FED – Com’era nelle attese, la banca centrale Usa ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base per la seconda volta consecutiva. Ma per la prima volta da marzo, quando il ciclo si rialzi ha preso il via, il presidente Jerome Powell ha evitato di fornire numeri sulla portata del prossimo aumento, limitandosi a dire che potrebbe essere appropriato un incremento “insolitamente grande” al prossimo meeting ma che la decisione dipenderà dai dati. Powell ha lasciato gli analisti divisi sul significato di questa omissione: per alcuni è il segnale di un’imminente svolta in senso ‘dovish’, per altri esattamente l’opposto.
- Il FOMC ha alzato i tassi di 75 punti base al 2,25-2,50%, come previsto, riportandoli alla neutralità per la prima volta dal 2019. L’unica modifica importante alla dichiarazione è stata la sua rivalutazione dell’economia; la Fed ora riconosce che “i recenti indicatori di spesa e produzione si sono attenuati”
- La dichiarazione non ha offerto sufficienti indizi su come la Fed intenderà agire nella riunione di settembre, il presidente Powell ha comunque ammesso che la Fed verificherà se vi sono prove convincenti sulla discesa l’inflazione, di conseguenza il ritmo dei futuri rialzi dei tassi dipenderà dai dati in arrivo e dalle prospettive per l’economia. Ciò suggerisce essenzialmente che la Fed dipenderà dai dati e agirà riunione per riunione, piuttosto che ridimensionare la politica in anticipo.
- Powell, tuttavia, ha affermato che un altro forte aumento dei tassi potrebbe essere appropriato alla prossima riunione e che il FOMC non ha ancora preso una decisione su quando rallentare i rialzi dei tassi. Inoltre ha dichiarato in conferenza stampa che il Consiglio rimane orientato a tenere una stance monetaria restrittiva compresa tra il 3,0 e il 3,5%.
- Al presidente Powell è stato chiesto se l’economia statunitense fosse in recessione; Powell ha ribadito che è necessario creare un certo rallentamento nell’economia, per consentire di riequilibrare le condizioni dell’offerta; Powell ha anche affermato che il rallentamento nel secondo trimestre è stato notevole, ma l’economia era ancora sulla buona strada per crescere quest’anno e la domanda rimane forte.
FED GDPNOW REAL GDP ESTIMATED FOR 2022: IIQ
La FED di Atlanta elabora un modello dinamico sull’andamento del GDP calcolato sulla base di una serie di indicatori macro economici aggregando 13 indicatori sotto-componenti del GDP.
FOREX MARKET
L’eur usd dopo un minimo fissato durante la sessione del FOMC a 1,01 ha reagito ritornando a quotare sui livelli di inizio settimana, area 1,02. Si preannuncia un prolungamento di questa fase laterale nel brevissimo periodo. Ci aspettiamo che il mercato muoverà le proprie posizioni soppesando i dati macro economici relativi a inflazione e crescita per gli Stati Uniti, mentre per l’Eurozona valuterà le reazioni dei prezzi del gas ponderandole alle prospettive di crescita per comprendere gli impatti della crisi geo energetica sull’economia dell’area.
Pertanto ci aspettiamo una fase di congestione (breve termine) tra 1,0240 ed 1,0080. on abbiamo ancora archiviato la possibilità che l’euro possa tentare di costruire il recupero temporaneo verso 1,0420/50 contro dollaro, prima di declinare verso il nostro obbiettivo finale per il 2022 ampiamente sotto la parità.
BOND MARKET
Nelle scorse settimane abbiamo scritto sulla flessione della parte lunga della curva dei rendimenti dei bond governativi europei ed americani. Il 10 anni Treasury sta avvicinando nuovamente la soglia 2,75%, livello sotto il quale i mercati tenderebbero a prezzare con maggior probabilità elementi che prefigurerebbero l’arrivo di una fase recessiva.
I rendimenti benchmark per l’Eurozona, il 10 anni Bund, stanno già scendendo dirigendo verso area 0,50%. Non escludiamo in caso di un contenimento della spinta inflativa derivante dai prezzi dell’energia un ritorno del 10 Y Bund all0 o%.
I rendimenti del BTP, oggetto di grande attenzione, stanno contenendo le tensioni derivanti dalla crisi di governo e dalle elezioni anticipate. La BCE sta evidentemente vigilando sul loro andamento. E’ difficile a priori stabilire come funzionerà lo scudo messo in campo dalla Banca Centrale. Pensiamo che la corsa ad ostacoli preveda un passaggio importante a quota 3,20%. La violazione di questo livello aprirebbe la via per un significativo ridimensionamento dei rendimenti sul tratto 10 anni. Propedeutico a questa evoluzione positiva, risulterà il contenimento delle tensioni eventuali sotto area 3,60%.
COMMODITY
Mentre le quotazioni del Brent Oil stanno ridimensionando, avviando un consolidamento propedeutico al breakout di area 100 usd/bar, quelle del natural Gas europeo, future TTF, continuano a tenere alta la tensione in termini tendenziali. Ogni qualvolta, dallo scorso mese di gennaio, il future ha configurato un potenziale segnale di ridimensionamento ci siamo scontrati con una profonda delusione. Pertanto ad oggi per poter catturare un inatteso segnale di ridimensionamento dovremmo (usiamo il condizionale) quantomeno avere un ritorno dei valori sotto area 140 eur/mwh. Questo passaggio rifletterebbe, quasi certamente, un accordo politico tra i belligeranti in causa (Nato, Ucraina, UE, Russia).
Pertanto, mentre ci aspettiamo un ribasso dei prezzi del petrolio verso area 80 usd/bar, non possiamo stimare alcunché nel caso del gas russo. Ciò significa che le attese su un ridimensionamento dell’inflazione appaiono più consistenti sul lato americano, meno convincenti in Eurozona. Questo processo risulta legato ad una concreta diversificazione delle forniture sino ad annullare la dipendenza da quelle russe, salvo trovare un accordo.