AITI AB ADVISORS INSIDE CENTRAL BANK

Banche centrali e indici PMI

I dati relativi ai sondaggi PMI pubblicati questa mattina per l’Eurozona non lasciano dubbi sulle difficoltà che l’area sta incontrando. Genera una certa impressione osservare il dato sulla manifattura tedesca in progressivo declino: l’indice quota nella stima Flash di luglio 38 punti, in ribasso rispetto al precedente 40,6 e ad un passo dal minimo segnato durante lo scoppio della pandemia a 34,50.

Nel complesso l’Eurozona registra una discesa: il PMI composito da 49,9 di giugno si è attestato a 48,9, indicando in generale una contrazione nelle aspettative di crescita. Secondo l’indagine, la domanda nell’eurozona sta diminuendo sia per i beni che per i servizi, con i nuovi ordini di servizi in calo per la prima volta in sette mesi, mentre il calo dei nuovi ordini per il settore manifatturiero è ulteriormente peggiorato 42,7 rispetto il precedente 43,4.

La debolezza della Francia e della Germania, ambedue in contrazione, è parzialmente compensata dall’andamento delle altre aree della zona euro. Non abbiamo ancora i dettagli, ma ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le economie più dipendenti dal turismo beneficiano di un periodo estivo più solido. Tuttavia, l’effetto positivo del turismo non sembra abbastanza forte da contrastare l’indebolimento dell’economia sottostante.

Martedì la pubblicazione dell’indice IFO tedesco completerà il quadro complessivo sulle aspettative degli operatori economici in Germania: il consensus prevede una flessione a 88 rispetto al precedente mese 88,5.

In generale il dato PMI di luglio in Eurozona indica che il rischio di recessione è aumentato con le aspettative di un ulteriore indebolimento delle attività produttive.

Il quadro dell’inflazione che emerge dall’indagine PMI è molto simile a quello degli ultimi mesi. Le pressioni sui prezzi si stanno attenuando, più per i produttori di beni che per i fornitori di servizi. L’aumento dei salari continua a mantenere elevate le pressioni sui prezzi per i servizi, determinando una tendenza al ribasso più lenta. Al momento il calo dei costi di input sta contribuendo a ridurre molto più rapidamente le aspettative di inflazione per le merci. Ciò conferma la nostra visione di un tasso di inflazione significativamente più basso verso la fine dell’anno.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ECONOMICS: EUROZONA PMI COMPOSITE & MANUFACTURING [HCOB, S&P GLOBAL]

Le rilevazioni PMI in UK  sono risultate anch’esse deboli, pur in misura inferiore rispetto all’Unione. Il dato Composite rimane ancora sopra quota 50 in area espansiva.

I dati PMI per gli Stati Uniti, pubblicati nel pomeriggio evidenziano una traiettoria diversa: scende oltre le attese la fiducia del comparto dei servizi, sale oltre il consensus quella sulla manifattura. Il PMI Composite registra comunque una contrazione, anche se in misura più mitigata rispetto a quelli europei: l’indice Composite quota 52 nella stima Flash di luglio rispetto a quello di giugno rilevato a 53,2 consolidando la crescita attesa anche nella lettura del GDP relativo al IIQ23.

Il quadro macro si completa in settimana con l’attesa per la pubblicazione del GDP relativo al IIQ negli USA (attesa 1,7% rispetto al IQ al 2%); In Germania ed in Eurozona avremo invece un’aggiornamento sui dati relativi all’andamento dell’inflazione attesa ancora in contrazione.

GDP NOW USA

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ECONOMICS: GDPNOW USA IIQ [FED ATLANTA]

Banche centrali in azione

La settimana riporta un calendario di consigli monetari piuttosto ricco: la FED negli Stati Uniti, BCE nell’Eurozona, BoJ in Giappone, a cui si uniscono la Banca centrale dell’Indonesia e di Hong Kong.

Il consensus stima un rialzo di 25 bp per Fed e Bce. Nell’area asiatica non si attendono mosse sui tassi.

Con questa chiamata al rialzo ci si aspetta che la FED chiuda il ciclo restrittivo. Anche il comunicato che rilascerà la Banca centrale europea sarà  analizzato per comprendere quale percorso seguirà in futuro dopo l’atteso rialzo di luglio. Come sempre alla conclusione della conferenza stampa di Christine Lagarde apriremo la nostra diretta streaming in collaborazione con AITI, Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa,  INSIDE CENTRAL BANK  (H.16.00) per commentare i contenuti rilasciati dai due governatori e tracciare un percorso delle potenziali reazioni del mercato su FX e tassi.

La Banca del Giappone dovrebbe confermare la sua linea accomodante sui tassi di interesse, anche se le speculazioni, secondo cui le impostazioni di controllo della curva dei rendimenti potrebbero essere modificate, hanno portato a un aumento della volatilità dello yen. Tra la continua espansione dell’economia del settore privato giapponese e l’inflazione dei prezzi di vendita relativamente elevata, come evidenziato dal rapporto Jibun Bank Japan Composite PMI , sarà interessante esaminare la scelta degli strumenti monetari che adotterà la BOJ. Ci aspettiamo un recupero ulteriore dello yen sull’euro.

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX EUR USD

L’eur usd corregge valore dai massimi, scendendo verso area 1,1070, aprendo una reazione del dollaro che potrebbe riportarlo nuovamente a scambiare nel range che ha governato le negoziazioni da inizio anno 1,05-1,11. Per comprendere se tale geografia possa assumere nuovamente il dominio del mercato dovremo verificare in settimana se i corsi siano  in grado di scendere sotto due importanti livelli: 1,1010 ed 1,0890 eur usd.  Gli operatori rimangono, alla vigilia delle riunioni delle due banche centrali, ancora orientati verso un ulteriore rialzo dell’euro.  Noi non escludiamo un raffreddamento dell’entusiasmo per l’euro, anche se dalla BCE ci si aspettano sempre atteggiamenti piuttosto aggressivi sul fronte dei tassi. Qualora in settimana dovessimo uscire dalle due riunioni con valori che scambiano sotto 1,1150 potremmo ipotizzare uno scenario di riequilibrio delle posizioni secondo quanto sopra indicato.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

La sterlina, dopo l’eccessivo riapprezzamento del ciclo dei tassi della Bank of England (BoE), ha subito parziali prese di beneficio. Le attese per il Bank Rate alla fine di quest’anno sono scese da un picco del 6,35% all’attuale 5,85%. Pensiamo che la struttura tecnica del mercato abbia favorito le temporanee vendite sul pound dopo il test dell’area 0,8525 eur gbp. Ci aspettiamo un raffreddamento dell’euro ed un progressivo ritorno dei corsi a breve nel mid range 0,86/0,8550.

Nel nostro ultimo report FX OUTLOOK avevamo segnalato una condizione di ipercomprato dell’euro favorevole ad una correzione dei corsi. Questa sussistenza tecnica sembra presente anche nel rapporto eur cny. Come anticipato nel rapporto di luglio ci aspettiamo che dopo l’eccesso fissato in area 8,11 si consolidi una correzione che dovrebbe riportare i gli scambi nel breve in area 7,90/7,85 aprendo una verifica del trend di medio periodo.

Commodity

Il Petrolio (Brent) dopo aver più volte collaudo area 71 usd/bar senza riuscire a violarla, ha subito una copertura piuttosto significativa delle posizioni di scoperto orientate al ribasso. Pertanto gli scambi sono ritornati a coprire l’intera fascia di oscillazione delimitata nel range che stiamo osservando dagli inizi dell’anno. Pertanto non dobbiamo escludere nel brevissimo un ritorno dei valori in area 85/86 usd,  prima di rivedere un ritorno delle vendite. Su questo frame, 88/71 sono presenti mani forti con interessi contrapposti.

Mentre il petrolio fluttua senza considerare in apparenza i segnali di rallentamento della domanda determinata dai fondamentali, il rame dopo una fase di congestione è tornato a subire le vendite. Al LME ci aspettiamo un potenziale test di area 8100 usd/t per le contrattazioni a pronti ed a 3 mesi confermando ancora una volta i target indicati nel WB Commodity Perspectives in primavera.

Il Gas Naturale TTF continua invece a fluttuare in un area che noi riteniamo, in linea con quanto scritto nei nostri WB COMMODITY PERSPECTIVES,  possa risultare propedeutica ad un consolidamento in vista dell’apertura di una nuova gamba di ribasso dei corsi.

Rates

Ancora una volta a catturare l’attenzione dei mercati e nostra, sono i tratti lunghi della curva dei tassi. L’inclinazione della curva USA ed UEM rimane negativa.

US 10Y TREASURY

Il 10 anni Us Treasury yield sta regredendo verso area 3,70 dove il nostro modello colloca il principale livello di richiamo per l’avvio di una tendenza riflessiva. Il breakout sancirebbe la conclusione del ciclo rialzista dei tassi ed aprirebbe, in un orizzonte più ampio, l’attesa per un ciclo di ribassi a partire da fine anno.

DE 10Y Bund

I rendimenti a 10 Y sul Bund Germania, benchmark per l’Eurozona, stanno anch’essi consolidando un segnale propedeutico all’avvio di una fase riflessiva.  Ci aspettiamo un collaudo di area 2,25 dove abbiamo fissato il trigger per un ulteriore declino dei rendimenti con valenze di medio termine. Il framework rappresenta la conclusione del ciclo rialzista dei tassi della BCE e l’apertura di una nuova fase riflessiva.

IT 10Y BTP

Anche il 10 Y Italia sta costruendo il segnale di reversal del ciclo rialzista rispetto al picco testato lo scorso anno in autunno. Siamo prossimi al potenziale breakout di 3,95%, livello sotto il quale ci aspettiamo l’apertura di una nuova fase riflessiva.

BANCHE CENTRALI E INDICI PMI

WB ANALYTICS: BUND 10 Y YIELD

L’inflazione rimane al centro delle analisi e valutazioni economiche.

Mentre gli analisti focalizzavano la loro attenzione sul Forum della BCE tenutosi di Sintra,  dove per tre giorni, governatori di banche centrali, accademici, investitori, giornalisti hanno discusso l’attuale andamento congiunturale e le prospettive a lungo termine, una serie di dati sull’inflazione e sui PMI Flash di giugno hanno evidenziato un ulteriore passo in avanti sul raffreddamento dell’inflazione.

Christine Lagarde nei suoi interventi ha sottolineato che l’eurozona ha superato la prima fase del processo inflazionistico ed ora si trova ad affrontare la seconda fase. Dopo la spinta determinata dallo shock dell’offerta, si teme che le pressioni tendano a spostarsi verso le dinamiche salariali.

Negli ultimi mesi abbiamo osservato, su scala globale, un disallineamento tra l’andamento del comparto manifatturiero rispetto a quello dei servizi. Mentre  la domanda e gli ordinativi industriali hanno subito un rallentamento, il mondo dei servizi, in particolare quello legato alla ricreattività, è stato governato da una domanda in espansione producendo tensioni sui prezzi anche dal punto di vista salariali.

I recenti dati Flash rilevati a fine giugno hanno evidenziato la possibilità che anche per quest’ultimo comparto si stia raggiungendo il picco della crescita. Da qui l’importanza che assume il consuntivo dei sondaggi per il mese di giugno. Ci si aspetta una conferma della lettura preliminare consolidando l’ipotesi che anche nei servizi si sia raggiunto il picco dell’espansione.

Mentre registriamo un deterioramento della domanda in generale, non rileviamo ancora nessun segnale significativo sulla diminuzione delle statistiche occupazionali. Le banche centrali hanno voluto tenere i mercati a freno, minacciando altri aumenti dei tassi qualora le dinamiche economiche lasciassero presuppore il pericolo che la loro lotta all’inflazione non avesse la possibilità di riportare i valori verso i target attesi.

Di conseguenza il mercato, che con una certa esuberanza continua a sfidare i moniti dei banchieri, continuerà controllare tutti i dati in grado di tradurre i moniti in azioni concrete: l’occupazione e le dinamiche salariali sono ora al centro della loro attenzione.  Venerdì il dato sull’occupazione USA per il mese di giugno costituirà in tal senso un momento di verifica, utile per interpretare quanto gli ammonimenti possano generare sulla riunione di luglio della Fed, BCE ed altre banche centrali l’ulteriore incremento di 25 bp sui tassi.

Il consensus stima una crescita dei nuovi occupati per il settore non agricolo pari a 225K contro il precedente dato di maggio a 339K. Maggio aveva sorpreso in positivo. La media delle richieste del sussidio di disoccupazione a 4 settimane sta aumentando. Il valore raggiunto sta oltrepassando i picchi degli ultimi 18 mesi (255K). Ciò potrebbe costituire un primo segnale di raffreddamento della domanda per nuovi occupati ed un presumibile raffreddamento delle pressioni sul costo del lavoro. Di conseguenza, dati migliorativi in tal senso tengono aperta l’opzione per un ulteriore rialzo dei tassi secondo lo schema che abbiamo presentato nei DOT PLOT indicati nella diretta streaming, INSIDE CENTRAL BANK, che abbiamo tenuto dopo la conferenza stampa della FED e BCE.

I dati Flash PMI di giugno hanno comunque evidenziato il progressivo raffreddamento delle pressioni inflazionistiche nelle quattro maggiori economie del mondo sviluppato (“G4”). Purtroppo tale tendenza si sta consolidando a detrimento della crescita, anche a causa di un ritmo più blando dell’espansione dell’attività commerciale in tutto il G4. In particolare, accanto a un diffuso malessere manifatturiero, l’attività del settore dei servizi del G4 è aumentata al ritmo più debole da febbraio, con l’ Eurozona che ha visto guidare il rallentamento della crescita. Sarà quindi utile analizzare se questa tendenza si rispecchi nei paesi emergenti e nella più ampia economia globale. La pubblicazione dell’esito di questi sondaggi, di cui pubblicheremo un’analisi, si concentrerà nelle giornate del 5 e del 6 luglio.

 PMI-GLOBAL-SELLING-PRICE

S&P GLOBAL PMI SELLING PRICE

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX   Nel corso delle ultime due settimane l’euro ha subito un parziale raffreddamento della propria forza sul dollaro ma anche nei confronti della sterlina, dello zloty, del Hong Kong dollar, del won coreano e del peso messicano .

L’eur usd è scambiato all’interno di un range delimitato nella parte inferiore da un supporto tecnico a 1.0830 ed in quella superiore da quota 1,0950. Il braccio di forza tra rialzisti e ribassisti tende a far confluire su questi livelli rispettivamente la presenza di ordini di acquisto e di vendita. Si tratta di un micro equilibrio temporaneo, da leggere in attesa che l’evoluzione di cui sopra offra una chiave di lettura sull’effettiva reattività della FED in merito alla linea di policy.

Alcuni fattori di natura quantitativa risultano più sbilanciati verso un apprezzamento del dollaro, tuttavia sono due i passaggi a cui si guarda per confermare tale ipotesi: breakout di 1.0830 e di 1.07/1.0690.

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

TASSI   Nonostante i ripetuti ammonimenti delle banche centrali, le curve dei rendimenti, USA ed Eurozona, rimangono inclinate in negativo. I mercati continuano ad aspettarsi un sostanziale declino prospettico dell’inflazione, probabilmente accompagnato da un rallentamento economico a cui declinare una tendenziale riduzione dei tassi.

In Italia lo spread si è ulteriormente ristretto nella direzione da noi indicata sempre nelle ultime due edizioni di INSIDE CENTRAL BANK: il differenziale tenderà ad avvicinare area 150 bp e non escludiamo in un orizzonte più ampio un ritorno a 110 bp.   

COMMODITY   In linea con il nostro ultimo report,  WB COMMODITY PERSPECTIVES, gli scambi sulle commodity industriali rimangono dominati da una tendenza riflessiva. Al LME  abbiamo avuto modo di appurare la debolezza dell’Alluminio, del Rame, dell’Acciao. Lo Steel Scrap al Platts market  sta cedendo i minimi di maggio per puntare a quelli fissati lo scorso novembre.

LME ALUMINIUM

WB ANALYTICS: LME ALUMINIUM

Ciò detto manca ancora il segnale di breakout dei prezzi del petrolio. Sul Brent persiste la presenza di acquisti (forzati) in area 71/72 usd/bar. D’altro canto anche le vendite sembrano oggetto di mani forti.  Lo stallo prelude ancora ad uno sviluppo favorevole ad un’altra gamba di ribasso dei prezzi.

BRENT OIL

WB ANALYTICS: BRENT OIL

Il Natural Gas europeo (TTF) dovrebbe aver completato la fase di riequilibrio dei prezzi dopo l’ampia discesa che, da 350 eur mwh, l’aveva riportato sulla soglia dei 20 euro mwh. Per il nostro modello l’attuale movimento rientra in un contesto reattivo propedeutico allo sviluppo di una nuova gamba ribassista in direzione degli obbiettivi dichiarati sempre nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES .

WBFLASH

PODCAST

I dati PMI Manufacturing e Services che abbiamo analizzato su scala globale dopo la loro pubblicazione che riportava i dati aggiornati al mese di maggio, evidenziano un nuovo rallentamento della crescita. In Eurozona abbiamo visto peggiorare tutte e due le famiglie di dati, mentre negli Stati Uniti abbiamo rilevato soltanto un miglioramento parziale della performance economica a maggio rispetto ad aprile.  Rimane impressionante la perdita di fiducia delle imprese tedesche. La Germania soffre più di altre aree le difficoltà sommate tra la minore sicurezza in campo energetico associata alla transizione ecologica.

Nel nostro report aggiornato WB COMMODITY PERSPECTIVES mettiamo in evidenza le diverse storie macro economiche che stanno caratterizzando l’andamento di ogni singola macro regione.

Come sempre al centro di ogni riflessioni vi è l’evoluzione della crescita negli Usa rispetto all’Eurozona e rispetto alla Cina Continentale.

Il PMI composito negli Usa relativo al mese di maggio è stato rivisto al ribasso a seguito di una minore espansione delle attività nel settore dei servizi. L’analogo indice dei servizi ISM pubblicato nel Report On Business dell’Institute for Supply Management, ha evidenziato a malapena una crescita a seguito del rallentamento dei nuovi ordini e la discesa dell’occupazione al di sotto del livello critico di 50.  Dal punto di vista dei prezzi, il sondaggio ISM ha indicato una flessione dell’indice al minimo di tre anni.  Anche gli ordinativi industriali di aprile hanno registrato valori inferiori alle attese. Il tenore dei dati ha interrotto il rialzo del prezzo del petrolio, riacceso dopo le dichiarazioni del Ministro del petrolio arabo su un ulteriore taglio della produzione giornaliera a partire dal mese di luglio.

Ciò dovrebbe supportare l’idea che la Fed possa permettersi di mettere in pausa il suo ciclo di inasprimento come da attese, nella riunione del Fomc nel prossimo meeting del 13/14 giugno.

La curva future dei Fed Funds non sconta più chiamate al rialzo da parte dei consiglieri della Fed.

Rimangono invece sempre di tono restrittivo le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della BCE e dal Governatore della Bundesbank. Tuttavia la divergenza d’opinione tra le due banche centrali non ha sostenuto l’euro. Il rapporto di cambio , come da nostre attese già formulate nelle precedenti settimane, ha continuato a scendere violando definitivamente al ribasso area 1.0730 eur usd ed apprestandosi a testare nuovamente quota 1.0625.

E’ altamente probabile che il cambio tenderà a posizionarsi in attesa dell’esito dei due meeting della prossima settimana, Fed e BCE, nel range 1.0630/1.730.

Nel frattempo cogliamo con soddisfazione il segnale di raffreddamento dell’inflazione evidenziato per l’Eurozona a maggio.

I sondaggi PMI continuano a segnalare ulteriori ribassi degli Input costs e dei Prices charged su scala globale. L’indice calcolato riporta i propri valori ai tempi della pandemia assorbendo gran parte della percezione accumulata sulla pressione dei prezzi scoppiata successivamente. Contribuiscono a comporre tale risultato il ribasso dei prezzi di molte commodity industriali ed agricole a cui dobbiamo aggiungere l’assorbimento quasi totale del rialzo dei prezzi del gas ed in parte del petrolio. Su questo elemento ha giocato ancora una volta il rapporto di forza che l’Opec+ sta esercitando nei confronti del mercato. Il rischio di un breakout di area 70 usd/bar (Brent), più volte da noi segnalato come livello critico ai fini della formazione dei prezzi, ha spinto l’Arabia ad incrementare i tagli della produzione per sostenere i prezzi in un contesto in cui la domanda tende a flettere sostenendo l’azione speculativa al ribasso dei money managers.

 

Il mercato quindi, dopo la conclusione del tema sul debt ceiling americano, ritorna a focalizzare l’attenzione sulle prospettive economiche e la continua debolezza del settore di produzione dei beni, che a sua volta ha portato a un calo dell’inflazione dei relativi prezzi. Oltre all’area G7, diverse regioni asiatiche  hanno visto prevalere la debolezza a seguito di una domanda debole. La PBoC ha chiesto alle banche di sostenere il tenore della crescita applicando una riduzione dei tassi nella concessione di credito. Il clima generale delle esportazioni nella Cina continentale rimane influenzato negativamente da una flessione sempre più marcata dei flussi commerciali globali.

Tuttavia il comparto dei servizi continua a sostenere la crescita globale. Anche nel mese di maggio si è registrata una divergenza settoriale ancora maggiore in termini di nuovi afflussi di ordini, dove il divario tra servizi e manifatturiero è cresciuto al massimo dal 2009. Mentre la crescita della domanda di servizi ha raggiunto il livello più ripido da luglio 2021, i nuovi ordini nel settore manifatturiero sono diminuiti per l’undicesimo consecutivo mese.

WB MARKET MOVER MONITOR

 

FOREX MARKET

In questo scenario ci avviciniamo al nuovo appuntamento con i meeting delle banche centrali. Martedì la Reserve Bank of Australia ha alzato nuovamente i tassi di 25 bp portandoli al 4,10%. L’eur aud, già inserito in contesto di riflessivo ha accelerato al ribasso favorito dagli acquisti di dollari australiani. Ci aspettiamo a breve un test dell’area 1.5850 eur aud con una propensione di medio termine sempre orientata all’apprezzamento della divisa australiana.

Anche la Bank of Canada Bank aggiorna mercoledì’ la propria linea di policy. Il mercato non sconta particolari manovre. L’eur cad sta avvinando la soglia da noi attesa a 1,4280/60, dove pensiamo che si possa aprire una fase di consolidamento delimitata sulla parte alta del range da quota 1.45. L’azione di breve respiro dovrebbe riportare nuova domanda sul dollaro canadese spingendo i corsi a violare area 1.4250 per puntare verso 1.40 eur cad.

RATES

Il progressivo raffreddamento dell’inflazione sta contribuendo ad aumentare il flusso di domanda sui bond governativi su scadenze medio lunghe. Gli operatori guardano con attenzione area 2.25 per il 10 Y Bund e 4% per il 10 Y BTP dove è presente il trigger  sotto cui incrementare gli acquisti. Il 10 anni Treasury americano continua a consolidare il range sotto 3.85% per flettere nuovamente in direzione di area 3,45 e 3,30% a breve termine.

L’IRS a 2 anni continua a distribuire all’interno di una fascia di valori ristretta, propedeutica ad una verifica di quota 3,45 & 3,25%. Sotto tale range dovremmo assistere ad una ripresa dell’azione riflessiva che il nostro modello stima possa riportare i tassi verso 2.75% nei prossimi mesi.

 

 

Tutte le riflessioni su crescita, comportamento dei mercati, postura delle banche centrali vertono sempre sull’andamento dell’inflazione. Questa settimana, nel pomeriggio di mercoledì,  il calendario economico mette in evidenza la pubblicazione dei dati di marzo relativi alla dinamica dei prezzi negli Stati Uniti. L’attesa per l’inflazione generale è di un ulteriore discesa dal precedente 6% al 5,2% nella proiezione annuale, mentre su base mensile il consensus si aspetta una flessione dallo 0,4 allo 0,2%.

Nel contempo l’inflazione dei prezzi al consumo di base, che esclude i costi di cibo e carburante, dovrebbe aumentare dello 0,4% su base mensile, per un incremento annuale del 5,6%, rispetto al 5,5% di febbraio.

I dati sull’inflazione arrivano sulla scia dell’ultimo rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti, che continua ad evidenziare una domanda sostenuta, benché il dato sia stato marginalmente inferiore alle attese, alimenta le attese per un nuovo rialzo dei tassi da parte della Fed nella riunione del 2-3 maggio.

Il calendario economico prevede anche i dati sulle vendite al dettaglio USA di marzo: gli economisti si aspettano un altro calo a causa dell’elevata inflazione che erode la capacità di spesa delle famiglie. Giovedì saranno pubblicati i dati sulle richieste di sussidi ai disoccupati iniziali e sull’inflazione dei prezzi alla produzione.

I mercati dubitano sempre più che la Fed desideri aumentare ulteriormente i tassi, anche se proprio l’aleatorietà della prossima lettura del IPC può ancora modificare le aspettative.  Un altro dato mensile dello 0,4% sull’IPC core, più del doppio del tasso richiesto nel tempo per riportare gli Stati Uniti all’obiettivo del tasso di inflazione del 2% su base annua, potrebbe spingere al rialzo le aspettative per l’imminente riunione del FOMC.

Le banche centrali sono consapevoli delle condizioni sempre più rigorose dei prestiti concessi alle imprese, nonché dei costi di finanziamento elevati. Su tali basi, il timore che la fiducia sulla crescita possa raffreddarsi velocemente risulta piuttosto elevato. Allo stesso tempo temono che allentare ora la lotta all’inflazione possa pregiudicare tutto il lavoro sin qui svolto.

Al momento si sono spenti i timori su un più ampio contagio della crisi che a metà marzo aveva colpito il settore bancario. Di conseguenza gli investitori sono ritornati a sfidare le banche centrali sul terreno della politica monetaria scommettendo su un fine programma imminente, vista la curva discendente dell’inflazione generale.  La riunione della Bank of Canada, benché marginale, offre un primo spunto di riflessione qualora non dovesse, come da attese,  aumentare i tassi questa settimana.

I rendimenti dei bond governativi sono scesi sino a testare livelli che noi reputiamo significativi in quanto valori pivot tra il ciclo rialzista e l’apertura di un reversal più stabili rispetto a quanto sinora visto.

I dati PMI di marzo, benché con qualche ombra,  hanno confermato su scala globale un ulteriore progresso positivo. In settimana è atteso l’aggiornamento di aprile del FMI all’Outlook 2023. Non sono attese particolari modifiche rispetto alla precedente pubblicazione. Ma considerati i tempi costituiscono comunque un faro utile per comprendere quale sia la rotta della crescita globale.

I RENDIMENTI GOVERNATIVI GUIDANO LE ATTESE SUI TASSI

I RENDIMENTI GOVERNATIVI GUIDANO LE ATTESE SUI TASSI

A favore dei mercati ha giocato anche l’immissione di liquidità operata dalla PBoC . Il taglio dell’RRR della Banca centrale cinese ed una quantità significativa di iniezione di liquidità nelle ultime due settimane di marzo lasciano presupporre che vi sia stato un incremento della  sino a 4000 miliardi di CNY, rispetto ai 1810 miliardi di CNY di febbraio.

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX MARKET

L’eur usd è ritornato a scendere sotto quota 1.09. Il dollaro è ritornato a rafforzarsi contro le principali divise nonostante lo spread sui rendimenti si sia assottigliato ulteriormente. In linea con quanto riportato nel nostro ultimo INSIDE CENTRAL BANK, dedicato alle riflessioni sugli ultimi due meeting di Fed e BCE, il cambio conferma di rimanere inserito all’interno del range 1.09/105. Gli scambi che debordano da tale finestra appaiono ancora governati da movimenti di coda. Questa settimana, in attesa di leggere il dato sull’inflazione USA, abbiamo messo a fuoco l’area 1.09-1.07 .

forex : market mover monitor week

WB ANALYTICS: EUR USD CYCLE

INTEREST RATES

Abbiamo già fatto notare il ridimensionamento dei rendimenti governativi sul tratto medio e lungo della curva. Stiamo guardando con attenzione area 2% per il 10 anni Bund e 4% per il 10 anni BTP. Sotto tali soglie potrebbe aprirsi un ulteriore importante finestra di ritracciamento dei valori.

TASSI: market mover monitor week

WB ANALYTICS: GERMAN BUND 10 Y YIELD

COMMODITY 

Il mercato delle commodity è fortemente concentrato sull’andamento dei prezzi dell’energia ed in quest’ambito sul recente rialzo delle quotazioni del greggio. Il Brent dovrebbe ritornare gradualmente a testare quota 80 usd/bar. Tuttavia qualora dovesse consolidare valori sopra tale soglia dovremmo considerare i rischi per un ulteriore apprezzamento.

Per avere un quadro di approfondimento più ampio chiedi di ricevere i nostri rapporti aggiornati

 

La settimana delle banche centrali FED e BCE viene archiviata con un lascito potenzialmente critico per i mercati. I titoli di stato europei, in particolare quelli periferici, tra cui l’Italia, ritracciano ampiamente i recuperi messi  a segno dalla scorsa estate. Al momento i rendimenti del BTP si sono fermati nella loro reazione sotto 4,40% lasciando aperta l’ipotesi di ritorno verso l’equilibrio precedente. Significativa in tal sensorisulterebbe confermata da un un ribasso sotto 4,15% nelle prossime ore.

In una settimana sgombra di aste – come del resto la successiva dopo che sono stati cancellati i collocamenti previsti per il 28 e 29 dicembre – il tasso del decennale di riferimento riparte da 4,30% mentre il premio al rischio tra Italia e Germania da 212 punti base. Possibile, secondo gli operatori, che il Mef proponga un bond via sindacato sulla parte lunga della curva nei primi giorni dell’anno. Gli scambi si prospettano esigui nel periodo che precede la fine d’anno. Francoforte, inoltre, sospenderà gli acquisti di titoli di Stato nell’ambito dei reinvestimenti di Pepp e Qe da mercoledì 21 al primo gennaio compresi.

Nel nostro Outlook 2023 metteremo a fuoco le reazioni del mercato e le eventuali opportunità che potrebbero maturare su determinate condizioni.

ITALIA MANOVRA

La commissione Bilancio della Camera dovrebbe chiudere questa sera l’esame della manovra che passera’ poi all’attenzione dell’aula e in seguito di Palazzo Madama, dopo che ieri a tarda sera il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha illustrato l’atteso terzo pacchetto di emendamenti del governo.
Tra le novità annunciate, è prevista l’eliminazione della normativa relativa al Pos, che era stata bocciata da Bruxelles in quanto introduceva dal primo gennaio una soglia di 60 euro sotto la quale non sarebbe scattata nessuna sanzione in caso di rifiuto dell’utilizzo da parte dell’esercente o del professionista. Secondo quando riferito da Giorgetti, essa verrebbe sostituita con l’introduzione, risorse permettendo, di crediti d’imposta a titolo di ristoro delle commissioni pagate da commercianti e professionisti per i pagamenti digitali. Il correttivo lascerebbe comunque immutato il nuovo limite all’utilizzo dei contanti che con il Ddl viene fissato dal prossimo primo gennaio in 5.000 euro.
Quanto alle pensioni, quelle minime salgono a 600 euro per gli over 75. Viene, inoltre, ridefinito a 25.000 da 20.000 euro il tetto del reddito per il taglio del cuneo di un ulteriore punto percentuale fino al 3%; sul reddito di cittadinanza le mensilità per chi e’ abile al lavoro vengono ridotte a 7 anziché’ 8.

EUROZONA

I dai PMI hanno evidenziato nell’ultima rilevazione come la flessione dell’eurozona si sia protratta per il sesto mese consecutivo a dicembre. Il dato risulta mitigato grazie ad un minore tasso di riduzione degli ordinativi, condizioni di offerta migliorate nonché minori pressioni sui prezzi. I costi delle imprese sono aumentati al ritmo più lento da oltre un anno e mezzo, riflettendo la combinazione di domanda indebolita e offerta migliorata, quest’ultima segnalata dalla prima effettiva accelerazione dei tempi di consegna dei fornitori dall’inizio della pandemia.

Tuttavia, il livello generale del sentiment delle imprese rimane debole rispetto agli standard storici, riflettendo il difficile contesto causato dall’elevato costo della vita, dall’aumento dei tassi di interesse, dai timori per l’approvvigionamento energetico e dalla guerra in Ucraina. Di conseguenza, le aziende hanno riportato solo un modesto aumento del numero di buste paga, sottolineando in prevalenza uno stato d’animo prudente.

Si attenuano i segnali per l’attesa recessione

Mentre il settore manifatturiero ha continuato a guidare la flessione della fiducia delle imprese, con la produzione industriale in calo per il settimo mese consecutivo, il ritmo del ribasso della produzione è allentato rispetto al forte calo di ottobre. Nella media dell’area l’indice PMI della produzione manifatturiera è salito a 47,9, massimo da sei mesi, contro 46,0 di novembre.

Nel frattempo, la produzione nel settore dei servizi è diminuita, in calo per il quinto mese consecutivo, ma anch’essa ha visto una moderazione del tasso di declino. L’indice di attività del settore è passato da 48,5 a un massimo di quattro mesi di 49,1, indicativo di un modesto deterioramento mensile della produzione.

Nel dettaglio hanno maggiormente sofferto ile aziende del comparto chimico, della plastica e delle risorse di base (legate in parte agli elevati costi energetici e alla riduzione delle scorte) e nel settore dei servizi finanziari. Un marcato calo è stato registrato anche per i trasporti, ma c’è stato un notevole miglioramento nelle aziende orientate al consumo come turismo e tempo libero e, in misura minore, beni per la casa.

Contrazione guidata dalla Germania

All’interno dell’Eurozona, abbiamo notato un minor calo della produzione un po’ ovunque, ad eccezione della Francia che ha registrato un peggioramento della flessione. Il PMI composito flash francese è scivolato da 48,7 a 48,0 segnalando un secondo calo mensile consecutivo della produzione, nonché il rallentamento maggiore da novembre 2014 (se si esclude la pandemia). L’attenuazione della flessione manifatturiera è stata controbilanciata dal calo più marcato dell’attività nel settore dei servizi in 22 mesi.

La Germania, nel frattempo, ha registrato tassi di calo moderati sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi, spingendo il PMI flash composito al rialzo per il secondo mese consecutivo da 46,3 di novembre a 48,9. La lettura di dicembre ha quindi registrato il minore tasso di riduzione dell’attività negli ultimi sei mesi. Confrontando l’esito dei sondaggi PMI con i dati ufficiali, il PMI per la Germania sconta un potenziale livello di contrazione del PIL pari allo 0,4% nel quarto trimestre, anche se con un forte rallentamento della dinamica di contrazione, mentre in Francia il PMI è indicativo di un PIL in lieve calo nel quarto trimestre ancora con un ritmo di accelerazione al ribasso.

INDICE IFO – In uno dei pochi appuntamenti di rilievo in calendario questa settimana sul fronte macro, atteso in mattinata l’aggiornamento di dicembre dell’indice tedesco Ifo sulla fiducia delle imprese. Il consensus prevede un miglioramento a 87,4 rispetto all’86,3 del mese precedente.

Le decisioni della BCE

Nonostante i dati confermino un segnale di debolezza dell’economia europea, la BCE non solo ha alzato i tassi, come del resto atteso di 50 b.p., ma si è impegnata a farlo in misura costante nel 2023. Ciò significa che i mercati potrebbero attendersi almeno altri due ritocchi al rialzo di 50  punti base (cad.).

La curva dei rendimenti sul tratto lungo ha conservato comunque l’inclinazione negativa, confermando le attese per un ulteriore deterioramento della crescita.

Le principali leve d’inflazione

In merito alle componenti che hanno fortemente contribuito all’inflazione negli ultimi 24 mesi notiamo un rallentamento delle pressioni sul fronte delle quotazioni del Natural Gas europeo, il TTF future, e di conseguenza in Italia delle quotazioni del PUN (energia elettrica).

Il TTF scambia sempre all’interno del range che avevamo indicato a fine novembre. Nelle ultime ore i prezzi sono tornati a scendere verso l’area che delimita l’attuale fase di consolidamento 100-135 eur mwh. Ci aspettiamo che i valori reagiscano nuovamente al rialzo al colludo di quota 100. Tuttavia, qualora le temperature invernali dovessero rimanere nella media ed ovviamente in assenza di eventi critici sul fronte geopolitico, ci aspettiamo sempre un potenziale breakout del livello (febbraio) ed un riequilibrio dei prezzi.

TTF GAS PREZZI CYCLE TREND

WB ANALYTICS: TTF GAS CYCLE TREND

In Giappone la Banca centrale confermerà ancora la sua stance accomodante?

BOJ – In un panorama generalmente restrittivo per le banche centrali, unica eccezione resta quella della Banca del Giappone che domani, al termine dell’ultima riunione dell’anno, dovrebbe mantenere invariata la propria politica monetaria ultra-loose. Il governo nipponico, intanto, sta ponderando la possibilità di rivedere l’anno prossimo una dichiarazione congiunta firmata con BoJ un decennio fa, in cui si impegnava l’istituto a raggiungere un obiettivo di inflazione del 2% il più presto possibile, hanno dichiarato fonti a Reuters. La revisione, se effettuata, avverrà dopo la nomina del nuovo governatore ad aprile, una mossa che potrebbe aumentare la possibilità di una modifica della politica super-accomodante del governatore in carica Haruhiko Kuroda.

RISK MANAGEMENT

CONSIGLIO BCE ATTESE PER L'ANNUNCIO SUI TASSI

LE DECISIONI DEL CONSIGLIO BCE

La BCE ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base, portando il tasso sui depositi all’1,5% e il tasso di rifinanziamento principale al 2%. Oltre al previsto aumento dei tassi, la BCE ha anche annunciato modifiche alle attuali operazioni di rifinanziamento mirate a lungo termine (TLTRO). A partire dal  23 novembre 2022 il tasso di interesse su tutte le operazioni TLTRO III sarà indicizzato ai tassi di interesse chiave della BCE medi applicabili. Ci saranno anche tre momenti aggiuntivi per i rimborsi anticipati. La banca centrale ha inoltre deciso di fissare la remunerazione delle riserve minime al tasso sui depositi presso la BCE.

Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità e un orientamento adeguato di politica monetaria.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024.

Ieri a conclusione della conferenza stampa del Governatore della BCE, abbiamo tenuto il nostro consueto punto nella diretta streaming organizzata con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, per commentare le decisioni del Consiglio. Nell’analisi che Wlademir Biasia ha fatto in merito agli impatti sul mercato partendo dal cambio eur usd, ha aperto alla possibilità che i rendimenti sul tratto lungo della curva possano aprire una fase riflessiva.

LE PREMESSE PER UN ALLENTAMENTO DELLE PRESSIONI MONETARIE

La BCE ha  aumentato i tassi di interesse per un totale di 200 punti base in un periodo di poco più di tre mesi. È il ciclo escursionistico più acuto e aggressivo di sempre. Nei due precedenti cicli di rialzo dall’inizio dell’unione monetaria, la BCE ha impiegato almeno 18 mesi per aumentare i tassi di un totale di 200 punti base. Nonostante vi siano molti segnali che preludono ad un’imminente fase recessiva la Banca centrale ha mantenuto un passo restrittivo orientato a normalizzare la politica monetaria.

Ciò nonostante il mercato ha risposto ai segnali inviati dal Baord, acquistando bond governativi sulle scadenze lunghe. Il 10 anni Germania è sceso da 2.50% a poco sotto il 2% in pochissime sedute. Il 10 anni Italia è sceso anch’esso dal picco segnato al 5%  sino a violare marginalmente il 4%.

Il governatore Christine Lagarde in conferenza stampa ha ammesso i progressi maturati sul fronte dei prezzi dell’energia riconoscendone la caduta delle quotazioni dai picchi di agosto.

Il future sul Dutch TTF è sceso da quota 350 sino a sfiorare area 90 euro mwh, maturando in meno di 60 giorni  una correzione del 70%. Anche i prezzi dell’energia elettrica sono scesi in modo altrettanto deciso. In Italia le quotazioni del PUN GME sono scese da quota 740 a quota 100 euro mwh con un ribasso del 86%.  L’energia contribuisce direttamente alla formazione del tasso d’inflazione per almeno il 30%.

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: TTF NATURAL GAS CYCLE LT

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: PUN GME TREND

Qualora i mercati consolideranno tali adeguamenti di prezzo, è verosimile attendersi un ridimensionamento dell’inflazione. Già oggi gli input price industriali stanno perdendo momentum, segnalando da tre mesi a questa parte un allentamento delle pressioni  su scala globale.

Le materie prime industriali sono ampiamente scese rispetto ai picchi di fine inverno: le quotazioni da inizio anno e su base YoY sono ampiamente scese. La tabella riporta, in ordine di ampiezza di ribasso YTD,  i principali valori delle commodity scambiate sui mercati a termine (CME – LME – SFE ..) con ampi segni negativi.

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: COMMODITY PRICE @ 28/10/22

Nelle valutazioni dei prezzi delle commodity si dovrà calcolare l’effetto dollaro, che da inizio anno è aumentato del 12%.

Il quadro complessivo dovrebbe avere effetti positivi sull’inflazione in un orizzonte non immediato ma pur sempre ravvicinato. L’incertezza del quadro geopolitico impone una certa cautela, soprattutto nei confronti del comportamento dei prezzi del gas. Tuttavia vi sono, secondo le nostre stime, concrete probabilità che i valori possano scendere ulteriormente, violando quota 90 euro mwh.

L’evento contribuirebbe  in positivo a chiudere il quadro riflessivo sul comparto delle commodity. Il rallentamento della domanda derivante dai segnali recessivi alimenterebbe ulteriormente l’aspettativa di allentamento dell’inflazione.

INTEREST RATES OULOOK

Date queste premesse, ci aspettiamo un ridimensionamento dei tassi sul tratto lungo della curva.  Già questa settimana abbiamo avuto una preview su queste dinamiche. Ci aspettiamo che l’IRS 10 y possa proseguire nell’atteso trend riflessivo, correggendo inizialmente a quota 2.5% (BT). Le nostre stime tendono a proiettare l’IRS 10y verso una mediana posizionata a al 2% con potenziali picchi minimi, che completerebbero la correzione, verso area 1.50%.

RISKOO ENTERPRISE RISK MANAGEMENT

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: IRS 10 Y CYCLE TREND

Confermano le nostre attese una correlata flessione del 10 anni Germania ed Italia, a medio termine, rispettivamente in direzione di area 1.50 (Bund); 3% (BTP)

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: BUND 10 Y YIELD TREND

BCE: LE NOSTRE ATTESE SUL CICLO DEI TASSI

WB ANALYTICS: BTP 10 Y YIELD TREND

PREVISIONI PIL: in mattinata l’UE pubblica l’aggiornamento delle stime della Commissione su crescita e inflazione dell’Unione e dei singoli paesi comunitari. Secondo indiscrezioni Ansa, nel caso dell’Italia la previsione Pil 2022 dovrebbe subire una limatura di qualche decimale, passando a 2,4% rispetto a 2,7% stimato a maggio.
Quanto alla zona euro, sempre secondo Ansa, la revisione al ribasso sarebbe significativa in particolare sul 2023: un taglio di un punto pieno rispetto al 2,3% di maggio. A pesare sono la guerra in Ucraina e la crisi del gas, dato che si teme la Russia possa prolungare la manutenzione programmata dello strategico gasdotto Nord Stream 1, con gravi ricadute sui piani di stoccaggio per l’inverno.
Nell’Eurogruppo di lunedì, del resto, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis anticipava una probabile revisione al ribasso delle previsioni di crescita e al rialzo di quelle di inflazione.

Con le ‘Spring Forecasts’ di metà maggio Bruxelles ha ridotto per la zona euro la stima sul Pil 2022 da 4% a 2,7% e alzato quella sull’inflazione a 6,1%. Tornando all’Italia, le stime Ue di primavera davano su quest’anno un’inflazione di 5,9%.

Nel frattempo la ventilata crisi di governo in Italia unita al dato di ieri superiore alle attese sull’inflazione USA portano i rendimenti del BTP 10 anni in apertura a 3.23% con lo spread a 208 punti base. Il mercato in attesa del meeting  BCE della prossima settimana, sta sondando l’area 3.15-3.35 per verificare gli strumenti effettivi che il Consiglio metterà in campo per contrapporre i rischi di frammentazione degli spread sovrani. L’eventuale violazione di 3.15% del 10 anni aprirebbe la strada per un ulteriore gamba di ribasso dei rendimenti.   I tassi del secondario italiano sono poi lentamente ridiscesi sui minimi di seduta.

I dati sull’inflazione Usa di giugno – a 9,1% su anno pubblicati ieri riportano quotazioni al massimo di oltre 40 anni e superiore alle attese. Benchè la misura sia già scontata, il dato conferma la prospettiva di una stretta sui tassi Usa da 75 punti base al Fomc di luglio ed aumenta quella di un pari rialzo a settembre. Il Treasury americano nel frattempo consolida la discesa dei rendimenti a 2,906%.  Nell’odierna giornata saranno resi noti i dati di giugno sui prezzi a monte della filiera. In questo caso il consensus è di un incremento di 0,8% su maggio e 10,7% su giugno dell’anno scorso, variazioni poco diverse da quelle del mese precedente.

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX – Riprende la spinta rialzista del dollaro, premiato sia dalle aspettative ‘hawkish’ circa le prossime mosse di Federal Reserve. L’apertura europea riporta il cross euro/dollaro a 1,002 (in calo di 0,40%); il cambio euro/yen  138,72 (+0,38%) mentre il dollaro  scambia sullo yen a 138,42 su yen (in rialzo di 0,73%). Ieri la BCE ha fatto sapere di monitorare il mercato dei cambi. Prima di una reazione dell’euro ci aspettiamo un mini-consolidamento degli attuali livelli che non esclude anche un breve approfondimento in area 0.99/98. Livello dal quale dovremmo assistere ad una reazione verso quota 1.04.

PETROLIO BRENT – Il future sul Brent sta violando, come atteso ed anticipato nel nostro blog research la soglia dei 100 dollari. In apertura europea, il futures sul Brent  viaggia in rialzo di 23 cent a 99,80 dollari il barile e quello sul Nymex di 14 cent a 96,44 dollari.

NATURAL GAS DUTCH TTF – All’ICE i futures sul TTF hanno chiuso ieri sopra la soglia 175 eur mwh a 181 ed apre marginalmente al ribasso. Le indiscrezioni su un prolungamento della manutenzione a Nord Stream 1 continuano a sostenere le quotazioni. Di pari passo il PUN GME quota 446 eur mwh sostanzialmente ai massimi livelli finora trattati.

INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

Nel mese di luglio le principali banche centrali chiameranno durante i loro meeting di politica monetaria robusti rialzi dei tassi ufficiali in risposta alle pressioni inflattive. La Fed confermerà un rialzo di 75 bp, 25 la BCE, la BoE dovrebbe alzare di 50 bp, la Banca centrale australiana lo ha appena fatto. La tendenza globale di un inasprimento aggressivo della politica monetaria vedrà inoltre la stretta della Banca centrale del Canada la quale prevede anch’essa un aumento di 75 punti base questa settimana, dopo due aumenti consecutivi di 50 punti base. Nell’insieme si supererà in termini statistici  il robusto aggiornamento di giugno.

Pensiamo che l’azione vada inserita in un contesto di adeguamento degli equilibri monetari ad uno scenario in cui la crescita dei prezzi è ben oltre le dimensioni nel rapporto di scala tra tassi ufficiali ed inflazione. Mentre i primi stanno uscendo da un ciclo deflattivo e quotano ancora a sconto sull’inflazione, quest’ultima ha raggiunto valori rapportabili alla scala degli anni ’80.

Le banche centrali sono consapevoli di questa situazione, ma probabilmente giocano sul rapporto che intercorre tra politica monetaria, inflazione e debito salvaguardando il principio nominalistico del debito a discapito del suo valore reale. La strategia potrebbe essere progettata su orizzonte temporali utili per ottenere questo risultato. Il percorso di conseguenza non sarà lineare, bensì articolato.

Il riequilibrio dei prezzi delle materie prime in atto rientra pertanto su questa linea strategica e rappresenta un’adeguamento dei valori da inserire temporaneamente nel percorso di valore.

Il ribasso delle commodity industriali a cui si sta unendo quello delle agricole e dell’energia sta spingendo il mercato ad interpretare l’attuale fase come un potenziale rallentamento dell’economia globale. Per tali ragioni è più che plausibile porsi la domanda di cui agli inizi del nostro post: inflazione siamo al picco?

L’andamento delle principali commodity confermerebbe tale ipotesi, con il distinguo sui prezzi dell’energia pagati in Europa per il gas.

Ribasso delle quotazioni delle materie prime e crescita sono quindi variabili correlate direttamente.

Questa settimana avremo il rilascio di una serie di dati sul PIL per Regno Unito, Cina e Singapore, che senza dubbio saranno al centro dell’attenzione. Allo stesso tempo, i dati sulla produzione industriale per Giappone, Eurozona, India, Cina e Regno Unito saranno esaminati per verificare l’ampiezza del rallentamento dei tassi di crescita. I dati sulle vendite al dettaglio e sul sentiment per gli Stati Uniti completerà il calendario macro economico per l’ottava che ci introduce alla prossima ottava quando ritorneranno a riunirsi i consigli della FED e della BCE per deliberare l’annunciato rialzo dei tassi.

I riflettori, tuttavia, sono probabilmente puntati sulla Cina, che ha visto persistere i blocchi nel secondo trimestre, per il quale vengono diffusi i dati sul PIL. Mentre l’ultimo PMI ha rivelato un ritorno alla crescita dopo alcuni recenti allentamenti delle restrizioni COVID-19, la crescita della domanda rimane debole nonostante la politica zero-COVID in corso. Le nostre previsioni attualmente vedono la Cina continentale contrarsi nel secondo trimestre a un tasso trimestrale annualizzato dello 0,17%, portando il tasso di crescita anno su anno allo 0,8%, il più debole dai blocchi pandemici del primo trimestre 2020.

Il Regno Unito pubblicherà le stime del PIL relative al secondo trimestre mercoledì, insieme ai dati sui servizi e sulla produzione industriale, che probabilmente confermeranno il rallentamento economico atteso. Sebbene i recenti dati PMI per il Regno Unito abbiano indicato una crescita dell’attività imprenditoriale, i sondaggi mostrano anche che la crisi del costo della vita ha colpito la crescita della domanda, aumentando il rischio di un’ulteriore contrazione economica del Regno Unito e recessione tecnica nel terzo trimestre.

Il calendario economico degli Stati Uniti prevede nella giornata di venerdì la pubblicazione dell’andamento delle vendite al dettaglio ed del sentiment dei consumatori. I dati sulle vendite al dettaglio saranno analizzati per valutare se l’aumento dei costi del carburante si sia aggiunto alle pressioni sui prezzi e abbia costretto i consumatori a ridurre la spesa, come evidenziato dai recenti sondaggi PMI sui servizi in forte rallentamento e prossimo a quota 50.

L’Eurozona, il Giappone e l’India riporteranno invece i dati sulla produzione. I primi due dovrebbero confermare nelle attese un nuovo calo rispetto alla  contrazione della produzione industriale rilevata negli ultimi mesi. Nel frattempo a differenza di altre aree il settore manifatturiero indiano continua a registrare ottime performance.

INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

I recenti sondaggi PMI hanno messo in evidenza un rallentamento dei costi di input delle aziende al ritmo più significativo degli ultimi quattro mesi, segnalando un raffreddamento dell’inflazione dei prezzi al consumo globale. Mentre la crescita e dei costi di input ha avuto improvvise accelerazioni durante la pandemia, ora sembra incontrare un significativo rallentamento della dinamica. Ciò potrebbe costituire l’inizio di una fase di riequilibrio.

In primo luogo, il recente rallentamento della domanda è maggiore che in qualsiasi momento durante la pandemia a parte la fase in cui erano attivi  i blocchi iniziali  (primavera 2020). Ritorna utile osservare  che il rallentamento dei prezzi delle commodity non è causato dalle misure di contenimento della pandemia.

In secondo luogo, il recente allentamento delle pressioni sui prezzi è associato a una sostanziale moderazione dei ritardi nella catena di approvvigionamento.

In terzo luogo, il raffreddamento della domanda finale è accompagnato da un allontanamento dalla creazione di scorte, che ridurrà ulteriormente la pressione di richiamo della domanda sui prezzi degli input.

In quarto luogo, il recente rallentamento sta determinando un forte calo delle aspettative delle imprese sulle prospettive di crescita, che ora sono scese ai minimi da settembre 2020. È probabile che questo calo della fiducia allevi la pressione sulla domanda di lavoro e sui salari, in quanto oltre ad alimentare una crescita più debole della produzione nei prossimi mesi, contribuirà ulteriormente a ridurre le pressioni sulla domanda di commodity e quindi sui prezzi.

Come sopra evidenziato rimane fuori da queste valutazioni l’incognita che più impensierisce il mondo produttivo: le quotazioni e forniture di gas in Europa.

I prezzi del future benchmark Dutch TTF dopo un consolidamento sopra quota 80 a maggio hanno ripreso a salire violando i nostri trigger di allerta per puntare verso un nuovo (ci si augura) picco tra 185/175 eur mwh. Inutile scrivere che il futuro andamento delle quotazioni è nelle mani della diplomazia, ma volendo osservare una linea più fiduciosa e fuori dagli schemi, pensiamo che prevarrà la logica di mercato. Azzardiamo pertanto l’apertura ad una visione positiva che con il ritorno dei valori sotto 135 euro possa materializzare un nuovo importante ribasso delle quotazioni.  Se ciò incontrerà i nostri auspici non mancheremo di comunicarvi i segnali per tempo.

WB MARKET MOVER MONITORFOREX MARKET

Quanto sopra scritto ci porta a confermare le nostre linee guida sull’andamento del dollaro. Il Dollar Index ha raggiunto il nostro target intermedio a quota 107 (vedi report FX OUTLOOK RISKOO). Lo abbiamo scritto e sostenuto in tempi non sospetti quando la maggioranza degli analisti istituzionali stimavano un recupero significativo per l’euro e quindi un ritorno al ribasso del dollaro.

Il rapporto eur usd invece appare destinato a verificare l’altro target per noi rilevante stimato ancora nell’OUTLOOK 2022 a 0.98 eur usd EVERYTHING MUST CHANGE.

Il mercato sta avvicinando l’area in una condizione di eccesso per cui ci aspettiamo al test  dell’area 0.99/0.98 una reazione dell’euro.

Gli operatori hanno già scontato le due manovre sui tassi attese da  BCE (+0.25%) e FED (+0.75%), in occasione delle riunioni di politica monetaria in calendario il 21 ed il 27 luglio.

Per le valutazioni sugli altri cross chiedete il nostro report dedicato FX RISKOO.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: DOLLAR INDEX TREND CYCLE

COMMODITY PERSPECTIVES

Come indicato nel nostro Outlook WB COMMODITY PERSPECTIVESla tendenza sul comparto rimane tuttora orientata al ribasso con il rame che verifica nelle quotazioni del LME area 7500 usd. le reazione susseguenti al test dell’obbiettivo atteso non modificheranno la tendenza riflessiva delle negoziazioni.

Il Brent ha collaudato area 100 usd/bar come anticipato nelle precedenti settimane, sta reagendo. Tuttavia restiamo dell’avviso che prossimamente avremo un breakout dell’area ed un declino delle quotazioni verso 80 usd/bar.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BRENT OIL TREND CYCLE

Il gas naturale Dutch TTF dopo aver violato i nostri due alert trigger a 96 euro e successivamente 130 a seguito della riduzione dell’offerta russa, ha annullato almeno momentaneamente ogni ipotesi ribassista nel breve. Tuttavia come scriviamo sopra non abbiamo declinato del tutto l’attesa per un ridimensionamento dei valori che in ogni caso matura soltanto con un ritorno sotto area 135 euro.

STOCK INDEX

In un quadro di restrizioni monetarie, rallentamento della domanda i mercati azionari in correlazione con quello delle materie prime tendono a consolidare l’attuale fase riflessiva di cui abbiamo anticipato le tendenze ancora alla fine dello scorso anno. Riteniamo che non sia esaurita tale fase e che l’avversione al rischio possa ancora produrre regressioni nell’ordine del 10/15% sugli attuali valori.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: S&P 500 TREND CYCLE

BOND YIELD

E’ interessante osservare la dinamica dei rendimenti. Le curve confermano lo scenario sopra descritto tracciando un profilo riflessivo evidente anche nel tratto lungo delle duration. Il nostro modello stima una flessione dei rendimenti sul tratto a 10 anni verso 0.75% a breve termine e non esclude ulteriori ribassi a medio. Ciò significa che la nostra view sul 10 Y Treasury yield rimane orientata a verificare ribassi in direzione di 2,50/2.25% a breve, 2% in un orizzonte marginalmente più ampio. In tale contesto pensiamo che i rischi sulla frammentazione dell’eurozona possano progressivamente rientrare a beneficio del BTP.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BUND YIELD 10 Y TREND CYCLE

BANCHE CENTRALI MARKET MOVER MONITOR

FED – Al via la due giorni di politica monetaria del Fomc, da cui sono attesi segnali su un primo rialzo dei tassi di interesse a marzo e sulla riduzione degli asset in bilancio per oltre 8.000 miliardi di dollari, mentre gli Usa fanno i conti con un’inflazione ai massimi da 40 anni. Ci sono comunque ragioni per cui la Fed potrebbe non voler avviare il cambiamento troppo presto, con la pandemia che è tutt’altro che conclusa, anche se gran parte degli investitori prezzano un rialzo di 25 punti base a marzo e altri tre rialzi entro la fine dell’anno .

BCE – In arrivo nel primo pomeriggio i dati settimanali sugli acquisti in ambito Qe e Pepp, dopo i numeri di martedì scorso che hanno evidenziato un’accelerazione.
Intanto il mercato continua a ragionare su possibili rialzi dei tassi anche da parte di Francoforte. Deutsche Bank ora scommette su un rialzo di 25 punti base a dicembre 2022, rispetto alle precedenti attese per un rialzo di 10 pb a dicembre 2023.

BTP -Riferimenti odierni saranno 1,35% per il tasso del Btp benchmark giugno 2032 e 145 punti base per lo spread sul Bund decennale, dopo una seduta in modalità risk-off che solo sul finale ha registrato qualche nervosismo con l’elezione del presidente della Repubblica in corso.
A  mercati chiusi il Tesoro annuncerà i dettagli dell’asta a medio-lungo di fine mese in programma venerdì, mentre ieri sera ha comunicato che il giorno prima, giovedì, metterà a disposizione 6 miliardi di euro nel Bot semestrale.
Potrebbe intanto concretizzarsi oggi il lancio da parte della Francia di un indicizzato con scadenza luglio 2053.

ALTRE BANCHE CENTRALI – Il governatore di Bank of Japan Haruhiko Kuroda si è impegnato a mantenere la politica monetaria ultra-accomodante, mentre nel Paese con la crescita dell’inflazione si inizia a parlare di aumenti degli stipendi.
La banca centrale di Singapore ha effettuato a sorpresa una stretta monetaria per far fronte ai rischi legati all’inflazione.

STIME FMI – Il Fondo monetario internazionale pubblica in giornata l’aggiornamento del ‘World Economic Outlook’ con le nuove previsioni di crescita. Per il Pil italiano il confronto sarà con il 4,2% per quest’anno e il 5,8% per il 2021 stimati lo scorso ottobre.

GEOPOLITICA

MARKET MOVER MONITOR

UCRAINA – La Nato sta mettendo forze in standby e rafforzando la presenza in Europa orientale con navi e aerei, in quella che Mosca denuncia come “isteria” occidentale in risposta all’ammassarsi di truppe russe al confine con l’Ucraina. Il Dipartimento della Difesa Usa ha detto che 8.500 militari aspettano ordini per il dispiegamento nella regione se la Russia dovesse attaccare. Il responsabile per la Politica estera Ue, Josep Borrell, ha detto che gli sforzi dell’Unione per convincere Mosca a dialogare proseguiranno.  I ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles hanno messo in guardia Mosca dalle conseguenze di un’invasione, ma sono divisi sull’eventuale risposta da dare. I leader occidentali, secondo una nota diffusa da Downing Street ieri sera dopo un incontro virtuale, hanno concordato di mettere in atto risposte rapide in caso di attacco compreso un pacchetto di sanzioni “senza precedenti”.

La combinazione del crescente rischio geopolitico in Ucraina e dei movimenti a volte disordinati dei mercati azionari ha iniziato a mettere a dura prova le valute ad alto beta e quelle più correlate agli asset rischiosi. L’incertezza sugli eventi nell’Europa orientale potrebbe scoraggiare un rapido ritorno a tali valute, mentre l’apprezzamento del renminbi, in linea con il nostro scenario per il 2022, favorisce i cambi asiatici. Le valute europee le cui economie hanno una maggiore esposizione alle importazioni russe di gas naturale presumibilmente rimangono più vulnerabili.

La Banca centrale russa (CBR) ha fatto ieri la sua prima grande mossa per affrontare la volatilità nei mercati locali sospendendo gli acquisti in valuta estera per un valore di 0,5 miliardi di dollari su base giornaliera. La mossa sembra aver fornito un supporto temporaneo al Rublo. Sarà utile osservare se la CBR inizierà a fornire liquidità FX al mercato (ha enormi riserve in divise estere) e se tali mosse inizieranno a rivelarsi disordinate. L’eventuale mancanza di liquidità sul usd/rub e la presunta riduzione dei flussi in usd da parte degli esportatori di energia, potrebbe rivelarsi un fattore scatenante per l’impennata del cambio come accaduto nelle precedente crisi del Donbass del 2014. Tuttavia l’economia e il bilancio sovrano della Russia sono in una posizione migliore rispetto al 2014; ciò dovrebbe mitigare le pressioni sul rublo a seguito di ulteriori tensioni. Il vero nocciolo della questione riguarda le potenziali sanzioni che l’occidente potrebbe imporre alla Russia in caso di un’escalation militare. La più temuta riguarda l’esclusione dal circuito SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) ci aspettiamo che gli investitori stranieri evitino le attività russe fino a quando la situazione non diventa molto più chiara.

PMI FLASH

MARKET MOVER MONITOR

Ieri markit ha pubblicato l’esito dei sondaggi PMi sorprendendo in parte le attese della vigilia.

EUROZONA – La crescita dell’attività economica dell’Eurozona è rallentata per il secondo mese consecutivo a gennaio, poiché la diffusione della variante Omicron ha avuto un impatto crescente sull’economia della regione. Sebbene l’attenuazione dei ritardi nella catena di approvvigionamento abbia fornito un gradito impulso alla produzione manifatturiera, le rinnovate restrizioni COVID-19 hanno portato a un marcato rallentamento della crescita del settore dei servizi.

I prezzi medi praticati per beni e servizi sono aumentati a un tasso significativo secondo i manager degli acquisti, tuttavia un allentamento della pressione dei costi di input alla produzione ha suggerito un raffreddamento delle pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime.

La crescita del settore manifatturiero è accelerata al livello più veloce dallo scorso agosto. Sebbene i problemi di personale abbiano frenato la produzione in alcune fabbriche, i vincoli di fornitura si sono attenuati, contribuendo a incrementare la produzione in molte aziende. I ritardi medi di consegna dei fornitori si sono allungati nella misura minima da gennaio dello scorso anno, con un minor numero di articoli segnalati in carenza di forniture e ritardi di spedizione che mostrano segni di allentamento. La crescita è stata registrata in tutti i principali settori manifatturieri, compreso un secondo mese consecutivo di aumento della produzione nel settore automobilistico.

MARKET MOVER MONITOR

Crescita PMI EUROZONA

USA – L’aumento dei casi di virus ha portato l’economia statunitense quasi a una battuta d’arresto all’inizio dell’anno, con le attività interrotte dal peggioramento dei ritardi nella catena di approvvigionamento e dalla carenza di personale, con nuove restrizioni per controllare la diffusione di Omicron che si aggiungono ai venti contrari alle aziende. Tuttavia, nonostante l’esito del sondaggio segnali un inizio anno deludente, lo stesso contiene alcuni segnali incoraggianti per le prospettive a breve termine.

Adeguato ai fattori stagionali, l’indice Markit Flash US Composite PMI Output, che copre sia il settore manifatturiero che quello dei servizi, ha registrato un valore di 50,8 a gennaio, in forte calo rispetto a 57,0 di dicembre. Il conseguente aumento dell’attività è stato solo marginale ed il più contenuto da luglio 2020.

Il PMI flash di gennaio è quindi indicativo di una crescita annualizzata del PIL prossima allo stallo all’inizio del 2022, rappresentando una marcata contrazione della crescita robusta del 3,25-3,5% segnalata per il quarto trimestre del 2021. Sarà interessante a questo punto verificare come la Fed analizzerà tali dati declinandoli al contesto inflativo ed all’attesa per il rialzo dei tassi.

Richiedi approfondimenti

MARKET MOVER MONITOR

Crescita PMI USA

MARKET MOVER MONITOR

I dati macro che oggi riporta il calendario fanno il punto sul percorso della ripresa in molte aree economiche.

Indubbiamente i più significativi si concentrano sugli Stati Uniti: GDP, ordinativi alle fabbriche di beni durevoli, deflattore del Pil, sussidi di disoccupazione.

Il GDP in seconda lettura per il IQ segna aspettative di crescita al 6,5%, la precedente lettura è stata stimata a 6,4%. Gli ordinativi crescono ma meno rispetto al mese precedente +0,8% (attesa) rispetto a 2,3%. Diminuiscono nelle attese anche le richieste dei sussidi di disoccupazione 425k  contro 444k. I dati sono strettamente monitorati in ottica Fed. Ieri, il vice responsabile della supervisione Fed Quarles ha detto di essere pronto a discutere di ridurre alcune misure di sostegno di emergenza all’economia, anche se solo per chiarire i piani della Fed. Verso una normalizzazione anche in Nuova Zelanda dove il governatore della banca centrale ha detto che le condizioni di politica monetaria potrebbero iniziare a normalizzarsi tra un anno se le prospettive economiche dovessero essere quelle previste.

LA FIDUCIA DELLE IMPRESE IN ITALIA CHE GUARDANO ALL’EXPORT

Questa mattina invece l’Italia riporta il dato sulla fiducia delle imprese elaborato dall’Istat a maggio il consensus ipotizza un miglioramento rispettivamente a 104,4 e 106,4. Da maggio dello scorso anno abbiamo avuto una crescita mensile lineare della fiducia. In assoluto il dato sta avvicinando i picchi che si sono visti agli inizi del 2018 e nel biennio 2005-2006. Bene.

La Bilancia Commerciale italiana riporta anch’essa un saldo positivo. Significa che l’export ha trainato ancora una volta la crescita. Mettendo in relazione i dati export fissati prima della pandemia febbraio 2019 con il mese di  febbraio 2021, l’export italiano è cresciuto dell’1,4% contro la flessione dello 0,5% di quello tedesco e  la flessione del 10,2% di quello francese. Lo stesso raffronto relativo al mese di marzo vede la Germania con un +7,4%, l’Italia con un +9,1% e la Francia con un -3,9%. Del resto avevamo già evidenziato con la lettura dei dati PMI manifatturieri un robusto segnale della ripresa del Made in Italy nel mondo.

LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN GERMANIA

l’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori tedeschi che guardando a giugno dovrebbe mostrare un miglioramento a -5,2 rispetto all’inaspettato calo per -8,8 del mese precedente, in linea con gli analoghi dati francesi e con l’Ifo tedesco dei giorni scorsi.

CINA

Questa mattina  il National Bureau of Statistics cinese ha riportato l’andamento dei PROFITTI INDUSTRIALI in CINA – I profitti delle industrie cinesi sono cresciuti a un ritmo più lento in aprile. I profitti sono saliti del 57% su anno ad aprile a  768,63 miliardi di yuan, a un ritmo più lento rispetto al +92,3% visto a marzo.

USA-CINA – La rappresentante statunitense per il Commercio Katherine Tai ha detto che gli Usa devono ancora fare i conti con “sfide molto consistenti” nelle proprie relazioni commerciali ed economiche con la Cina che pertanto richiedono molta attenzione da parte dell’amministrazione Biden, come detto a Reuters.

MARKET MOVER
Benché la volatilità si sia appiattita nelle ultime ore, rileviamo acquisti significativi su BTP e Bond governativi in generale. Qualche vendita sull’equity per cui rimane sempre attiva la finestra distributiva, vendite sul comparto delle commodity ed infine vendite di euro contro dollaro, acquisti di cny contro euro e contro dollaro.

Il dollaro ritorna ad essere sostenuto dalle prime aperture Fed, ufficiali,  su un avvio del dibattito sul ‘tapering’. Attorno alle 7,40 il cross euro/dollaro è a 1,2192 (in rialzo di 0,02%); il cambio euro/yen è a 133,02 (in calo di 0,04%) mentre il dollaro contro yen scambia a 109,1 ( in calo di 0,04%). Come scriviamo da due settimana il punto centrale del mercato in questa fase rimane concentrato su quota 1,2160 eur usd.  Oggi avremo modo di collaudare nuovamente il punto qualora i dati di cui sopra dovessero confermare le attese.

GREGGIO – Prezzi in calo in un mix di fattori che vedono da un lato l’ottimismo per la stagione estiva in Europa e Usa e dall’altro i timori per la domanda dall’India e per il potenziale aumento della fornitura dall’Iran. Alla stessa ora il future sul Brent quota in calo di 29 cent a 68,58 dollari al barile e il future sul Nymex viaggia in calo di 27 cent a 65,94 dollari.

TREASURIES – Il benchmark decennale sui mercati asiatici rende 1,576%, in rialzo di 0,002 rispetto alla chiusura a 1,574%.

I DATI DI OGGI SUL PERCORSO DELLA RIPRESA

WB ANALYTICS: EUR USD