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IMPORT EXPORT MANIFATTURIERO: ITALIA VS. EURO ZONA

L’import export manifatturiero nel 2022 segna una performance più che positiva in questa prima parte dell’anno. Se raffrontiamo i dati con l’ambiente operativo potremmo definirla straordinaria!

5 sono le difficoltà che il Made in Italy ha dovuto affrontare quest’anno, nell’ordine:

  1. CARO ENERGIA
  2. AUMENTO DEI PREZZI DELLE MATRIE PRIME
  3. CATENE DI FORNITURA
  4. GUERRA IN UCRAINA
  5. TRANSIZIONE ENRGETICA
  • SCENARI

Ognuno di questi fattori può essere a sua volta declinato in altre sotto componenti altrettanto rilevanti. Ovviamente l’ordine varia in relazione agli impegni ed alle caratteristiche di ogni singola impresa.

La guerra in Ucraina può costituire nell’attuale congiuntura il denominatore comune ai 3 punti esposti.

Dalle statistiche elaborate da Eurostat emerge comunque un dato concreto: l’import export manifatturiero Made in Italy supera in termini relativi Germania e Francia e Spagna.

IMPORT EXPORT MANIFATTURIERO: ITALIA VS. EURO ZONA
WB ECONOMICS> EUROSTAT GLOBAL TRADE
  1. CARO ENERGIA

Ad aprile si registra una crescita del 13,8% dei prezzi alla produzione nel manifatturiero, escluso il comparto energia, in rialzo rispetto al +12,6% di marzo. A maggio il tasso di inflazione sale al 6,9%, sotto la spinta dei prezzi dei beni energetici, per i quali rischia di ampliarsi il gap competitivo.

La regressione media dei prezzi del PUN, Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica, è stata nei dieci anni che hanno preceduto il rialzo avviato a lo scorso anno pari a 75 eur mwh, ne consegue che l’attuale rialzo dei prezzi è pari al 255%  toccando picchi prossimi al 500%.

La media dei prezzi dell’energia elettrica nell’ultimo anno è salita da quota 45 a quota 205 euro mwh. 

Secondo l’ultima rilevazione di Eurostat sull’inflazione armonizzata, ad aprile il prezzo dell’energia elettrica sale del 68,6% in Italia, un ritmo più che doppio della media dell’Eurozona (+32,2%), mentre in Germania sale del 19,3% e in Francia l’aumento si ferma al 6,9%. Il gap tra i costi energetici sostenuti dalle imprese italiane è del 18% superiore a quella della Francia e del 68% superiore a quella della Germania.

Anche i costi per i certificati verdi sono saliti con altrettanta ampiezza.

  1. AUMENTO DEI PREZZI DELLE MATRIE PRIME