Le condizioni fortemente punitive imposte da linee di policy oltre modo severe, hanno consentito alle banche centrali di prendere una pausa nella loro logica restrittiva con benefici sulla curva dei tassi. La Fed  per  prima, la Bce in seconda battuta ed a seguire le altre banche, hanno tutte deciso di fermare la spirale dei rialzi, trasmettendo la sensazione che il lavoro finora fatto le mette al riparo dai timori sull’inflazione. Se volete Jerome Powell ha voluto comunque tenere le mani libere qualora i prossimi dati economici dovessero richiedere un supplemento di severità.

Indubbiamente al raggiungimento di questa sintesi, ha notevolmente contribuito lo sviluppo della più recente crisi geopolitica, dove il prezzo del petrolio è rimasto impermeabile alle tensioni nell’area mediorientale.  Ancora una volta a dettare il ritmo dello spartito monetario è stata la Riserva Federale, la prima a decidere ed imporre un pit stop del programma rialzista.

La sosta mette ora in evidenza gli esiti delle politiche perseguite. Le  condizioni economiche che si sono determinate negli Stati Uniti, in Eurozona ed in Asia sono del tutto divergenti . La prima è reduce di un IIIQ esaltante, la seconda invece mette in tutta evidenza le difficoltà causate da più fattori che non hanno trovato nella politica monetaria un adeguato supporto. Infine l’Asia. Qui i precorsi di crescita seguono direzioni  contrapposte: l’India continua a correre in solitaria, il Giappone regge e consolida in assenza di pressioni inflative, la Cina costretta a sostenere con moneta e fiscalità le ripartenza del ciclo per cercare di puntare all’obbiettivo di crescita del Pil prossimo al 5%.

Dal petrolio possibili segnali di allentamento delle condizioni monetarie

Il contenimento del prezzo del petrolio ha consentito alle banche centrali di revocare le riserve finali su un potenziale ritorno di tensione nei mercati e negli impatti inflativi che l’aumento avrebbe provocato. In effetti abbiamo visto correttamente quando il 9 ottobre, in piena crisi, avanzammo l’ipotesi che le quotazioni del Brent non avrebbero oltrepassato la barriera dei 95/100 usd/bar,  consentendo al mercato di riassorbire i plausibili timori.  Il conflitto per ora rimane circoscritto. Nell’Alert WB FLASH del 9 ottobre oltre a definire la soglia superiore abbiamo indicato nel ritorno dei prezzi verso 83/82 usd la via per una normalizzazione dei riflessi speculativi.  Tutto rimane molto alterabile, ma vale l’attuale ritracciamento dei valori per confidare nella possibilità che la soglia possa essere violata e predisporre le contrattazioni verso un’altra gamba di ribassi.Come abbiamo scritto a proposito dello scenario di riferimento nel nostro ultimo FX OUTLOOK, in cui aggiorniamo strategia e tattica per le azioni di FX RISK MANAGEMENT, sono molti i paesi, a cominciare dall’Iran, a non volere compromettere le recenti aperture americane sulle sanzioni all’export di greggio.

Ci aspettiamo ulteriori ribassi sulla curva dei tassi

Della normalizzazione (dal punto di vista dei mercati) dei conflitti ne hanno beneficiato la curva dei tassi ed i rendimenti obbligazionari. La loro risposta conferma le anticipazioni che avevamo indicato nei due INSIDE CENTRAL BANK dedicati alle decisioni di BCE E FED. I rendimenti hanno avviato l’atteso ribasso dando forza all’ipotesi della costruzione di un segnale più stabile orientato al ritracciamento del rialzo.

Va detto che a contribuire all’allentamento delle tensioni sui sulla curva dei tassi ha concorso l’alleggerimento del programma di emissioni del Tesoro americano nei prossimi mesi, con una concentrazione delle stesse su duration di breve termine, fornendo un segnale implicito secondo cui il Dipartimento del Tesoro si aspetta una riduzione dei rendimenti in un futuro prossimo. Il rallentamento della crescita globale ancora dominante dovrebbe favorire l’azione speculativa orientata ad incrementare posizioni lunghe in bond governativi.

Il  ritorno ad un clima meno nervoso nel mercato lungo la curva dei tassi d’interesse ha visto una pronta risposta positiva dello spread BTP-Bund sceso a 178 bp. A breve ci aspettiamo una discesa verso 150 bp; in un orizzonte più ampio, contrariamente al consensus non escludiamo il ritorno verso 110 bp.

In generale il nostro modello prevede che l’attuale gamba ribassista estenda la flessione nelle prossime settimane. Come anticipato nello streaming dedicato alle ultime decisioni del  Consiglio BCE, prevediamo un ritorno dell’IRS a 2 anni a brevissimo in area 3,25%, in un orizzonte parzialmente più ampio verso il 3/2,90%. La conferma di questo percorso risulta propedeutica ad un segnale di inversione di tendenza dell’attuale ciclo rialzista dei tassi. Guarderemo quindi tale movimento con uno sguardo attento alla geopolitica ed al petrolio, in quanto queste condizioni altamente variabile sono le uniche, al momento che possano costituire una minaccia allo scenario delineato dal nostro modello di controllo dei rischi sui tassi.

CURVA DEI TASSI IRS 2Y

WB RISK MANAGEMENT INTEREST RATES ANALYTICS: IRS 2Y

L’ultimo trimestre del 2023 rimane inserito in un percorso di rallentamento

L’ultimo trimestre dell’anno vede ancora i PMI manifatturieri in posizione di debolezza, soprattutto nella componente degli ordinativi in Eurozona. La crescita poderosa del IIIQ negli Stati Uniti sta rientrando con un raffreddamento che dal 4,9% passa ad un tendenziale 1%, mentre in Eurozona rimane tendenzialmente negativa.

Venerdì il dato sull’occupazione USA per il mese di ottobre ha messo in evidenza per la prima volta, in una sequenza di statistiche positive, un rallentamento ad un ritmo piuttosto robusto.

Riunione della RBA, PIL del Regno Unito, inflazione cinese e dati commerciali in primo piano

Se la scorsa settimana abbiamo avuto un aggiornamento dei PMI manifatturieri, questa completerà l’informativa con i PMI sui servizi di ottobre (lunedì 6 nov). In Europa sono attesi sondaggi il cui esito evidenzia  ancora una volta la debolezza della domanda.

Nell’area APAC, l’attenzione sarà focalizzata sulla riunione della Reserve Bank of Australia, anche se secondo il consenso non sono previsti cambiamenti nei tassi. L’eur aud sta scendendo verso i minimi segnati la scorsa estate. Nel nostro FX OUTLOOK mettiamo in evidenza la sogli 1,6350 come punto da mettere a fuoco per cogliere un trigger proattivo al controllo del rischio su posizioni creditorie denominate in dollari australiani.

Altrettanta attenzione verrà data alla pubblicazione dei dati economici provenienti dalla Cina continentale. Il PMI manifatturiero calcolato da  Caixin Cina ha riportato un nuovo peggioramento del clima di fiducia nel settore ad ottobre. Di conseguenza il consensus stima un ulteriore indebolimento congiunturale nonostante i sostegni avviati dalla PBoC.

WB MARKET MOVER MONITOR

Considerato lo scenario sopra descritto, nonché l’importanza dell’evoluzione in atto sui tassi d’interesse, riteniamo importante mettere a fuoco alcuni punti che possano aiutarci a comprendere lo sviluppo del percorso atteso. Indubbiamente i valori sull’energia costituiscono un concreto indicatore per la verifica del movimento.

La discesa dei corsi del Brent sotto quota 85 usd alimenterà di riflesso ulteriori ribassi sui tassi, come pure in Europa un ritorno delle quotazioni del benchmark sul  Natural Gas TTF sotto area 44/41 eur mwh. In attesa di certificare il breakout del Brent continueremo a mantenere a quota 90 usd il punto di Risk Aversion.

L’eur usd sta prolungando la fase reattiva emersa dopo la lettura inaspettatamente debole dei dati sull’occupazione. In settimana guarderemo ad area 1,07/1,0650 come punto pivot dell’attuale correzione. Sotto tale soglia sono presenti ricoperture speculative sul dollaro.

Ritorna l’attenzione sui fondamentali economici in quanto persistono i timori sull’impatto dell’aumento dei tassi di interesse. I dati relativi ai sondaggi Flash PMI, la cui finestra di rilevazione ha coperto i giorni in cui si è manifestata l’esplosione dei problemi nel settore bancario, hanno evidenziato il tenore positivo della crescita a marzo, sebbene trainata principalmente dai miglioramenti del settore dei servizi.

Sullo sfondo permangono le preoccupazioni per gli effetti che il rialzo dei tassi sta producendo sotto traccia, unito al prevedibile impatto restrittivo sulle condizioni del credito causato dalla crisi bancaria.

L’inflazione nelle rilevazioni più recenti di marzo è scesa in Eurozona. In particolare abbiamo visto un netto raffreddamento in Italia e Spagna. Anche in Germania scende a marzo al livello più basso dalla scorsa estate. Tuttavia, non vi sono ancora segnali di una tendenza disinflazionistica più ampia al di fuori dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Permangono tensioni sul mercato del lavoro. La tendenza si è attestata al 7,4% su base annua, in ribasso rispetto l’8,7% di febbraio.

Si teme che la BCE possa continuare a ritenere il fenomeno ancora non risolto in quanto pur scontando i prezzi dell’energia e delle materie prime (decisamente in discesa), ritenga che l’inflazione rimanga veicolata e sostenuta dalla domanda. Pertanto il mercato teme che la Banca centrale possa rimanere in modalità restrittiva.

Nondimeno le turbolenze delle ultime settimane hanno chiaramente evidenziato che l’aumento dei tassi di interesse, il più aggressivo dall’inizio dell’unione monetaria, ha un costo.  Ogni ulteriore rialzo dei tassi, aumenta il rischio che qualcosa possa creare incidenti di percorso. Ci aspettiamo quindi che la BCE proceda con maggiore cautela nei prossimi mesi. La BCE, infatti, è probabilmente già entrata nella fase finale del suo ciclo di inasprimento. È una fase che sarà caratterizzata da un vero e proprio approccio meeting-by-meeting, con un Consiglio sempre più diviso nel prendere le opportune decisioni.

Anche negli Stati Uniti il dibattito sui tassi rimane attivo. E non solo.  La scorsa settimana il segretario al Tesoro Janet Yellen ha affermato che potrebbe essere necessario inasprire le regole bancarie dopo i recenti fallimenti di Silicon Valley Bank (SVB) e di Signature Bank. Il segretario ha avvertito delle vulnerabilità strutturali che devono essere affrontate nel settore della “banca ombra” che include veicoli di cartolarizzazione , conduit di titoli commerciali garantiti da attività, fondi del mercato monetario , mercati per accordi di riacquisto, hedge fund e società emittenti di mutui.

Nel frattempo abbiamo visto ulteriori rasserenamenti sui mercati.  La scorsa settimana l’obbligazionario corporate ha riassorbito ulteriormente le perdite accusate in precedenza, sebbene il tenore della volatilità rimanga ancora su livelli di attenzione. Il segno più notevole della resilienza del mercato è stata una vendita di grande successo da 1,8 miliardi di dollari a 10 e 31 anni da parte della Repubblica di Panama. Ha venduto 1 miliardo di dollari di obbligazioni con scadenza 2054 al rendimento del 6,853% e un’emissione TAP di 800 milioni di dollari al 2035 al 6,161%.

I rendimenti dei governativi sono ulteriormente scesi

FOREZ ALERT EUR JPY

Al termine del suo board, la banca centrale del Giappone ha lasciato i tassi invariati, come previsto, ma ha sorpreso i mercati annunciando un’inattesa modifica della sua politica di controllo sui rendimenti obbligazionari che consentirà un maggiore aumento di quelli a lungo termine, con l’obiettivo di alleviare alcuni dei costi del suo prolungato stimolo monetario.
Le azioni nipponiche sono crollate, mentre lo yen e i tassi dei bond hanno subito un’impennata in seguito alla decisione, che ha colto in contropiede gli investitori che si aspettavano che l’istituto non avrebbe apportato cambiamenti fino a quando il governatore Haruhiko Kuroda non avrà terminato il suo incarico ad aprile.
La banca centrale, tuttavia, ha mantenuto invariato l’obiettivo di rendimento e dichiarato che aumenterà drasticamente gli acquisti di obbligazioni, segno che la mossa odierna è una messa a punto dell’attuale politica monetaria ultra-accomodante piuttosto che un ritiro dello stimolo.
Circa la metà degli analisti interpellati nell’ultimo sondaggio Reuters scommette che BoJ avvierà tra marzo e ottobre dell’anno prossimo un progressivo cambiamento della sua politica.

Per continuare a leggere gli effetti sul cambio eur jpy …

L’effetto Fed sui mercati dopo la decisione di ieri 21 settembre tende a rafforzare le dinamiche già in atto su dollaro, materie prime e mercati azionari.

La revisione al ribasso della crescita prospettica per il 2022 e 2023 tenderà a raffreddare ulteriormente le quotazioni delle materie prime quotate nei rispettivi mercati a termine e rafforzare il dollaro. Le borse dovrebbero trarne le conseguenze e capitolare verso i livelli che ci siamo dati come obbiettivo di tendenza nel nostro Outlook 2022. Su questo segmento ci aspettiamo ancora che lo Standard & Pooor 500 possa scivolare verso 3300 punti e non escludiamo ulteriori debolezze nella parte iniziale del prossimo anno a quota 3000.

L’inflazione da combattere rimane il faro delle decisioni FED. Il Board si aspetta un ritorno verso l’area neutra 2% nel 2024, con un percorso che dovrebbe materializzarsi a partire dalla fine di quest’anno.

Negli Stati Uniti l’indice CPI da 9.1% è sceso ad agosto a 8.3%. Il CPE si stabilizzerà quest’anno al 5.4% con il PCE core al 4,5% per passare nel 2023 al  3,1%, nel   2024 al 2,3%.

Il diagramma DOT PLOT è stato rivisto al rialzo con un tetto implicito  al 4.65% nel 2023.  Questo sta nuovamente appiattendo la parte lunga della curva con nuove possibili inclinazioni negative al ribasso del tratto finale.

Il differenziale dei tassi USA UEM potrebbe salire a favore dell’area dollaro dagli attuali 180/170 bp ad oltre 200 per fissare un picco a 250/75.

Per le ragioni di avversione al rischio e di maggior remunerazione degli attivi in dollari  parcheggiati sul hot money, la divisa americana dovrebbe trarre ulteriori vantaggi.

Potete scaricare le slide e la registrazione relative al focus e gli obbiettivi di mercato presentati nello streaming INSIDE CENTRAL BANK cliccando il seguente link

AITI AB ADVISORS INSIDE CENTRAL BANK

RIALZO TASSI 75 BP – FED FUNDS 1,5-1,75%

LE DECISIONI FED

Federal Reserve ha alzato i tassi di 75 punti base, come non accadeva dal 1994. Con una votazione di 10 a 1 il Fomc ha innalzato il riferimento sui Fed Fund a 1,5-1,75%, terzo rialzo consecutivo del costo del denaro. L’istituto guidato da Jerome Powell ha contestualmente rivisto al ribasso le stime di crescita per la prima economia mondiale, portando a 1,7% da 2,8% di marzo la proiezione sul 2022. Sempre per quest’anno, passa invece a 5,2% da 4,3% la proiezione sull’inflazione.

Il FOMC afferma di essere “fortemente impegnato a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%” e rimuove il linguaggio precedente secondo cui il FOMC “si aspetta che l’inflazione torni al suo obiettivo del 2% e che il mercato del lavoro rimanga forte”

Ribadisce il percorso di riduzione del bilancio avviata a giugno, riducendo il portafoglio obbligazionario di $ 47,5 miliardi al mese e salendo a $ 95 miliardi a settembre:

$ 47,5 (ATTESI 50) MILIARDI PER 3 MESI
$ 95 MILIARDI A TRE MESI PER ULTERIORI 4 MESI
$ QE TOTALE $ 522,5 MILIARDI ENTRO FINE ANNO

Digitando il seguente link INSIDE CENTRAL BANK VIEW potete scaricare le slide dello streaming di questa mattina sulle decisioni FED.

 BCE

L’agenzia Reuters riporta che nella riunione straordinaria convocata ieri Francoforte ha incaricato gli uffici tecnici di “accelerare il completamento di un nuovo strumento anti-frammentazione” da sottoporre poi al consiglio direttivo. Il canale principale per contenere l’allargamento degli spread, garantendo il meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sarà la flessibilità nella strategia di reinvestimento delle scadenze future del portafoglio Pepp.
Secondo fonti vicine al dossier il nuovo strumento avrà regole piuttosto morbide sulle condizioni a patto dell’intervento Bce. Ai paesi della zona euro di cui verranno acquistati i titoli di Stato si chiederà per esempio di rispettare le raccomandazioni della Commissione.
Christine Lagarde e il consigliere esecutivo Fabio Panetta partecipano alla riunione dell’Eurogruppo di oggi a Lussemburgo.
La presidente è intervenuta anche ieri sera per spiegare che le crisi sui mercati non sono mai le stesse e compito della Bce è di essere coraggiosa ma coerente, rispettando lo spirito più che la lettera del mandato.

Un nuovo strumento sarebbe diverso dal quantitative easing in quanto il suo obiettivo finale sarebbe quello di attirare gli investitori privati ​​piuttosto che di escluderli. Deve essere sufficientemente credibile da consentire loro di rivalutare il rischio del debito periferico e compensare la carenza di acquisti della BCE una volta cessati gli acquisti netti di PEPP e Asset Purchase Program. A tal fine, maggiore è il programma, maggiori sono le probabilità di successo. Paradossalmente, la BCE deve essere pronta ad acquistare una quantità illimitata di obbligazioni quasi senza alcuna condizione se vuole ridurre al minimo quanto finisce per acquistare ed evitare di lavorare a scopi trasversali alla stretta monetaria che sta cercando di ottenere.

Piena fiducia nelle autorità italiane e greche, a proposito dell’allargamento degli spread, esprimeva ieri sera il ministro dell’Economia francese.

SWISS NATIONAL BANK

A sorpresa la SNB alza i tassi di interesse di 50 bp adeguandoli al -0.25%. La SNB stima ora l’inflazione al 2.8% per il 2022, 1.9% nel 2023 ed 1.6% nel 2024, rivedendo le previsioni di marzo rispettivamente da 2.1% 2022, 0.9% 2023 e 2024.

Il franco svizzero guadagna sull’euro 1,75% spingendo le quotazioni nuovamente verso la parità (prossimo obbiettivo).

BANK OF ENGLAND

Alle 13.00 la BoE comunicherà anch’essa la decisioni sui tassi. Il mercato sconta lo 0,25% di rialzo. Il pound recupera sotto quota .86 contro euro. Il movimento potrebbe giustificare una mossa più aggressiva della BoE. Nonostante sia minoritaria l’attesa per una mossa più ampia di 50 pb, l’ipotesi di un’accelerazione della stretta appare meno chiara che negli Stati Uniti, a causa di un’economia interna più debole.

EQUITY MARKET

La crisi sanitaria scatenata dalla pandemia nel 2020 ha generato a cascata diversi effetti che hanno messo in discussione il paradigma della globalizzazione: interruzione e sconvolgimenti delle catene di fornitura, intervento monetario delle banche centrali, aumento dei prezzi delle materie prime, cambiamento delle abitudini di consumo del mass market ed infine per diverse ragioni la revisione degli equilibri geopolitici.

Abbiamo assistito alla rimodulazione della globalizzazione con una netta revisione degli equilibri di potenza politica.  Questo processo tuttora in itinere ha spinto le diverse aree economiche a polarizzare i loro interessi di appartenenza economici verso due grandi politi attrazioni: gli Usa e la Cina.

Le faglie tettoniche hanno subito una nuova marcatura della loro geografia aprendo situazioni di crisi che hanno esasperato ulteriormente gli squilibri di cui abbiamo dato evidenza.

I mercati, dopo aver reagito allo shock della pandemia con la forte ripresa innescata grazie all’abbondanza di liquidità messa a disposizione delle banche centrali, stanno ora ricalcolando gli impatti che la rimodulazione delle catene di fornitura, a cui la geopolitica sta sottoponendo le economie avanzate, hanno ed avranno sulla catena del valore, considerando che la transizione ecologica rimane nel breve e medio periodo un acceleratore di tali squilibri.

Per i mercati l’inflazione rappresenta  uno dei prodotti dello sconvolgimento di questo sistema dinamico caotico. Essa sta determinando un campo vettoriale sulla cui traiettoria si stanno indirizzando le linee di policy monetaria delle banche centrali, esattamente come abbiamo descritto nei nostri  rapporti con modalità non lineari. La Fed ha risposto con tempi e meccanica diverse, come pure la BCE e la Bank of Japan.

C’è il rischio che la guerra commerciale si trasformi in una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Cina producendo ulteriore effetti stagflattivi ad ampio raggio. Il disaccoppiamento sino-americano implica la frammentazione dell’economia globale, la balcanizzazione delle catene di approvvigionamento e restrizioni più severe al commercio di tecnologia, dati e informazioni, elementi chiave dei futuri modelli commerciali.

Tuttavia leggiamo tra le pieghe della contrapposizione situazioni di ambigua interpretazione.

Analizzando i fattori che hanno contribuito a far accelerare l’inflazione emergono in prima linea le commodity e tra queste quelle energetiche. petrolio, gas ed energia elettrica. Questo fenomeno risulta ancor più evidente in Europa. La guerra tra Russia ed Ucraina ha esasperato inizialmente livelli di quotazione non sostenibili dal mondo produttivo.  I picchi del gas russo segnati a dicembre ed agli inizi di marzo sono  stati seguiti da significative correzioni.

Come abbiamo scritto questa settimana il mercato sta leggendo la fascia di prezzo tra 90e 105 eur mwh per il future sul Natural gas Dutch TTF, di fatto il benchmark a cui sono indicizzati i contratti di fornitura, come possibile range su cui calibrare la prossime mosse dei prezzi. La violazione di 90 eur mwh aprirebbe la strada per una correzione significativa dei prezzi. La stessa cosa dovrebbe accadere nel caso in cui il future sul Brent dovesse scendere sotto quota 100 usd/bar.

Il nuovo blocco sanitario imposto in Cina, in particolare nelle aree ad alta intensità manifatturiera e produttiva, a partire da l porto di Shanghai, sta congelando nuovamente tutte le attività di trading commerciale. Le materie prime hanno già subito un primo contraccolpo dal riflusso dei contagi. Lunedì 25 hanno subito un significativo sell_off, altri potrebbero allinearsi nel breve, confermando l’orientamento previsto nel nostro rapporto pubblicato la scorsa settimana, WB COMMODITY PERSPECTIVES. 

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LAG

Questa situazione sta spingendo gli investitori a rivedere le loro posizioni di portafoglio.

Queste considerazioni continuano a mantenere aperte le condizioni di avversione al rischio di cui abbiamo scritto in molte occasioni nei mesi scorsi. Ci aspettiamo una SECOND LOWER LEG, una seconda gamba di ribasso nell’equity market.  Stimiamo per il mercato azionari USA ulteriori ribassi in grado di spingere lo Standard & Poor 500 verso area 3900 con il rischio di assistere ad ulteriori approfondimenti verso 3500 usd. Anche la tecnologia, bandiera della ripresa post pandemia, tendenzialmente affronterà una fase di riequilibrio. Le stime del nostro modello di valutazione calcola obbiettivi tendenziali verso area 11.000 senza escludere il rischio di un a perdita di momentum sino a quota 9000/8700. Gli indici minori ma fortemente sensibili alle dinamiche economiche americane, il Russell 2000 ed il Wilshire 5000 navigano nelle medesime acque.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: SATANDARD & POOR 500

In Europa ci aspettiamo che si replichino le analoghe condizioni con l’Eurostoxx 50 destinato a scendere oltre i minimi di marzo e fissare un nuovo minimo relativo a quota 2900, non nascondiamo condizioni più negative qualora lo scenario dovesse avvitarsi.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: EUROSTOXX 50

Dell’ampiezza di questo ribasso ne abbiamo parlato anche lo scorso fine d’anno sostenendo con un ALERT RISK la tesi di uno squilibrio tra fondamentali e condizioni operative delle aziende rispetto alle valorizzazioni che all’epoca i mercati esprimevano.

L’inversione della curva dei tassi USA.

I rendimenti dei Treasury americani sono scesi al di sotto di quelli triennali. L’inclinazione della curva potrebbe rispondere alle attese di una fase di rallentamento significativo della crescita, confermando un ciclo di forte correzione dei mercati azionari. Ciò non esclude in futuro una  possibile revisione dell’attuale impostazione della politica monetaria della FED con un potenziale ritorno dei tagli dei tassi   tra metà 2024 e 2026.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: US – UEM – UK YIELD CURVE

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: NASDAQ COMP

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: RUSSELL 2000

 

Il 2002 è già qui.  Si scrive 9 settembre 2021, si legge 2 gennaio 2022!

Con oggi riprendono dopo la pausa di Ferragosto, semmai fosse possibile parlare di pausa,  i consigli delle grandi banche centrali.

E’ la BCE ad aprire i lavori con un meeting che proprio nelle ultime settimane ha addensato nel suo programma temi che negli intenti del Presidente sarebbero entrati nell’agenda del 2022. Il rialzo dell’inflazione in Eurozona, il rimbalzo robusto della ripresa, unito ad altri fattori politici (campagna elettorale tedesca)  stanno invece anticipando questioni mai del tutto accantonate. Si tratta del rigore pragmatico invocato ai banchieri di Olanda ed Austria su delega politica della Bundesbank.

Il tema riguarda anche in Eurozona la questione della riduzione degli stimoli monetari.

La BCE oggi aggiornerà l’Outlook e con esso tutte le previsioni accessorie compresi i timori per le varianti Covid-19 che ruotano nella geo-sfera, l’ipotesi che l’aumento dell’inflazione sia di natura transitoria, inducono a pensare che tutto sommato i tempi non siano ancora maturi per una riduzione robusta del Pepp.

In linea strategica dopo le varie versioni della riduzione degli stimoli operate nel passato, taper tantrum,  il dovish tapering, la  Banca centrale europea potrebbe annunciare un ‘light tapering’ o semplicemente ventilarlo. In un contesto che pone le banche centrali su scala globale discutere  della prospettiva di ridurre gli acquisti di titoli messi in campo contro la pandemia, mentre la ripresa si irrobustisce, le tempistiche e la velocità dei tapering catturano l’attenzione di tutti gli operatori.

Ma attenzione, sarà comunque la Federal Reserve a dare il via ufficiale all’azione. In ogni caso le sfumature che assumeranno le misure che ogni singola banca centrale adotterà saranno multi-variate. Semplicemente si differenzieranno l’una dall’altra.  Per quanto attiene la BCE pensiamo che le condizioni che matureranno sulla base delle nuove stime economiche che verranno diffuse oggi al termine del meeting, imporranno  sfumature diverse dall’approccio della Federal Reserve o di altre banche centrali sull’eventuale revisione degli stimoli.

Al centro del dibatto dell’Eurozona è stato posto il programma Pepp e non il QE. Il primo è stato pensato per  l’emergenza Covid, il secondo era già operativo prima. La BCE potrebbe decidere nel primo caso di operare  un  taglio marginale nel ritmo del programma mensile di acquisto bond, attualmente a 80 miliardi di euro, lasciando inalterata la data di chiusura del Programma per l’emergenza pandemica (Pepp) da 1.850 miliardi a marzo. Come scritto la BCE rimarrebbe impegnata con il programma Qe di circa 20 miliardi di euro al mese, in vigore prima della pandemia e proseguito parallelamente al Pepp.

I tassi d’interesse rimarranno vicini allo zero per il prossimo futuro e il controllo delle banche centrali sul credito e sulla liquidità nell’economia è determinato principalmente dalla portata di questi programmi di acquisto e dalle indicazioni sul loro ritmo e sulla loro durata. Quindi, mentre il tapering della Fed e di altri istituti viene visto come una graduale conclusione degli acquisti entro un determinato periodo, se anche la Bce portasse a termine definitivamente il Pepp, il Qe resterebbe operativo anche dopo marzo.

Nel caso in cui l’inflazione, salita al 3%, dovesse effettivamente rientrare nell’area di stima della BCE, 1,4% nel 2023, il Board potrebbe decidere di rafforzare il QE per riportare il valore verso l’area obbiettivo del 2%. Nell’ultima rilevazione l’inflazione core quotava ancora l’1,6%.  La curva forward posiziona oggi l’inflazione tendenziale a cinque anni in prossimità dell’1,75%.

Nel mercato vi sono operatori istituzionali che contemplano che in futuro il  Qe potrebbe essere addirittura intensificato fino a 60-80 miliardi al mese senza una scadenza definitiva, al di là del miglioramento dell’economia, dell’inflazione e delle condizioni di finanziamento favorevoli, di cui parla il capo economista Bce Philip Lane.

Potremmo quindi trasporre al tapering tantrum il light tapering,  un tapering leggero se si guarda agli acquisti complessivi a livello mensile ma senza una data di conclusione all’orizzonte.

L’incognita più grande ora riguarda il modo in cui la banca centrale passerà da un programma all’altro. Considerando la fase di transizione non è da escludere che la Bnaca possa rivedere, tra la altre cose, le norme sulla ripartizione degli acquisti e la cosiddetta Capital Key sospese per l’emergenza. Il tema è rilevante perché alcuni paesi dell’Eurozona sono già oggi prossimi al limite previsto, mentre altri necessitano ampiamente del sostegno degli acquisti della BCE. L’Italia, come noto, fa parte di quest’ultimo gruppo.  L’operazione non sarà semplice. In passato si è fatto ricorso alla Corte Costituzionale tedesca per verificare la congruità giurisdizionale di tali deviazioni.

Il compito odierno di Christine Lagarde sarà oltre che politico anche tecnico quindi. La necessità di manovrare con cura tutto l’impianto degli stimoli rimane fondamentale. Si rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria dell’Eurozona e di conseguenza quella economica.

Con le elezione tedesche ed i tempi per la definizione della coalizione del successivo governo, l’agenda politica accelererà i tempi verso il 2022, anno in cui terminerà l’interruzione temporanea di tutte le regole di bilancio a partire dal Fiscal Compact.

MARKET MOVER

Per oggi quindi è plausibile considerare la possibilità che il consiglio deliberi una riduzione degli acquisti mensili nel Pepp, adeguandola al ritmo di 60-70 miliardi dagli attuali 80 miliardi per il quarto trimestre. Le decisioni di Francoforte tuttavia saranno probabilmente all’insegna della cautela e si intrecceranno con le sorti dell’altro programma di acquisti di Francoforte, il Qe. Al termine della riunione odierna sono attese anche le nuove proiezioni macroeconomiche che dovrebbero riflettere un miglioramento della situazione nella zona euro. I rendimenti dei bond nella zona euro hanno visto recenti rialzi anche dopo i toni ‘hawkish’ di alcuni esponenti Bce: ieri Robert Holzmann ha detto che Francoforte potrebbe dare una stretta alla politica monetaria prima del previsto.

Oltre al Consiglio BCE sono in programma oggi diversi interventi di esponenti della banca centrale statunitense, mentre il mercato cerca di capire se l’avvio del ‘tapering’ verrà rinviato alla luce degli ultimi dati sul lavoro Usa più deboli del previsto. Alcuni rappresentanti dell’istituto centrale Usa hanno sottolineato ieri che la Fed resta orientata a ridurre gli acquisti quest’anno. In quest’ottica saranno attentamente monitorati, nel pomeriggio, i numeri settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione, viste in lieve calo.

PREZZI PRODUZIONE E CONSUMO CINA – In agosto i prezzi alla produzione in Cina hanno toccato il massimo di 13 anni sulla scia del netto incremento dei costi delle materie prime nonostante i tentativi di Pechino di ridurli. L’indice dei prezzi alla produzione ha registrato un +9,5% rispetto allo scorso anno, oltre le attese Reuters per +9,0% e il +9,0% di luglio. Si tratta del tasso di crescita più alto dall’agosto 2008. Nello stesso mese i prezzi al consumo hanno registrato un +0,8% su anno a fronte di attese Reuters per un incremento di 1,0%, in linea con il dato di luglio.

BILANCIA GERMANIA – A luglio l’import tedesco ha visto un calo del 3,8% su mese a fronte di attese per un incremento di 0,2%. L’export ha registrato un incremento di 0,5% su mese in linea con le attese e la bilancia commerciale ha visto un surplus di 17,9 miliardi di euro contro attese per un avanzo di 13 miliardi.

RISKOO MONITOR MARKET MOVER

RISKOO MONITOR MARKET MOVER

Ieri il cambio eur usd è sceso sulla spinta di un ritorno dell’avversione al rischio. I valori si sono spinti sino a testare l’area 1,18, ovvero la base che indicavamo ad inizio settimana come punto di riferimento per l’attesa dei mercati del meeting BCE odierno.   Ci aspettiamo reazioni e volatilità sia dopo la diffusione del comunicato stampa alle 13.45, sia più tardi durante la conferenza stampa delle 14.30.

Il range di dominio quota 1,1860-1,18. Violazioni dei limiti preludono ad un cambiamento sostanziale di bias di cui daremo indicazioni in questa pagina dopo le 16 di oggi a conclusione della conferenza stampa.

COMMENTI AL MEETING BCE DI  WLADEMIR BIASIA

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IL 2022 INIZIA OGGI CON IL BOARD ELLA BCE

WB ANALYTICS: EUR USD B_T

H 15.30 REAZIONI ALLA DECISIONE DELLA BCE

Sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo ha ritenuto di ritiene mantenere le condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti.

Il Consiglio direttivo ha inoltre confermato le altre misure, ovvero il livello dei tassi di interesse di riferimento della BCE, le indicazioni prospettiche (forward guidance) sulla loro probabile evoluzione futura, gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto di attività (PAA), le politiche di reinvestimento e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine.

In sintesi il Consiglio ha rimodulato gli acquisti del Pepp in una versione più flessibile confermando comunque l’intero ammontare di 1,850 miliardi di euro previsti in origine per il programma.

In conferenza stampa Christine Lagarde ha ribadito le linee note sull’inflazione e sulla ripresa in corso. Ha inoltre fatto esplicito riferimento all’andamento ancora non soddisfacente del riassorbimento dell’occupazione.

L’eur usd  è scivolato verso la parte del bassa del range che questa mattina avevamo fissato per l’odierno meeting. Ci aspettiamo tuttavia un ulteriore coda di debolezza. Il breakout di 1,18/1,1790 dovrebbe aprire la strada per un ritorno verso 1,17/1,1650. Il mercato si posizionerà ora per la riunione del 22 settembre della Federal Reserve continuando ad osservare i dati settimanali sull’occupazione.

COMMENTI AL MEETING BCE DI  WLADEMIR BIASIA

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SI MARKET MOVER DI QUESTA SETTIMANA

In attesa della pubblicazione delle minute Fed l’eur usd si porta al di sotto dei minimi dell’anno confermando dopo 1,17 il successivo target fissato nel nostro Outlook FX RISKOO 2021. Le banche centrali continuano a ragionare sull’uscita dallo stimolo emergenziale. Questa sera la Federal Reserve  pubblica le minute le dell’ultimo meeting Fomc, fondamentale per le prospettive di mercato a breve termine, soprattutto se confermerà che diversi policymaker sono inclini a ridurre il piano di acquisto emergenziale di obbligazioni entro la fine dell’anno. Secondo il presidente di Fed Boston Eric Rosengren, un altro mese di dati forti sul mercato del lavoro potrebbe sostenere un annuncio sul ‘tapering’ a settembre.

Il governatore della Fed si St. Louis, James Bullard, ha affermato questo pomeriggio che l’economia USA ha già compiuto progressi “sostanziali”  utili per ridurre i 120 miliardi di dollari al mese della banca centrale negli acquisti di attività.

Il presidente della Fed di St. Louis, che sarà membro votante del comitato politico della Fed nel 2022, ha dichiarato di volere che il tapering termini entro la fine del primo trimestre. Ciò darebbe alla Fed la possibilità di iniziare ad aumentare i tassi di interesse se l’inflazione rimanesse ostinatamente alta.

Bullard ha previsto che l’inflazione decelererà ad un tasso del 2,5% nel 2022 rimanendo sopra il il 3% quest’anno. Ha detto inoltre che i rischi di un’inflazione più alta superano quelli di un’inflazione più contenuta bassa.

Nell’intervista, Bullard ha detto che pensa che la Fed dovrebbe lasciare che il suo bilancio si riduca una volta che la banca centrale avrà terminato il tapering.

Questa è una svolta rispetto al precedente episodio di tapering della Fed nel 2014. All’epoca, i funzionari della Fed volevano vedere il tasso di interesse di riferimento della banca centrale salire sostanzialmente prima di consentire al bilancio di ridursi. Il bilancio si ridurrà naturalmente poiché la Fed non sostituirà i titoli in scadenza. Bullard ha affermato che i suoi colleghi non supportano la vendita di obbligazioni della Fed sul mercato.

La Banca d’Inghilterra ha elaborato un piano per vendere obbligazioni una volta che il suo tasso di riferimento raggiunge l’1%.

Bullard ha affermato di essersi opposto a qualsiasi mossa per aumentare l’obiettivo di inflazione della banca centrale al 3% dal suo attuale livello del 2%. Ha detto che causerà disordini nei mercati finanziari. All’inizio di questa settimana, diversi ex economisti della Fed hanno sostenuto il passaggio a un obiettivo più alto.

Al di qua dell’oceano, in base agli ultimi dati settimanali Francoforte ha accelerato l’iniezione di liquidità, mentre secondo un sondaggio Reuters potrebbe annunciare nel prossimo trimestre i piani per ridurre il suo programma di acquisto di asset. Quanto a Bank of England, stando agli economisti, l’istituto centrale inglese aspetterà il 2023 per incrementare i tassi.

Oggi la banca Centrale neozelandese non ha aumentato i tassi come il mercato si aspettava.

L’euro dollaro attende la lettura delle minute al di sotto del minimo fissato nei primi otto mesi dell’anno a 1,1706 eur usd. La violazione del livello, se confermata dopo la lettura dei verbali della Fed di questa sera,  apre la strada per un ulteriore flessione dei corsi in direzione del target fissato nel nostro Outlook FX RISKOO 2021 a 1,15.

Il dollaro continua a beneficiare delle aspettative sull’avvio del tapering contro tutte le principali monete fatta eccezione per alcune divise appartenenti all’area emergente come ad esempio il peso messicano. anche contro lo yuan renminbi prosegue la fase positiva orientata al recupero avviato alla fine della primavera. Come al tempo scritto i corsi hanno raggiunto il primo degli obbiettivi a 6,40 usd cny ed ora si appresta a risalire verso area 6,60 usd cny.

I dati rilasciati questa settimana dalle agenzie cinesi riportano le   Vendite al dettaglio a +8,5% contro le attese di +10,9%, gli investimenti fissi nel primo semestre a +10,3% contro attese di +11,3% e la produzione industriale +6,4% contro un consensus del +7,9%. Ciò riflette un rallentamento della crescita in  Cina e di conseguenza un possibile allentamento dei requisiti di riserva obbligatoria delle banche commerciali.

Nonostante la correzione dello yuan contro dollaro, il rapporto eur cny rimane ancora inserito all’interno di un ciclo riflessivo che dovrebbe portare il cambio anche in questo caso a confermare i nostri obbiettivi di eur cny fissati nell’Outlook FX RISKOO 2021, il primo dei quai quotava a 7,60. Dopo il test del target intermedio ci aspettiamo un ulteriore flessione in direzione di area 7,10 eur cny.

OUTLOOK FX RISKOO 2021 IN TARGET

 

OUTLOOK RISKOO: IL FERIE AUGUSTI DEI MERCATI

OUTLOOK RISKOO: ANALISI INTERMARKET

Con i dati su GDP e Lavoro USA siamo si è aperta la pausa di mezza estate preliminare alla riflessione che ci porterà direttamente ai lavori del Simposio della Fed organizzato, come ogni anno, a Jackson Hole nel Wyoming tra il 26 ed il 28 agosto.

I mercati attendono un pò assuefatti dall’iperliquidità presente, un pò trepidanti proprio per quanto potrebbe emergere dagli orientamenti futuri dei banchieri centrali riuniti a riformulare le loro strategie monetarie.

Il mondo della politica economica globale è nel mezzo di un dibattito sul rischio di inflazione: transitorio o strutturale?

Accanto a questo fenomeno molti si interrogano anche su altri rischi. Più propriamente  ci si chiede se siamo prossimi allo scoppio di una bolla di asset.
Ciò che sorprende è la quantità minima di discussioni sul fatto che la cosiddetta “era del denaro libero” di oggi del denaro libero” abbia creato pericolose bolle di asset. La storia mostra che lo scoppio di bolle di asset
può portare brutte conseguenze macroeconomiche.

Il dibattito non deve eludere la consapevolezza che negli Stati Uniti ad esempio,  il nuovo debito aziendale dopo la pandemia è salito alle stelle. Molte aziende, anche poco meritevoli sotto il profilo della loro sostenibilità economica, grazie al denaro leggero sono state in grado di riacquistare le loro azioni. La loro fragilità le renderebbe vulnerabili in un contesto di volatilità. Molti investitori ritengono che i mercati siano al riparo da un’eventuale turbolenza in quanto gran parte delle banche sistemiche siano ottimamente capitalizzate, mitigando gli eventuali effetti negativi per l’economia statunitense da una correzione del mercato qualora dovesse entrare in rotta di collisione.

Le maggiori banche d’investimento prevedono in effetti una correzione dei mercati di proporzioni contenute: 10/15%.

In una tale correzione, quale sarebbe la via di fuga per i flussi in cerca di un rifugio sicuro? I titoli del Tesoro americano? L’oro? Le Criptovalute? Le Materie prime in generale? Le monete safe haven?

Non c’è dubbio che in questo lungo ciclo di liquidità immessa dalle banche centrali sia stata alimentata un’assunzione di rischio probabilmente fuori scala, dove sono state premiate le attività finanziarie rispetto a quelle appartenenti all’economia reale. L’inflazione sui multipli in qualche misura conferma questa ipotesi, anche se potremmo sostenere come di questo fenomeno abbia alla fine beneficiato il meccanismo di trasmissione della politica macroeconomica all’economia reale.

Ciò nonostante la disconnessione tra tra i fondamentali ed i mercati appare come scritto fuori scala. Ciò crea tendenzialmente distorsioni che, se troppo stressate, rischiano di causare turbolenze.

La fiducia che i mercati hanno riposto sulla persistenza delle banche centrali a favorire linee monetarie accomodanti ha generato comportamenti meno razionali che in passato.

Le distorsioni che si sono manifestate proprio sull’economia reale. aumento dei prezzi, rialzo verticale dei prezzi delle commodity, tassi reali negativi, hanno spinto le principali economie fuori dalla deflazione (Giappone a parte) assistendo ad un’impennata dei prezzi input in parte scaricata dalle aziende sui listini ed in parte assorbita dalla marginalità. Questo processo tenderà a rendere meno transitoria l’inflazione.

Negli Stati Uniti il tasso tendenziale è ben al di sopra del 5%, mentre in Europa la crescita dei prezzi si è attesta in prossimità degli obbiettivi dichiarati dalla BCE al 2%.

E’ la Federal reserve quindi che dovrà muovere i primi passi per mitigare gli eventuali effetti dell’inflazione. Jackson Hole nelle attese costituirebbe la sede più appropriata per aprire ufficialmente il dibattito sul ritiro degli stimoli. Il percorso preliminare prevede almeno tre grandi tappe:

  • il Simposio JH dove si darebbe il via alla preparazione del processo,
  • la riunione del Fomc di settembre per convalidare lo scenario,
  • il meeting di dicembre per dare il via definitivo al programma di tapering.

I mercati avrebbero il tempo necessario per scontare gli effetti del nuovo ciclo monetario sulle quotazioni. Si eviterebbe in linea teorica l’apertura di una turbolenza derivata da un aggiustamento repentino delle valorizzazioni. Con buona probabilità l’aggiustamento produrrebbe una correzione mitigata dalla narrazione con cui le banche centrali, Fed in primis, accompagnerebbe i mercati verso la nuova fase.

MARKET MOVER

Abbiamo riportato la sintesi della ricerca WB Advisors per ogni asset class . per rimanere aggiornati iscrivetevi al nostro RISKOO OUTLOOK REPORT

OUTLOOK RISKOO EQUITY

I mercati azionari appartenenti all’area occidentale, Usa ed Europa,  sono entrati in pseudo trading range da diverse settimane, quelli emergenti trainati dalla Cina hanno corretto ampiamente le loro quotazioni.

  • Lo Standard & Poor 500 si è dimostrato il meno incline a contenere l’esuberanza. Tutte le correzioni al trend dominante si sono dissolte a ridosso dei livelli di controllo del rischio che di volta in volta avevamo fissato evitando di entrare in una sequenza in grado di compromettere la tenuta del ciclo. La nostra posizione più cauta ha tuttavia prevalso in una logica di disallineamento.  (livello di rischio sotto 4350 & 4300)
  • L’Eurostoxx 50 dal mese di aprile ha lavorato su basi più difensive. Nell’ultima settimana ha cercato di allinearsi all’esuberanza del mercato azionario americano. (livello di rischio sotto 3950)
  • Nasdaq 100 La tecnologia ha beneficiato più di altre asset class l’esuberanza mediatica di questo ciclo per tutte le ragioni che possiamo ricondurre al nuovo paradigma dei comportamenti sociali post pandemia. L’indice dopo una fase di consolidamento aperta tra fine 2020 e maggio 2021 ha avviato un nuovo rally esposto comunque ad un ritracciamento nel breve. (livello di rischio sotto 14,000)
  • China L’indice CHINA MSCI perde dai massimi di febbraio tra il 27 ed il 30%. L’indice Shanghai Composite sta recuperando rispetto alla correzione del 10% ma per definire un quadro più soddisfacente rispetto alla stabilità del recupero necessita di ulteriori conferme con ritorno oltre 3550.

    IL FERIE AUGUSTI DEI MERCATI

    WB ANALYTICS: STANDARD & POOR 500

OUTLOOK RISKOO YIELD RATE

I rendimenti  benchmark del mercato dei bond governativi sono scesi ai livelli che precedevano la lettura del rialzo dell’inflazione. Ci si interroga sul ritracciamento dei rendimenti in un quadro di pressioni inflative e di orientamenti da parte di banche centrali, al momento circoscritte alle aree emergenti e poco più, verso una revisione al rialzo dei propri tassi di riferimento.

  • L’US Treasury 10 y yield dopo aver impensierito non poco gli investitori toccando quota 1,80% è sceso sino a dimezzare (quasi) le proprie quotazioni a 1,12%. In attesa del discorso che terrà Jerome Powell a Jackson Hole, ci aspettiamo che i rendimenti consolidino l’area 1,40-1,10%. La discesa tende ad offrire argomenti a quanti sostengono la linea del Governatore Powell sulla transitorietà dell’inflazione. A questi dovremmo unire quanti invece ritengono che l’economia possa decelerare in un prossimo futuro.
  • In parallelo al Tresury il 10 y yield Bund è sceso nuovamente verso i minimi negativi storici fissando un -0,52% toccando anche in questo caso i livelli di fine 2020 ed inizio anno. Ci sembra che la coda finale del ribasso rientri in un contesto di eccesso per cui ci aspettiamo un recupero limitato a breve. In ogni caso in attese diJH ci aspettiamo un riequilibrio verso -035%.
  • Il BTP 10 y yield ha beneficiato di questo passaggio generale riportando le quotazioni verso 0,50%. L’eccesso di ribasso da noi riscontrato favorirà una reazione contenuta sotto quota 0,65% dove sono presenti al momento possibili buy order sul secondario. Tendenzialmente ci aspettiamo una discesa dei corsi ulteriore senza escludere a priori un ribasso oltre gli attuali minimi.
IL FERIE AUGUSTI DEI MERCATI

WB ANALYTICS: US TREASURY 10 Y YIELD ADVANCE CYCLE TREND

OUTLOOK RISKOO COMMODITY

A fine primavera avevamo segnalato nei nostri Outlook WB Commodity Perspectives l’apertura di un’articolata fase di correzione dei prezzi delle commodity industriali a partire dal rame.

  • Per il Copper HG (LME)  ci aspettavamo un’iniziale correzione da 10739 usd/t (LME) a 9000 usd. La successiva reazione avrebbe, secondo l’articolata correzione attesa descritta nel report di giugno e luglio, riportato nuove prese di beneficio con spinte regressive che al momento preludono ad un ulteriore gamba di ribasso importante in direzione dei target stimati.
  • Sulla linea del rame dovremmo ritrovare nelle prossime settimane altri metalli tra cui l’Acciaio nelle sue diverse declinazioni e quotazioni di riferimento.
  • Il petrolio, che la  nostra ricerca copre eleggendo come benchmark il Brent Oil, dopo aver più volte tentato di oltrepassare la soglia dei 78 usd/bar sta nuovamente ripiegando in direzione della trigger line 68,50 usd al cui breakout potrebbero verificarsi significativi sell order a protezione di tattiche e strategie ancora rialziste. L’evento tenderà a confermare i target riflessivi indicati anch’essi nei nostri ultimi report a 65 e 60 usd/bar.

Le considerazioni esperite sull’andamento delle commodity in generale dovrebbero favorire altresì un riequilibrio ancorché solo marginale,  dei noli marittimi. Le quotazioni del Baltic Dry Index rimarranno inserite in un ciclo positivo di medio termine 2021/22. Le tendenza dominante continua ad evidenziare lo sviluppo di un rialzo a medio termine che alla fine potrebbe capitalizzare un ulteriore incremento nell’ordine del 30%. A breve non escludiamo qualche perdita di momentum, tuttavia essa appare propedeutica a rafforzare il trend dominante. L’evoluzione del rapporto tra pandemia e ripresa continuerà a giocare un ruolo significativo sull’offerta dei noli e le loro quotazioni.

IL FERIE AUGUSTI DEI MERCATI

WB ANALYTICS: COPPER LME

IL FERIE AUGUSTI DEI MERCATI

WB ANALYTICS: BRENT CRUDE OIL ADVANCE TREND CYCLE

OUTLOOK RISKOO FOREX

Da almeno 5 settimane il Dollar Index continua a premere sotto quota 93 per oltrepassare l’ostacolo tecnico che si oppone all’apertura del rally che dovrebbe spingere i valori verso i nostri target stimati in area 96 con ulteriori potenziali progressioni. Il Tapering di cui abbiamo ventilato l’applicazione da parte delle Federal Reserve innescherebbe il movimento atteso.

  • L’eur usd dopo l’ennesimo ritorno in area 1,2250 è repentinamente sceso verso i. minimi dell’anno posizionati a quota 1,17. I nostri algoritmi confermano che le condizioni tecniche utili per l’atteso breakout siano mature. Il nostro FX Outlook Riskoo confermerebbe quindi i target stimati per il 2021 dopo il collaudo di quello intermedio a 1,17.
  • Completate le procedure per la separazione definitiva della Gran Bretagna dall’UE a fine 2020, la sterlina ha avviato l’atteso movimento di recupero rispetto alla regressione subita durante il processo Brexit. Ci aspettiamo un ulteriore graduale apprezzamento del pound in linea con lo scenario delineato per il 2021 dove area ,82 eur gbp rappresenta il primo dei target di riferimento.
  • Il rapporto usd cny sta perfromando secondo il percorso previsto dal nostro modello: i corsi eur cny dovrebbero avvicinare a breve termine area 7,60. Ciò significa che l’eur cny dopo aver verificato il target intermedio a 6,60 si appresta a scendere in direzione di area 6,7,50 a breve, 7,20  a medio termine.

In generale l’euro rimane indebolito da una linea di policy monetaria più accomodante in Eurozona che in altre aree. Alcune monete emergenti presentano con dizioni di forza relativa estremamente positive: chf, cad, rub, czk, huf,  mxn,  krw, sgd, idr, inr.  Ci aspettiamo anche un recupero dello yen con ritorni rapportabili alle quotazioni di inizio anno. Per quanto riguarda altre monete ci aspettiamo una ripresa della loro forza contro euro a partire dal nok e sek per proseguire con l’aud. Per i dettagli tecnici richiedi il nostro FX RISKOO OUTLOOK REPORT

IL FERIE AUGUSTI DEI MERCATI

WB ANALYTICS: DOLLAR INDEX TREND CYCLE

IL FERIE AUGUSTI DEI MERCATI

WB ANALYTICS: EUR USD ADVANCE TREND CYCLE

 

RISKOO FX RISK MANAGEMENT MODEL

WB RISKOO FX OUTLOOK

WB RISKOO FX OUTLOOK AGO 21

DELTA INFLATION

La variante delta verso l’inflazione delta: cosa pensano alla Fed?

In attesa della riunione Fed 

La discussione sul ritiro degli stimoli monetari è da tempo presente nelle riflessioni dei consiglieri Fed. Jerome Powell tende, mitigando l’attuale congiuntura con il messaggio sulla transitorietà dell’inflazione, a preparare i mercati verso uno scenario in cui può esserci lo spazio per un tapering, magari annacquato, ma lo spazio c’è.

Questa è la nostra sensazione osservando i dati e la congiuntura del ciclo economico.

Sappiamo che il presidente Powell esprime tuttora una view piuttosto cauta rispetto alla crescita dei prezzi. Abbiamo nei report precedenti cercato di mettere a fuoco questa sua convinzione fissando alcuni punti:

i prezzi delle commodity sono saliti in un contesto straordinario. In moli casi, come abbiamo scritto nel WB COMMODITY PERSPECTIVES©, i valori hanno performato degli eccessi destinati a rientrare nel breve medio periodo.

Il ciclo economico ha fatto leva su condizioni eccezionali dovute alla riaperture ed ai colli di bottiglia che si sono formati nella supply chain.

La risposta positiva delle aziende ai sondaggi sulla fiducia in merito alla ripresa ha alimentato una solida crescita sul lato manifatturiero, contribuendo a determinare tassi di recovery significativamente robusti. 

La comunicazione ufficiale della Fed e delle banche centrali in generale fa leva quindi sul fattore di straordinarietà da cui deriva una visione della crescita dei prezzi come fenomeno transitorio.

Molti economisti temono invece che la ripresa dell’inflazione sia qui per durare a lungo e creare un vero e proprio ciclo. Noi, come già scritto, ci posizioniamo nel mid range. Pensiamo che gli aumenti dei prezzi operati dalle aziende verranno consolidati secondo lo schema che segue. … Per continuare a leggere