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LA BCE DICHIARA DI NON AGIRE SULLA SCIA DELLA FED

Tassi: la BCE dichiara di agire indipendentemente dalla FED sui tassi 

Il rapporto sull’inflazione statunitense dello scorso mercoledì unito all’esito della conferenza stampa della BCE di giovedì, sembra aver stabilito il profilo di una divergenza tra la linea di tendenza della policy monetaria Usa e dell’Eurozona. In INSIDE CENTRAL BANK, abbiamo messo a fuoco le dichiarazioni volutamente enfatizzate da Christine Lagarde sull’indipendenza di giudizio della BCE verso la FED, che il mercato ha colto come un segnale tangibile della disponibilità del Consiglio di rimodulare la politica monetaria a prescindere dall’azione della Riserva Federale.  

In realtà la forzatura con cui la Governatrice ha voluto demarcare le linee di confine è stata così enfatizzata  da trasmettere l’effetto opposto, ovvero la percezione di una certa subalternità delle policy operative. Poco importa. Conta la reazione degli investitori e quanto rilevato nel mercato valutario e dei tassi d’interesse.

La pressione sull’euro proviene contemporaneamente da diverse direzioni. Sul versante statunitense, i mercati hanno continuato a ricevere dati pro-inflazionistici dall’inizio del mese: accelerazione dell’attività manifatturiera, forte crescita di nuovi posti di lavoro e accelerazione dell’IPC oltre le attese. Questi dati hanno continuato a posticipare la data del previsto taglio dei tassi da parte della Fed e il numero di queste mosse. Sul versante europeo, al contrario, la pubblicazione dei dati e i commenti dei consiglieri della BCE hanno sostenuto il sentiment per il primo taglio a giugno. E questa è una divergenza che i mercati non possono più ignorare.

Nella nostra news letter FX RISKOO dove elaboriamo le analisi di tendenza a supporto dell’attività di advisor per i piani di FX Risk Management delle aziende che seguiamo, avevamo messo in forte evidenza già nei mesi scorsi le possibili divergenze tra le due banche centrali, sottolineando i conseguenti effetti sulle reazioni del rapporto di cambio eur usd e per coerenza pianificando le strategie più adeguate da sviluppare in chiave proattiva alla gestione dei rischi e delle opportunità. 

Con la violazione dei minimi di febbraio, area 1,0730 eur usd, il mercato ha confermato le nostre attese fuori dal consensus, mettendo le basi per uscire dal lungo trading range che governa le negoziazioni dalla fine del 2022. In ogni caso, come sempre accade nei momenti topici, gli operatori vorranno verificare il set up delineato, rottura dell’equilibrio, con un collaudo tecnico sulla consistenza del segnale maturato, avviando un pull-back verso l’area in cui si verificato il breakout del range prima di cavalcare definitivamente la tendenza riflessiva dell’euro.

LA BCE DICHIARA DI NON AGIRE SULLA SCIA DELLA FED