Ritorna l’attenzione sui fondamentali economici in quanto persistono i timori sull’impatto dell’aumento dei tassi di interesse. I dati relativi ai sondaggi Flash PMI, la cui finestra di rilevazione ha coperto i giorni in cui si è manifestata l’esplosione dei problemi nel settore bancario, hanno evidenziato il tenore positivo della crescita a marzo, sebbene trainata principalmente dai miglioramenti del settore dei servizi.
Sullo sfondo permangono le preoccupazioni per gli effetti che il rialzo dei tassi sta producendo sotto traccia, unito al prevedibile impatto restrittivo sulle condizioni del credito causato dalla crisi bancaria.
L’inflazione nelle rilevazioni più recenti di marzo è scesa in Eurozona. In particolare abbiamo visto un netto raffreddamento in Italia e Spagna. Anche in Germania scende a marzo al livello più basso dalla scorsa estate. Tuttavia, non vi sono ancora segnali di una tendenza disinflazionistica più ampia al di fuori dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Permangono tensioni sul mercato del lavoro. La tendenza si è attestata al 7,4% su base annua, in ribasso rispetto l’8,7% di febbraio.
Si teme che la BCE possa continuare a ritenere il fenomeno ancora non risolto in quanto pur scontando i prezzi dell’energia e delle materie prime (decisamente in discesa), ritenga che l’inflazione rimanga veicolata e sostenuta dalla domanda. Pertanto il mercato teme che la Banca centrale possa rimanere in modalità restrittiva.
Nondimeno le turbolenze delle ultime settimane hanno chiaramente evidenziato che l’aumento dei tassi di interesse, il più aggressivo dall’inizio dell’unione monetaria, ha un costo. Ogni ulteriore rialzo dei tassi, aumenta il rischio che qualcosa possa creare incidenti di percorso. Ci aspettiamo quindi che la BCE proceda con maggiore cautela nei prossimi mesi. La BCE, infatti, è probabilmente già entrata nella fase finale del suo ciclo di inasprimento. È una fase che sarà caratterizzata da un vero e proprio approccio meeting-by-meeting, con un Consiglio sempre più diviso nel prendere le opportune decisioni.
Anche negli Stati Uniti il dibattito sui tassi rimane attivo. E non solo. La scorsa settimana il segretario al Tesoro Janet Yellen ha affermato che potrebbe essere necessario inasprire le regole bancarie dopo i recenti fallimenti di Silicon Valley Bank (SVB) e di Signature Bank. Il segretario ha avvertito delle vulnerabilità strutturali che devono essere affrontate nel settore della “banca ombra” che include veicoli di cartolarizzazione , conduit di titoli commerciali garantiti da attività, fondi del mercato monetario , mercati per accordi di riacquisto, hedge fund e società emittenti di mutui.
Nel frattempo abbiamo visto ulteriori rasserenamenti sui mercati. La scorsa settimana l’obbligazionario corporate ha riassorbito ulteriormente le perdite accusate in precedenza, sebbene il tenore della volatilità rimanga ancora su livelli di attenzione. Il segno più notevole della resilienza del mercato è stata una vendita di grande successo da 1,8 miliardi di dollari a 10 e 31 anni da parte della Repubblica di Panama. Ha venduto 1 miliardo di dollari di obbligazioni con scadenza 2054 al rendimento del 6,853% e un’emissione TAP di 800 milioni di dollari al 2035 al 6,161%.
I rendimenti dei governativi sono ulteriormente scesi