RIALZO TASSI 75 BP – FED FUNDS 1,5-1,75%
Federal Reserve ha alzato i tassi di 75 punti base, come non accadeva dal 1994. Con una votazione di 10 a 1 il Fomc ha innalzato il riferimento sui Fed Fund a 1,5-1,75%, terzo rialzo consecutivo del costo del denaro. L’istituto guidato da Jerome Powell ha contestualmente rivisto al ribasso le stime di crescita per la prima economia mondiale, portando a 1,7% da 2,8% di marzo la proiezione sul 2022. Sempre per quest’anno, passa invece a 5,2% da 4,3% la proiezione sull’inflazione.
Il FOMC afferma di essere “fortemente impegnato a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%” e rimuove il linguaggio precedente secondo cui il FOMC “si aspetta che l’inflazione torni al suo obiettivo del 2% e che il mercato del lavoro rimanga forte”
Ribadisce il percorso di riduzione del bilancio avviata a giugno, riducendo il portafoglio obbligazionario di $ 47,5 miliardi al mese e salendo a $ 95 miliardi a settembre:
$ 47,5 (ATTESI 50) MILIARDI PER 3 MESI
$ 95 MILIARDI A TRE MESI PER ULTERIORI 4 MESI
$ QE TOTALE $ 522,5 MILIARDI ENTRO FINE ANNO
Digitando il seguente link INSIDE CENTRAL BANK VIEW potete scaricare le slide dello streaming di questa mattina sulle decisioni FED.
BCE
L’agenzia Reuters riporta che nella riunione straordinaria convocata ieri Francoforte ha incaricato gli uffici tecnici di “accelerare il completamento di un nuovo strumento anti-frammentazione” da sottoporre poi al consiglio direttivo. Il canale principale per contenere l’allargamento degli spread, garantendo il meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sarà la flessibilità nella strategia di reinvestimento delle scadenze future del portafoglio Pepp.
Secondo fonti vicine al dossier il nuovo strumento avrà regole piuttosto morbide sulle condizioni a patto dell’intervento Bce. Ai paesi della zona euro di cui verranno acquistati i titoli di Stato si chiederà per esempio di rispettare le raccomandazioni della Commissione.
Christine Lagarde e il consigliere esecutivo Fabio Panetta partecipano alla riunione dell’Eurogruppo di oggi a Lussemburgo.
La presidente è intervenuta anche ieri sera per spiegare che le crisi sui mercati non sono mai le stesse e compito della Bce è di essere coraggiosa ma coerente, rispettando lo spirito più che la lettera del mandato.
Un nuovo strumento sarebbe diverso dal quantitative easing in quanto il suo obiettivo finale sarebbe quello di attirare gli investitori privati piuttosto che di escluderli. Deve essere sufficientemente credibile da consentire loro di rivalutare il rischio del debito periferico e compensare la carenza di acquisti della BCE una volta cessati gli acquisti netti di PEPP e Asset Purchase Program. A tal fine, maggiore è il programma, maggiori sono le probabilità di successo. Paradossalmente, la BCE deve essere pronta ad acquistare una quantità illimitata di obbligazioni quasi senza alcuna condizione se vuole ridurre al minimo quanto finisce per acquistare ed evitare di lavorare a scopi trasversali alla stretta monetaria che sta cercando di ottenere.
Piena fiducia nelle autorità italiane e greche, a proposito dell’allargamento degli spread, esprimeva ieri sera il ministro dell’Economia francese.
SWISS NATIONAL BANK
A sorpresa la SNB alza i tassi di interesse di 50 bp adeguandoli al -0.25%. La SNB stima ora l’inflazione al 2.8% per il 2022, 1.9% nel 2023 ed 1.6% nel 2024, rivedendo le previsioni di marzo rispettivamente da 2.1% 2022, 0.9% 2023 e 2024.
Il franco svizzero guadagna sull’euro 1,75% spingendo le quotazioni nuovamente verso la parità (prossimo obbiettivo).
BANK OF ENGLAND
Alle 13.00 la BoE comunicherà anch’essa la decisioni sui tassi. Il mercato sconta lo 0,25% di rialzo. Il pound recupera sotto quota .86 contro euro. Il movimento potrebbe giustificare una mossa più aggressiva della BoE. Nonostante sia minoritaria l’attesa per una mossa più ampia di 50 pb, l’ipotesi di un’accelerazione della stretta appare meno chiara che negli Stati Uniti, a causa di un’economia interna più debole.