In Eurozona aumenta la discussione sul tenore del rallentamento della crescita economica puntando gli occhi alla pubblicazione di giovedì sul GDP tedesco nell’ultimo trimestre dello scorso anno. I dati pubblicati sulla produzione industriale e sui consumi di dicembre in Germania stanno preoccupando il Board della BCE, il Fondo Monetario e la Commissione Europea.
Questa mattina il governatore Jens Weidmann della Bundesbank ha parlato in un convegno sulle criticità della BCE. “Alcune questioni, come la mancanza di credibilità delle regole fiscali o il dannoso legame con le banche centrali devono ancora essere adeguatamente gestite”, ha detto senza fare alcun accenno alle attuali condizioni di politica monetaria.
Weidmann ha spiegato che combattere le crisi porta i banchieri centrali non eletti a prendere decisioni politiche che sono difficili da raccordare con i principi democratici e potrebbero oltrepassare i limiti dei mandati previsti per le banche. “Agire oltrepassando i limiti del mandato minerebbe la fiducia delle persone nella banca centrale”, ha spiegato Weidmann. “Alla fine, potrebbe rivelarsi sempre più difficile per la Bce concentrarsi sulla stabilità della valuta”.
L’eur usd nel frattempo è sceso nuovamente verso i minimi degli ultimi mesi violando al ribasso quello fissato durante la conferenza stampa tenuta da mario Draghi a margine del primo Consiglio Direttivo della BCE per il 2019. Ci attendiamo una verifica dell’area 1,1280/90 la cui tenuta dovrebbe spingere ulteriormente il cambio verso 1.1220/10 eur usd. In questo passaggio dovremo verificare se a conclusione della sessione odierna e riapertura di domani le negoziazioni quoteranno sempre al di sotto di 1.1280 per avere conferma dell’ulteriore stato di debolezza dell’euro.
In effetti qualora i corsi non fossero in grado di recuperare 1.1280 aumenterebbero le probabilità di una violazione di 1.12 e la prosecuzione del ribasso verso i target fissati nell’Outlook 2019 e ribaditi nell’ultimo WB PERSPECTIVES di febbraio.
Sull’euro pesano le attese per un probabile annuncio nel meeting di marzo della BCE di nuove aste di liquidità a favore delle banche, nonché la prospettiva di un rinvio, ancorché non dichiarato, al 2020 se non oltre del primo rialzo dei tassi di interesse in Eurozona.
I rendimenti del 10 anni tedesco hanno nel frattempo testato il primo degli obbiettivi fissati al ribasso nel nostro report di scenario per il 2019 a 0.10%. Ciò mantiene sempre elevato ed al disopra dei 250 punti base il differenziale di rendimento per analoga scadenza sui rendimenti USA.
Come scriviamo da mesi lo spread tra Usa e Uem-Germania su tutta la curva continuerà a rendere difficilmente sostenibile le coperture e l’attività speculativa a favore dell’euro contro il dollaro.