Come scritto nel focus dedicato all’atteggiamento congiunturale delle banche centrali rispetto alle loro linee di policy monetaria, risulta evidente il diverso percorso dei regulators rispetto all’attuale fase di ripresa globale. La stessa divergenza politica che riscontriamo tra Stati Uniti e Cina dopo la pandemia è in netto contrasto con le conseguenze della crisi finanziaria globale. Recentemente, la Cina ha messo in guardia sull’impatto dei prezzi elevati delle materie prime, in particolare le commodity industriali, sull’inflazione e la banca centrale avrebbe chiesto alle banche cinesi di restringere il credito per il resto dell’anno (vedi focus). La Pboc sta assumendo un ruolo molto meno accomodante.Abbiamo notato in precedenza che la crescita del credito della Cina potrebbe aver già raggiunto il picco durante il terzo trimestre del 2020 e abbiamo evidenziato l’impatto del rischio della riduzione della leva finanziaria sul rame, segnalando nel nostro WB PERSPECTIVES di inizio mese e nell’OULOOK WB RISKOO IIQ21 la correzione dei prezzi. Recentemente, le autorità cinesi hanno ripetutamente messo in guardia sulle pressioni inflazionistiche dovute all’aumento dei prezzi delle materie prime. Gli alti prezzi dei metalli pluriennali hanno iniziato a influenzare una serie di produttori, che hanno visto i margini ridotti poiché non sono stati in grado di trasferire i costi di input più elevati. Secondo quanto riferito, alcuni produttori di elettrodomestici hanno aumentato i prezzi dei prodotti, mentre altri hanno assorbito i costi più elevati o addirittura ridotto la produzione. Secondo il National Bureau of Statistics (NBS), l’indice dei prezzi alla produzione cinese (PPI), che misura il costo delle merci al gate della fabbrica, è salito del 4,4% su base annua a marzo, accelerando dall’aumento dell’1,7% a febbraio. I funzionari hanno citato l’aumento dei prezzi dell’energia e dei metalli come uno dei principali fattori alla base di questo.
GLOBAL GROWTH RECOVERY VERSO COMMODITY INDUSTRIALI
L’atteggiamento della PBoC può influenzare i prezzi dei metalli?
Pensiamo che la Cina abbia assunto da anni un ruolo primario nell’orientare i prezzi delle commodity. Di conseguenza le mosse dei cinesi imprimono un elevato grado di dominio alla direzionalità dei prezzi.Nel caso della politica monetaria e delle conseguenze relative alla riduzione dell’effetto leva operato dal credito può produrre i riflessi secondo le modalità descritte:
- In primo luogo, disinnesca o quantomeno raffredda l’azione speculativa, in particolare nei mercati onshore. Ciò potrebbe potenzialmente portare a una riduzione della domanda apparente, ovvero quella derivata dall’azione del trading, e mitigare di conseguenza la domanda da parte degli users. Ad esempio diversamente dalle evidenze in atto, quest’anno potremmo assistere ad una riduzione delle importazioni rispetto al livello dell’anno scorso. Per capirlo è importante ricordare cosa è successo l’anno scorso. La Cina è diventata un importante importatore di metalli di base (principalmente rame e alluminio) nel 2020, il che ha contribuito ad assorbire l’eccesso di offerta nei mercati, gonfiando l’apparente domanda cinese. La forte domanda apparente, non solo la domanda reale, ha svolto un ruolo chiave nella ripresa dei prezzi dei metalli dallo scorso anno, come si è visto nella traiettoria del prezzo nei mercati LME o COMEX.
- Le scorte, comprese le scorte dello State Bureau of Material Reserve cinese, ovvero le scorte commerciali sovvenzionate dal governo e altre scorte commerciali potrebbero consolidare i loro volumi. Osservando le dinamiche di prezzo abbiamo rilevato condizioni statistiche di ipercomprato che stiamo monitorando dallo scorso mese di marzo. Ci aspettiamo a breve quindi un ulteriore rallentamento dei prezzi secondo quanto abbiamo indicato ai nostri lettori nei rapporti di scenario.
Non escludiamo inoltre che qualora le pressioni inflazionistiche acquisissero ulteriore slancio, il governo potrebbe sviluppare misure concrete per far fronte all’aumento dei prezzi delle commodity industriali. Le potenziali misure possono includere un ulteriore inasprimento della crescita del credito in alcuni settori o persino il rilascio parziale di scorte di metalli da parte dell’SRB. abbiamo rilevato rumors non qualificati secondo cui l’SRB avrebbe liquidato quantitativi limitati di scorte di alluminio.
IL SENTIMENT DEGLI OPERATORI
Se si osservano i sondaggi Markit sul sentiment dei produttori ed users di metallo, vediamo ancora una crescita della fiducia sulla domanda. Pensiamo che il dato rilevato ad aprile sconti l’onda lunga del rialzo dei prezzi maturato negli ultimi sei mesi, declinando il loro peso con le notizie sulla crescita coniugata agli stimoli fiscali rilanciati recentemente dall’Amministrazione Usa.
GLOBAL GROWTH RECOVERY VS. MARKIT PMI METAL USERS
Come risulta evidente dall’osservazione dei due grafici, il rame ha innescato un’azione correttiva orientata a consolidare i valori. Sotto 8900/800 usd/ton – Copper A Grde LME – la correzione assume un rilievo più significativo. L’alluminio invece sta verificando il nostro secondo target rialzista fissato nell’Outlook Riskoo 20/2. Riteniamo anche in questo caso le condizioni quantitative possano dare corso ad una correzione di consolidamento della tendenza rialzista.
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