MILANO FRANCOFORTE
FRANCOFORTE: gli NPL, i crediti deteriorati in Europa ammontano a 988 miliardi di euro; l’Italia ne detiene 249.. Troppi per la vigilanza della BCE.
La Bce starebbe valutando un aumento degli accantonamenti non solo per gli NPL che interesseranno i bilanci delle banche dell’Eurozona dal 2018 in poi, ma anche per l’intero stock degli NPL stessi, che ammonta a quasi 1 trilione di euro (IMF World Economic and Financial Surveys ). La notizia innervosisce gli operatori in quanto dall’addendum della Bce diffuso qualche giorno fa era emerso che le nuove disposizioni sarebbero state applicate solo ai flussi futuri dei crediti deteriorati. E’ vero che l’addendum sarà sottoposto a consultazione, e dunque la sua versione finale potrebbe essere diversa, ma l’attrito tra l’Italia e la supervisione bancaria della Bce che ha capo a Daniele Nouy, non fa altro che acuirsi.
Contemporaneamente la Commissione Europea avanza un nuovo pacchetto di riforme relativo alle normative bancarie orientato all’introduzione di miglioramenti prudenziali al CRR (Capital requirements regulation) ed al CRD (capital requirement directive, attualmente CRD IV). Se analizziamo le modifiche al CRR, al fianco a limiti nell’utilizzo della leva finanziaria (ora possibile solo con un attivo massimo inferiore a 33,3 volte il capitale TIER1 della banca) e nuovi sistemi di calcolo degli indici, abbiamo il seguente punto: introduzione di una nuovo schema di controllo sulle grandi esposizioni, che includa : I) una nuova base di calcolo del capitale (TIER1 invece che Capitale dedicato) II)presupposti più stretti per l’esposizione di una G-SIB (Global Systemicaly Important Bank) verso un’altra G-SIB, che non possono superare il 15% del TIER1 e III) una norma che preveda che i titoli di stato acquistati dopo il 31/12/2016 siano sottoposti allo stesso schema di controllo, con un periodo di transizione di tre anni.
Ciò significa: che a partire dal 31/12/2016 le banche non potranno più possedere titoli o debito verso uno stato superiore al 15% del tier1 della banca stessa.
L’applicazione di questi due interventi normativi costituiscono per l’Italia un’opzione nucleare. Nel commento che ho rilasciato in un’intervista alla redazione di Rai 1, ho semplicemente espresso tutta la preoccupazione che l’attuazione di una simile ipotesi possa creare al Paese e che per tale ragione sia giunto il momento di fare sistema per contrapporre una voce politica a quanto si vuole omologare. A conferma delle preoccupazioni, alcuni rumors di mercato attribuiscono a Ray Dalio, capo dell’hedge fund Bridgewater, l’apertura di uno short speculativo contro Banca Intesa prossimo agli 800 milioni di euro.
Non è più quindi lo spread l’arma di diffusione del panico, bensì le banche. In effetti, la presenza della BCE sul mercato secondario dei titoli di stato attraverso il programma QE, annichilisce l’azione offensiva di quanti ritengono aggredibile il BTP. E’ chiaro quindi che in qualche club qualcuno possa progettare di collaudare la fragilità dell’Italia attraverso le banche collaudandone la resilienza. Il problema semmai nasce dall’Ipotesi concreta che tali misura, qualora applicate, possano nuocere all’erogazione del credito verso PMI e famiglie, minando i gracili segnali di ripresa.
Al momento però, osservando i prezzi non si rilevano tracce specifiche di minacce tracciabili in modo allarmante.
Lo spread è rientrato sotto area 175 punti base, il 10 anni, tratto della curva in cui si prezza il livello percepito sul rischio paese, sta addirittura scendendo sotto la nostra quota di sostegno e dirigendo verso area 1,95 dove abbiamo collocato il livello più significativo dell’attuale setup operativo in quanto la sua violazione determinerebbe una conferma di un sell signal in grado di rafforzare ulteriormente i corsi del BTP.
Banca Intesa quota all’interno di una fascia correttiva dove 2,80/2,65 costituiscono il punto da cui non scendere per evitare di dare forza e visibilità ai rumors di cui prima. Essendo inoltre come risaputo Banca Intesa uno dei costituent più significativi del FTSE MIB il dettaglio non è di poco conto.
Ma al netto del noise prodotto dai media, rimane il fatto che l’Italia continua a rientrare nelle inferenze di quanti sono sul mercato e cercano di captare quali possano essere i rischi in grado di far deragliare il trend dominante.
Il trend e gli eventuali rischi che lo possono mettere in discussione rappresenta l’ossessione di tutti gli investitori. A tale scopo sono state isolate diverse fonti di crisi, i cui esempi più recenti sono riconducibili alla Corea del Nord, la secessione catalana, l’eventuale riduzione del bilancio della Fed e l’avvio del tapering in Europa, per finire con l’eccesso di indebitamento globale.
Si parla di bolla, ma in realtà chi ha posizioni già aperte da tempo le mantiene, chi è rimasto fuori continua a farlo per non correre il rischio di assumere una posizione rimanendo con il cerino in mano. Trend is your friend!
Il trend follwing è stato di fatto il tema che abbiamo sviluppato lo scorsa settimana all’IFTA World 2017: Sailing To The Future. Abbiamo invitato 50 tra i più importanti analisti Quant e Tecnici al mondo per fare il punto sulle strategie di Trend Following. Sono emersi molti spunti di riflessione, si è parlato del ruolo degli algoritmi nell’Intelligenza Artificiale, nel Machine Learning, nelle strategie sistematiche. I mercati sono percepiti più complessi perché il loro studio è reso più composito ed articolato dalla disponibilità dei Big Data. Tuttavia ciò che rende caotico lo sviluppo dei mercati è il loro andamento non lineare.
Per questa ragione diventa imprevedibile la progressione delle bolle. Ciò su cui possiamo invece lavorare è centrato sulle stime di velocità di convergenze/divergenza delle traiettorie definite nello spazio delle fasi di un ciclo.
I sistemi dinamici caotici sono caratterizzati dalla presenza di un attrattore nello spazio degli stati. Un attrattore è una forma geometrica che caratterizza il comportamento a lungo termine nello spazio degli stati. In altri termini, un attrattore è ciò verso cui si stabilizza, o è attratto, il comportamento di un sistema. E’ un oggetto frattale a cui è associata una dimensione frattale.
Quando sostituiamo al pensiero lineare quello frattale, la pluridimensionalità metaconsapevole, implicante la possibilità/necessità di esaminare /definire lo spazio, abbiamo l’opportunità di comprendere il livello dimensionale su cui stiamo operando non semplicemente in forma binomiale, bensì in un sistema processuale.
E’ questa la metodologia a cui in WBA ci ispiriamo: una continua ricerca perché, come scriveva Edgar Allan Poe, -ciò che è nascosto po’ essere trovato, purché venga cercato con sufficiente attenzione e diligenza; mentre ci vuole un intelletto superiore per trovare ciò che si ha sotto gli occhi-.
Dobbiamo quindi ampliare lo sguardo su tutto il piano operativo che abbiamo di fronte.
In termini generali i mercati si sentono ancora sufficientemente protetti dal fatto che le banche centrali non hanno nessuna intenzione di inasprire in modo lineare la loro politica monetaria. Da mesi stanno preparando il mondo ad un lento rialzo dei tassi negli USA, ad una moderata e progressiva chiusura del programmi QE in Europa.
Ciò nonostante l’equilibrio esibito dalle quotazioni dello Standard & Poor 500 da inizio mese, appare prossimo ad un cambiamento qualitativo della sua struttura. Lo Skew dell’indice, che rappresenta il calcolo differenziale della volatilità tra le opzioni at-the-money con quelle out-of-the-money, misura in termini probabilistici che possano verificarsi rischi di coda qualora il suo valore superi quota 100.
L’attuale valore 135/147 sottolinea che queste probabilità sono in aumento e che le attese o, meglio ancora, i timori degli operatori considerano un potenziale movimento dei prezzi anomalo.
Lo SKEW, tende quindi ad avere una maggiore sensibilità del più noto Vix.
Tant’è che oggi mentre rileviamo valori di Vix prossimi ai minimi, lo Skew fluttua su massimi storicamente rilevanti, 147,53 16 ottobre.Il trigger point sotto cui potrebbero scattare iniziali ordini di vendita per il mercato sottostante quota in area 2540. I minori volumi che abbiamo rilevato in questa fase potrebbero, in caso di breakout, aprire ampiezze correttive più significative del differenziale che intercorre tra le attuali chiusure ed il trigger point.
L’Europa al momento appare distratta dalle vicende spagnole. Anche nel caso degli indici europei notiamo dagli inizi di settembre un progressivo decadimento dei volumi.
Ciò non ha prodotto per il momento alcun segnale che possa turbare gli investitori, fatto salvo alcune anomalie di fondo. Nel caso dell’Eurostoxx 50 stiamo monitorando quota 3590/70 come iniziale livello trigger per l’apertura di un contesto correttivo. In realtà il nostro modello qualifica in termini correttivi cadute di prezzo sino a quota 3500/450, riconoscendo soltanto sotto quest’area eventuali condizioni di criticità meritevoli di un cambiamento dell’Outlook.
Per il FTSE MIB il corrispondente livello d’innesco del processo correttivo quota in area 22250, mentre i livello più sensibili ad un cambiamento dell’Outlook si collocano tra 21300 & 20600.
Sull’area emergente al di là di eccessi statistici localizzati in alcuni indici di mercato, rileviamo aumenti di volatilità, come già anticipato nel rapporto mensile, ed un andamento più attraente nel caso di Russia, la quale sconta un carico speculativo inferiore.
La positività della componente emergente deriva anche dal positivo andamento delle commodity. Il Brent come indicato nei precedenti mesi ha raggiunto i target intermedi rispettando le attese minimali per il nostro modello che rimane bullish.
Attendiamo la verifica del prossimo obbiettivo in area 60 usd/bar dove prevediamo un’azione di contrasto alla prosecuzione del rally in corso. La violazione di 60 usd aprirebbe la strada per l’impulso finale verso l’area obbiettivo stimata per quest’anno a quota 65 usd/bar. Il comparto World Energy (usd_based) non ha ancora riassorbito pienamente la discesa maturata nella prima
parte dell’anno; siamo confidenti che vi siano comunque le condizioni per poterlo fare nel caso in cui l’azione di consolidamento, che ci attendiamo si sviluppi nelle prossime sedute, consenta ai corsi di ritornare ad apprezzarsi oltre gli attuali valori.
In un quadro anomalo per molti versi, apparentemente anestetizzato da forze accomodanti, il dollaro ha ripreso ad apprezzarsi. Il cambio eur usd, dopo l’attesa reazione verso area 1,1850/1,1900, ha subito nuovamente il ritorno delle vendite. Attendiamo ora il breakout di 1,1680 per aprire una nuova sezione del ritracciamento del movimento che da aprile aveva animato l’anomalo rally verso i recenti massimi segnati a 1,21. La discesa, salvo falsi segnali, tenderà a riportare i valori tra 1,1450/1,1400. Di converso l’oro, come sospettavamo, non è andato oltre 1300 usd/oz, confermando ancora una volta di non essere pronto per oltrepassare la grande barriera tecnica che si contrappone al suo rialzo.
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