso del dollaro.

Il rapporto eur usd invece appare destinato a verificare l’altro target per noi rilevante stimato ancora nell’OUTLOOK 2022 a 0.98 eur usd EVERYTHING MUST CHANGE.

Il mercato sta avvicinando l’area in una condizione di eccesso per cui ci aspettiamo al test  dell’area 0.99/0.98 una reazione dell’euro.

Gli operatori hanno già scontato le due manovre sui tassi attese da  BCE (+0.25%) e FED (+0.75%), in occasione delle riunioni di politica monetaria in calendario il 21 ed il 27 luglio.

Per le valutazioni sugli altri cross chiedete il nostro report dedicato FX RISKOO.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: DOLLAR INDEX TREND CYCLE

COMMODITY PERSPECTIVES

Come indicato nel nostro Outlook WB COMMODITY PERSPECTIVESla tendenza sul comparto rimane tuttora orientata al ribasso con il rame che verifica nelle quotazioni del LME area 7500 usd. le reazione susseguenti al test dell’obbiettivo atteso non modificheranno la tendenza riflessiva delle negoziazioni.

Il Brent ha collaudato area 100 usd/bar come anticipato nelle precedenti settimane, sta reagendo. Tuttavia restiamo dell’avviso che prossimamente avremo un breakout dell’area ed un declino delle quotazioni verso 80 usd/bar.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BRENT OIL TREND CYCLE

Il gas naturale Dutch TTF dopo aver violato i nostri due alert trigger a 96 euro e successivamente 130 a seguito della riduzione dell’offerta russa, ha annullato almeno momentaneamente ogni ipotesi ribassista nel breve. Tuttavia come scriviamo sopra non abbiamo declinato del tutto l’attesa per un ridimensionamento dei valori che in ogni caso matura soltanto con un ritorno sotto area 135 euro.

STOCK INDEX

In un quadro di restrizioni monetarie, rallentamento della domanda i mercati azionari in correlazione con quello delle materie prime tendono a consolidare l’attuale fase riflessiva di cui abbiamo anticipato le tendenze ancora alla fine dello scorso anno. Riteniamo che non sia esaurita tale fase e che l’avversione al rischio possa ancora produrre regressioni nell’ordine del 10/15% sugli attuali valori.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: S&P 500 TREND CYCLE

BOND YIELD

E’ interessante osservare la dinamica dei rendimenti. Le curve confermano lo scenario sopra descritto tracciando un profilo riflessivo evidente anche nel tratto lungo delle duration. Il nostro modello stima una flessione dei rendimenti sul tratto a 10 anni verso 0.75% a breve termine e non esclude ulteriori ribassi a medio. Ciò significa che la nostra view sul 10 Y Treasury yield rimane orientata a verificare ribassi in direzione di 2,50/2.25% a breve, 2% in un orizzonte marginalmente più ampio. In tale contesto pensiamo che i rischi sulla frammentazione dell’eurozona possano progressivamente rientrare a beneficio del BTP.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BUND YIELD 10 Y TREND CYCLE

BCE vs. FED: euro debole  e dollaro forte potrebbe sembrare un ossimoro, convergenze parallele su linee di policy monetarie che vedono nel primo caso un Consiglio costruito su opinioni eterogenee, nel secondo un Consiglio più compatto.

I rappresentanti della Federal Reserve si sono trovati strutturalmente d’accordo sul taglio di un massimo di 95 miliardi di dollari al mese degli asset a bilancio dell’istituto centrale, un ulteriore strumento per tenere a bada l’inflazione. E’ quanto emerge dai verbali dell’ultimo meeting della Federal Reserve nell’ambito del quale, a marzo, è stato varato un primo rialzo dei tassi da 25 punti base. I dettagli del programma sul bilancio presenti nelle minute sono in linea con le attese degli analisti e aprono la strada al varo il mese prossimo. Dalle minute è emerso anche che “molti” esponenti del board sono pronti ad alzare i tassi al ritmo di 50 punti base nei prossimi meeting.

L’Eurozona sta affrontando una fase di stagflazione,  tuttavia dalle minute dell’ultimo meeting, rilasciate ieri, emerge che i consiglieri non evidenziavano ancora particolari segni di preoccupazione verso l’andamento della performance economica. La percezione che abbiamo ricavato dalla lettura del delle minute, riporta una verbalizzazione che pur riflettendo una visione macro a breve termine meno brillante, evidenzia ancora una forte convinzione favorevole ad un graduale rimbalzo nella seconda metà dell’anno.

Il tempo scorre ad un ritmo più veloce del calendario. Gli eventi si susseguono con frenetica intensità. L’ultima lettura dell’inflazione in Germania ed in eurozona non lascia dubbi sul tenore del rialzo dei prezzi. La BCE esprimerà sempre più preoccupazioni ed il suo previsto ritorno del tasso nominale all’1,9% nelle proiezioni per il 2024, a fronte di shock straordinari e possibili punti di svolta o cambiamenti di regime, appare poco realistico.

L’Eurozona sta entrando in un’economia di guerra, la cui crescita appare fortemente compromessa dall’applicazione di sanzioni con il doppio effetto; ostili non soltanto alla Russia, bensì anche verso le imprese manifatturiere e dei servizi. Il gap tra il rialzo dei prezzi dell’energia in Eurozona rispetto a quelli americani è solo una parte del problema.  L’eventuale estensione delle sanzioni al gas e petrolio costituirebbero un contraccolpo immediato e significativo. Con il congelamento della crescita dovremmo temere i contraccolpi sulla sostenibilità del debito nella percezione più che concreta dei mercati.

E’ per questa ragione che probabilmente il messaggio più importante che emerge dalle minute BCE sta nel paragrafo dove soltanto  alcuni membri si sono espressi a favore di una fine ferma del programma di acquisto di asset netti in estate. altri invece si sono espressi a favore della necessità di mantenere in vigore il programma di acquisto Qe.

E’ di ieri il monito del capo economista della Banca centrale europea, Philippe Lane, a non intervenire sul rialzo dell’inflazione nel breve termine. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabio Panetta, membro dl Comitato esecutivo,  secondo il quale un intervento ora sarebbe un rischio per l’economia. Il governatore della Bundesbank Joachim Nagel delinea invece un quadro meno scontato di quanto non si possa pensare, leggete l’intervista che recentemente rilasciato al quotidiano Handelsblatt.

In attesa della riunione BCE della prossima settimana

Pensiamo che sia molto probabile che la BCE farà una chiara distinzione tra normalizzazione delle politiche e inasprimento della politica monetaria. La normalizzazione includerebbe la fine degli acquisti netti di attività e il ripristino del tasso di deposito a zero. L’inasprimento significherebbe l’inizio di un ciclo più lungo di rialzo dei tassi, che porterà i tassi in prossimità dei livelli ritenuti neutri . Il processo di normalizzazione tracciato dal Consiglio appare quindi un compromesso accettabile sia per i falchi che per le colombe. Probabilmente  i secondi ritengono che l’evoluzione futura della crescita possa dare loro ragione.

La riunione della prossima settimana dovrebbe quindi confermare la linea indicata a marzo.  Semplicemente i dati macro attualmente disponibili non evidenziano ancora le nostre percezioni sullo scenario economico di guerra. C’è semplicemente troppa incertezza su come si evolverà il conflitto. Rimanere fermi e continuare con l’annunciata riduzione degli acquisti netti di attività sembra l’unica opzione praticabile per ora. Il mercato forse ha corso troppo in queste ultime settimane nel scontare un imminente revisione al rialzo dei tassi anche in Eurozona.  Attendiamo comunque la conferenza stampa del presidente Christine Lagarde.

 

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WB MARKET MOVER MONITOR

BCE euro dollaro

In attesa della BCE L’euro dollaro ha recentemente violato l’area di supporto intermedio a 1,0985/75 degradando nuovamente in direzione del nostro primo target per il 2022 a 1,08 già verificato il 7 marzo. Agli inizi della settimana avevamo indicato l’apertura per una temporanea brevissima reazione dell’euro a 1,0975. Benché il breakout abbia portato nuove vendite sul cambio, riteniamo che in attesa della riunione della BCE in calendario giovedì 14 aprile, possa portare ancora delle ricoperture sulla divisa europea. Il segnale emergerebbe comunque a partire da un recupero delle quotazioni oltre la soglia 1,09 eur usd. Tale ipotesi non escluderebbe che la reazione attesa possa produrre ancora sempre temporaneamente i suoi effetti correttivi verso 1,1050/75.

EURO DEBOLE, DOLLARO FORTE

WB ANALYTICS: EUR USD ST

Gli operatori non hanno infatti ancora abbandonato l’idea che la BCE possa presentare uno statement più aggressivo. E’ la ragione per cui la conferenza stampa che seguirà il Board non mancherà di alimentare la consueta volatilità sui cambi.  L’euribor a tre mesi dopo aver costruito un rialzo da -0,60 all’attuale -0,4450% potrebbe consolidare nel breve sopra quota -0,5250%.  Oltre -0,4450 avremmo una nuova accelerazione che al momento ci sembra prematura.

I rendimenti del 10 y German Bund potrebbero fissare a breve un cap in area 0,75% ed aprire una fase di consolidamento tra 0,75 e 0,50%.

EURO DEBOLE, DOLLARO FORTE

WB ANALYTICS: EURIBOR 3 M

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