i dati ufficiali riportati nell’ultimo mese mostrano un raffreddamento dell’inflazione su scala globale. I prezzi al consumo negli Stati Uniti registrano a marzo un rallentamento al tasso annuo tendenziale del 5,0%, in calo rispetto al 6,0% di febbraio. L’inflazione ha segnato il picco del 9,1% nel mese di maggio dello scorso anno.
I prezzi al consumo si stanno raffreddando anche in Europa. Nell’Eurozona il tasso annuo di inflazione è sceso al 6,9% a marzo dal picco del 10,6% dello scorso ottobre. Nel Regno Unito, il tasso si è dimostrato più rigido al 10,4% fino a febbraio, ma è in calo rispetto al massimo dell’11,1% dello scorso ottobre. I prezzi dell’energia hanno favorito queste riduzioni del tasso annuo di inflazione e dovrebbero contribuire ulteriormente nei prossimi mesi ad un loro allentamento.
Questo raffreddamento è confermato dai dati PMI, che hanno mostrato a marzo che i costi di input delle imprese sono aumentati a livello globale al ritmo più lento degli ultimi 28 mesi, il che dovrebbe contribuire a ridurre l’inflazione dei prezzi al consumo nei prossimi mesi.
Tra le dinamiche che preoccupano ora le banche centrali rimane la pressione esercitata dal costo del lavoro. Le richieste avanzate dalle parti sociali sono attentamente monitorate dalle banche centrali.
Su questo fronte la scorsa settimana abbiamo registrato, come da attese, la prima banca a sospendere il programma di rialzo dei tassi: Bank of Canada.
Ci avviciniamo agli incontri di Fed e BCE in calendario agli inizi di maggio cercando di capire quale possa essere il loro atteggiamento in un quadro che presenta un raffreddamento dell’inflazione generale, dove quella core, calcolata senza l’impatto dei costi più volatili di energia ed alimentari, continua ad evidenziare pressioni.
Sullo sfondo rimangono i timori sotto traccia delle tensioni finanziarie presenti sul comparto bancario e real estate. Le banche commerciali hanno ristretto i parametri per la concessione del credito. In generale il clima appare più complicato. Pertanto l’attenzione rimane focalizzata sui dati di sentiment per catturare eventuali segnali che possano allertare o allentare l’attenzione verso una congiuntura difficile.
Nel nostro rapporto aggiornato sul comparto delle materie prime abbiamo indicato alcuni segnali che, se confermati, annuncerebbero la premessa per il ritorno di una fase di aumento dell’avversione al rischio. Del resto pensiamo che le banche centrali , Fed in particolare, desiderino in qualche modo raffreddare ulteriormente l’inflazione moderando la domanda soprattutto sul fronte dei servizi.
MARKET MOVER MACRO ECONOMICI
I principali indicatori economici della settimana
Lunedì 17 aprile
Dati commerciali della Corea del Sud (marzo)
IPC Italia (marzo)
Martedì 18 aprile
PIL cinese (Q1)
Produzione industriale cinese (marzo)
Vendite al dettaglio in Cina (marzo)
Tasso di disoccupazione cinese (marzo)
Bilancia commerciale Italia (febbraio)
Bilancia commerciale dell’Eurozona (febbraio)
Mercoledì 19 aprile
Produzione industriale giapponese (febbraio)
IPC del Regno Unito (marzo)
IPC zona euro (marzo)
Giovedì 20 aprile
Germania IPP (marzo)
Bilancia commerciale dell’Eurozona (febbraio)
Fiducia dei consumatori dell’Eurozona (aprile)
Venerdì 21 aprile
Flash PMI (aprile)
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FOREX
Nella scorsa settimana il dollaro ha evidenziato una debolezza superiore alle nostre attese