I dati PMI Manufacturing e Services che abbiamo analizzato su scala globale dopo la loro pubblicazione che riportava i dati aggiornati al mese di maggio, evidenziano un nuovo rallentamento della crescita. In Eurozona abbiamo visto peggiorare tutte e due le famiglie di dati, mentre negli Stati Uniti abbiamo rilevato soltanto un miglioramento parziale della performance economica a maggio rispetto ad aprile. Rimane impressionante la perdita di fiducia delle imprese tedesche. La Germania soffre più di altre aree le difficoltà sommate tra la minore sicurezza in campo energetico associata alla transizione ecologica.
Nel nostro report aggiornato WB COMMODITY PERSPECTIVES mettiamo in evidenza le diverse storie macro economiche che stanno caratterizzando l’andamento di ogni singola macro regione.
Come sempre al centro di ogni riflessioni vi è l’evoluzione della crescita negli Usa rispetto all’Eurozona e rispetto alla Cina Continentale.
Il PMI composito negli Usa relativo al mese di maggio è stato rivisto al ribasso a seguito di una minore espansione delle attività nel settore dei servizi. L’analogo indice dei servizi ISM pubblicato nel Report On Business dell’Institute for Supply Management, ha evidenziato a malapena una crescita a seguito del rallentamento dei nuovi ordini e la discesa dell’occupazione al di sotto del livello critico di 50. Dal punto di vista dei prezzi, il sondaggio ISM ha indicato una flessione dell’indice al minimo di tre anni. Anche gli ordinativi industriali di aprile hanno registrato valori inferiori alle attese. Il tenore dei dati ha interrotto il rialzo del prezzo del petrolio, riacceso dopo le dichiarazioni del Ministro del petrolio arabo su un ulteriore taglio della produzione giornaliera a partire dal mese di luglio.
Ciò dovrebbe supportare l’idea che la Fed possa permettersi di mettere in pausa il suo ciclo di inasprimento come da attese, nella riunione del Fomc nel prossimo meeting del 13/14 giugno.
La curva future dei Fed Funds non sconta più chiamate al rialzo da parte dei consiglieri della Fed.
Rimangono invece sempre di tono restrittivo le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della BCE e dal Governatore della Bundesbank. Tuttavia la divergenza d’opinione tra le due banche centrali non ha sostenuto l’euro. Il rapporto di cambio , come da nostre attese già formulate nelle precedenti settimane, ha continuato a scendere violando definitivamente al ribasso area 1.0730 eur usd ed apprestandosi a testare nuovamente quota 1.0625.
E’ altamente probabile che il cambio tenderà a posizionarsi in attesa dell’esito dei due meeting della prossima settimana, Fed e BCE, nel range 1.0630/1.730.
Nel frattempo cogliamo con soddisfazione il segnale di raffreddamento dell’inflazione evidenziato per l’Eurozona a maggio.
I sondaggi PMI continuano a segnalare ulteriori ribassi degli Input costs e dei Prices charged su scala globale. L’indice calcolato riporta i propri valori ai tempi della pandemia assorbendo gran parte della percezione accumulata sulla pressione dei prezzi scoppiata successivamente. Contribuiscono a comporre tale risultato il ribasso dei prezzi di molte commodity industriali ed agricole a cui dobbiamo aggiungere l’assorbimento quasi totale del rialzo dei prezzi del gas ed in parte del petrolio. Su questo elemento ha giocato ancora una volta il rapporto di forza che l’Opec+ sta esercitando nei confronti del mercato. Il rischio di un breakout di area 70 usd/bar (Brent), più volte da noi segnalato come livello critico ai fini della formazione dei prezzi, ha spinto l’Arabia ad incrementare i tagli della produzione per sostenere i prezzi in un contesto in cui la domanda tende a flettere sostenendo l’azione speculativa al ribasso dei money managers.
Il mercato quindi, dopo la conclusione del tema sul debt ceiling americano, ritorna a focalizzare l’attenzione sulle prospettive economiche e la continua debolezza del settore di produzione dei beni, che a sua volta ha portato a un calo dell’inflazione dei relativi prezzi. Oltre all’area G7, diverse regioni asiatiche hanno visto prevalere la debolezza a seguito di una domanda debole. La PBoC ha chiesto alle banche di sostenere il tenore della crescita applicando una riduzione dei tassi nella concessione di credito. Il clima generale delle esportazioni nella Cina continentale rimane influenzato negativamente da una flessione sempre più marcata dei flussi commerciali globali.
Tuttavia il comparto dei servizi continua a sostenere la crescita globale. Anche nel mese di maggio si è registrata una divergenza settoriale ancora maggiore in termini di nuovi afflussi di ordini, dove il divario tra servizi e manifatturiero è cresciuto al massimo dal 2009. Mentre la crescita della domanda di servizi ha raggiunto il livello più ripido da luglio 2021, i nuovi ordini nel settore manifatturiero sono diminuiti per l’undicesimo consecutivo mese.
FOREX MARKET
In questo scenario ci avviciniamo al nuovo appuntamento con i meeting delle banche centrali. Martedì la Reserve Bank of Australia ha alzato nuovamente i tassi di 25 bp portandoli al 4,10%. L’eur aud, già inserito in contesto di riflessivo ha accelerato al ribasso favorito dagli acquisti di dollari australiani. Ci aspettiamo a breve un test dell’area 1.5850 eur aud con una propensione di medio termine sempre orientata all’apprezzamento della divisa australiana.
Anche la Bank of Canada Bank aggiorna mercoledì’ la propria linea di policy. Il mercato non sconta particolari manovre. L’eur cad sta avvinando la soglia da noi attesa a 1,4280/60, dove pensiamo che si possa aprire una fase di consolidamento delimitata sulla parte alta del range da quota 1.45. L’azione di breve respiro dovrebbe riportare nuova domanda sul dollaro canadese spingendo i corsi a violare area 1.4250 per puntare verso 1.40 eur cad.
RATES
Il progressivo raffreddamento dell’inflazione sta contribuendo ad aumentare il flusso di domanda sui bond governativi su scadenze medio lunghe. Gli operatori guardano con attenzione area 2.25 per il 10 Y Bund e 4% per il 10 Y BTP dove è presente il trigger sotto cui incrementare gli acquisti. Il 10 anni Treasury americano continua a consolidare il range sotto 3.85% per flettere nuovamente in direzione di area 3,45 e 3,30% a breve termine.
L’IRS a 2 anni continua a distribuire all’interno di una fascia di valori ristretta, propedeutica ad una verifica di quota 3,45 & 3,25%. Sotto tale range dovremmo assistere ad una ripresa dell’azione riflessiva che il nostro modello stima possa riportare i tassi verso 2.75% nei prossimi mesi.