FX: l’euro dollaro sfida la BCE e viola al rialzo quota 1,20 in un clima apparentemente governato da una minore percezione dei rischi prodotto dall’attesa per la disponibilità dei vaccini. Eppure i dati PMI mettono in risalto una maggiore resilienza da parte dell’economia Usa rispetto a quella europea.
I dati PMI, Purchase Manager Index, relativi al comparto manifatturiero hanno messo in evidenza nei rilasci di martedì una parziale perdita di momentum del mese di novembre in Europa ma parzialmente anche negli USA. L’Eurozona evidenzia una maggiore vulnerabilità sia per il settore produttivo manifatturiero che per il settore servizi. Come già scritto in quest’ultimo comparto molte regioni sono entrate nuovamente in una fase regressiva.
Su queste basi si aprono i giochi per le aspettative su quanto delibereranno la prossima settimana il Consiglio di politica monetaria della BCE ed in seguito la successiva quello della Fed. Ieri, nell’audizione al Congresso J. Powell, che oggi pomeriggio interverrà nuovamente, ha ribadito di essere pronto ad usare ogni strumento a sua disposizione per sostenere l’economia. Sia Powell che Mnuchin ritengono che le piccole imprese siano ancora a rischio a causa della pandemia. Proseguono inoltre i tentativi per evitare lo shutdown governativo. Un gruppo di parlamentari ha presentato ieri una proposta da 908 miliardi di dollari nel tentativo di superare l’impasse tra Democratici e Repubblicani sul nuovo pacchetto a sostegno di piccole imprese, disoccupati, compagnie aeree e altri comparti. Un sollecito alla politica Usa per approvare in fretta gli aiuti è giunto anche dal presidente eletto Biden e come scritto dal segretario del Tesoro.
In Europa si discute della riforma del Mes nel segno delle condizionalità e della Cacs, le quali porterebbero numerose criticità, a cominciare dalla cruciale trasformazione delle cosiddette clausole di attivazione collettiva (Cac) da dual limb a single limb. Introdotte nell’Eurozona nel 2013, queste clausole sono collegate ai titoli del debito pubblico e consentono a uno Stato di rinegoziare alcuni termini degli stessi titoli, come ad esempio gli interessi e le scadenze. In altri termini, sarà più facile procedere verso l’eventuale ristrutturazione di un debito sovrano di un Paese in difficoltà che abbia avuto l’esigenza di rivolgersi al Mes.
Il pericolo di uno scenario simile al momento è scongiurato dalla presenza dei programmi di stimolo della BCE. L’approvazione della riforma potrebbe spingere i mercati a gestire con maggiore criticità, verso i paesi maggiormente esisti al debito, il momento in cui la BCE dovesse ridurre o chiudere il programma stesso.
Il prossimo 9 dicembre il parlamento italiano si pronuncerà sulla comunicazione del premier Conte in vista del Consiglio europeo del 10-11 dicembre. Sempre il 10 dicembre si terrà l’attesissimo Consiglio BCE. Ieri la consigliere Isabel Schnabel a Francoforte ha affermato che il Consiglio potrebbe non fare quello che i mercati si aspettano. Ieri sera invece la presidente Bce Lagarde ha detto che l’economia sta ancora portando il peso delle misure restrittive adottate per arginare la seconda ondata di Covid. Su queste basi l’euro ha superato quota 1,20 contro il dollaro. Il merito è principalmente imputabile alla minore percezione dei rischi presente sui mercati grazie all’attesa per la prossima disponibilità dei vaccini.
FOREX – Dollaro attorno al minimo di due anni e mezzo dopo la proposta bipartisan per un pacchetto di aiuti all’economia Usa mentre cancella parte dei guadagni lo yuan dopo che, in un’intervista al NYT, Biden ha detto che non interverrà subito per eliminare l’accordo commerciale ‘Fase 1’ con la Cina. Attorno alle 7,40, il cambio euro/dollaro scambia oltre 1,20 a 1,2071, in rialzo dello 0,01%, dopo aver chiuso a 1,2070. Alla stessa ora dollaro/yen a 104,45, in rialzo di 0,13% dopo una chiusura a 104,30 e il cross euro/yen scambia in rialzo di 0,16% a 126,11 (chiusura a 125,91).
Con il break up di 1,20 l’eur usd ritorna sui massimi di agosto e sfida le attese per il prossimo Consiglio BCE. Ci aspettiamo per la giornata odierna un ritorno dei valori verso i livelli tecnici di break up area 1,20 con il rischio che il mercato possa consolidare sino a quota 1,1960/30 prima dell’evento. La rottura al ribasso di area 1,2040 aprirebbe di fatto una serie di ricoperte sul dollaro (grafico).
GREGGIO – Ampliano il calo i prezzi del petrolio dopo un inaspettato aumento delle scorte Usa, certificato dai dati Api. Attorno alle 7,40 i derivati sul Brent scambiano in calo di 32 cent a 47,10 dollari il barile, e quelli sul greggio Usa ne cedono 36 a 44,19 dollari.
TREASURIES – Governativi Usa in rialzo negli scambi asiatici. Il decennale di riferimento guadagna 5/32 con un tasso di 0,918%.
BTP – In avvio di settimana, lo spread Italia-Germania sul tratto a 10 anni ripartirà dai 114 punti base toccati questa mattina e il tasso del benchmark decennale da 0,6115%.
EURIBOR 3 MTH – L’Euribor (-0,5516) continua a rimanere orientato sempre al ribasso confermando la violazione del recente minimo fissato la scorsa settimana a -0,5481%.