La quinta settimana di questo 2023 il nostro market mover monitor prevede una striscia significativa di in grado di imprimere volatilità ai mercati.
Al centro dell’attenzione avremo la ripresa degli incontri delle banche centrali: Fed, Bce e Boe in primo piano, a seguire la Banca centrale ceca.
Sugli incontri della Fed e della BCE le aspettative in merito alle loro decisioni sui tassi appaiono scontate: la Fed dovrebbe alzare di 25 bp, la Bce di 50 bp. Anche la Boe è attesa con un rialzo di 50 bp.
Ciò che non è assolutamente scontato è quanto diranno i rispettivi governatori in conferenza stampa.
Il mercato si attende chiarimenti sulle prospettive delle loro azioni future. I commenti post-riunione del presidente della Fed, Jerome Powell, saranno centrati sul percorso della Fed nel 2023. Allo stesso modo anche le indicazioni che emergeranno dalla conferenza stampa di Christine Lagarde avranno un impatto significativo sui mercati.
Le speranze di una Fed più accomodante in risposta all’allentamento delle pressioni inflazionistiche e la debolezza dei dati sulla crescita a partire dalla rilevazione dei sondaggi PMI stanno alimentando l’attesa per un atteggiamento meno aggressivo in futuro. I mercati stanno scontando la possibilità di tagli dei tassi alla fine del 2023, ma finora la Fed ha chiaramente cercato di respingere queste ipotesi.
Diverse sono le attese sul percorso futuro della Bce: il Consiglio appare diviso tra quanti invocano una linea ancora rigida rispetto agli inviti a considerare i rischi derivanti da un atteggiamento eccessivamente rigorista. Anche qui abbiamo raccolto nelle precedenti settimane commenti da parte di alcuni consiglieri che prevedono dopo questa chiamata al rialzo di 50 bp una pausa, altri, in particolare i consiglieri del nord Europa, che invocano almeno un altro rialzo di 50 bp.
Sul possibile diverso atteggiamento dei due board si gioca il differenziale prospettico sui tassi a partire dal 2 anni per finire sul tratto lungo della curva.
E’ possibile che Christine Lagarde preferisca rinviare alla riunione di marzo la formulazione sul futuro percorso operativo, avocando l’aggiornamento alle previsioni che verranno elaborate in quel Consiglio. Sarà l’Outlook completo delle informazioni relative alla serie di dati che matureranno nel primo trimestre 2023 a fissare le basi su cui la Bce potrà ragionare per prendere nuove decisioni sui tassi. Di conseguenza, i mercati saranno tentati di fare più affidamento sulla loro anticipazione di come si evolveranno le previsioni dello staff della BCE in quella riunione, piuttosto che sulla guidance del Presidente.
Nel nostro market mover monitor pensiamo che nelle sue previsioni la Banca centrale possa riconoscere il livello significativamente più basso raggiunto dai prezzi dell’energia e di buona parte delle materie prime. Il rialzo dell’euro ha mitigato il maggior onere per le importazioni dovuto al cambio eur usd. Di conseguenza lo staff economico dovrebbe rivedere al ribasso le proiezioni sull’inflazione. Nel contempo la lettura del GDP, benché sia stata rivista al rialzo dal FMI, continua a rimanere cauta. Non escludiamo quindi che il Board possa alleggerire le pressioni sulla rigidità della linea di policy monetaria.
L’eur usd ha accompagnato l’attesa per questi primi consigli delle banche centrali premiando una sovra esposizione della rigidità della BCE. Se il mercato è stato troppo accondiscendente verso la linea hawkish lo vedremo dalle reazioni del cambio giovedì. Per l’appuntamento della conferenza stampa abbiamo messo fuoco l’area 1,0770/60 eur usd. Un eventuale breakout di tale livello contribuirebbe ad archiviare per il momento ila fase di recupero dell’euro, aprendo un range di consolidamento nella fascia 1,08/1,0550.