BANCHE CENTRALI: MEZZO MONDO IN RIUNIONE QUESTA SETTIMANA A PARTIRE DALLA FED
La settimana vedrà non meno di dieci banche centrali riunirsi per assumere decisioni di politica monetaria a partire dal FOMC, l’organo di decisione politica della Fed. Faranno da corollario ai consigli direttivi un’ampia gamma di comunicati e dati che aiuteranno a orientare le opinioni sulle attuali traiettorie di crescita economica, occupazione e inflazione. A livello globale. Saranno quindi riuniti i consigli della Fed negli Stati Uniti, della BoJ in Giappone e la BoE nel Regno Unito, nonché in Russia, Svizzera, Norvegia, Repubblica Ceca, Filippine, Indonesia e Messico. I banchieri centrali cercheranno di individuare misure che possano dare una prospettiva più equilibrata partendo dalla prossima disponibilità dei vaccini Covid-19. L’obbiettivo è che la loro diffusione possa aumentare le probabilità di ristabilire condizioni più prossime alla normalità nel corso del 2021. Sotto il profilo economico il dato che sarà maggiormente monitorato coincide con l’analisi dei prezzi di input e dell’andamento dell’inflazione in modo da cogliere un eventuale risveglio più concreto della domanda.
I problemi che devono affrontare i responsabili delle politiche monetarie sono sintetizzati nei recenti dati PMI di novembre. Essi hanno messo in evidenza la perdita di slancio della ripresa economica globale in molte aree a causa del riflusso della pandemia. In ogni caso le prospettive per il 2021 rimangono positive esprimendo una forza reattiva ai massimi da oltre sei anni. Nel frattempo, i ritardi nelle forniture hanno spinto i prezzi delle merci più in alto a un ritmo che non si vedeva da due anni. L’aggiornamento dei dati PMI Flash di questa settimana, aiuterà a comprendere quanto il raffreddamento dello slancio sia già incorporato nei numeri.
IN ATTESA DELLA FED
Negli Stati Uniti, il FOMC (ultime minute) si riunisce per la prima volta dalle elezioni presidenziali e dalle notizie incoraggianti sul lancio di vaccini. I nuovi dati PMI flash saranno attentamente osservati come primi indicatori delle tendenze economiche nazionali a dicembre dopo l’elezione del presidente Biden. Riteniamo che nella riunione di martedì e mercoledì la Fed non prenda nuove decisioni ma si limiti a confermare la disponibilità ad assumere misure di stimolo nel 2021. Alcune indicazioni sugli orientamenti della Fed potrebbero arrivare oggi da Jerome Powell, di cui è previsto un intervento pubblico nel pomeriggio.
BANK OF ENGLAND
Regno Unito, i dati PMI forniranno una panoramica sulla ripresa della crescita dopo i blocchi di novembre, accompagnati dai dati ufficiali del mercato del lavoro e delle vendite al dettaglio. I dati hanno un peso aggiuntivo in vista del Consiglio della BoE, che si riunisce partendo da opinioni contrastanti sulla resilienza dell’economia tra i propri membri. Le attese del mercato risultano allineate ad una prospettiva di tassi sempre più prossimi a scendere in negativo nel 2021.
BREXIT – E’ ormai corsa contro il tempo per evitare un no-deal, con la scadenza del 31 dicembre alle porte e il fallimento dell’ennesimo tentativo di accordo ieri tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen, in una trattativa in corso da mesi che loro stessi definiscono in un comunicato congiunto “estenuante”. Le posizioni restano ancora molto distanti su temi fondamentali, ma la scelta è quella di trattare fino all’ultimo. Bank of England ha fatto sapere, dal canto suo, di aver fatto tutto il possibile per mitigare i rischi di un no deal, ma di essere a pronta eventuali turbolenze sui mercati finanziari.
EUROZONA DOPO BCE
Nel frattempo, i PMI Flash dell’Eurozona forniranno ulteriori informazioni su quanto grave potrebbe essere una flessione del quarto trimestre, date le misure aggiuntive attuate per combattere la pandemia nelle ultime settimane. La forza del settore manifatturiero tedesco, che ha mostrato una spinta incoraggiante, sarà oggetto di un esame particolare. più contenuta, secondo il PMI; l’aggiornamento dei dati flash di dicembre fornirà ulteriori dettagli prospettici. Atteso oggi un intervento del falco Bce Isabel Schnabel, dopo che sono emersi dissidi nel board Bce che hanno portato ad un compromesso al ribasso riguardo all’entità dell’incremento dell’envelope del Pepp, poi varato per 500 mld di euro.
ASIA
In Asia, l’economia cinese è al centro dell’attenzione con dati ufficiali chiave come la produzione industriale e le vendite al dettaglio aggiornate. I comunicati seguono la notizia del Caixin PMI secondo cui l’attività commerciale è cresciuta in Cina nel mese di novembre al ritmo più veloce da oltre dieci anni. Il Giappone, al contrario, sta assistendo a una ripresa economica molto più lenta e contrastata. I dati OMI Flash pubblicati in settimana aiuteranno il board della Banca Centrale ad avere ulteriori elementi di valutazione, tuttavia riteniamo che la linea di policy rimarrà invariata e sempre accomodante.
AGENDA MACRO ECONOMICA 14.12.20
DATI ZONA EURO – Da Eurostat la produzione industriale di ottobre, per cui la prospettiva secondo il consensus Reuters è di un rimbalzo mensile di 2% con una flessione annua di 4,5%. Hanno sopreso in positivo i numeri Istat di venerdì relativi alla produzione italiana, seguiti dalle previsioni Prometeia che ne disegnano un peggioramento in novembre e gennaio, interrotto solo dal recupero di dicembre.
DATI GIAPPONE – Relativa al quarto trimestre, l’indagine Tankan sul morale delle imprese manifatturiere di grandi dimensioni mostra un -10, rispetto alla mediana delle attese pari a -15, dopo il -27 dei tre mesi al 30 settembre, dando primi segnali di migliormaneto. Tra le incertezze legate alla pandemia, le aziende sono attese tagliare però i loro piani di capital expanditure per il prossimo anno.
Corretta nella seconda lettura le produzione industriale nipponica di ottobre a 4% su mese e -3,2% su anno, dal preliminare 3,8% congiunturale e -3,9% tendenziale.
DATI CINA – I prezzi delle nuove case in Cina sono aumentati a novembre al ritmo minimo da marzo, con un +0,1% su mese dal +0,2% segnato a ottobre. A perimetro annuo, il rialzo nel mese osservato è al 4%, minimo dal febbraio 2016. Secondo gli analisti ad appesantire il settore soprattutto l’abbondanza di offerta.
I MERCATI IN ATTESA DELLE BANCHE CENTRALI RIMANGONO PIUTTOSTO STABILI
FOREX – L’euro riparte saldo con un rialzo dello 0,2% intorno a quota 1,2134 dlr appena sotto il massimo da 31 mesi. Il dollaro resta debole contro un basket delle principali valute. La sterlina si rafforza dopo la decisione di portare avanti ad oltranza i colloqui sul post-Brexit: il cambio scende dalla resistenza 0,9180 verso la mediana del range che rimane a 0,90 eur gbp.
In attesa del Fomc il cambio eur usd tenderà a consolidare area 1,2140-1,2230. Eventuali breakout, possibili, della parte inferiore del range potrebbero spingere le negoziazioni ad avviare una correzione a conferma di un meeting poco incisivo nelle sue deliberazioni.
BTP – In questo contesto ancora segnato dall’incertezza, confronto per l’apertura di oggi sono 116 punti base per il premio al rischio Italia/Germania sul tratto 2030 e 0,552% per il rendimento del banchmark decennale che si avvia a testare il nostro target per il 2020 a 0,50%.
TREASURIES – Rendimenti in calo in chiusura venerdì, tra le speculazioni secondo cui il Fomc che si riunisce domani e dopo potrebbe varare aggiustamenti nella sua politica di acquisto di asset, mentre si continua a trattare sul fronte politico per un nuovo pacchetto di aiuti.PETROLIO – Venendo in ultimo alle materie prime, prezzi in rialzo con il Brent a livelli che non si vedevano da marzo scorso sull’ottimismo legato ai vaccini nella speranza che la domanda globale gradualmente riprenda nel 2021. Il futures sul Brent segna un rialzo dello 0,2% a 50,34 dlr al barile mentre il contratto Usa West Texas Intermediate (WTI) si porta a 46,89 dlr (+0,3%).
GREGGIO – Prezzi ancora in rialzo sull’ottimismo legato all’inizio delle vaccinazioni e alla possibilità di una ripresa globale, il prossimo anno, che farebbe risalire la domanda. Il contratto Usa guadagna 33 cent a 46,90 dollari al barile mentre quello sul Brent segna un incremento di 39 cent a quota 50,36 dollari. Nel nostro Outlook 20/21 stiamo analizzando le implicazioni a lungo termine della domanda globale sui prezzi. Al centro della nostra attenzione abbiamo fissato un range di equilibrio compreso nel segmento 40/38 usd/bar per il Brent. Tale fascia tenderà a rappresentare per la prima parte del prossimo anno un punto di osservazione tecnica particolare in quanto tenderà ad influenzare il ciclo di mercato.