Il mercato obbligazionario continua a beneficiare del sostegno delle banche centrali, nonchè dall’avversione verso il rischio che continua a premere sui mercati.
US 30 Y YIELD Diversamente dalle attese i rendimenti sul 30 y US hanno contenuto la fase di debolezza evitando di scivolare al di sotto dell’area 2,50, mutando almeno per il breve termine direzione. Il range di osservazione rimane sempre lo stesso con delimitazioni nella parte alta di quota 2,75-80, ed in quella inferiore area 2,50. Il mercato prima di intraprendere direzionalità vuole verificare l’esito di due eventi: Brexit e la risposta che la Fed darà in merito alla rinnovata attesa per un rialzo dei tassi entro luglio (sempre meno probabile). Pertanto riteniamo che i valori continueranno ad oscillare all’interno della banda indicata. La ripresa invece di un’azione direzionale andrà colta soltanto nel caso in cui gli stessi escano dal range con break-up di 2,80 (avvio rialzo), break-down di 2,50 (riattivazione del trend ribassista). Nel caso in cui si dovesse violare al rialzo la banda indicata sarebbe opportuno diminuire sensibilmente le duration di portafoglio.
Il 10 Y US continua ad oscillare all’interno del range atteso 2-1,60% senza modificare l’Outlook di medio termine che rimane riflessivo. I livelli su cui focalizzare segnali di inversione di tendenza rimangono piuttosto lontani (2,10). Eventuali cadute sotto 1,60 potrebbero rappresentare la chiamata per un warning sui mercati con riflessi negativi sulla volatilità dell’azionario. Si consiglia di tenere posizioni lunghe in fondi Govies US, Global bond elevata duration. Gli investitori attendono le decisioni della Fed in merito all’aumento dei tassi di riferimento. L’aspettativa è scemata dopo la pubblicazione dei recenti dati macro sull’occupazione. Il presidente, Janet Yellen, avrebbe lasciato aperta l’opzione per un incremento entro l’autunno. Tuttavia pensiamo che la Fed vorrà verificare l’esito del referendum in Inghilterra e non turbare le elezioni presidenziali USA, prima di assumere decisioni in modo da non anticipare eventuali impatti negativi sul mercato con un rialzo che potrebbe risultare inappropriato.Inoltre sul mercato persistono condizioni non evidenti, ma pur sempre presenti sotto traccia di tensioni che possono prendere il sopravvento in qualsiasi istante. Per tali ragioni continuiamo a mantenere una posizione difensiva con parcheggi sui governativi USA.
In Europa prevale sempre l’azione della BCE che controlla l’azione degli spread periferici verso il benchmark tedesco.
Nel mese di maggio abbiamo avvicinato nuovamente la soglia dei 150 pb! Successivamente il differenziale è sceso verso la mediana del range che coincide con il transito della media annuale dei valori tracciati dal nostro modello. Ciò sta avvenendo in presenza del QE e quindi degli acquisti della BCE di BTP. Inoltre la Commissione europea ha aperto, pur in via momentanea, alla flessibilità del bilancio. Non basta, evidentemente i mercati temono qualcosa che si esprime attraverso la dinamica dello spread. Continuiamo quindi a ribadire l’importanza tecnica della soglia 150 come linea da non valicare, pena la riapertura di un apprezzamento del rischio paese non desiderabile in questa fase. I movimenti nel sistema Target 2, come scritto nella scheda adibita ai tassi tedeschi, sottolineano la coesistenza di un allargamento dello spread con uno sbilancio record del disavanzo dell’Italia nel sistema. Tecnicamente ci attendiamo nelle prossime settimane un assestamento in positivo per lo spread tuttavia difficilmente scenderemo sotto quota 100 bp. Da qui potremmo rilevare nuovi rialzi verso la parte alta del range.
I rendimenti sul 10 y Germania rimangono sempre in prossimità dei minimi di periodo, minacciandone la violazione al ribasso. Al momento l’area 0,10 costituisce un supporto la cui violazione potrebbe spingere i valori anche in territorio negativo. E’ sempre più plausibile porsi l’interrogativo se e quanto i rendimenti possano entrare in area negativa. La struttura dei prezzi emette in evidenza tali rischi. La violazione di 0,10 di fatto contribuirebbe a rendere più concreto lo scenario. In attesa di verificare i comportamenti dei tassi su tali soglie manteniamo il ns livello di controllo del rischio oltre quota 0,20 & 0,30%. Nel contempo pensiamo che i valori possano scendere a -0,20%. Le condizioni di instabilità presenti nell’area europea possono rappresentare un driver per i flussi di capitale che cercano comunque di allocare in strumenti difensivi. Inoltre si registra da diverse settimane nella piattaforma Target 2 Eurosystem, un forte squilibrio dei pagamenti a favore della Germania contribuendo ad aggravare il disavanzo di paesi periferici, in primis l’Italia. Ciò potrebbe sottendere a due diverse letture. La prima come movimenti di capitali in rotazione da un paese all’altro (es. Italia vs Germania) associati al rischio paese, la seconda come disavanzo della bilancia dei pagamenti fra paesi dell’Eurozona. In effetti nonostante il QE e gli acquisti di bond governativi in alcune aree lo spread verso la Germania ha smesso di convergere, come vedremo nel caso dell’Italia.
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