Il 2002 è già qui. Si scrive 9 settembre 2021, si legge 2 gennaio 2022!
Con oggi riprendono dopo la pausa di Ferragosto, semmai fosse possibile parlare di pausa, i consigli delle grandi banche centrali.
E’ la BCE ad aprire i lavori con un meeting che proprio nelle ultime settimane ha addensato nel suo programma temi che negli intenti del Presidente sarebbero entrati nell’agenda del 2022. Il rialzo dell’inflazione in Eurozona, il rimbalzo robusto della ripresa, unito ad altri fattori politici (campagna elettorale tedesca) stanno invece anticipando questioni mai del tutto accantonate. Si tratta del rigore pragmatico invocato ai banchieri di Olanda ed Austria su delega politica della Bundesbank.
Il tema riguarda anche in Eurozona la questione della riduzione degli stimoli monetari.
La BCE oggi aggiornerà l’Outlook e con esso tutte le previsioni accessorie compresi i timori per le varianti Covid-19 che ruotano nella geo-sfera, l’ipotesi che l’aumento dell’inflazione sia di natura transitoria, inducono a pensare che tutto sommato i tempi non siano ancora maturi per una riduzione robusta del Pepp.
In linea strategica dopo le varie versioni della riduzione degli stimoli operate nel passato, taper tantrum, il dovish tapering, la Banca centrale europea potrebbe annunciare un ‘light tapering’ o semplicemente ventilarlo. In un contesto che pone le banche centrali su scala globale discutere della prospettiva di ridurre gli acquisti di titoli messi in campo contro la pandemia, mentre la ripresa si irrobustisce, le tempistiche e la velocità dei tapering catturano l’attenzione di tutti gli operatori.
Ma attenzione, sarà comunque la Federal Reserve a dare il via ufficiale all’azione. In ogni caso le sfumature che assumeranno le misure che ogni singola banca centrale adotterà saranno multi-variate. Semplicemente si differenzieranno l’una dall’altra. Per quanto attiene la BCE pensiamo che le condizioni che matureranno sulla base delle nuove stime economiche che verranno diffuse oggi al termine del meeting, imporranno sfumature diverse dall’approccio della Federal Reserve o di altre banche centrali sull’eventuale revisione degli stimoli.
Al centro del dibatto dell’Eurozona è stato posto il programma Pepp e non il QE. Il primo è stato pensato per l’emergenza Covid, il secondo era già operativo prima. La BCE potrebbe decidere nel primo caso di operare un taglio marginale nel ritmo del programma mensile di acquisto bond, attualmente a 80 miliardi di euro, lasciando inalterata la data di chiusura del Programma per l’emergenza pandemica (Pepp) da 1.850 miliardi a marzo. Come scritto la BCE rimarrebbe impegnata con il programma Qe di circa 20 miliardi di euro al mese, in vigore prima della pandemia e proseguito parallelamente al Pepp.
I tassi d’interesse rimarranno vicini allo zero per il prossimo futuro e il controllo delle banche centrali sul credito e sulla liquidità nell’economia è determinato principalmente dalla portata di questi programmi di acquisto e dalle indicazioni sul loro ritmo e sulla loro durata. Quindi, mentre il tapering della Fed e di altri istituti viene visto come una graduale conclusione degli acquisti entro un determinato periodo, se anche la Bce portasse a termine definitivamente il Pepp, il Qe resterebbe operativo anche dopo marzo.
Nel caso in cui l’inflazione, salita al 3%, dovesse effettivamente rientrare nell’area di stima della BCE, 1,4% nel 2023, il Board potrebbe decidere di rafforzare il QE per riportare il valore verso l’area obbiettivo del 2%. Nell’ultima rilevazione l’inflazione core quotava ancora l’1,6%. La curva forward posiziona oggi l’inflazione tendenziale a cinque anni in prossimità dell’1,75%.
Nel mercato vi sono operatori istituzionali che contemplano che in futuro il Qe potrebbe essere addirittura intensificato fino a 60-80 miliardi al mese senza una scadenza definitiva, al di là del miglioramento dell’economia, dell’inflazione e delle condizioni di finanziamento favorevoli, di cui parla il capo economista Bce Philip Lane.
Potremmo quindi trasporre al tapering tantrum il light tapering, un tapering leggero se si guarda agli acquisti complessivi a livello mensile ma senza una data di conclusione all’orizzonte.
L’incognita più grande ora riguarda il modo in cui la banca centrale passerà da un programma all’altro. Considerando la fase di transizione non è da escludere che la Bnaca possa rivedere, tra la altre cose, le norme sulla ripartizione degli acquisti e la cosiddetta Capital Key sospese per l’emergenza. Il tema è rilevante perché alcuni paesi dell’Eurozona sono già oggi prossimi al limite previsto, mentre altri necessitano ampiamente del sostegno degli acquisti della BCE. L’Italia, come noto, fa parte di quest’ultimo gruppo. L’operazione non sarà semplice. In passato si è fatto ricorso alla Corte Costituzionale tedesca per verificare la congruità giurisdizionale di tali deviazioni.
Il compito odierno di Christine Lagarde sarà oltre che politico anche tecnico quindi. La necessità di manovrare con cura tutto l’impianto degli stimoli rimane fondamentale. Si rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria dell’Eurozona e di conseguenza quella economica.
Con le elezione tedesche ed i tempi per la definizione della coalizione del successivo governo, l’agenda politica accelererà i tempi verso il 2022, anno in cui terminerà l’interruzione temporanea di tutte le regole di bilancio a partire dal Fiscal Compact.
Per oggi quindi è plausibile considerare la possibilità che il consiglio deliberi una riduzione degli acquisti mensili nel Pepp, adeguandola al ritmo di 60-70 miliardi dagli attuali 80 miliardi per il quarto trimestre. Le decisioni di Francoforte tuttavia saranno probabilmente all’insegna della cautela e si intrecceranno con le sorti dell’altro programma di acquisti di Francoforte, il Qe. Al termine della riunione odierna sono attese anche le nuove proiezioni macroeconomiche che dovrebbero riflettere un miglioramento della situazione nella zona euro. I rendimenti dei bond nella zona euro hanno visto recenti rialzi anche dopo i toni ‘hawkish’ di alcuni esponenti Bce: ieri Robert Holzmann ha detto che Francoforte potrebbe dare una stretta alla politica monetaria prima del previsto.
Oltre al Consiglio BCE sono in programma oggi diversi interventi di esponenti della banca centrale statunitense, mentre il mercato cerca di capire se l’avvio del ‘tapering’ verrà rinviato alla luce degli ultimi dati sul lavoro Usa più deboli del previsto. Alcuni rappresentanti dell’istituto centrale Usa hanno sottolineato ieri che la Fed resta orientata a ridurre gli acquisti quest’anno. In quest’ottica saranno attentamente monitorati, nel pomeriggio, i numeri settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione, viste in lieve calo.
PREZZI PRODUZIONE E CONSUMO CINA – In agosto i prezzi alla produzione in Cina hanno toccato il massimo di 13 anni sulla scia del netto incremento dei costi delle materie prime nonostante i tentativi di Pechino di ridurli. L’indice dei prezzi alla produzione ha registrato un +9,5% rispetto allo scorso anno, oltre le attese Reuters per +9,0% e il +9,0% di luglio. Si tratta del tasso di crescita più alto dall’agosto 2008. Nello stesso mese i prezzi al consumo hanno registrato un +0,8% su anno a fronte di attese Reuters per un incremento di 1,0%, in linea con il dato di luglio.
BILANCIA GERMANIA – A luglio l’import tedesco ha visto un calo del 3,8% su mese a fronte di attese per un incremento di 0,2%. L’export ha registrato un incremento di 0,5% su mese in linea con le attese e la bilancia commerciale ha visto un surplus di 17,9 miliardi di euro contro attese per un avanzo di 13 miliardi.
Ieri il cambio eur usd è sceso sulla spinta di un ritorno dell’avversione al rischio. I valori si sono spinti sino a testare l’area 1,18, ovvero la base che indicavamo ad inizio settimana come punto di riferimento per l’attesa dei mercati del meeting BCE odierno. Ci aspettiamo reazioni e volatilità sia dopo la diffusione del comunicato stampa alle 13.45, sia più tardi durante la conferenza stampa delle 14.30.
Il range di dominio quota 1,1860-1,18. Violazioni dei limiti preludono ad un cambiamento sostanziale di bias di cui daremo indicazioni in questa pagina dopo le 16 di oggi a conclusione della conferenza stampa.
COMMENTI AL MEETING BCE DI WLADEMIR BIASIA
- COLLEGAMENTI IN DIRETTA STREAMING 10.30 FINANZA NOW
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WB ANALYTICS: EUR USD B_T
H 15.30 REAZIONI ALLA DECISIONE DELLA BCE
Sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo ha ritenuto di ritiene mantenere le condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti.
Il Consiglio direttivo ha inoltre confermato le altre misure, ovvero il livello dei tassi di interesse di riferimento della BCE, le indicazioni prospettiche (forward guidance) sulla loro probabile evoluzione futura, gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto di attività (PAA), le politiche di reinvestimento e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine.
In sintesi il Consiglio ha rimodulato gli acquisti del Pepp in una versione più flessibile confermando comunque l’intero ammontare di 1,850 miliardi di euro previsti in origine per il programma.
In conferenza stampa Christine Lagarde ha ribadito le linee note sull’inflazione e sulla ripresa in corso. Ha inoltre fatto esplicito riferimento all’andamento ancora non soddisfacente del riassorbimento dell’occupazione.
L’eur usd è scivolato verso la parte del bassa del range che questa mattina avevamo fissato per l’odierno meeting. Ci aspettiamo tuttavia un ulteriore coda di debolezza. Il breakout di 1,18/1,1790 dovrebbe aprire la strada per un ritorno verso 1,17/1,1650. Il mercato si posizionerà ora per la riunione del 22 settembre della Federal Reserve continuando ad osservare i dati settimanali sull’occupazione.
COMMENTI AL MEETING BCE DI WLADEMIR BIASIA
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