PREVISIONI PIL: in mattinata l’UE pubblica l’aggiornamento delle stime della Commissione su crescita e inflazione dell’Unione e dei singoli paesi comunitari. Secondo indiscrezioni Ansa, nel caso dell’Italia la previsione Pil 2022 dovrebbe subire una limatura di qualche decimale, passando a 2,4% rispetto a 2,7% stimato a maggio.
Quanto alla zona euro, sempre secondo Ansa, la revisione al ribasso sarebbe significativa in particolare sul 2023: un taglio di un punto pieno rispetto al 2,3% di maggio. A pesare sono la guerra in Ucraina e la crisi del gas, dato che si teme la Russia possa prolungare la manutenzione programmata dello strategico gasdotto Nord Stream 1, con gravi ricadute sui piani di stoccaggio per l’inverno.
Nell’Eurogruppo di lunedì, del resto, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis anticipava una probabile revisione al ribasso delle previsioni di crescita e al rialzo di quelle di inflazione.
Con le ‘Spring Forecasts’ di metà maggio Bruxelles ha ridotto per la zona euro la stima sul Pil 2022 da 4% a 2,7% e alzato quella sull’inflazione a 6,1%. Tornando all’Italia, le stime Ue di primavera davano su quest’anno un’inflazione di 5,9%.
Nel frattempo la ventilata crisi di governo in Italia unita al dato di ieri superiore alle attese sull’inflazione USA portano i rendimenti del BTP 10 anni in apertura a 3.23% con lo spread a 208 punti base. Il mercato in attesa del meeting BCE della prossima settimana, sta sondando l’area 3.15-3.35 per verificare gli strumenti effettivi che il Consiglio metterà in campo per contrapporre i rischi di frammentazione degli spread sovrani. L’eventuale violazione di 3.15% del 10 anni aprirebbe la strada per un ulteriore gamba di ribasso dei rendimenti. I tassi del secondario italiano sono poi lentamente ridiscesi sui minimi di seduta.
I dati sull’inflazione Usa di giugno – a 9,1% su anno pubblicati ieri riportano quotazioni al massimo di oltre 40 anni e superiore alle attese. Benchè la misura sia già scontata, il dato conferma la prospettiva di una stretta sui tassi Usa da 75 punti base al Fomc di luglio ed aumenta quella di un pari rialzo a settembre. Il Treasury americano nel frattempo consolida la discesa dei rendimenti a 2,906%. Nell’odierna giornata saranno resi noti i dati di giugno sui prezzi a monte della filiera. In questo caso il consensus è di un incremento di 0,8% su maggio e 10,7% su giugno dell’anno scorso, variazioni poco diverse da quelle del mese precedente.
FOREX – Riprende la spinta rialzista del dollaro, premiato sia dalle aspettative ‘hawkish’ circa le prossime mosse di Federal Reserve. L’apertura europea riporta il cross euro/dollaro a 1,002 (in calo di 0,40%); il cambio euro/yen 138,72 (+0,38%) mentre il dollaro scambia sullo yen a 138,42 su yen (in rialzo di 0,73%). Ieri la BCE ha fatto sapere di monitorare il mercato dei cambi. Prima di una reazione dell’euro ci aspettiamo un mini-consolidamento degli attuali livelli che non esclude anche un breve approfondimento in area 0.99/98. Livello dal quale dovremmo assistere ad una reazione verso quota 1.04.
PETROLIO BRENT – Il future sul Brent sta violando, come atteso ed anticipato nel nostro blog research la soglia dei 100 dollari. In apertura europea, il futures sul Brent viaggia in rialzo di 23 cent a 99,80 dollari il barile e quello sul Nymex di 14 cent a 96,44 dollari.
NATURAL GAS DUTCH TTF – All’ICE i futures sul TTF hanno chiuso ieri sopra la soglia 175 eur mwh a 181 ed apre marginalmente al ribasso. Le indiscrezioni su un prolungamento della manutenzione a Nord Stream 1 continuano a sostenere le quotazioni. Di pari passo il PUN GME quota 446 eur mwh sostanzialmente ai massimi livelli finora trattati.