Vi sono due driver che guidano i mercati in queste ore: i preparativi per il Consiglio BCE di domani e le vendite sui mercati azionari che da una settimana a questa parte si stanno intensificando. La tesi potrebbe essere la seguente: il mercato, prima o poi, dovrà arrendersi all’evidenza dell’economia reale e portarsi su valutazioni più ragionevoli. I segnali di ripresa che si leggono provengono per lo più da indicatori che appartengono alla sfera del sentiment, ovvero indicatori che per loro collocazione tendono ad esprimere qualcosa che anticipa i dati reali che fotografano il ciclo economico. I dati PMI per esempio rilevano il grado di fiducia delle imprese rispetto allo scenario futuro. Tuttavia più le statistiche che riportano indicatori cosiddetti coincident tendono a fotografare una fase in cui più tarda la ripresa, più diventa difficile sostenere le quotazioni.
Inoltre dobbiamo ammettere che l’azione stimolativa delle banche centrali, senza la quale probabilmente oggi saremmo in una condizione drammatica, per poter continuare ad alimentare gli interventi ha bisogno di far leva sulle tensioni del mercato. In tal senso la componente più sensibile rimane quella azionaria.
Domani il Board della BCE torna a riunirsi dopo la pausa estiva, ma soprattutto dopo due fattori significativi: l’annuncio della Fed a J.H. ed il rialzo dell’euro. Il Consiglio tenterà di rispondere alla linea ultra espansiva della Fed? Cercherà di mitigare gli effetti del rialzo dell’euro sul dollaro?
Nelle settimane che hanno accompagnato l’apprezzamento dell’euro abbiamo visto molti commenti sui media di soddisfazione per la ripresa del cambio, senza considerare che un cambio forte rischia di pregiudicare la crescita dell’export. E noi sappiamo quanto il modello di sviluppo dell’Eurozona sia centrato sulle esportazioni. Il mercato lo sa. Consentire al cambio di andare oltre 1,20 significa aprire tecnicamente una finestra che può portare sufficientemente lontano da creare seri problemi alla competitività delle esportazioni.
Nei nostri report delle ultime due settimane abbiamo messo in evidenza, contrariamente a molti commenti, l’idea che l’eur usd possa fermarsi a 1,20 d in attesa delle decisioni della BCE scendere verso 1,1780. Negli ultimi giorni in effetti si sono intensificate le aspettative su una reazione del Consiglio. Ci si aspetta che la BC possa bilanciare la linea a tassi prossimi allo zero della Fed per un prolungato periodo di tempo, tollerando che l’inflazione salga oltre la soglia del 2% senza intervenire preventivamente con un rialzo dei tassi per raffreddarla . La volatilità negativa che si è manifestata sui mercati potrebbe aiutare la BCE a sostenere tale tesi.
L’EUR USD si sta allineando all’area 1,1780 in attesa del Consiglio BCE.
Ci aspettiamo nelle prossime ore un consolidamento degli attuali valori con il rischi di assistere ad ulteriori limature del cambio.
Ovviamente le posizioni più significative, oltre a quella già prese, si vedranno nel pomeriggio di domani dopo le 14.30 quando andrà in onda la conferenza stampa di Christine Lagarde. Ad alimentare ulteriormente gli acquisti sul dollaro potrebbe intervenire un ulteriore appesantimento del clima di avversione al rischio sui mercati azionari e su quelli delle commodity. Ci aspettiamo ulteriori realizzi sulla materie prime e sull’azionario. Ieri all’apertura di WS abbiamo lanciato un alert sui mercati azionari,
Ulteriori vendite sull’Eurostoxx 50 sotto 3230 potrebbero riflettersi negativamente sul cambio eur usd. Pertanto sotto area 1,1780 il mercato quota un ulteriore livello di sostegno significativo a 1,17.
TREASURIES – Rendimenti ancora in calo durante il trading asiatico con gli investitori che tornano su asset poco rischiosi. Il tasso a 10 anni scende a 0,6722%, con la curva tra il 2 e il 10 anni che si appiattisce, segno di un mercato che si allontana dal rischio .
PETROLIO – I prezzi del petrolio estendono il recente calo ai minimi da giugno, con gli investitori preoccupati del rallentamento della domanda globale e dell’eccesso di offerta. Il futures sul Brent perde lo 0,53% a 39,57 dollari al barile, mentre quello Usa lascia sul terreno lo 0.68% a $36,51.
DATI MACROECONOMICI
EUROPA
Grecia, produzione industriale luglio (11,00).
Portogallo, bilancia commerciale luglio (12,00).
USA
Scorte settimanali prodotti petroliferi API.
BANCHE CENTRALI
ITALIA
Banca d’Italia pubblica dati sui depositi, impieghi, sofferenze bancarie di luglio e sui titoli di Stato italiani detenuti da banche operanti in Italia a fine luglio; “L’economia italiana in breve” di agosto.
EUROPA
Zona euro, membro board BCE Edouard Fernandez-Bollo presiede sessione “Eurofi Financial Forum” a Berlino (17,20).
CANADA
Ottawa, banca centrale canadese annuncia tassi (16,00).