OGGI RITORNA IN CAMPO IL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA BCE. ATTENDIAMO NOVITÀ!
Oggi ritorna in campo il Consiglio direttivo della BCE. Sarà nostra impressione, ma da diversi mesi a questa parte ogni sua riunione è anticipata da attese emergenziali.
Nelle ultime settimane si è acceso il dibattito su cosa potrebbe fare la BCE per contrastare la deflazione e sostenere il ciclo economico. Esistono diverse opzioni possibili, ma per
il mercato rimane centrale il nodo sull’aumento del programma PEPP piuttosto che il PSPP.
Le polemiche in seno al Consiglio direttivo su cosa fare sono apparse piuttosto forti. Tuttavia, i recenti sviluppi economici hanno chiaramente rafforzato la difesa delle colombe.
Le aspettative sono per un’eventuale espansione dell’attuale mandato del Programma di acquisto di emergenza pandemico (PEPP) di ulteriori 500 mld EUR e per l’estensione della sua durata per tutto il 2021. Tuttavia, il consenso suggerisce che dicembre è visto come un momento più opportuno per questa azione. A dicembre, il Board presenterà le proiezioni economiche invernali sulla base dei dati raccolti nel IVQ ed avere quindi una maggiore chiarezza sull’impatto delle varie misure di blocco sull’economia della zona euro. Di conseguenza l’odierno Consiglio dovrebbe preparare il terreno a ulteriori stimoli. Tuttavia nell’ultima settimana, causa la recrudescenza Covid, sono aumentate le attese per una decisione immediata, vedremo. Non dobbiamo dimenticare che il PEPP è operativo e che la decisione eventuale prevede comunque un’estensione temporale del programma ed all’uopo una sua dotazione.
Quindi comunicarlo oggi avrebbe soltanto un effetto mediatico, mentre dicembre avrebbe un ruolo più “istituzionale”.
Infine c’è chi si aspetta a dicembre un aumento della dotazione del PSPP, piuttosto che un aumento del PEPP. In ogni caso oggi Christine Lagarde dovrà sicuramente offrire risposte ed approfondimenti al mercato. Anche se qualcuno potrebbe obiettare che gli ultimi mesi hanno dimostrato che la vera azione di comunicazione non avviene più in conferenza stampa ma nel post sul blog del giorno dopo. Non mancheremo di approfondire anche un’eventuale coda informativa.
I mercati più esposti alle decisioni della BCE sono nell’ordine il Forex (clicca qui) ed il MTS. L’eur usd ieri è sceso sino a coprire l’intero range che avevamo stimato in risposta al ritorno delle avversioni al rischio e, non ultimo, al posizionamento dei trader per il meeting della BCE. I prezzi sono scesi sino a fissare un minimo a 1,1716 ma hanno chiuso sopra 1,1735. Quindi la banda di oscillazione entro cui si negoziano le posizioni da settembre è rimasta intatta. La chiusura rappresenta un chiaro segnale di attesa per oggi e l’eventuale predisposizione a violarla definitivamente qualora la BCE soddisfi le attese del mercato. Non dimentichiamo che l’ultima riunioni del Consiglio direttivo era stata seguita da un grado di disapprovazione piuttosto elevato a causa della poca chiarezza espressa da Christine Lagarde in conferenza stampa in merito al posizionamento del cambio ed alle polemiche montate all’interno del Board.
Oggi non sono ammessi errori.
FOREX – Euro in calo sul dollaro in riflesso ai segnali di avversione al rischio. Ieri si sono apprezzate tutte le monete di parcheggio/rifugio ed indebolite quelle appartenenti alle aree emergenti o comunque correlate alle commodity. L’eur usd dopo una discesa a 1,1716 è risalito sino a chiudere sulla linea di supporto che delimita la parte inferiore di una canale di ridistribuzione che dalla fine di settembre sta condizionando le negoziazioni. L’ampiezza del canale quota un cap a 1,1910 ed un floor a 1,1735. Al suo interno sono presenti alcuni livelli che potrebbero già oggi delimitare l’eventuale reazione dell’euro: 1,1780. La violazione definitiva del segmento 1,1735/1,1710 spingerà il cambio in direzione dei minimi di settembre a 1,1610. Nel frattempo il rapporto usd jpy si è portato nella parte inferiore del range che ne delimita da mesi le oscillazioni in un campo neutro. La violazione di 104,15 tenderà a spingere il cross verso area 101 confermando lo scenario di avversione al rischio.
BTP – Ieri il BTP ha subito le vendite a causa del ritorno dei timori sui mercati. Sono manovre che ricalcano quanto già scritto per le monete emergenti. In una fase di allerta i mercati tendono a ruotare i flussi che derivano dalla liquidazione degli attivi cosiddetti Risk_On verso valori di qualità/rifugio: governativi core e liquidità, ovvero Bund e Treasury. Riteniamo comunque che al momento il suo trend dominante rimanga positivo. GREGGIO – Il petrolio è sceso verso l’area di principale attrazione per le vendite presente attorno a quota 39 usd/bar ( Brent). IL livello costituisce al momento il punto di maggior criticità per il mercato. La violazione spingerebbe i prezzi verso area 36/35 usd con un conseguente sell off su molte commodity industriali.
TREASURIES – Governativi Usa ancora in rialzo negli scambi asiatici, mentre il 10 y Germania scende sui minimi di periodo sotto area -0,60 in attesa della BCE, pronto a dare l’assalto al nostro target -0,70% nei prossimi gg
CALENDARIO MACRO ECONOMICO
BANCHE CENTRALI
BCE – Con questo quadro davanti, la Bce non ha fatto mistero nelle sue più recenti dichiarazioni di essere pronta ad agire ulteriormente e con tutti gli strumenti a sua disposizione per sostenere i mercati. Ciononostante, gli analisti non si attendono novità già dal board di oggi, dal quale si aspettano, piuttosto, indicazioni su eventuali mosse a dicembre. L’ipotesi è quella di un ampliamento entro l’anno della dotazione del programma anti-pandemico Pepp che, nelle attese, dovrebbe essere aumentato di 500 miliardi di euro.
BOJ – Rimanendo alle banche centrali, anche quella nipponica ha deciso oggi, come largamente atteso, di non ritoccare la propria politica monetaria, considerata adeguata al momento. Ammonendo circa la forte incertezza dovuta alla pandemia soprattutto per quel che riguarda l’impatto sui servizi, l’istituto ha però tagliato le stime economiche sul Pil giapponese per l’anno fiscale che termina a marzo 2021, portandole a -5,5% dal -4,7 ipotizzato a luglio. monetaria ultra-loose sino al 2023.
DATI ZONA EURO – Tanti e di peso i numeri in arrivo oggi. In Italia, Istat diffonde i dati sulla fiducia di imprese e consumatori a ottobre, con gli indici in calo nelle attese mentre il Paese fa i conti, non senza dissensi, con le nuove restrizioni. Da Germania e Spagna arrivano le stime sull’inflazione di ottobre, attentamente monitorate dalla Bce. La Germania diffonde inoltre il dato sul tasso di disoccupazione nello stesso mese, con un consensus Reuters al 6,3%, stabile rispetto a settembre. In agenda anche l’Economic sentiment relativo a ottobre, che misura la fiducia nell’economia nella zona euro: l’indice è visto in diminuzione, a 89,5 dal 91,1 del mese prima.
DATI USA – Oltreoceano, a pochi giorni da elezioni presidenziali dall’esito incerto, occhi puntati sulla stima del Pil nel periodo luglio-settembre, atteso in rimbalzo del 31% dal -31,4% del trimestre precedente, con i dati più recenti che segnalano una ripresa lenta ma stabile. Le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono viste in lieve calo a 775.000.
DATI GIAPPONE – Le vendite al dettaglio giapponesi hanno registrato a settembre il settimo calo consecutivo con un -8,7% su anno contro attese a -7,7%. La fiducia dei consumatori mostra intanto un modesto miglioramento ad ottobre, portandosi a 33,6 dal 32,7 di settembre, anche se il sentiment resta piuttosto debole a causa dell’evolversi dell’epidemia