Con i dati su GDP e Lavoro USA siamo si è aperta la pausa di mezza estate preliminare alla riflessione che ci porterà direttamente ai lavori del Simposio della Fed organizzato, come ogni anno, a Jackson Hole nel Wyoming tra il 26 ed il 28 agosto.
I mercati attendono un pò assuefatti dall’iperliquidità presente, un pò trepidanti proprio per quanto potrebbe emergere dagli orientamenti futuri dei banchieri centrali riuniti a riformulare le loro strategie monetarie.
Il mondo della politica economica globale è nel mezzo di un dibattito sul rischio di inflazione: transitorio o strutturale?
Accanto a questo fenomeno molti si interrogano anche su altri rischi. Più propriamente ci si chiede se siamo prossimi allo scoppio di una bolla di asset.
Ciò che sorprende è la quantità minima di discussioni sul fatto che la cosiddetta “era del denaro libero” di oggi del denaro libero” abbia creato pericolose bolle di asset. La storia mostra che lo scoppio di bolle di asset
può portare brutte conseguenze macroeconomiche.
Il dibattito non deve eludere la consapevolezza che negli Stati Uniti ad esempio, il nuovo debito aziendale dopo la pandemia è salito alle stelle. Molte aziende, anche poco meritevoli sotto il profilo della loro sostenibilità economica, grazie al denaro leggero sono state in grado di riacquistare le loro azioni. La loro fragilità le renderebbe vulnerabili in un contesto di volatilità. Molti investitori ritengono che i mercati siano al riparo da un’eventuale turbolenza in quanto gran parte delle banche sistemiche siano ottimamente capitalizzate, mitigando gli eventuali effetti negativi per l’economia statunitense da una correzione del mercato qualora dovesse entrare in rotta di collisione.
Le maggiori banche d’investimento prevedono in effetti una correzione dei mercati di proporzioni contenute: 10/15%.
In una tale correzione, quale sarebbe la via di fuga per i flussi in cerca di un rifugio sicuro? I titoli del Tesoro americano? L’oro? Le Criptovalute? Le Materie prime in generale? Le monete safe haven?
Non c’è dubbio che in questo lungo ciclo di liquidità immessa dalle banche centrali sia stata alimentata un’assunzione di rischio probabilmente fuori scala, dove sono state premiate le attività finanziarie rispetto a quelle appartenenti all’economia reale. L’inflazione sui multipli in qualche misura conferma questa ipotesi, anche se potremmo sostenere come di questo fenomeno abbia alla fine beneficiato il meccanismo di trasmissione della politica macroeconomica all’economia reale.
Ciò nonostante la disconnessione tra tra i fondamentali ed i mercati appare come scritto fuori scala. Ciò crea tendenzialmente distorsioni che, se troppo stressate, rischiano di causare turbolenze.
La fiducia che i mercati hanno riposto sulla persistenza delle banche centrali a favorire linee monetarie accomodanti ha generato comportamenti meno razionali che in passato.
Le distorsioni che si sono manifestate proprio sull’economia reale. aumento dei prezzi, rialzo verticale dei prezzi delle commodity, tassi reali negativi, hanno spinto le principali economie fuori dalla deflazione (Giappone a parte) assistendo ad un’impennata dei prezzi input in parte scaricata dalle aziende sui listini ed in parte assorbita dalla marginalità. Questo processo tenderà a rendere meno transitoria l’inflazione.
Negli Stati Uniti il tasso tendenziale è ben al di sopra del 5%, mentre in Europa la crescita dei prezzi si è attesta in prossimità degli obbiettivi dichiarati dalla BCE al 2%.
E’ la Federal reserve quindi che dovrà muovere i primi passi per mitigare gli eventuali effetti dell’inflazione. Jackson Hole nelle attese costituirebbe la sede più appropriata per aprire ufficialmente il dibattito sul ritiro degli stimoli. Il percorso preliminare prevede almeno tre grandi tappe:
- il Simposio JH dove si darebbe il via alla preparazione del processo,
- la riunione del Fomc di settembre per convalidare lo scenario,
- il meeting di dicembre per dare il via definitivo al programma di tapering.
I mercati avrebbero il tempo necessario per scontare gli effetti del nuovo ciclo monetario sulle quotazioni. Si eviterebbe in linea teorica l’apertura di una turbolenza derivata da un aggiustamento repentino delle valorizzazioni. Con buona probabilità l’aggiustamento produrrebbe una correzione mitigata dalla narrazione con cui le banche centrali, Fed in primis, accompagnerebbe i mercati verso la nuova fase.
Abbiamo riportato la sintesi della ricerca WB Advisors per ogni asset class . per rimanere aggiornati iscrivetevi al nostro RISKOO OUTLOOK REPORT
OUTLOOK RISKOO EQUITY
I mercati azionari appartenenti all’area occidentale, Usa ed Europa, sono entrati in pseudo trading range da diverse settimane, quelli emergenti trainati dalla Cina hanno corretto ampiamente le loro quotazioni.
- Lo Standard & Poor 500 si è dimostrato il meno incline a contenere l’esuberanza. Tutte le correzioni al trend dominante si sono dissolte a ridosso dei livelli di controllo del rischio che di volta in volta avevamo fissato evitando di entrare in una sequenza in grado di compromettere la tenuta del ciclo. La nostra posizione più cauta ha tuttavia prevalso in una logica di disallineamento. (livello di rischio sotto 4350 & 4300)
- L’Eurostoxx 50 dal mese di aprile ha lavorato su basi più difensive. Nell’ultima settimana ha cercato di allinearsi all’esuberanza del mercato azionario americano. (livello di rischio sotto 3950)
- Nasdaq 100 La tecnologia ha beneficiato più di altre asset class l’esuberanza mediatica di questo ciclo per tutte le ragioni che possiamo ricondurre al nuovo paradigma dei comportamenti sociali post pandemia. L’indice dopo una fase di consolidamento aperta tra fine 2020 e maggio 2021 ha avviato un nuovo rally esposto comunque ad un ritracciamento nel breve. (livello di rischio sotto 14,000)
- China L’indice CHINA MSCI perde dai massimi di febbraio tra il 27 ed il 30%. L’indice Shanghai Composite sta recuperando rispetto alla correzione del 10% ma per definire un quadro più soddisfacente rispetto alla stabilità del recupero necessita di ulteriori conferme con ritorno oltre 3550.
OUTLOOK RISKOO YIELD RATE
I rendimenti benchmark del mercato dei bond governativi sono scesi ai livelli che precedevano la lettura del rialzo dell’inflazione. Ci si interroga sul ritracciamento dei rendimenti in un quadro di pressioni inflative e di orientamenti da parte di banche centrali, al momento circoscritte alle aree emergenti e poco più, verso una revisione al rialzo dei propri tassi di riferimento.
- L’US Treasury 10 y yield dopo aver impensierito non poco gli investitori toccando quota 1,80% è sceso sino a dimezzare (quasi) le proprie quotazioni a 1,12%. In attesa del discorso che terrà Jerome Powell a Jackson Hole, ci aspettiamo che i rendimenti consolidino l’area 1,40-1,10%. La discesa tende ad offrire argomenti a quanti sostengono la linea del Governatore Powell sulla transitorietà dell’inflazione. A questi dovremmo unire quanti invece ritengono che l’economia possa decelerare in un prossimo futuro.
- In parallelo al Tresury il 10 y yield Bund è sceso nuovamente verso i minimi negativi storici fissando un -0,52% toccando anche in questo caso i livelli di fine 2020 ed inizio anno. Ci sembra che la coda finale del ribasso rientri in un contesto di eccesso per cui ci aspettiamo un recupero limitato a breve. In ogni caso in attese diJH ci aspettiamo un riequilibrio verso -035%.
- Il BTP 10 y yield ha beneficiato di questo passaggio generale riportando le quotazioni verso 0,50%. L’eccesso di ribasso da noi riscontrato favorirà una reazione contenuta sotto quota 0,65% dove sono presenti al momento possibili buy order sul secondario. Tendenzialmente ci aspettiamo una discesa dei corsi ulteriore senza escludere a priori un ribasso oltre gli attuali minimi.
OUTLOOK RISKOO COMMODITY
A fine primavera avevamo segnalato nei nostri Outlook WB Commodity Perspectives l’apertura di un’articolata fase di correzione dei prezzi delle commodity industriali a partire dal rame.
- Per il Copper HG (LME) ci aspettavamo un’iniziale correzione da 10739 usd/t (LME) a 9000 usd. La successiva reazione avrebbe, secondo l’articolata correzione attesa descritta nel report di giugno e luglio, riportato nuove prese di beneficio con spinte regressive che al momento preludono ad un ulteriore gamba di ribasso importante in direzione dei target stimati.
- Sulla linea del rame dovremmo ritrovare nelle prossime settimane altri metalli tra cui l’Acciaio nelle sue diverse declinazioni e quotazioni di riferimento.
- Il petrolio, che la nostra ricerca copre eleggendo come benchmark il Brent Oil, dopo aver più volte tentato di oltrepassare la soglia dei 78 usd/bar sta nuovamente ripiegando in direzione della trigger line 68,50 usd al cui breakout potrebbero verificarsi significativi sell order a protezione di tattiche e strategie ancora rialziste. L’evento tenderà a confermare i target riflessivi indicati anch’essi nei nostri ultimi report a 65 e 60 usd/bar.
Le considerazioni esperite sull’andamento delle commodity in generale dovrebbero favorire altresì un riequilibrio ancorché solo marginale, dei noli marittimi. Le quotazioni del Baltic Dry Index rimarranno inserite in un ciclo positivo di medio termine 2021/22. Le tendenza dominante continua ad evidenziare lo sviluppo di un rialzo a medio termine che alla fine potrebbe capitalizzare un ulteriore incremento nell’ordine del 30%. A breve non escludiamo qualche perdita di momentum, tuttavia essa appare propedeutica a rafforzare il trend dominante. L’evoluzione del rapporto tra pandemia e ripresa continuerà a giocare un ruolo significativo sull’offerta dei noli e le loro quotazioni.
OUTLOOK RISKOO FOREX
Da almeno 5 settimane il Dollar Index continua a premere sotto quota 93 per oltrepassare l’ostacolo tecnico che si oppone all’apertura del rally che dovrebbe spingere i valori verso i nostri target stimati in area 96 con ulteriori potenziali progressioni. Il Tapering di cui abbiamo ventilato l’applicazione da parte delle Federal Reserve innescherebbe il movimento atteso.
- L’eur usd dopo l’ennesimo ritorno in area 1,2250 è repentinamente sceso verso i. minimi dell’anno posizionati a quota 1,17. I nostri algoritmi confermano che le condizioni tecniche utili per l’atteso breakout siano mature. Il nostro FX Outlook Riskoo confermerebbe quindi i target stimati per il 2021 dopo il collaudo di quello intermedio a 1,17.
- Completate le procedure per la separazione definitiva della Gran Bretagna dall’UE a fine 2020, la sterlina ha avviato l’atteso movimento di recupero rispetto alla regressione subita durante il processo Brexit. Ci aspettiamo un ulteriore graduale apprezzamento del pound in linea con lo scenario delineato per il 2021 dove area ,82 eur gbp rappresenta il primo dei target di riferimento.
- Il rapporto usd cny sta perfromando secondo il percorso previsto dal nostro modello: i corsi eur cny dovrebbero avvicinare a breve termine area 7,60. Ciò significa che l’eur cny dopo aver verificato il target intermedio a 6,60 si appresta a scendere in direzione di area 6,7,50 a breve, 7,20 a medio termine.
In generale l’euro rimane indebolito da una linea di policy monetaria più accomodante in Eurozona che in altre aree. Alcune monete emergenti presentano con dizioni di forza relativa estremamente positive: chf, cad, rub, czk, huf, mxn, krw, sgd, idr, inr. Ci aspettiamo anche un recupero dello yen con ritorni rapportabili alle quotazioni di inizio anno. Per quanto riguarda altre monete ci aspettiamo una ripresa della loro forza contro euro a partire dal nok e sek per proseguire con l’aud. Per i dettagli tecnici richiedi il nostro FX RISKOO OUTLOOK REPORT