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BCE vs. FED: EURO DEBOLE, DOLLARO FORTE

BCE vs. FED: euro debole  e dollaro forte potrebbe sembrare un ossimoro, convergenze parallele su linee di policy monetarie che vedono nel primo caso un Consiglio costruito su opinioni eterogenee, nel secondo un Consiglio più compatto.

I rappresentanti della Federal Reserve si sono trovati strutturalmente d’accordo sul taglio di un massimo di 95 miliardi di dollari al mese degli asset a bilancio dell’istituto centrale, un ulteriore strumento per tenere a bada l’inflazione. E’ quanto emerge dai verbali dell’ultimo meeting della Federal Reserve nell’ambito del quale, a marzo, è stato varato un primo rialzo dei tassi da 25 punti base. I dettagli del programma sul bilancio presenti nelle minute sono in linea con le attese degli analisti e aprono la strada al varo il mese prossimo. Dalle minute è emerso anche che “molti” esponenti del board sono pronti ad alzare i tassi al ritmo di 50 punti base nei prossimi meeting.

L’Eurozona sta affrontando una fase di stagflazione,  tuttavia dalle minute dell’ultimo meeting, rilasciate ieri, emerge che i consiglieri non evidenziavano ancora particolari segni di preoccupazione verso l’andamento della performance economica. La percezione che abbiamo ricavato dalla lettura del delle minute, riporta una verbalizzazione che pur riflettendo una visione macro a breve termine meno brillante, evidenzia ancora una forte convinzione favorevole ad un graduale rimbalzo nella seconda metà dell’anno.

Il tempo scorre ad un ritmo più veloce del calendario. Gli eventi si susseguono con frenetica intensità. L’ultima lettura dell’inflazione in Germania ed in eurozona non lascia dubbi sul tenore del rialzo dei prezzi. La BCE esprimerà sempre più preoccupazioni ed il suo previsto ritorno del tasso nominale all’1,9% nelle proiezioni per il 2024, a fronte di shock straordinari e possibili punti di svolta o cambiamenti di regime, appare poco realistico.

L’Eurozona sta entrando in un’economia di guerra, la cui crescita appare fortemente compromessa dall’applicazione di sanzioni con il doppio effetto; ostili non soltanto alla Russia, bensì anche verso le imprese manifatturiere e dei servizi. Il gap tra il rialzo dei prezzi dell’energia in Eurozona rispetto a quelli americani è solo una parte del problema.  L’eventuale estensione delle sanzioni al gas e petrolio costituirebbero un contraccolpo immediato e significativo. Con il congelamento della crescita dovremmo temere i contraccolpi sulla sostenibilità del debito nella percezione più che concreta dei mercati.

E’ per questa ragione che probabilmente il messaggio più importante che emerge dalle minute BCE sta nel paragrafo dove soltanto  alcuni membri si sono espressi a favore di una fine ferma del programma di acquisto di asset netti in estate. altri invece si sono espressi a favore della necessità di mantenere in vigore il programma di acquisto Qe.

E’ di ieri il monito del capo economista della Banca centrale europea, Philippe Lane, a non intervenire sul rialzo dell’inflazione nel breve termine. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabio Panetta, membro dl Comitato esecutivo,  secondo il quale un intervento ora sarebbe un rischio per l’economia. Il governatore della Bundesbank Joachim Nagel delinea invece un quadro meno scontato di quanto non si possa pensare, leggete l’intervista che recentemente rilasciato al quotidiano Handelsblatt.

In attesa della riunione BCE della prossima settimana

Pensiamo che sia molto probabile che la BCE farà una chiara distinzione tra normalizzazione delle politiche e inasprimento della politica monetaria. La normalizzazione includerebbe la fine degli acquisti netti di attività e il ripristino del tasso di deposito a zero. L’inasprimento significherebbe l’inizio di un ciclo più lungo di rialzo dei tassi, che porterà i tassi in prossimità dei livelli ritenuti neutri . Il processo di normalizzazione tracciato dal Consiglio appare quindi un compromesso accettabile sia per i falchi che per le colombe. Probabilmente  i secondi ritengono che l’evoluzione futura della crescita possa dare loro ragione.

La riunione della prossima settimana dovrebbe quindi confermare la linea indicata a marzo.  Semplicemente i dati macro attualmente disponibili non evidenziano ancora le nostre percezioni sullo scenario economico di guerra. C’è semplicemente troppa incertezza su come si evolverà il conflitto. Rimanere fermi e continuare con l’annunciata riduzione degli acquisti netti di attività sembra l’unica opzione praticabile per ora. Il mercato forse ha corso troppo in queste ultime settimane nel scontare un imminente revisione al rialzo dei tassi anche in Eurozona.  Attendiamo comunque la conferenza stampa del presidente Christine Lagarde.

 

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WB MARKET MOVER MONITOR

BCE euro dollaro

In attesa della BCE L’euro dollaro ha recentemente violato l’area di supporto intermedio a 1,0985/75 degradando nuovamente in direzione del nostro primo target per il 2022 a 1,08 già verificato il 7 marzo. Agli inizi della settimana avevamo indicato l’apertura per una temporanea brevissima reazione dell’euro a 1,0975. Benché il breakout abbia portato nuove vendite sul cambio, riteniamo che in attesa della riunione della BCE in calendario giovedì 14 aprile, possa portare ancora delle ricoperture sulla divisa europea. Il segnale emergerebbe comunque a partire da un recupero delle quotazioni oltre la soglia 1,09 eur usd. Tale ipotesi non escluderebbe che la reazione attesa possa produrre ancora sempre temporaneamente i suoi effetti correttivi verso 1,1050/75.

EURO DEBOLE, DOLLARO FORTE
WB ANALYTICS: EUR USD ST

Gli operatori non hanno infatti ancora abbandonato l’idea che la BCE possa presentare uno statement più aggressivo. E’ la ragione per cui la conferenza stampa che seguirà il Board non mancherà di alimentare la consueta volatilità sui cambi.  L’euribor a tre mesi dopo aver costruito un rialzo da -0,60 all’attuale -0,4450% potrebbe consolidare nel breve sopra quota -0,5250%.  Oltre -0,4450 avremmo una nuova accelerazione che al momento ci sembra prematura.

I rendimenti del 10 y German Bund potrebbero fissare a breve un cap in area 0,75% ed aprire una fase di consolidamento tra 0,75 e 0,50%.

EURO DEBOLE, DOLLARO FORTE
WB ANALYTICS: EURIBOR 3 M

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