I principali eventi in calendario questa settimana si concentrano agli inizi della settimana con i dati PMI relativi all’Eurozona, all’Inghilterra e Usa. Ulteriori aggiornamenti che possono impattare sui mercati includono il PIL del terzo trimestre di Stati Uniti, Germania, Svizzera, Taiwan e Singapore. Gli Usa riporteranno anche il PCE core per il mese di ottobre ed i verbali della riunione del FOMC della Fed di novembre . Infine la Bank of Korea terrà la sua riunione di politica monetaria giovedì.
La scorsa settimana la Casa Bianca ha annunciato che a inizio settimana ci sarà “di più da dire” sulla decisione del presidente Joe Biden, che potrebbe confermare Jerome Powell o chiamare alla guida della banca centrale il governatore Lael Brainard. Con il mercato che scommette sempre più su rialzi dei tassi prima del previsto, occhi mercoledì sulla pubblicazione delle minute del Fomc del 2-3 novembre, che potrebbero fornire indicazioni utili a capire cosa bolle in pentola. Secondo un sondaggio Reuters, la Federal Reserve alzerà i tassi nell’ultimo trimestre del 2022, prima di quanto ci si aspettasse solo un mese fa, mentre l’inflazione dovrebbe restare sopra il target almeno fino al 2024. Intanto il vicepresidente Richard Clarida ha detto che un coordinamento esplicito tra le banche centrali dei diversi Paesi farebbe probabilmente più male che bene.
Tra le persistenti preoccupazioni sull’inflazione, attribuite a ritardi record nelle forniture e un’impennata dei casi di COVID-19 in Europa, i PMI flash di novembre offriranno nuovi aggiornamenti sulle condizioni economiche dell’area mentre ci avviciniamo alla fine dell’anno. I dati devono essere pubblicati in un momento in cui l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) avverte che l’Europa è ancora una volta l’epicentro della pandemia di COVID-19.
Tra martedì e giovedì gli Stati Uniti pubblicheranno diversi dati a partire dalla seconda stima del PIL del terzo trimestre. Il PCE core di ottobre sarà al centro dell’attenzione a seguito delle sorprese dell’IPC che, insieme a migliori letture sull’occupazione, hanno portato vari banchieri centrali a sollecitare una posizione più aggressiva sulle prospettive monetarie. Dai verbali del FOMC della Fe che saranno pubblicati nella serata di mercoledì avremo la possibilità di analizzare meglio il tenore della discussione all’interno del Consiglio sugli orientamenti di policy.
Infine, in APAC, Singapore e Taiwan forniscono dati relativi all’andamento della crescita del Pil nel terzo trimestre, mentre la Bank of Korea (BoK) si riunisce per la seconda volta dall’aumento a sorpresa di agosto con la possibilità di un altro rialzo al seguito.
La scorsa settimana è stata caratterizzata da una diffusa debolezza dell’euro a partire dal rapporto con il dollaro. I vari interventi di banchieri centrali che abbiamo analizzato, BCE e FED, mettono in evidenza una netta divergenza tra gli orientamenti di policy nonostante l’incalzare delle pressioni inflative. Abbiamo la sensazione che le risposte date al riguardo, siano al momento più accomodanti in Eurozona rispetto a quelle fornite dai membri della Fed. Questo diverso approccio all’inflazione ha avuto importanti riflessi sulla reazione dei mercati. L’eur usd è sceso al di sotto del nostro target 1,13 perdendo, almeno per il momento, ogni spunto reattivo. Le condizioni di ipervenduto determinate dalle vendite di euro prodotte a partire dalla scorsa estate dovrebbero spingere i mercati a cercare un riequilibrio soprattutto in vista della fine dell’anno.
Una prima soglia il cui break up potrebbe dare il via a ricoperture sull’euro coincide con area 1,1320 eur usd.
Nel frattempo abbiamo visto l’eur gbp scendere sotto quota 0,84 confermando il movimento atteso dal nostro modello previsionale. In questo caso non rileviamo condizioni di eccesso, per cui pensiamo che i prezzi possano scendere in direzione del target indicato nel nostro FX OUTLOOK RISKOO.
In attesa della riunione della Banca Centrale della Corea del sud l’eur won sta violando l’importante soglia tecnica 1350. La conferma in settimana di tale breakout tenderà a proiettare il cambio verso l’area 1280 dove abbiamo fissato le nostre stime per il medio termine, ( 1200 L/T).
Sul mercato delle commodity abbiamo visto il petrolio perdere posizioni. E’ da tempo che chiamiamo la correzione dei prezzi del Brent in direzione di area 77/76 usd/bar. Si tratta di un collaudo importante della tenuta del ciclo rialzista dei prezzi avviato ancora lo scorso anno. Il mercato vuole verificare quanto la moral suasion dell’Amministrazione Biden sia in grado di raffreddare le tensioni sul comparto a fronte di Opec + piuttosto riluttante ad aumentare la produzione. In ogni caso pensiamo che soltanto un ritorno delle negoziazioni sotto 75 usd possa portare vendite più concrete sul greggio in quanto sotto tale sogli si sono posizionati molti sell orders a protezione di strategie rialziste sul greggio.
In Europa le maggiori tensioni si sono concentrate sul Gas naturale europeo. IL future TTF trattato all’ICE è stato oggetto di nuove tensioni dopo il rinvio dell’apertura di NordStream 2, il gasdotto che collega via Mar Baltico la Russia con la Germania. Gli scambi sono saliti fino a sfiorare nuovamente quota 100 euro. Ci aspettiamo come già scritto la scorsa settimana un ritorno dei valori valori verso 78 euro a breve, mentre invece in un orizzonte un pò più ampio dovremmo rivedere un ritorno degli scambi verso i recenti minimi in area 60 euro. Ciò confermerebbe il nostro scenario di fondo che prevede un assorbimento più ampio del rialzo maturato quest’anno.
Il consolidamento registrato nel mercato del greggio ha stemperato le tensioni sulle quotazioni dei noli marittimi. Il Baltic Dry Index è sceso ampiamente dai massimi di ottobre segnati poco sopra 5500 usd. Ci aspettiamo un consolidamento dei prezzi tra 2300 e 3500 nelle prossime settimane. La volatilità dei prezzi sarà ancora una volta guidata dall’evoluzione della pandemia e dai blocchi sanitari imposti.
Anche i prezzi dei metalli industriali sono scesi la scorsa settimana confermando paso dopo passo lo scenario che dalla scorsa estate stiamo tracciando. Il rame, benchmark per il comparto, ha ripreso a scendere con maggiore convinzione dopo il ritorno versi i massimi di maggio. Ci aspettiamo a breve un ritorno verso area 9000/8750 dove si aprirà il collaudo propedeutico alla formazione del movimento tendenziale per il 2022.