La Banca centrale, nella sua prima dichiarazione ufficiale da quando ha modificato il proprio obiettivo di inflazione all’inizio del mese, si è impegnata a non aumentare i costi di finanziamento finché non vedrà l’indice dei prezzi raggiungere il target del 2% “ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in modo duraturo”. In conferenza stampa, a rincarare la dose, Christine Lagarde ha ribadito che il ritiro dello stimolo sarebbe prematuro ora, vista anche l’incertezza sull’andamento della pandemia dovuta alla diffusione di varianti e a tassi di vaccinazione ancora non soddisfacenti nel blocco. La linea particolarmente loose della presidente Bce ha convinto la gran parte del direttivo, con soli due dissidenti – il falco tedesco Jens Weidmann e il belga Pierre Wunsch – mentre un terzo membro ha lasciato la riunione astenendosi, hanno riferito diverse fonti.
Come in parte atteso dai mercati, il consiglio ha rinviato la spinosa discussione sul Pepp – “tema al momento non oggetto di dibattito”, ha sottolineato Lagarde -, con il programma anti-pandemico di acquisto asset da 1.850 mld di euro che secondo i programmi dovrebbe terminare nel marzo prossimo, salvo un prolungamento legato all’emergenza. Ne’ si e’ parlato del programma di acquisto bond convenzionale, che secondo molti analisti potrebbe essere rafforzato proprio per compensare la futura fine del Pepp.
FMI SU FED – Nel suo rapporto annuale sulle politiche economiche Usa diffuso ieri, il Fondo monetario scrive che la Fed e’ stata “molto efficace” nel gestire la crisi Covid, supportando la ripresa con il suo impegno per un’inflazione oltre il 2% nel breve termine, ma sara’ importante che la banca centrale comunichi un eventuale ritiro dello stimolo per tempo e in modo trasparente. Il consiglio del Fondo ha anche detto che le proposte dell’amministrazione Biden di investire in infrastrutture, aiutare le famiglie vulnerabili, aumentare la partecipazione della forza lavoro e migliorare la produttività sono benvenute, notando pero’ che “un migliore orientamento delle politiche” rafforzerebbe il loro impatto sulla domanda e l’uguaglianza, diminuendo il rischio di un’inflazione sostenuta.
MACRO – In una settimana piuttosto avara di indicazioni macro, mentre gli economisti sono alla ricerca di conferme sull’effettiva forza della ripresa, minacciata dal diffondersi di varianti, occhi oggi ad una carrellata di dati sul comparto manifatturiero e dei servizi, con i relativi indici Pmi in arrivo da Francia, Germania, Ighilterra, Eurozona e Usa. Proprio la Lagarde ieri sottolineava che il nuovo picco di contagi, accompagnato da un livello di vaccinazioni ancora non soddisfacente nel blocco, mette a rischio il comparto dei servizi, con particolare riferimento al comparto turistico e alberghiero.
Reazioni: l’eur usd dopo un leggero rimbalzo durante la conferenza stampa in area 1,1830 è scivolato in chiusura sotto il nostro livello tecnico 1,1780. Verificheremo oggi e lunedì il breakout secondo quanto stimato nel nostro Outlook Riskoo.