LA NUOVA AMMINISTRAZIONE BIDEN ATTESE
In questa prima parte del 2021 ci troveremo ad affrontare i temi irrisolti dello scorso anno a partire dalle incertezze prodotte dalla pandemia. Avremo ancora il supporto di banche centrali ed il contributo più attivo delle politiche fiscali. Per il momento i mercati cavalcheranno l’onda senza porsi domanda sullo stato effettivo dei fondamentali. Guarderanno agli stimoli declinando sui mercati l’effetto inflativo degli interventi fiscali che negli Usa dovrebbero in questa fase dominare l’iniziativa della nuova Amministrazione.
Il risultato delle elezioni in Georgia apre la strada per l’approvazione da parte della nuova Amministrazione Biden di un pacchetto di spesa più rapido e aggressivo nel 2021. Ciò contribuirà a spingere la ripresa più rapidamente di quanto sarebbe stato probabile se i repubblicani avessero mantenuto la maggioranza al Senato. Si contrappone a questa lettura l’idea che in futuro potrebbero aumentare le imposte sulle società nonché l’introduzione di normative più severe su settori chiave come la grande tecnologia, la sanità e i servizi finanziari. Tuttavia, una crescita più forte di quella che sarebbe stata nel caso di in un Congresso diviso dovrebbe in qualche modo mitigare queste preoccupazioni. Qualche cautela in più potrebbe emergere dalla prospettiva di emissioni di debito più elevate nel breve termine di quanto sarebbe stato necessario nel caso di un’Amministrazione repubblicana. Una maggiore iniziativa fiscale potrebbe consentire alla Fed di limitare i suoi interventi da qui alla primavera. Tra le positive reazioni del mercato azionario, si fa sta facendo strada il rialzo del 10 anni Treasury oltre la barriera dell’1%. Questo dato ha per il momento penalizzato il comparto tecnologico, più esposto agli effetti di sopravvalutazione.
Il rialzo del 10 anni USA incorpora una maggior aspettativa inflazionistica. Nell’ultimo Fomc la Fed ha confermato di voler tenere fermi i tassi di interesse ancora per un periodo prolungato. Pertanto si teme che gli stimoli fiscali possano alimentare ulteriormente tali aspettative. Beneficiano le commodity che rimangono inserite in un quadro ancora positivo. Il dollaro invece continua a subire l’offerta (grafico eur usd).
ECONOMIA GLOBALE I dati PMI di dicembre hanno evidenziato un ritmo di crescita dell’economica globale in rallentamento per il secondo mese consecutivo, poiché ulteriori ondate di infezioni da coronavirus 2019 hanno ridotto l’attività e colpito la domanda. Le economie europee sono state le più colpite, in altre aree si sono registrate espansioni più robuste: Stati Uniti, Cina, India e Brasile. Il peggio potrebbe ancora venire, tuttavia, poiché le restrizioni per la lotta contro il virus sembrano destinate a rafforzarsi ulteriormente nelle prossime settimane, incrementando le aspettative di un avvio lento per l’economia globale nel 2021. Il JPMorgan Global PMI™ (Markit dati raccolti dal 4 al 21 dicembre) è sceso da 53,1 a novembre a 52,7 a dicembre, il minimo da settembre.
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