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EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

EQUITY MARKET

La crisi sanitaria scatenata dalla pandemia nel 2020 ha generato a cascata diversi effetti che hanno messo in discussione il paradigma della globalizzazione: interruzione e sconvolgimenti delle catene di fornitura, intervento monetario delle banche centrali, aumento dei prezzi delle materie prime, cambiamento delle abitudini di consumo del mass market ed infine per diverse ragioni la revisione degli equilibri geopolitici.

Abbiamo assistito alla rimodulazione della globalizzazione con una netta revisione degli equilibri di potenza politica.  Questo processo tuttora in itinere ha spinto le diverse aree economiche a polarizzare i loro interessi di appartenenza economici verso due grandi politi attrazioni: gli Usa e la Cina.

Le faglie tettoniche hanno subito una nuova marcatura della loro geografia aprendo situazioni di crisi che hanno esasperato ulteriormente gli squilibri di cui abbiamo dato evidenza.

I mercati, dopo aver reagito allo shock della pandemia con la forte ripresa innescata grazie all’abbondanza di liquidità messa a disposizione delle banche centrali, stanno ora ricalcolando gli impatti che la rimodulazione delle catene di fornitura, a cui la geopolitica sta sottoponendo le economie avanzate, hanno ed avranno sulla catena del valore, considerando che la transizione ecologica rimane nel breve e medio periodo un acceleratore di tali squilibri.

Per i mercati l’inflazione rappresenta  uno dei prodotti dello sconvolgimento di questo sistema dinamico caotico. Essa sta determinando un campo vettoriale sulla cui traiettoria si stanno indirizzando le linee di policy monetaria delle banche centrali, esattamente come abbiamo descritto nei nostri  rapporti con modalità non lineari. La Fed ha risposto con tempi e meccanica diverse, come pure la BCE e la Bank of Japan.

C’è il rischio che la guerra commerciale si trasformi in una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Cina producendo ulteriore effetti stagflattivi ad ampio raggio. Il disaccoppiamento sino-americano implica la frammentazione dell’economia globale, la balcanizzazione delle catene di approvvigionamento e restrizioni più severe al commercio di tecnologia, dati e informazioni, elementi chiave dei futuri modelli commerciali.

Tuttavia leggiamo tra le pieghe della contrapposizione situazioni di ambigua interpretazione.

Analizzando i fattori che hanno contribuito a far accelerare l’inflazione emergono in prima linea le commodity e tra queste quelle energetiche. petrolio, gas ed energia elettrica. Questo fenomeno risulta ancor più evidente in Europa. La guerra tra Russia ed Ucraina ha esasperato inizialmente livelli di quotazione non sostenibili dal mondo produttivo.  I picchi del gas russo segnati a dicembre ed agli inizi di marzo sono  stati seguiti da significative correzioni.

Come abbiamo scritto questa settimana il mercato sta leggendo la fascia di prezzo tra 90e 105 eur mwh per il future sul Natural gas Dutch TTF, di fatto il benchmark a cui sono indicizzati i contratti di fornitura, come possibile range su cui calibrare la prossime mosse dei prezzi. La violazione di 90 eur mwh aprirebbe la strada per una correzione significativa dei prezzi. La stessa cosa dovrebbe accadere nel caso in cui il future sul Brent dovesse scendere sotto quota 100 usd/bar.

Il nuovo blocco sanitario imposto in Cina, in particolare nelle aree ad alta intensità manifatturiera e produttiva, a partire da l porto di Shanghai, sta congelando nuovamente tutte le attività di trading commerciale. Le materie prime hanno già subito un primo contraccolpo dal riflusso dei contagi. Lunedì 25 hanno subito un significativo sell_off, altri potrebbero allinearsi nel breve, confermando l’orientamento previsto nel nostro rapporto pubblicato la scorsa settimana, WB COMMODITY PERSPECTIVES. 

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LAG

Questa situazione sta spingendo gli investitori a rivedere le loro posizioni di portafoglio.

Queste considerazioni continuano a mantenere aperte le condizioni di avversione al rischio di cui abbiamo scritto in molte occasioni nei mesi scorsi. Ci aspettiamo una SECOND LOWER LEG, una seconda gamba di ribasso nell’equity market.  Stimiamo per il mercato azionari USA ulteriori ribassi in grado di spingere lo Standard & Poor 500 verso area 3900 con il rischio di assistere ad ulteriori approfondimenti verso 3500 usd. Anche la tecnologia, bandiera della ripresa post pandemia, tendenzialmente affronterà una fase di riequilibrio. Le stime del nostro modello di valutazione calcola obbiettivi tendenziali verso area 11.000 senza escludere il rischio di un a perdita di momentum sino a quota 9000/8700. Gli indici minori ma fortemente sensibili alle dinamiche economiche americane, il Russell 2000 ed il Wilshire 5000 navigano nelle medesime acque.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG
WB ANALYTICS: SATANDARD & POOR 500

In Europa ci aspettiamo che si replichino le analoghe condizioni con l’Eurostoxx 50 destinato a scendere oltre i minimi di marzo e fissare un nuovo minimo relativo a quota 2900, non nascondiamo condizioni più negative qualora lo scenario dovesse avvitarsi.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG
WB ANALYTICS: EUROSTOXX 50

Dell’ampiezza di questo ribasso ne abbiamo parlato anche lo scorso fine d’anno sostenendo con un ALERT RISK la tesi di uno squilibrio tra fondamentali e condizioni operative delle aziende rispetto alle valorizzazioni che all’epoca i mercati esprimevano.

L’inversione della curva dei tassi USA.

I rendimenti dei Treasury americani sono scesi al di sotto di quelli triennali. L’inclinazione della curva potrebbe rispondere alle attese di una fase di rallentamento significativo della crescita, confermando un ciclo di forte correzione dei mercati azionari. Ciò non esclude in futuro una  possibile revisione dell’attuale impostazione della politica monetaria della FED con un potenziale ritorno dei tagli dei tassi   tra metà 2024 e 2026.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG
WB ANALYTICS: US – UEM – UK YIELD CURVE
EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG
WB ANALYTICS: NASDAQ COMP
EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG
WB ANALYTICS: RUSSELL 2000