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Waiting for digital dollar

Fed, criptovalute e sistemi di pagamento

Il concetto di una moneta digitale emessa dalle Banche Centrali  americane è ampiamente discusso a partire dall’introduzione, nei mercati mondiali,  nel 2008, del Bitcoin.

E’ soltanto nel 2019 però, in seguito all’annuncio, da parte di Facebook, dell’avvio del progetto “Libra”, che le Banche Centrali iniziano a prendere in seria considerazioni gli impatti, finanziari sociali e sulla privacy,  di un utilizzo estensivo delle criptovalute.

Nell’Agosto 2019 la Fed comunica che sta pianificando il lancio di un sistema di pagamento “proprio” per rendere più veloci ed efficienti le transazioni. FedNow, questo il nome del progetto,  sarà operativo dal 2023/2024. FedNow consentirà a privati e aziende di disporre pagamenti istantanei tramite i conti bancari. Si tratta, quindi, di un’infrastruttura flessibile e neutrale che supporterà un’ampia varietà di pagamenti immediati e che fornirà compensazione e regolamento interbancario in grado di trasferire fondi dal conto di un mittente al conto di un destinatario quasi in tempo reale 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e per 365 giorni all’anno.

Federal Reserve di San Francisco e non solo

Nell’agosto 2020  Lael Brainard, governatore della Fed di Boston, durante il suo speech alla Fed di San Francisco, annuncia l’avvio di una collaborazione pluriennale  con il MIT di Boston per sviluppare e testare i possibili utilizzi di una, per ora ipotetica, moneta digitale emessa dalla banca centrale (CBDC). La collaborazione tra i due istituti è in una fase embrionale e le informazioni rese pubbliche sono poche. Il Direttore e responsabile della Digital Currency Iniziative (DCI), Neha Nerula, ha dichiarato che il compito del DCI è di realizzare, per la Fed con licenza MIT, un sistema di transazioni efficiente, sicuro ed estremamente attento ai livelli di privacy e anonimato dei potenziali utenti.

Ma non solo: nello stesso speech Lael Brainard sottolinea  il ruolo determinante che la moneta digitale, emessa dalle banche centrali, avrebbe potuto avere durante il Covid. In particolare, Brainard enfatizza  l’efficienza dello strumento e la velocità di trasferimento di dollari digitali direttamente dallo Stato ai cittadini in difficoltà. Dollari subito pronti per l’uso!

Strumento indispensabile in caso di possibili future pandemie o situazioni emergenziali.

Nella sezione intitolata “Valute digitali della banca centrale”, il presidente della Fed di Cleveland scrive che “l’esperienza con i pagamenti di emergenza in caso di pandemia ha portato avanti un’idea che stava già guadagnando attenzione presso le banche centrali di tutto il mondo, ovvero una valuta digitale emessa proprio dalle banche centrali”. E nella inedita battuta finale, prosegue rivelando che “a livello legislativo è stato proposto che ogni americano abbia un conto presso la Fed. Su tale conto potrebbero infatti essere agevolmente depositati dollari digitali che potrebbero essere utilizzati per pagamenti di emergenza” .

Anche la Federal Reserve Bank di New York ha creato al suo interno un innovation centre, in collaborazione con la Bank for International Settlements, per identificare e sviluppare ricerche sulle tendenze critiche e sulla tecnologia finanziaria di pertinenza delle banche centrali.

Board of Governors

E’ noto che la Federal Reserve studia  da tempo le questioni sollevate dalla possibile introduzione di una valuta digitale emessa dalle banche centrali. Il Board of Governors si è infatti dotato di un laboratorio tecnologico che sta realizzando e testando una gamma di piattaforme per comprenderne i potenziali vantaggi e le diverse opportunità.

Il presidente della Fed Jerome Powell, circa un mese fa, ha raffreddato però le aspettative di chi credeva imminente la presentazione di una prima ipotesi di dollaro digitale, affermando che gli Stati Uniti devono concentrarsi sul  fare le cose per bene piuttosto che essere tra i primi ad emettere un CBDC. Powell ha evidenziato da un lato il fatto che gli Stati Uniti possiedono già un “sistema di pagamento interno dinamico, sicuro e attivo” e dall’altro il fatto che la popolazione americana  fa già largo uso dei sistemi di pagamento elettronico oggi disponibili. Inoltre la domanda di denaro contante, in America, è ancora piuttosto forte. In questo contesto, ha concluso Powell,  i dubbi sui rischi collegati all’introduzione di una CBDC, soprattutto i rischi di attacchi informatici, devono essere totalmente risolti, considerando che il dollaro americano è valuta di riserva globale.

Le implicazioni legali relative alla introduzione di una CBDC non sono certo secondarie: fondamentale sarà capire in che modo le disposizioni esistenti del Federal Reserve Act, in materia di emissione di valuta, si applichino a una CBDC e se una CBDC avrebbe corso legale, in virtù di come è stata disegnata.

CBDC versus Elicopter Money

Le implicazioni della adozione, da parte della FED, di una CBDC sono molteplici e i suoi effetti dirompenti.

Come forse qualche acuto lettore avrà potuto intuire,  la Banca Centrale, messa nelle condizioni di depositare  direttamente dollari digitali sui conti degli americani, estromettendo di fatto le banche commerciali, bypasserebbe il Congresso e l’intero ramo legislativo, verrebbe dotata di capacità mirate di stimolo fiscale e rafforzerebbe la propria politica monetaria.

Il che potrebbe portare a un drammatico picco reflazionistico in quanto sono i segmenti del quartile di reddito inferiore della società statunitense a determinare i prezzi marginali per beni e servizi economici.

Ma di  tutto questo ne parleremo nel prossimo approfondimento.