BCE il Consiglio di oggi deciderà per un nuovo incremento del piano Pepp? Quali decisioni prenderà sulla Forward Guidance?
Il mercato si concentrerà oggi sulle decisioni che il Board delibererà per catturare almeno due indicazioni: impatto della linea di policy sulla Forward Guidance e di conseguenza sull’utilizzo del programma Pepp.
ATTESE SULLE DECISIONI DEL CONSIGLIO BCE
A meno che il consiglio non aumenti la dotazione del programma Pepp, l’impatto sull’euro potrebbe essere limitato oggi. Tutt’al più ci aspettiamo un rimbalzo dei corsi.
Se invece il Board dovesse decidere per un ampliamento del programma di stimolo a sostegno delle difficoltà economiche causata dalla pandemia (opzione a cui non attribuiamo grande probabilità), l’euro potrebbe mettere in discussione area 1,1845.
La conferenza stampa che prenderà il via alle 14.30 come sempre sarà seguita con grande attenzione per catturare eventuali modifiche o conferme della linea di policy seguita dalla BCE. Due sono i temi di cui il mercato attende dettagli: la Forward Guidance e l’utilizzo del Pepp.
E’ possibile che l’esito della giornata della BCE spinga l’eur usd verso una reazione più ampia di quanto non abbiamo visto dopo il test di area 1,1845 eur usd. Tuttavia al momento riteniamo che l’eventuale reazione dell’euro si inserisca in un quadro correttivo dopo il robusto recupero del dollaro messo a segno dagli inizi dell’anno.
IL RAPPORTO EUR USD SI GIOCA SU DUE PIANI BCE E FED
Verosimilmente sarà il Fomc della prossima settimana a dettare il passo per i mercati valutari. L’attenzione degli investitori si è trasferita dall’euro al dollaro dopo il recente rialzo dei rendimenti sul tratto lungo della curva USA. Il Tesoro americano dovrà impegnarsi su nuove importanti emissioni per sostenere il pacchetto di stimoli 1.900 miliardi di dollari che la Camera Usa ha dato il via libera finale. Tra le misure principali del piano, lo stanziamento di 400 miliardi per pagamenti diretti da 1.400 dollari a buona parte degli americani, 350 miliardi in aiuti allo Stato e ai governi locali, più finanziamenti per la distribuzione di vaccini. Washington intende raddoppiare i suoi ordini per il vaccino monodose Johnson & Johnson, procurandosi 100 milioni di dosi aggiuntive.
Le banche per assorbire le nuove emissioni attendono che la Fed proroghi le agevolazioni sulla SLR. La Federal Reserve finora si è rifiutata di dire se estenderà l’allentamento dei requisiti patrimoniali che aveva approvato per ridimensionare il panico sui mercati dello scorso anno. In base alla leva finanziaria supplementare (SLR), introdotta dalle riforme regolatorie post-2008, le banche devono possedere il 3,5% del capitale in rapporto agli attivi a prescindere dal rischio. La SLR era stata sospesa lo scorso anno per aiutare il sistema finanziario a gestire lo stress causato dalla prima ondata della pandemia. Dovrebbe essere reintrodotta a fine marzo (a meno che la Fed non decida altrimenti, durante il vertice del Federal Open Markets Committee la prossima settimana). Se non dovesse essere così, il Tesoro dovrà offrire tassi persino più alti sulle prossime emissioni. Il deficit da 2,3 billion di dollari previsto quest’anno dal Congressional Budget Office è quasi il doppio di quello che la Fed al momento promette di comprare tramite il suo programma di quantitative easing.
EFFETTI DEL DATO AGGIORNATO SULL’INFLAZIONE USA
Nel frattempo ieri il dato sull’inflazione ha parzialmente deluso quanti si attendevano un rialzo. La lettura ha fatto segnare un incremento mensile dello 0,1% rispetto l’attesa dello 0,2% portando il tasso annuale dal 1,4 all’1,3%.
L’OCSE stima una crescita statunitense del 6,5% per quest’anno, ancora nella parte conservativa del range di previsioni che implica un netto miglioramento dei ritorni sugli asset in dollari in generale ed in ogni caso ulteriori potenziali spinte inflative.
In ogni caso in merito al quadro generale, ci aspettiamo nel breve un ridimensionamento parziale dei rendimenti sul 10 anni USA dopo il rally che, dai minimi di marzo dello scorso anno toccati a 0,35%, ha spinto il tratto lungo della curva a collaudare il nostro target per il primo semestre 2021 a 1,50% (max 1,60). La correzione dovrebbe spingere il tasso a 1,35% nel breve; livello da cui ci attendiamo che si apra una fase di consolidamento e che probabilmente possa scontare l’ipotesi che la Fed proroghi le agevolazioni sulla leva finanziaria.
FX Il dollaro ripiega dopo i dati positivi sull’inflazione. Intorno alle 7,45 il cross
eur/usd quota 1,1930 in rialzo dello 0,04%, l’euro/yen scambia a 129,75 a +0,36%, il dollaro scambia a 108,77 yen in rialzo dello 0,36%.
Nella sessione odierna ci aspettiamo che il cambio ritorni a collaudare l’area 1,20, salvo novità ultra accomodanti (non attese) decise nell’odierno meeting della BCE. Nel contempo l’euro rimane debole nei confronti della sterlina, anche se in ogni caso potrebbe subire la reazione della divisa europea e ritornare a verificare area ,8650.
Contro yen stiamo osservando con estrema attenzione area 130 dove si colloca in termini strategici un’importante livello tecnico.