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FX OUTLOOK RISKOO

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PROSSIMA VERIFICA A GIUGNO

IIQ L’economia globale crescerà quest’anno il 6% secondo le proiezioni del Fondo monetario internazionale aggiornate nel rapporto di aprile. La cifra del 6% segna un aumento di 0,5 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio elaborate dallo stesso FMI fissando una brusca inversione rispetto alla contrazione stimata del 3,3% per il 2020. Il prossimo anno, il prodotto interno lordo globale dovrebbe aumentare del 4,4%, il dato risulta in progressione rispetto alle precedenti previsioni pari al 4,2%.

La Cina, l’ unica grande economia che è cresciuta nel 2020, al 2,3%, quest’anno rappresenterà per l’area asiatica un motore chiave, con il PIL  destinato a salire dell’8,4%.

Il FMI vede anche un quadro significativamente più brillante per gli Stati Uniti rispetto a pochi mesi fa. Si prevede che l’economia americana crescerà del 6,4% nel 2021, rispetto alla proiezione del 5,1% di gennaio. Nel grafico che avevamo pubblicato a fine marzo avevamo stimato una crescita del 6,5% per gli Stati uniti  e del 7,8% per la Cina.

L’India nelle stime rilasciate prima del riflusso dei contagi, dovrebbe crescere del 12,5% nel 2021, con una revisione al di 1 punto percentuale, segnando una drastica correzione dal crollo dell’8% nel 2020. Ma secondo Gopinath, il miglioramento delle prospettive globali è principalmente dovuto grazie al miglior recupero delle economie avanzate. Molti paesi in via di sviluppo non dovrebbero tornare ai livelli di crescita del PIL pre-COVID fino al 2023.

– Nel loro insieme le stime del capo economista del Fondo, Gita Gopinath, mettono in evidenza come gli Stati Uniti costituiscano l’unica grande economia proiettata a superare il livello di PIL che era previsto nel 2022 in assenza di questa pandemia. –
– GITA GOPINATH

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QUANTO AVRANNO RECUPERATO LE AREE ECONOMICHE NEL 2022 RISPETTO AI LIVELLI PRE SHOCK DELLA PANDEMIA?

L’India nelle stime rilasciate prima del riflusso dei contagi, dovrebbe crescere del 12,5% nel 2021, con una revisione al di 1 punto percentuale, segnando una drastica correzione dal crollo dell’8% nel 2020. Ma secondo Gopinath, il miglioramento delle prospettive globali è principalmente dovuto grazie al miglior recupero delle economie avanzate. Molti paesi in via di sviluppo non dovrebbero tornare ai livelli di crescita del PIL pre-COVID fino al 2023.

E’ bene ricordare che i dati in lettura tra marzo ed aprile fanno riferimento in termini di raffronto alla fase di maggiore flesso dell’economia globale a seguito dello scoppio della pandemia nel 2020.  I tempi stimati per un riassorbimento completo degli effetti della crisi economica vanno mediamente oltre il 2023. Le prime aree economiche a ritornare ai livelli pre-pandemici sono gli Usa ed a seguire la Cina.

In estrema sintesi alcune banche hanno già avviato un’azione di prevenzione della crescita dei prezzi e non ultimo delle attività finanziarie: la PBoC da diverse settimane ha deliberato una stretta alle condizioni per la concessione del credito. Ha inoltre drenato dal mercato oltre 40 miliardi di yuan in fondi a un anno nel primo trimestre, proseguendo la sua politica di deleverage del sistema e, contemporaneamente, supportando la ripresa dell’economia con una gestione mirata. Il debito totale cinese l’anno scorso è aumentato del 29%, arrivando ad un rapporto sul Pil del 315%.

In occidente è stata la Bank of Canada a dare un primo segnale di inversione della linea accomodante. Nel Consiglio di aprile il Board ha confermato il piano di tapering aprendo la strada per un rialzo dei tassi il prossimo anno.

In Europa la Norges Bank, banca centrale norvegese, sta verificando la possibilità di ritornare ad essere restrittiva. La Banca centrale della Repubblica Ceca potrebbe farlo in futuro. La Banca Centrale russa ha già alzato di 25 bp il tasso di regolamento, come pure quella brasiliana.

Tra le grandi banche centrali rimangono divergenti gli orientamenti della BoJ tuttora impegnata a combattere la deflazione, della BCE combattuta nel suo Consiglio tra la corrente dei rigoristi e quella degli accomodanti ed infine la Federal Reserve che con una certa lentezza si sta conformando all’evoluzione dello scenario macro economico.

Per queste ultime due, BCE e Fed,  la riunione di giugno si preannuncia rilevante ai fine di una verifica sulla loro volontà di modificare la linea di policy monetaria.

Lo scontro si misurerà soprattutto sul rapporto di cambio euro dollaro.

Se lo scorso anno nel periodo che va dal IIQ – IVQ l’euro ha beneficiato di una narrativa a nostro avviso distorta rispetto agli eventi, quest’anno lo stesso periodo potrebbe essere caratterizzato da un ritorno di forza del dollaro. Nel primo trimestre abbiamo avuto una possibile anticipazione del movimento.

Il ribasso dai massimi di 1,2350 sino a 1,17 potrebbe essere stato il movimento indiziale che precede un’azione più ampia di appezzamento del dollaro.

Il condizionale è d’obbligo in quanto nell’esame del quadro dovremmo inserire il peso delle relazioni geopolitiche tra le due aree atlantiche. Giovedì 29 aprile il Parlamento europeo dopo una lunga sessione ha votato a grande maggioranza la risoluzione anti-russa che vedeva all’ordine del giorno oltre i diritti umani nel caso Navalny, l’integrità territoriale dell’Ucraina. La risoluzione delibera in caso di prosecuzione dell’aggressione russa contro Kiev, di impegnare l’Europa a bloccare immediatamente l’import di petrolio e gas dalla Russia, congelare tutti i beni degli oligarchi legati al Cremlino e soprattutto escludere Mosca dal sistema di pagamento internazionale Swift.

Venerdì 30 l’euro è ritornato ad disegnare un primo flesso sul dollaro.

In seguito l’Europarlamento ha sospeso la ratifica del grande accordo sugli investimenti tra Unione Europea e Cina, CAI, con elevate probabilità che venga definitivamente cancellato.

Appare evidente una convergenza dell’Ue verso gli USA in un momento in cui sta maturando una fase di deglobalizzazione conflittuale e riglobalizzazione selettiva.

Sul fronte delle banche centrali la BCE nell’ultima conferenza stampa, a conferma di non gradire l’apprezzamento dell’euro, è ritornata a manifestare la sua particolare attenzione verso l’andamento del cambio, ritornato nelle ultime settimane di maggio a premere su livelli tecnici di estrema criticità (area 1,21-1,2175 eur usd)

L’eurozona per uscire dalla crisi necessita di mantenere attivi i canali dell’export ed il partner commerciale più importante in termini di affari rimangono gli Stati Uniti, anche se i rapporti tra Cina e Germania costituiscono un altro polo di attrazione comunque sgradita alla politica neo protezionista degli USA.   Come abbiamo scritto in altre occasioni per tale ragione la posizione geopolitica dell’UE risulta strumentale ed esposta ad insidie politiche.

Eur usd analytics

La ripresa al ribasso dell’euro avviata proprio a ridosso dell’area 1,2175/1,21 avrà un effetto tecnico piuttosto significativo: i prezzi dopo essere usciti per 48 ore dal canale riflessivo che avevamo costruito da inizio anno sono rientrati con una certa violenza dopo la lettura del dato sull’inflazione USA +4,2% y/y. Attendiamo di verificare la chiusura di questa settimana per sciogliere definitivamente le riserve sulla direzionalità futura del cambio. Valori inferiori a quota 1,20 ci riporterà a lavorare per verificare lo scenario e le nostre stime per il periodo IIQ-IVQ 2021. Nell’Outlook 2021 i target riflessivi sull’eur usd quotavano un primo obbiettivo in area 1,19 ed uno successivo tra 1,17 – 1,16. Nella sostanza con i minimi di marzo il mercato ha verificato i nostri due obbiettivi.

Ci aspettiamo per i prossimi mesi un ulteriore ripresa al ribasso di eur usd. Il primo obbiettivo rimane collocato nelle prossimità dei minimi recenti, area 1,18/1,17. Successivamente ci aspettiamo un proseguimento del ribasso verso 1,15 ed a medio termini 1,10 eur usd. La condizione tecnica indispensabile per accreditare tale view rimane vincolata alla violazione di 1,17.

Ci poniamo una verifica per l’ulteriore riconoscimento di tali stime in concomitanza con le riunioni delle banche centrali di metà giugno: 10 giu BCE.

Pensiamo che per l’occasione il mercato possa posizionarsi proprio in area 1,1750/30. Qualora a seguito delle decisioni della BCE dovesse seguire un breakout di 1,17 il mercato tenderebbe ad accelerare in direzione di 1,15 confermando un segnale di ribasso dell’euro su cui molti analisti, ancor oggi con aspettative rialziste, modificherebbero la loro View.   

WB ANALYTICS: EUR USD L_T
WB ANALYTICS: EUR USD L_T

IL DOLLARO DETERMINERà LA LINEA DI GALLEGGIAMENTO DI TUTE LE PRINCIPALI DIVISE

L’andamento dell’euro risulterà fortemente influenzato da come il Board della BCE reagirà ai timori inflativi. I recentissimi dati sull’inflazione raccolti nelle diverse aree dell’Eurozona evidenzierebbero un andamento meno aggressivo della dinamica dei prezzi. Pur attendendoci una pressione a breve, sul medio periodo ci aspettiamo un consolidamento e non una repressione inflativa. Sarà per l’appunto il Consiglio del 10 giugno della BCE a stabilire quale sia il livello di pressione che i prezzi eserciteranno in futuro. Su tali basi decideranno se ritirare in parte o meno gli attuali stimoli monetari, ad iniziare dal programma Pepp.

Sappiamo che una parte del Consiglio rimane di segno accomodante, un’altra meno. Il capo economista Philip Lane ha  recentemente confermato la sua linea accomodante. In passato le sue indicazioni non erano state confermate dai consiglieri.

Come abbiamo scritto, vincoliamo l’eventuale riassetto dei mercati valutari e dell’euro alla verifica eventuale di area 1,18/1,17 nell’ipotesi di una BCE ancora accomodante. Nello specifico dovremmo considerare un quadro di debolezza generale dell’euro, con situazioni di accentuata negatività nei confronti delle monete polarizzate sul dollaro a partire da quelle anglosassoni.

Il quadro d’attesa si completa con la presenza nella parte alta del range di un cap che rimane per il momento collocato in prossimità degli attuali massimi 1,2150, ma che nelle prossime settimane tenderà a degradare progressivamente.

WB ANALYTICS: EUR USD
WB ANALYTICS: EUR USD
WB ANALYTICS: EUR PLN LT
WB ANALYTICS: EUR PLN LT
WB ANALYTICS: EUR RUB LT
WB ANALYTICS: EUR RUB LT

Alcune note di interesse sulla sterlina post Brexit

Eur gbp analytics

Le attese sulla ripresa dell’economia britannica evidenziano un potenziale di crescita piuttosto significativo 4,6% quest’anno; per il 2022 il FMI ha aumentato leggermente le sue previsioni sulla crescita economica britannica al 5,1%, stimando per il Regno Unito la più forte espansione tra le grandi economie europee il prossimo anno.

In pratica tutte le distorsive polemiche su Brexit si sono dissolte.

Per il momento la BoE preferisce mantenere la sua linea di policy ancora accomodante. Non escludiamo una revisione nella seconda parte dell’anno.

La sterlina tenderà a proseguire sulla linea di recupero nei confronti dell’euro rispetto ai valori fissati prima del referendum Brexit. Nel mese di marzo ha verificato il secondo nostro target stimato per il 2021: 0,8450. In precedenza aveva bypassato quello di breve collocato in area ,8750.

Ci aspettiamo che a medio termine i valori del pound possano ritornare in area 0,80 eur gbp. Il recente ritorno verso la base del canale rialzista che aveva violato durante l’inverno, ha fornito il collaudo tecnico le cui valenze confermano da un lato l’abbandono i quella che abbiamo chiamato fase Brexit Deal, nell’altro lato definiscono un nuovo ciclo di interesse per la sterlina.

WB ANALYTICS: EUR GBP LT
WB ANALYTICS: EUR GBP LT

ASIA PACIFIC RIM

Nell’area asiatica le monete del Pacific Rim saranno sottoposte ad un ritorno di forza del dollaro. In particolare dovremmo assistere ad un recupero del dollaro sullo yuan renminbi. In queste ore il cambio ha collaudato un sostegno tecnico fondamentale in area 6,40 usd cny, attivando una reazione degna di attenzione con potenziali risvolti su eur cny.

Oltre al tema inflazione, i mercati potrebbero focalizzare con maggior enfasi un potenziale ritorno dell’avversione al rischio scatenata proprio da una revisione della linea accomodante della Fed. Questo riposizionamento poterebbe vendite da realizzo sui mercati azionari aprendo una rotazione dei flussi da attività Risk_On ad attivi di parcheggio, come ad esempio lo yen ed il franco svizzero. Sul rapporto eur jpy attendiamo la violazione di 131/130 eur jpy, 108 usd jpy,  per catturare l’eventuale segnali di rafforzamento dello yen.

WB ANALYTICS: EUR CNY
WB ANALYTICS: EUR CNY
WB ANALYTICS: USD CNY
WB ANALYTICS: USD CNY
WB ANALYTICS: EUR HKD BT
WB ANALYTICS: EUR HKD BT

Eur jpy analytics 

La BoJ a differenza delle altre banche centrali ha confermato il suo orientamento accomodante senza lascia trapelare alcuna volontà in un prossimo futuro a modificare la sua linea di policy.

Lo yen ha subito l’offerta sino a raggiungere l’area 132 superando di fatto alcune barriere tecniche significative sia nei confronti dell’euro, che nei confronti del dollaro, confermando quindi un ciclo riflessivo che rischia di consolidare la sua debolezza strutturale ancora per un lungo periodo di tempo.

Ciò confermerebbe la linea della BoJ in netta divergenza rispetto alle altre banche.  Vista la significatività tecnica dell’attuale passaggio sopra quota 130 eur jpy, non escludiamo che il mercato possa necessitare di un’ulteriore verifica del break up prima di intraprendere un percorso direzionale in grado di prolungare il rialzo dell’euro verso area 134. Di conseguenza monitoreremo attentamente quota 130/129,50 per catturare eventuali segnali che possano arrestare il ciclo dominante.

WB ANALYTICS: EUR JPY
WB ANALYTICS: EUR JPY

 

WB ANALYTICS: USD JPY
WB ANALYTICS: EUR MXN BT
WB ANALYTICS: EUR MXN BT

 

INFLAZIONE USA VS PRODUZIONE UE

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WB ANALYTICS: EUR SEK LT
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WB ANALYTICS: EUR NOK LT
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WB ANALYTICS: EUR MXN BT
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