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FOREZ ALERT EUR JPY

RISK BANK L’effetto farfalla inizia a configurare sui mercati una linea di contagio che merita tutta l’attenzione del caso!

Ieri nel corso della nostra diretta streaming con AITI, L’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, INSIDE CENTRAL BANK, abbiamo commentato l’attuale situazione, mettendo a fuoco i segnali che pongono in evidenza i rischi di contagio cross border tra le banche. A conferma della preoccupazione emergente, gli interventi dei relatori che abbiamo invitato, tra cui il Country Head Italia di UBS Asset Management,  sono stati seguiti da un panel di oltre 100 aziende primarie italiane e non. La preoccupazione prevalente verteva sui riflessi che la nuova crisi rischia di produrre sulle condizioni già restrittive del credito.

Tra i temi riportati da Wlademir Biasia, susseguenti alle decisioni Fed relative all’ultimo meeting di politica monetaria, sono stati approfonditi i potenziali impatti sul mercato dei cambi, dei tassi di breve e medio termine e delle principali commodity industriali, dettati dall’effetto contagio delle tensioni operative (slide commentate).

IRS RATES

Tra le view indicate abbiamo messo in evidenza il potenziale ribasso dei rendimenti governativi. Già nello streaming dedicato alle decisioni BCE avevamo segnalato l’effetto regressivo sui tassi IRS a partire dal 2 anni con un profilo regressivo di tutto interesse: nei nostri piani di Risk Management sul rischio tasso abbiamo indicato un trigger ribassista, orientato a proiettare l’IRS a 2 anni verso un primissimo obbiettivo a 2,90 ed uno successivo a 2,25%.

Il ribasso dei rendimenti governativi restituisce la misura diretta della necessità da parte degli investitori di parcheggiare la liquidità in strumenti difensivi che espongono possibili opportunità di trading. In ogni caso, considerata la volatilità in progressivo aumento sui mercati, un’alternativa possibile è data dai depositi che diversamente dal passato oggi presentano una remunerazione della liquidità accettabile.

EFFETTO FARFALLA

WB ANALYTICS: IRS 2Y TREND

BOND MARKET  RISK

L’indice Move che misura la volatilità del comparto obbligazionario ha recentemente subito movimento infraday a 6 sigma segnalando un rischio crescente del segmento dei Corporate Bond particolarmente popolato da emissioni bancarie. Nelle ultime ore l’indice è sceso sotto quota 185 segnalando un allentamento delle tensioni sul mercato dei corporate bond, tuttavia ci aspettiamo che presto possa riattivare la volatilità riportando i valori oltre la soglia indicata, annunciando un ritorno delle condizioni tecniche di rischio.

EFFETTO FARFALLA

WB ANALYTICS: MOVE INDEX ( VOLATILITY BOND)

 

 

 

La BCE ha anticipato i possibili contenuti che esaminerà nel Consiglio di domani confermando che la  situazione economica a breve termine continua ad essere dominata da un’elevata incertezza in mezzo alla corsa  tra l’avvio delle campagne di vaccinazione e la diffusione del virus. La contrazione nel quarto trimestre del 2020 è stata più mite del previsto, riflettendo la forte ripresa globale nell’ultima parte dello scorso anno, un certo successo nel contenere gli effetti pandemici e di apprendimento nel mantenere l’attività economica in presenza di blocchi. Il settore manifatturiero ha tenuto particolarmente bene, sostenuto dalla domanda estera, come indicato dal forte valore dell’indice dei responsabili degli acquisti flash di marzo per il settore manifatturiero, come del resto abbiamo mappato nelle precedenti settimane.  Secondo Philippe Lane, capo economista della Banca,  nel settore dei servizi più colpito, il danno da blocco è stato di gran lunga inferiore rispetto alla prima ondata della scorsa primavera.

Tuttavia, il livello ancora elevato di infezioni, i rischi posti dalle mutazioni del virus e il prolungamento associato delle misure di contenimento continuano a pesare sull’attività economica dell’area dell’euro, soprattutto nei servizi, con il PIL che probabilmente si sarà nuovamente contratto nel primo trimestre di quest’anno . L’ulteriore estensione delle misure di blocco lascerà un’impronta sull’attività nel secondo trimestre, anche se si prevede che le campagne di vaccinazione guadagneranno terreno nelle prossime settimane.

La posizione della BCE e della Fed

Le proiezioni del personale della BCE di marzo prevedono che la ripresa economica acquisirà slancio nella seconda metà dell’anno con il miglioramento della situazione medica e l’allentamento delle restrizioni economiche, con una crescita della produzione del 4,0 per cento nel 2021, del 4,1 per cento nel 2022 e del 2,1 per cento. cent nel 2023. Tener conto dell’impatto dell’American Rescue Plan dell’amministrazione statunitense sotto la presidenza di Joe Biden, recentemente adottato, darebbe all’attività dell’area dell’euro un significativo incremento cumulativo dello 0,3% del PIL nell’orizzonte di proiezione. Tuttavia, l’aspettativa nella linea di base che il PIL raggiungerà il livello pre-pandemia solo nel secondo trimestre del 2022 testimonia l’enorme costo accumulato della pandemia.

La grande incertezza associata agli effetti dello shock pandemico è colta dagli scenari alternativi lievi e gravi sviluppati dal personale della BCE. Nello scenario mite, il livello di attività pre-pandemia viene raggiunto già nel terzo trimestre di quest’anno; nello scenario grave, il ripristino è posticipato alla fine del 2023. Ovviamente, il livello di produzione del 2019 serve solo come un comodo parametro di riferimento: un calcolo completo del costo di produzione aggregato della pandemia dovrebbe tenere conto del percorso di crescita previsto pre-pandemia su 2020-2022.

INFLAZIONE E TASSI UN PROBLEMA PER LA BCE?

Dinamica dell’inflazione e tassi attesi

Data la natura improvvisa dell’inizio della pandemia, ma in definitiva la sua natura temporanea, non dovrebbe sorprendere vedere anche una notevole volatilità dell’inflazione. Nel corso del 2020 si sono verificati cali sostanziali del tasso di inflazione (scendendo in territorio negativo negli ultimi mesi), ma dovrebbero ampiamente invertire nel corso di quest’anno. Guardando attraverso queste fluttuazioni, il tasso di inflazione medio nel 2020 e nel 2021 dovrebbe essere dello 0,9%, che è abbastanza vicino al livello del 2019.

Secondo le analisi della BCE, la volatilità dell’inflazione nel 2020 e nel 2021 può essere attribuita a una serie di fattori temporanei che non dovrebbero influenzare le dinamiche dell’inflazione a medio termine.

In primo luogo la pandemia è stata associata ad un ciclo significativo dei prezzi del petrolio, che sono scesi da circa 70 dollari all’inizio del 2020 a meno di 20 dollari alla fine di aprile 2020 e successivamente si sono ripresi intorno ai livelli di gennaio 2020; in termini di euro, la variazione è stata leggermente meno pronunciata a causa dell’apprezzamento del 6 per cento dell’euro rispetto al dollaro USA in questo periodo. In base alle attuali ipotesi sui prezzi del petrolio incorporate nelle proiezioni degli analisti della BCE, questo profilo genererà effetti di base significativi sull’inflazione dei prezzi dell’energia nel 2021.

In estrema sintesi domani in conferenza stampa il presidente, Christine Lagarde, potrebbe affermare che il Consiglio prevede soltanto un temporaneo aumento dei fattori che determinano l’inflazione.

Anche il governatore della Fed, Jerome Powell, in una lettera al senatore repubblicano Usa, Rick Scott,  ha detto che l’economia statunitense vedrà un’inflazione “un po’ più alta” temporaneamente quest’anno quando la ripresa si rafforzerà e le limitazioni alle forniture faranno aumentare i prezzi in alcuni settori. Powell ha aggiunto che la Fed è impegnata a limitare qualsiasi ‘overshoot’: “non cerchiamo un’inflazione che superi sostanzialmente il 2%, né un’inflazione superiore al 2% per un periodo prolungato”. Scott aveva scritto a Powell a fine marzo esprimendo preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione e per il programma di acquisto di obbligazioni della banca centrale Usa.

Appare evidente che le banche centrali in questa fase cercano di evitare di innescare aspettative troppo aggressive sul rialzo dei prezzi che a loro volta potrebbero acuire ulteriormente attese su un potenziale rialzo dei tassi. Cosa che non avverrà prima della seconda parte del 2022.

Le reazioni dell’euro su inflazione e tassi attesi dalla BCE

In questi giorni il mercato aveva anticipato il Board della BCE aprendo una reazione dell’euro a partire da area 1,17. Come avevamo anticipato i corsi sono saliti sino a fissare un picco sopra 1,20 in fase di rientro.

E’ molto interessante osservare come la sequenza della reazione dell’euro, apparentemente irruente, stia seguendo un percorso propedeutico ad un consolidamento del segnale di rafforzamento del dollaro.  In questi ultimi giorni, nonostante la spinta dei prezzi il cambio ha fissato chiusure giornaliere sempre al di sotto di area 1,2040/50 mantenendo dal nostro punto di vista le tendenza dominante all’interno del percorso riflessivo stimato nell’Outlook FX RISKOO IIQ 2021. La violazione domani di 1,20 al ribasso, soprattutto se confermata in chiusura di giornata, accrediterà ulteriormente il nostro scenario.

Nel post di domani inseriremo uno streaming a conclusione della conferenza stampa della BCE per analizzare gli effetti sul mercato dei cambi.

INFLAZIONE E TASSI UN PROBLEMA PER LA BCE?

WB ANALYTICS: EUR USD B_T

I mercati valutari ed in particolare il cambio eur usd si stanno concentrando sulla Fed che questa settimana (30 ottobre) riunirà il Fomc per decidere sui tassi.

Dall’analisi della curva delle probabilità emerge una stima prossima al 93% che la Fed possa ridurre il target rate da 1,75-2,00% a 1,50-1,75%.

Ciò sta accadendo mentre la Fed continua ad immettere liquidità nel sistema attraverso più strumenti, dai Repo a 1 giorno per proseguire con operazioni a termine ed acquisti di bond nell’ambito di un programma di QE. La stessa Fed ha annunciato inoltre lo scorso giovedì che raddoppierà le operazioni quotidiane di liquidità dei pronti contro termine a $ 120 miliardi, mentre quelle a 14 giorni saliranno da $ 30 miliardi a $ 45 miliardi. Il mercato ha assorbito l’offerta di liquidità con richieste significativamente maggiori.  Questo crescente problema è una delle ragioni della recente ripresa degli stimoli monetari avviata dalla Banca Centrale americana.

Si rumoreggia sempre più che alla base della nuova crisi di liquidità vi siano rinnovati segnali di difficoltà della filiale di NY di Deutsche Bank.

Nonostante il mercato monetario faccia registrare livelli di tensione rapportabili a quelli di 11 anni fa, la volatilità generale rimane al momento sotto controllo. Il principale indice del NYSE, lo Standard & Poo5 500 ha superato quota 3000 stabilendo un primo segnale di break up come indicato in un nostro recente report  (WB PERSPECTIVES).

EURO USD Le notizie che fanno tendenza

Il dollaro, pur avendo subito parziali vendite contro euro nelle ultime settimane, si  fermato a ridosso dei limiti che avevamo fissato 1.1175 eur usd.

Questa mattina apre sotto 1.11 posizionandosi al centro del range che sta governando le negoziazioni in questo periodo. Dalla prossima settimana Christine Lagarde  prenderà la guida della BCE in sostituzione a Mario Draghi  che nel pomeriggio presiederà all’evento organizzato per la fine del suo mandato di presidente della Banca centrale europea.  . La prima uscita pubblica di Lagarde è prevista per il meeting del 13 novembre. Nel frattempo prenderà il via il nuovo QE della BCE.

Bisognerà probabilmente attendere la prima conferenza stampa del neo Presidente per avere indicazioni concrete sulla linea di policy che intenderà seguire. Pensiamo tuttavia che non si discosterà molto dal solco tracciato da Mario Draghi. Anche la neo consigliere  Isabel Schnabel, nominata dal governo tedesco in sostituzione della dimissionaria Sabine Lautenschläger, dovrebbe allinearsi alle posizioni accomodanti di attuale governo.

Stiamo quindi approfondendo ed esaminando i nuovi equilibri per avere una lettura più compiuta sul futuro andamento tra euro e dollaro. Tuttavia continuiamo a mantenere un visione ancora positiva verso la divisa americana.  Abbiamo in ogni caso aggiornato i nostri livelli di warning qualora vi fosse un evoluzione diversa del trend dominante (se vuoi approfondire chiedi il nostro Outlook sul mercato dei cambi).

 

WB FX RISK MANAGEMENT: EUR USD

WB FX RISK MANAGEMENT: EUR USD

Ieri l’Office of the United States Trade Representative (USTR), ha proposto ufficialmente l’applicazione di tariffe verso prodotti Made in UE che godono di sussidi ed aiuti di stato.  Le  nuove tariffe doganali sarebbero applicate come contromisure in risposta agli effetti causati all’industria statunitense da tali sussidi.

I riflettori dell’USTR si sono accesi verso l’industria aereo spaziale europea a partire da Airbus.  Secondo l’agenzia, i sussidi riconosciuti dai partners governativi di Airbus avrebbero causato danni all’industria USA per 11 miliardi di dollari negli ultimi 14 anni.

L’agenzia si riserva di portare un elenco di prodotti all’esame del WTO da sottoporre  per un eventuale arbitrato entro l’estate.

In altri termini inizia formalmente un percorso che potrebbe presto portare gli USA a scontrarsi con lUE proprio a ridosso della campagna elettorale  di maggio in Europa.

Come nella disputa con la Cina il confronto potrebbe produrre effetti sui mercati, da quello azionario a quello valutario.

La PBoC ha risposto alle pressioni dell’Amministrazione USA con un’immediata svalutazione dello yuan renminbi verso il dollaro. Come abbiamo scritto nei nostri rapporti per le aziende che seguono il nostro servizio di Enterpriese Risk management, tale processo segue in parallelo il percorso delle trattative diplomatiche modellando, con un elevato grado di correlazione, gli sviluppi del framework negoziale.  Da inizio anno l’Amministrazione ha voluto trasmettere ai mercati che la strada verso un accordo fosse alla portata di mano. Lo scorso venerdì il Presidente Trump ha dichiarato che entro le prossime settimane si giungerà ad un grande deal. La PBoC ha risposto a questi passaggi rivalutando, da gennaio, parzialmente lo yuan sul dollaro e di conseguenza sull’euro.  In questo momento i corsi stazionano sopra 6.70 usd cny in attesa che le promesse di Trump si traducano in azioni concrete. La discesa del cambio usd cny sotto 6.70 anticiperebbe gli  annunci ufficiali.

Ci chiediamo, nel caso di una guerra commerciale con l’Unione Europea, come reagirà la BCE.

L’eur usd quota da settimane all’interno di un range piuttosto contenuto compreso tra 1.15 ed 1.12. Nell’ultimo periodo il cambio ha perso momentum dando la sensazione di essere vicino al breakout della base che sostiene i corsi. Nel nostro rapporto di scenario per l’implementazione di strategie di Risk Management  abbiamo tracciato da tempo i target dell’attuale ciclo di fluttuazione del rapporto eur usd. Il prossimo trigger operativo coincide proprio con il breakout di 1.1190 eur usd.

 

WB ENTERPRISE RISK MANAGEMENT RISKOO: USD CNY TRADE WAR

WB ENTERPRISE RISK MANAGEMENT RISKOO: USD CNY TRADE WAR

 

WB ENTERPRISE RISK MANAGEMENT RISKOO: EUR CNY TRADE WAR

WB ENTERPRISE RISK MANAGEMENT RISKOO: EUR CNY TRADE WAR

Buongiorno,
sono molte le notizie che dominano oggi la scena sui mercati:

  • Bocciatura del DEF da parte della Commissione Europea: i rendimenti sul 10 anni rimangono al rialzo e continuano a puntare all’area del 4%.
    Lo spread quindi rischia di oltrepassare i recenti max ed andare a testare l’area 325/330.

 

  • La Cina annuncia di voler tagliare, con effetto il 15 ottobre, il Reserve Requirement Ratio di 100 bp in risposta alle crescenti difficoltà riscontrate anche a causa delle tensioni tariffarie con gli USA: ci aspettiamo che il cambio usd cny scenda sotto la soglia 6.85 per dirigere nei prossimi gg verso area 6.80.

 

  • La Commissione Europea annuncia di ritenere possibile un accordo per Brexit entro l’anno: l’eur gbp viola definitivamente il nostro livello di controllo .8880/60 come atteso, e avvia la regressione verso area .8640 (b/t).

 

  • I rendimenti sul 10 anni USA consolidano i rialzi oltre la soglia 3%. Ci attendiamo un rally verso il nostro target atteso a 3.40/45% a breve. In rialzo il dollaro. L’eur usd dopo la breve reazione al primo test di 1,15/1490, dovrebbe subire nuove vendite in grado di spingerlo sotto quest’ultimo livello e puntare nuovamente verso quota 1.13 eur usd.  In settimana saranno pubblicati i dati aggiornati sull’inflazione USA.

 

  • Il rialzo dei rendimenti USA e le tensioni UE stanno proiettando nel bear market definitivo tutto il mercato dei bond governativi globale.

 

  • I mercati azionari rimangono prevalentemente venduti. In Europa gli indici potrebbero ritornare a testare i minimi dell’anno dove ricordiamo  transitano i nostri livelli di warning: Dax 11900/850 – Eurostoxx 50 3300/280. Anche il FTSE MIB rimane orientato al ribasso con elevati rischi di rottura di area 20200.

WB ANALYTICS: ITALIA 10 Y YIELD

WB ANALYTICS: ITALIA 10 Y YIELD


WB RISK MANAGEMENT: EUR USD DAY

WB RISK MANAGEMENT: EUR USD DAY


WB RISK MANAGEMENT: EUR GBP WEEK

WB RISK MANAGEMENT: EUR GBP WEEK


 

 
MARKET MOVER DEL GIORNO

MANOVRA – Il mercato resta concentrato sulla manovra, che il governo dovrà inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre. Domani pomeriggio, scrive stamane Il Messaggero, si terrà una nuova riunione di governo sulla manovra a Palazzo Chigi. In settimana intanto inizia l’iter parlamentare del NaDef, sui cui la manovra 2019 deve essere costruita. Dal nuovo quadro macro-finanziario previsto dal governo spicca un target di crescita superiore a quello dei principali previsori (+1,5% nel 2019 contro 1,1% del consensus) oltre alla deviazione del percorso di aggiustamento dei conti pubblici (con il deficit strutturale in salita di 0,8%) concordato con Bruxelles, che potrebbe quindi bocciare il testo. E proprio la finanziaria è stata oggetto di un colloquio tra Matterella e Draghi all’inizio della settimana scorsa, ha riferito una fonte a Reuters.
 
BTP – Ripartirà da 286 punti base lo spread Btp/Bund sul tratto decennale, dopo una fiammata nuovamente oltre quota 300 la settimana scorsa, in vista dei massimi da 5 anni segnati a fine maggio. La seduta odierna si preannuncia con volumi più limitati per la chiusura parziale della piazza Usa. La carta italiana resta probabilmente sotto pressione in attesa di maggiori dettagli sulle coperture e dell’evoluzione che prenderà il confronto tra Roma e Bruxelles. Intanto, il neo vicepresidente Bce De Guindos ha sottolineato come per i Paesi della zona euro ad alto indebitamento sia fondamentale attenersi ai vincoli di bilancio preparando dei cuscinetti che assicurino spazi di manovra per fronteggiare i futuri peggioramenti della congiuntura.
 
DETTAGLI ASTE – Dal ministero dell’Economia arriveranno i dettagli dei collocamenti italiani a medio lungo termine in agenda questo giovedì. UniCredit prevede il lancio del nuovo Btp 3 anni ottobre 2021 per 3-4 miliardi accanto alle riaperture del 7 anni novembre 2025 per 2-2,5 miliardi e di una scadenza 15 o 20 anni per 1,5-2 miliardi. La tornata di aste di metà mese prenderà il via mercoledì quando saranno messi a disposizione 6 miliardi di Bot a 12 mesi, a fronte di un importo in scadenza di pari entità.
 
RISERVE OBBLIGATORIE CINA – La banca centrale cinese ha annunciato nel corso del fine settimana un nuovo netto taglio dei livelli di riserva obbligatoria delle banche, il quarto dall’inizio dell’anno. Si tratta di un’ulteriore iniziativa per abbassare i costi di finanziamento e dare sostengo alla crescita, sullo sfondo delle preoccupazioni per le conseguenze economiche della disputa commerciale in atto con gli Stati Uniti. Il taglio annunciato della riserva obbligatoria è di 100 punti base — effettivo dal 15 ottobre — rispetto agli attuali livelli di 15,5% per le grandi banche commerciali e 13,5% per quelle più piccole.
 
PMI SERVIZI CINA – Accelera la crescita del settore servizi cinese, che in settembre registra il passo più veloce in tre mesi. Ma nello stesso mese si registra una prima riduzione in due anni degli assunti, associata inoltre a crescenti pressioni sui costi, che potrebbe anticipare una compressione dei margini di profitto. L’indice Pmi servizi elaborato da Caixin è salito a 53,1 punti dai 51,5 di agosto. Gran parte della crescita arriva dai nuovi ordini: il sotto indice relativo è salito a 52,4 da 51,7, anche in questo caso a un massimo da tre mesi. L’indice Pmi Caixin composito sale a sua volta a 52,1 in settembre da 52,0 del mese precedente.
 
GREGGIO – Prezzi in calo per il petrolio, sulla notizia che gli Usa potrebbero considerare eccezioni nell’ambito delle nuove sanzioni all’Iran, per quei Paesi che stanno già dimostrando di essersi impegnati per una progressiva riduzione delle importazioni di greggio da Tehran. Ciò potrebbe evitare che il contributo dell’output iraniano sul mercato internazionale scenda di colpo a zero dal 4 novembre, data in cui entreranno in vigore le sanzioni. Alle 7,30 italiane il future Brent scambia a 83,37 dollari il barile (-0,78), il Nymex a 73,80 dollari (-0,54).
 
FOREX – Dollaro in rialzo sostenuto dalla notizia della nuova mossa espansiva decisa dalla banca centrale cinese sulle riserve bancarie, in una seduta che si preannuncia comunque dai volumi limitati, per la chiusura festiva della piazza di Tokyo e per quella parziale della piazza americana. Il dollaro/yen si apprezza a 113,82/83 da 113,70 dell’ultima chiusura, pur rimanendo a relativa distanza dal massimo da novembre 2018 toccato la settimana scorsa 114,55. Il fixing ufficiale del cambio dollaro/yuan è avvenuto a 6,8957, il livello più basso da maggio sebbene ancora sotto la soglia psicologica di 6,9000. Biglietto verde in lieve apprezzamento anche sull’euro: euro/dollaro a 1,1508/12 da 1,1523, non lontano dal minimo da sei settimane visto giovedì sa 1,1462.
 
DATI MACROECONOMICI
ITALIA
Ocse, composite leading indicator agosto (12,00).
 
GERMANIA
Produzione industriale agosto (8,00) – attesa 0,3% m/m.
 
PORTOGALLO
Attesa fino al 12 ottobre bilancia commerciale agosto (12,00).
 
ZONA EURO
Indice Sentix ottobre (10,30) – attesa 11,9.
 
ASTE DI TITOLI DI STATO
ITALIA
Tesoro, annuncio tipologia e quantitativi Btp in asta l’11 ottobre.
 
EUROPA
Francia, Tesoro offre titoli di Stato a breve termine.
Germania, Tesoro offre 3 miliardi Bubill a 6 mesi, scadenza 10/4/2019.
 
BANCHE CENTRALI
EUROPA
Zona euro, intervento Nowotny (Bce) a convegno sul futuro del settore finanziario a Vienna (18,00).
 
USA
Singapore, intervento presidente Fed St. Louis Bullard (11,30).
 
APPUNTAMENTI
ITALIA
Roma, convegno “Crescita economica e prospettive sociali in un’Europa delle nazioni” con Salvini e Marine Le Pen (10,30).
Roma, Marine Le Pen invitata a trasmissione “Quarta Repubblica” su canale Rete 4 (21,30).
 
USA
Columbus Day, mercato azionario aperto; mercato obbligazionario chiuso.
 
ASIA
Giappone, mercati chiusi.

 

MARKET MOVER 20 SETTEMBRE 2018

 
FOREX – Dollaro vicino al minimo da sette settimane contro un basket di valute, con il placarsi delle tensioni relative alle relazioni Usa-Cina sulla questione commerciale che riducono l’appeal della valuta Usa come bene rifugio. Attorno alle 7,50, l’indice del dollaro cede 0,05% a 94,495, l’euro vale 1,1681/85 dollari da 1,1672 della chiusura di ieri, 131,05/10 yen da 131,03. Il dollaro/yen si attesta invece a 112,16/19 dalla chiusura di 112,27.
GREGGIO – Prezzi del greggio in rialzo sulle piazze asiatiche, spinti da un altro calo delle scorte di greggio Usa e da una forte domanda di benzina, mentre i segnali che l’Opec potrebbe non aumentare la produzione per far fronte alle contrazioni dell’offerta dell’Iran. Attorno alle 7,55 i derivati sul Brent scambiano in rialzo di 30 centesimi a 79,70 dollari al barile, quelli sul greggio Usa guadagnano invece 51 cent a 71,63 dollari al barile.
TREASURIES – Rendimenti in rialzo nell’ultima chiusura per i titoli del Tesoro Usa, con il decennale di riferimento che è salito al 3,092%.
OCSE – Attesi i numeri dell’Interim Economic Outlook: nell’Economic Outlook di maggio l’Ocse ha tagliato lievemente le stime di crescita sull’Italia per quest’anno e il prossimo, mettendo in guardia dai possibili effetti negativi dell’incertezza legata alle politiche economiche e indicando una crescita dell’1,4% per il 2018 e 1,1% per il 2019 (da 1,5% e 1,3% rispettivi stimati a marzo).
MOSCOVICI – Moscovici esorta “l’Italia ad essere chiara e a stare dove le spetta, nel cuore della zona euro come un Paese forte e credibile che abbia la volontà di tenere il suo debito sotto controllo”. Per far questo il Commissario Ue indica la via del taglio alle spese inutili, dando invece priorità a investimenti e spese infrastrutturali per stimolare crescita e produttività.
SFIDA SU DEFICIT – ‘Il Messaggero’ riferisce che Tria, in risposta a Conte schierato per il reddito di cittadinanza, non concederà più di 3,4 miliardi di euro, che porterebbero il deficit al massimo di 1,8% del Pil, contro l’1,6% inizialmente sostenuto dal ministro. “E’ impossibile attuare per intero il reddito di cittadinanza entro il 2019”. Un 1,8% inteso come un segnale di disponibilità verso Di Maio e Salvini, che non basterebbe però a soddisfare le richieste dei vicepremier.
M5S CONTRO TECNICI MEF – ‘La Stampa’ riporta che, dopo Tria, nel mirino dei grillini sarebbero adesso tecnici, funzionari e dirigenti del Mef del Tesoro, a partire dal Ragioniere dello Stato Daniele Franco. I grillini lamentano una totale “assenza di comunicazione”.
PIANO INFRASTRUTTURE – In un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’, Toninelli torna sul maxipiano per le infrastrutture, “un grande piano, di portata eccezionale, senza limiti di spesa, che cercheremo di finanziare fuori dei vincoli Ue” dice il ministro. “Un piano da inserire già nella legge di bilancio o in un decreto legge immediatamente successivo”.
MANOVRA – Fonti governative e parlamentari sentite ieri da Reuters raccontano di un tentativo di equilibrare le richieste delle forze al governo, che altrimenti porterebbero le misure allo studio molto sopra i 30 miliardi. Gli sherpa economici di Lega e M5s starebbero trattando per spartirsi in manovra 9 miliardi a testa e chiedono a Tria, di trovare anche i 12,4 miliardi necessari a sterilizzare l’aumento dell’Iva. Lega e M5s puntano ad aumentare l’indebitamento netto fino al 2,5%, con la conseguenza di peggiorare i saldi strutturali e spingere nuovamente al rialzo il rapporto debito/Pil. Di Maio propone all’Europa uno scambio: più deficit nel 2019 a fronte dell’impegno a rientrare nei parametri dal 2020, mano a mano che si attuano nuovi tagli alla spesa.
BTP – A creare qualche tribolazione nei mercati nella seduta di ieri le parole di Di Maio, secondo cui non si possono aspettare anni per mantenere le promesse fatte agli elettori.. Il Btp decennale ha chiuso con un rendimento a 2,86% e un differenziale con l’omologo Bund a 237 punti base.
PRIMARIO – Prima tappa delle aste italiane di fine mese, con l’annuncio da parte del Tesoro di quantitativi Ctz e Btpei in asta il 25 settembre. Sul primario si attivano invece Spagna e Francia: Madrid con l’offerta di Spagna, Tesoro offre 4-5 miliardi di titoli di Stato con scadenze 2021, 2022, 2025, 2028; Parigi con 6,5-7,5 miliardi di Oat nominali 2021, 2024 e 2026 e con 1-1,5 miliardi di indicizzati.
 
DATI MACROECONOMICI
 
GRAN BRETAGNA
Vendite dettaglio agosto (10,30)-attesa -0,2% m/m; 2,3% a/a.
 
GRECIA
Partite correnti luglio (10,30).
 
ZONA EURO
Stima fiducia consumatori settembre (16,00) – attesa -2,00.
 
USA
Nuove richieste settimanali sussidi disoccupazione (14,30) – attesa 210.000.
Indice Fed Filadelfia settembre (14,30) – attesa 17,0.
Vendita case esistenti agosto (16,00) – attesa 5,35 milioni; 0,3% .
Leading indicator agosto (16,00) – attesa 0,5% m/m.
 
ASTE DI TITOLI DI STATO
ITALIA
Tesoro annuncia quantitativi Ctz e Btpei in asta il 25 settembre.
EUROPA
Francia, Tesoro offre 6,5-7,5 miliardi Oat 25/2/2021 cedola zero, 25/3/2024 zero e 25/5/2026 0,50%; 1-1,5 miliardi indicizzati Oati 1/3/2028, Oatei 25/7/2030 e Oatei 25/7/2036.
Gran Bretagna, Tesoro offre 2,75 miliardi Gilt 2028, cedola 1,625%.
Spagna, Tesoro offre 4-5 miliardi titoli Stato scadenze 31/1/2021 cedola 0,05%, 31/10/2022 0,45%, 30/4/2025 1,60% e 30/7/2028 1,40%.
 
 
BANCHE CENTRALI
 
ITALIA
Banca d’Italia pubblica “Indicatori di solidità finanziaria” trim2.
EUROPA
Norvegia, banca centrale annuncia tassi e decisione di politica monetaria; segue conferenza stampa (10,00).
Svizzera, banca centrale annuncia tassi, comunicato politica monetaria (9,30).
Zona euro, intervento Weidmann (15,15).
Zona euro, intervento Praet a New York (19,20).
 
APPUNTAMENTI
ITALIA
Roma, celebrazione dei 140 anni del Messaggero, con Mattarella, Francesco Gaetano Caltagirone, Tria (19,00).
Milano, Mattarella in visita alla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (11,00).
 
EUROPA
Parigi, Interim Economic Outlook Ocse, conferenza stampa capo economista Laurence Boone (11,00).
Salisburgo, termina riunione informale Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea; partecipa Conte.
Vienna, continua conferenza generale Iaea; termina il 21 settembre.
 
CANADA
Montreal, Mogherini a riunione ministri Affari Esteri donne.
Halifax, riunione ministri Ambiente ed Energia G7 su cambiamento climatico ed energia pulita.
 
ASIA
Cina, Di Maio in visita a cerimonia inaugurazione padiglione Italia insieme a vicepremier Hu Chunhua; discorso a cerimonia di apertura Fiera “Western China International Fair”; conferenza stampa; partecipa a concerto Nino Rota “Incantevole Italia” con governatore Sichuan Sig. Yin Li (12,00).

MARKET MOVER 3 AGOSTO 2018

 
Il rischio paese, ITALIA, ritorna ad occupare le prime pagine dei principali media. Il rialzo dello spread confeziona uno swing  che prelude ad altri possibili rialzi nelle prossime giornate.  Facciamo notare che il movimento prende forma immediatamente dopo il vertice USA Italia ed i relativi accordi in campo energetico.
i mercati ritornano quindi ad aggredire il nostro debito pubblico mettendo sotto pressione anche il comparto bancario e di conseguenza l’indice FTSE MIB.
Nel rapporto mensile di agosto, che pubblicheremo agli inizi della prossima settimana, ci occupiamo del tema con l’elaborazione di uno studio sullo scenario di lungo relativo ai rendimenti del BTP. Sarà l’occasione per approfondire l’intera dinamica dei tassi a livello globale. Vale la pena anticipare che non solo il 10 anni Italia si sta muovendo al rialzo, anche i più significativi benchmark di mercato stanno muovendo al rialzo. In tal senso raccomandiamo di fare attenzione all’area 3-3.10% del 10 y US e del 0.50% del 10 y DE.
Sull’Italia incombe il ritorno di mani negative che colgono anche la perdita di momentum della crescita del Pil per riportare  lo spread sopra  220 con spinte ieri oltre quota 240. Se si consolidano valori oltre tale soglia si rafforza il rischio di assistere ad un’accelerazione oltre i recenti massimi fissati a 280 pb.  La Borsa è ritornata a perdere momentum in modo significativo. Tra tutti i principali indici G7 è l’unico che rischia di violare al ribasso i minimi dell’anno.
Sul rapporto mensile ritorniamo a parlare ed analizzare le reazioni dei mercati alla disputa commerciale tra Cina ed USA. Il rame che in questa fase funziona da proxy allo scenario complessivo continua ad indebolire la propria struttura dei prezzi spingendo gli scambi all’interno di una tendenza negativa, a conferma della view elaborata nei precedenti rapporti. Ciò depone a sfavore dei segnali di crescita anche se per il momento, fatta eccezione per gli indici dell’area degli emergenti,  i mercati più significativi rimangono al riparo da tensioni eccessive al netto di una perdita di momentum che segnaliamo per il mese di agosto.  In tal senso anticipiamo l’aggiornamento sulla finestra di criticità che avevamo aperto sul mercato azionario USA, mettendo in evidenza un periodo che dalla metà di luglio sino ad inizio novembre avrebbe esposto   gli stessi ad un aumento della volatilità. Il nostro modello ha postergato tale periodo a partire da novembre sino agli inizi di marzo 2019.
Ieri abbiamo dato notizia del rialzo dei tassi inglesi e di quello atteso per settembre negli USA. L’eur usd ha violato l’area 1.16 e dopo aver testato la base del range fissato da tempo, 1.1575 sta tentando di costruire una reazione. Riteniamo che l’area 1.1645 (la mediana del range) ritorni a proporsi come primo livello di resistenza in un contesto in cui aumenta la probabilità di un break out dei sostegni tecnici ed il ritorno sul mercato di mani più forti.
La sterlina ha reagito in modo alterno alla decisione sui tassi: le parole del governatore Carney su uno scenario ancora accomodante hanno tolto forza al pound. Contro dollaro ha fallito il tentativo di mettere sotto pressione quota 1,32 (attivato alla notizia del rialzo di 25 punti base) andando a schiantarsi a 1,30 dopo le parole accomodanti del Governatore. Contro euro, grazie comunque alla forza del dollaro, il cambio si è posizionato a ridosso dei massimi mantenendosi comunque sopra la soglia indicata a .8860/35.
Rimane ancora in tensione invece il rapporto usd cny: il rilancio sulle tariffe da parte degli USA trova in un  proseguo della svalutazione competitiva del cambio la risposta cinese. Siamo sempre nei limiti delle soglie che avevamo individuato 6.85; tuttavia il rischio di un incremento delle tensioni non ci lascia ancora tranquilli sulla tenuta del tetto fissato.

WB RISK MANAGEMENT: EUR USD

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WB RISK MANAGEMENT: EUR  GBP

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MARKET MOVER le notizie che aiutano la gestione del rischio di cambio

MARKET MOVER
le notizie che aiutano la gestione del rischio di cambio


 

PRODUZIONE INDUSTRIA ITALIA – Dopo il rimbalzo messo a segno a maggio si attende un rialzo dello 0,4% congiunturale per la produzione industriale di giugno. Su base tendenziale le stime sono di un rialzo dell’1,5%. In maggio la risalita era stata dello 0,7% mensile e del 2,1% annuo, dopo la battuta di arresto di aprile. Il trend di fondo per gli analisti resta di affievolimento della crescita, per via del rallentamento della domanda mondiale cui contribuisce la disputa commerciale scatenata dai dazi Usa. Tuttavia il Centro studi Confindustria stima un incremento dell’attività sia in giugno (anche secondo Confindustria +0,4%) sia in luglio (+0,3%) “grazie principalmente al sostegno della domanda interna e a fronte di una domanda estera giudicata in ulteriore peggioramento”. La produzione industriale dovrebbe iniziare dunque positivamente il terzo trimestre 2018, dopo una sostanziale stagnazione nel secondo.

 

PMI SERVIZI – Dopo quelle sul comparto manifatturiero, arrivano i numeri delle indagini congiunturali sull’andamento in luglio del terziario nelle principali economie dell’area euro, Italia compresa. Per quest’ultima le attese indicano un indice in calo a 53,6 dal precedente 54,3, che rappresentava il massimo da quattro mesi. Per la zona euro nel suo complesso, si parte dal preliminare di 54,4, in calo rispetto al 55,2 di giugno. Insieme ai Pmi servizi arrivano anche gli indici compositi.

 

BTP – Seduta difficile l’ultima per i Btp e per i mercati periferici in generale, indeboliti dall’avversione al rischio determinata dall’inasprirsi dei toni fra Usa e Cina. La scarsità dei volumi ha inoltre reso particolarmente ampi i movimenti di tassi e spread, mentre sullo sfondo rimangono i timori per le prossime mosse economiche del governo Lega-M5s, che confermano la sostanziale fragilità del mercato italiano. Il differenziale di rendimento con la Germania sul tratto a 10 anni si è spinto fino a 252 punti base, ai massimi dallo scorso 28 giugno, dai 231 della precedente chiusura, mentre il rendimento del decennale è arrivato a 2,97%, ovvero ai livelli più elevati da metà giugno. Stamane i Btp ripartiranno da un tasso del 2,92% e da uno spread su Bund di 246 pb.

 

POLITICA ITALIA – Si terrà oggi, salvo ulteriori ritardi, il primo incontro al governo sulla manovra d’autunno, secondo quanto scrivono stamane i quotidiani. Al tavolo siederanno Conte, Tria, Savona, Di Maio e Salvini. La riunione, inizialmente prevista per ieri, è slittata a causa della discussione alla Camera sul decreto Dignità, poi approvato in serata, che ha tenuto impegnato Di Maio. Il decreto intanto passa al Senato e dovrebbe ottenere il via libera definitivo entro la prossima settimana.

 

OCCUPAZIONE USA – Sono attesi 190.000 nuovi posti di lavoro non agricoli negli Usa in luglio, un numero ancora consistente anche se leggermente inferiore ai 213.000 registrati il mese precedente. Il tasso di disoccupazione è stimato in calo al 3,9% dal 4% e come sempre grande attenzione verrà dedicata all’andamento dei salari, per quanto la Fed appaia ormai saldamente determinata al percorso di progressivo rialzo dei tassi di interesse. I dati odierni sui ‘payroll’ sono stati anticipati mercoledì dal rapporto Adp sull’occupazione nel settore privato, che ha indicato 219.000 nuovi posti in luglio, più delle attese, dopo i 177.000 del mese precedente.

 

RATING SOVRANI – Tra i pronunciamenti sui rating sovrani in calendario per questa sera a mercati chiusi c’è quello di Fitch sulla Germania. Attualmente la valutazione sulla prima economia europea è ‘AAA’, con outlook stabile.

 

BANCA DEL GIAPPONE – I membri del board della banca centrale sono in disaccordo su come affrontare la situazione di debole inflazione e crescenti costi della politica monetaria ultra espansiva. È quanto emerge dalla minute del meeting di giugno della banca centrale, appena pubblicate. I verbali mostrano infatti come alcuni membri abbiano spinto per rendere la politica monetaria più sostenibile, anticipando le decisioni prese nell’ultimo meeting, tenutosi questa settimana, che ha portato alcune modifiche al programma di acquisto asset e introdotto la possibilità di maggiori rialzi dei rendimenti di mercato.

 

PMI SERVIZI GIAPPONE – Rallenta lievemente in luglio il settore servizi giapponese, a fronte di una minore crescita dei nuovi ordini, segnalando una possibile perdita di brillantezza dell’economia all’avvio del terzo trimestre. L’indice Pmi servizi, elaborato da Markit/Nikkei, è sceso a 51,3 punti dai 51,4 di giugno; si tratta comunque della ventiduesima rilevazione consecutiva sopra la soglia dei 50 punti, che separa i valori di crescita quelli di contrazione. Il Pmi composito scende a sua volta a 51,8 da 52,1.

 

PMI SERVIZI CINA – Rallenta anche il settore servizi cinese in luglio, pur confermandosi saldamente in area di crescita. L’indice Pmi Caixin è sceso a 52,8, minimo da marzo, da 53,9 di giugno, livello più alto da febbraio. Particolarmente marcato è stato il rallentamento dei nuovi ordini, il cui sottoindice ha segnato la crescita più debole da dicembre 2015; inoltre l’outlook per il futuro non appariva così debole da novembre del 2015, a causa anche dell’impatto delle tensioni commerciali con gli Usa.

 

GREGGIO – Quotazioni petrolifere poco variate questa mattina. Gli spazi per nuovi rialzi sembrano in questo momento limitati dalla prospettiva via via più concreta di un incremento dell’offerta globale, segnalata dai recenti aumenti produttivi sia della Russia sia dell’Arabia Saudita. Alle 7,30 italiane il futures Brent scambia a 73,39 dollari il barile (-0,06), il Nymex a 69,01 dollari (+0,05).

 

FOREX – Il dollaro resta su posizioni di forza, ai massimi da due settimane sul paniere delle principali divise internazionali e da oltre 14 mesi sullo yuan, in un mercato che resta concertato sui timori di un’escalation della guerra commerciale tra Usa e Cina. Il cambio euro/dollaro tratta a 1,1593/94 da 1,1582 dell’ultima chiusura, vicino al minimo da due settimane visto ieri a 1,1580. Dollaro/yen a 111,68/69 da 111,65. Euro/yen a 129,48/49 da 129,33.

 

TREASURIES – Governativi Usa di fatto piatti nelle contrattazioni della mattinata, in attesa dei dati del pomeriggio sul mercato del lavoro dopo il lieve rialzo di ieri che ha riportato il rendimenti sulla scadenza 10 anni appena sotto quota 3%. Il benchmark decennale cede 1/32, rendimento a 2,988%.

 

DATI MACROECONOMICI

ITALIA

Markit/Adaci, Pmi servizi luglio (9,45) – attesa 53,6.

Istat, produzione industriale giugno (10,00) – attesa 0,4% m/m; 1,5% a/a.

Istat, commercio al dettaglio giugno (11,00).

Istat, nota mensile sull’andamento dell’economia italiana luglio (12,00).

 

FRANCIA

Markit, Pmi servizi finale luglio (9,50) – attesa 55,3.

Markit, Pmi composito finale luglio (9,50) – attesa 54,5.

 

GERMANIA

Markit, Pmi servizi finale luglio (9,55) – attesa 54,4.

Markit, Pmi composito finale luglio (9,55) – attesa 55,2.

 

GRAN BRETAGNA

Markit/Cips, Pmi servizi luglio (10,30) – attesa .

 

SPAGNA

Pmi servizi luglio (9,15) – attesa 54,4.

 

ZONA EURO

Markit, Pmi servizi finale luglio (10,00) – attesa 54,4.

Markit, Pmi composito finale luglio (10,00) – attesa 54,3.

Vendite al dettaglio giugno (11,00) – attesa 0,4% m/m; 1,4% a/a.

 

USA

Occupati non agricoli luglio (14,30) – attesa 190.000.

Tasso disoccupazione luglio (14,30) – attesa 3,9%.

Media guadagni luglio (14,30) – attesa 0,3% m/m; 2,7% a/a.

Media ore lavorate luglio (14,30) – attesa 34,5 ore.

Bilancia commerciale giugno (14,30).

Markit, Pmi servizi finale luglio (15,45).

Markit, Pmi composito finale luglio (15,45).

Ism, Pmi non manifatturiero luglio (16,00) – attesa 58,6.

 

APPUNTAMENTI

EUROPA

Bormes-Les-Mimosas, Macron riceve May.

Efsf, Moody’s si pronuncia su rating sovrano.

Esm, Moody’s si pronuncia su rating sovrano.

Finlandia, Fitch si pronuncia su rating sovrano.

Germania, Fitch si pronuncia su rating sovrano.

Lettonia, Moody’s si pronuncia su rating sovrano.

Malta, Fitch si pronuncia su rating sovrano.

Repubblica Ceca, Fitch si pronuncia su rating sovrano.


FEDERAL RESERVE GDP 3° Q 5%

Questa mattina ho commentato su LE FONTI TV   le decisioni della Fed e le ripercussioni sui mercati del nuovo confronto USA Cina sulle tariffe.
Di seguito riporto i punti su cui ho concentrato l’intervista. La prossima settimana sarò ospite della Redazione Giornalistica di RAI 1 alle 17,45 (da lun  a ven) per commentare le chiusre europee e le notizie più significative.
I responsabili della Fed hanno discusso l’appiattimento della curva dei rendimenti
** La maggior parte dei responsabili delle politiche della Fed ha dichiarato che i rischi della politica commerciale si sono intensificati
** Per un numero non ancora maggioritario dei membri del Board del FOMC  potrebbe essere appropriato modificare parte della dichiarazione di policy che fa riferimento alla politica accomodante.
** Molti responsabili delle politiche hanno affermato che graduali aumenti potrebbero portare ad un tasso di fondi al di sopra del livello neutrale  il prossimo anno.
Il FOMC ha lasciato invariati i tassi … Tuttavia, la dichiarazione ottimista rilasciata a margine del comitato è coerente con un rialzo a settembre, considerati i solidi dati sulla crescita degli Stati Uniti e condizioni finanziarie stabili a fronte dell’incremento dell’incertezza commerciale.
Mentre le preoccupazioni tariffarie sembrano essere in aumento tra i funzionari della Fed, la maggior parte sembra credere che queste preoccupazioni non abbiano ancora influenzato la crescita o abbiano modificato materialmente le prospettive economiche.
Il mercato sconta una probabilità sopra il 90% che a settembre vi sia un rialzo di 25 bped un successivo a dicembre.
Al momento rimangono attive, secondo l’analisi delle dichiarazioni rilasciate dai membri del FOMC, per il 2019 attese per ulteriori tre rialzi dei tassi d’interesse.
Il GDPNOW, modello di stima definito sulla base di un algoritmo dinamico dalla FED di Atlanta, mette in evidenza una proiezione di crescita per il trimestre in corso prossima al 5%. Il consensus degli economisti stima in vece una crescita poco superiore al 3%.
Tale visione giustifica le aspettative ottimistiche del Board sul futuro prossimo dell’economia USA.
 

 
Il mercato dei cambi ha reagito con un marginale apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro. I valori si sono posizionati in direzione della parte bassa del range che abbiamo stimato per il periodo: 1.1750-1.1575.  Flessioni sotto 1.16 potrebbero anticipare cadute più significative verso i minimi degli ultimi mesi, area 1.15 dove abbiamo fissato il trigger point di break out per la ripresa del movimento riflessivo dell’eur usd.
 

WB RISK MANAGEMENT: EUR USD

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Oggi attendiamo l’esito del meeting della Bank of England. Stimiamo un rialzo dei tassi nell’ordine di 25 bp. L’eur gbp tenderà a scivolare nuovamente verso l’area .8830/88. Tuttavia il valore su cui concentrare in modo più significativo l’attenzione riguarda il cambio del cable gbp usd. La sterlina ha assolutamente bisogno di guadagnare terreno oltre quota 1.32 per stabilire un nuovo rapporto di forza con il dollaro e conseguentemente con le altre monete.
Di seguito riportiamo i Market Mover elaborati dall’agenzia Reuters.
 
WB FX RISKOO
 
MARKET MOVER le notizie che aiutano la gestione del rischio di cambio

MARKET MOVER
le notizie che aiutano la gestione del rischio di cambio

TASSI FED – In perfetta armonia con le attese di mercato e operatori, Federal Reserve ha confermato ieri sera i tassi di riferimento Usa sull’attuale obiettivo di 1,75/2%. Il comunicato che accompagna la decisione di politica monetaria parla di un’inflazione intorno all’obiettivo di 2%, di un mercato del lavoro in buone condizioni di salute e di una “solida” crescita economica. Si conferma dunque la prospettiva di una nuova stretta da un quarto di punto — la terza quest’anno — in occasione del Fomc di settembre, seguita poi da un quarto rialzo dei tassi entro fine 2018. Secondo il termometro FedWatch, la chance di un rialzo dei tassi in settembre è data al 91%, quella di dicembre al 72%.
 
BANCA D’INGHILTERRA – Atteso invece un rialzo dei tassi da parte di Banca d’Inghilterra, che conclude oggi la riunione di politica monetaria. L’ultimo sondaggio Reuters, condotto a luglio, indica un incremento di 25 punti base a 0,75%, sullo sfondo di un mercato marginalmente più fiducioso che Londra riesca a raggiungere un accordo di libero scambio con l’Ue. Altri interventi sui tassi sono previsti dopo il completamento della Brexit, ovvero non prima del 2020. Al momento solo una minoranza degli economisti ipotizza un periodo di recessione nei prossimi anni, ma da inizio 2018 l’economia ha registrato un rapido rallentamento. D’altra parte l’inflazione è stimata sia quest’anno sia il prossimo sopra l’obiettivo del 2% della banca centrale.
 
MERCATO PRIMARIO – Arriva a quasi 12 miliardi di euro complessivi l’offerta a medio lungo sul mercato primario della zona euro. La Francia propone fino a 6,5 miliardi di Oat sulle scadenze aprile 2029, maggio 2031 e maggio 2036; la Spagna mette sul piatto fino a 4,5 miliardi di titoli nominali a 3, 5 e 10 anni più l’indicizzato lungo novembre 2030 per una cifra fino a 750 milioni.
 
BTP – Si riparte stamane da un tasso decennale di 2,80% e da uno spread di 231 punti base dopo la chiusura negativa di ieri. In un mercato dagli scambi leggeri si è fatto sentire il fattore offerta (le aste francesi e spagnole sono state anticipate ieri dal collocamento di 2,373 miliardi di Bund decennali), anche se la contemporanea flessione della carta tedesca ha impedito l’allargamento dell’Italia. Il mercato ha chiuso sui minimi intraday ma lo spread Btp/Bund si è mantenuto pressoché stabile durante il pomeriggio, in area 230 pb.
 
FOREX – Dollaro sulle posizioni dopo la scontata decisione Federal Reserve di non intervenire sui tassi, che verranno molto probabilmente corretti al rialzo con il Fomc di settembre. La risalita dei rendimenti sulla curva dei governativi giapponesi, in particolare sul tratto decennale, aiuta lo yen ad allontanarsi dai minimi sul biglietto verde. Più debole la sterlina, su cui prevalgono leggere prese di beneficio a non molte ore dal verdetto sui tassi da parte di Bank of England. Intorno alle 7,30 euro/dollaro 1,1646/52 da 1,1658 della chiusura Usa di ieri sera, dollaro/yen 111,57/60 da 111,71 ed euro/yen 130,00/03 da 130,25.
 
GREGGIO – Derivati sul greggio in fase di consolidamento sul finale degli scambi asiatici, con quotazioni in rialzo di circa mezzo punto percentuale dopo la marcata correzione delle ultime due sedute. Alle 7,30 il futures Brent guadagna 40 cent a 72,79 dollari il barile, il Nymex 30 centesimi a 67,96 dollari.
 
TREASURIES – Prezzi in modesto rialzo sul secondario Usa, con il tasso del decennale che gravita stabilmente in area 3%, sui record da metà giugno. Il benchmark maggio 2028 guadagna 4/32 al rendimento di 2,988%.
 
DATI MACROECONOMICI
ZONA EURO
Prezzi produzione giugno (11,00) – attesa 0,3% mese, 3,5% anno.
 
USA
Nuove richieste sussidi disoccupazione (14,30) – attesa 220.000.
Indice Ism New York luglio (15,45).
Revisione beni durevoli, ordini industria giugno (16,00) – attesa 0,7% mese per ordini industria.
 
TITOLI DI STATO
EUROPA
Francia, Tesoro offre 5,5-6,5 miliardi euro Oat 25/4/2029 cedola 5,50%, 25/5/2031 1,50% e 25/5/2036 1,25%.
Spagna, Tesoro offre 3,5-4,5 miliardi titoli Stato 31/1/2021 0,05%, 30/7/2023 0,35% e 30/7/2028 1,40%; 250-750 milioni indicizzati inflazione zona euro 30/11/2030.
 
BANCHE CENTRALI
EUROPA
Gran Bretagna, Banca d’Inghilterra annuncia decisione tassi e pubblica verbali riunione, rapporto su inflazione (13,00).
 
APPUNTAMENTI
ITALIA
Roma, atteso via libera decreto Dignità alla Camera, passa in Senato.
Roma, a Commissione Trasporti della Camera audizione Toninelli sulle linee programmatiche del dicastero (14,00).
Roma, a commissioni Industria e Ambiente del Senato audizione informale Commissionari straordinari Ilva (20,00).
Roma, Cda 1° semestre Cdp.

MARKET MOVER 31 luglio 2018
APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

  • Intervista a WLADEMIR BIASIA  LE FONTI TV  GIO h. 9.35

I mercati attendono le decisioni di Fed e BoE in materia di politica monetaria domani sera (Fed) e giovedì (BoE). Per la Dì’Federal reserve si attendono le dichiarazioni del comunicato in merito ai prossimi aumenti  dei Fed Funds. La Banca Centrale d’Inghilterra dovrebbe aumentare i tassi dopo un lungo periodo di attese non confermate. La curva dei Fed Funds sconta una probabilità pari all’88% di un ulteriore stretta di 25 bp nella riunione del 26 settembre e di altri 25 bp in quella del 19 dicembre (probabilità 60/65%).
Benchè il cambio eur usd rimanga inserito nel mini range che avevamo stimato agli inizi di luglio 1.1575/1.1750 eur usd, il rischio che si apra una fase correttiva più ampia, ovvero sempre all’interno della gamma più ampia 1.15/1.1850/1.1900 e comunque sotto 1.20 rimane attivo. Eventuali chiusure giornaliere sopra 1.1730 potrebbero segnalare più concretamente la probabilità che tale opzione possa manifestarsi nel corso dell’estate. Come già scritto la scorsa settimana il mini range evidenziato è percorso pressoché da mani orientate al trading di brevissimo. Le mani più forti e comunque i commercial guardano in questa fase alle estremità più ampie della banda delineata.

WB RISK MANAGEMENT: EUR USD

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In mattinata verrà pubblicato il PIL dell’Italia relativo al II° trimestre: l’attesa sconta un incremento inferiore al dato precedente 0.2% rispetto allo 0.3%. Non prevediamo impatti sul mercato azionario direttamente imputabili al dato. La crescita in proiezione d’anno è posizionata all’ 1,4% in flessione rispetto ai dati precedentemente rilevati.
 

 
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MARKET MOVER le notizie che aiutano la gestione del rischio di cambio

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FOREX – Dollaro saldo contro yen dopo che Banca del Giappone ha apportato piccole modifiche alla politica monetaria piuttosto che i più drastici cambiamenti che alcuni trader avevano previsto. Dopo un breve rialzo ai massimi della settimana a 111,44 yen, la valuta Usa è infatti ridiscesa ai livelli precedenti. Attorno alle 7,40 l’euro vale 1,1712/15 dollari da 1,1704 all’ultima chiusura; e 130,12/16 yen da 129,98. Il dollaro/yen si attesta invece a 111,09/11 dalla chiusura di 111,06.
 
BANCA DEL GIAPPONE – L’istituto centrale giapponese, al termine della sua riunione di politica monetaria, si è impegnato a mantenere i tassi d’interesse molto bassi e ha adottato misure per rendere il suo consistente programma di stimolo più flessibile, a riflesso delle previsioni che ci vorrà tempo perché l’inflazione tocchi il target del 2%. Fra le misure annunciate dalla BoJ, l’acquisto più flessibile di titoli di asset, permettere ai rendimenti dei titoli di fluttuare naturalmente, l’adozione della forward guidance.
 
DATI GIAPPONE – Dal Giappone sono arrivati anche diversi dati macroeconomici. Fra questi, il tasso disoccupazione relativo a giugno, risultato pari a 2,4% contro attese per 2,3%. Il dato preliminare della produzione industriale di giugno è stato parecchio al di sotto delle attese del mercato: un calo congiunturale del 2,1% contro attesa per uno limitato allo 0,4%.
 
PMI CINA – La crescita del settore servizi cinese in luglio ha rallentato per la prima volta in cinque mesi. Secondo le cifre ufficiali infatti il Pmi non manifatturiero è scivolato a 54,0 punti dai 55,0 di giugno, restando tuttavia al di sopra del discrimine dei 50, soglia che separa la contrazione dall’espansione. L’indice relativo al manifatturiero è scivolato a 51,2 da 51,5 di giugno. Il Pmi composito, che combina entrambi i comparti manifatturiero e servizi, è sceso a 53,6 da 54,4 di giugno.
 
GREGGIO – Prezzi del greggio in calo, con il future Brent che sembra avviato al declino maggiore da due anni a questa parte, sui timori di un eccesso di offerta dopo che un rapporto ha mostrato che la produzione Opec è salita in luglio ai suoi massimi del 2018. Attorno alle 7,40 i derivati sul Brent scambiano in calo di 36 centesimi a 74,61 dollari al barile, quelli sul greggio Usa cedono invece 29 cent a 69,84 dollari al barile.
 
TREASURIES – I titoli del Tesoro Usa hanno reagito alle decisioni della BoJ, con un calo del tasso del decennale di oltre 3 punti base. Alle 7,40, il decennale Usa di riferimento rende 2,94% da una chiusura di ieri a 2,98%.
 
PIL ITALIA – Istat pubblica la stima preliminare del Pil del secondo trimestre. Le previsioni degli economisti convergono su un rallentamento della crescita congiunturale a 0,2% da 0,3% segnato nel trimestre gennaio-marzo; a perimetro annuo, l’espansione del Pil dovrebbe aver inoltre subìto un rallentamento a 1,2% da 1,4% osservato nel primo trimestre. Un rallentamento avvenuto in un contesto di indebolimento della domanda mondiale cui si è abbinata l’incertezza che ha accompagnato la nascita del governo Lega-M5S, fautore di una serie di politiche di aumento della spesa che continuano a tenere in apprensione gli investitori.
 
INFLAZIONE ITALIA LUGLIO – Attesa sempre da Istat la stima preliminare prezzi al consumo di luglio. Per il dato Nic le previsioni si attestano a 0,2% su mese e 1,4% su anno; per l’armonizzato si prevede invece un -1,8% congiunturale e un +1,4% tendenziale. Secondo i dati definitivi di Istat, a giugno l’indice Nic dei prezzi al consumo aveva registrato un incremento dello 0,2% su mese e dell’1,3% su anno. L’indice armonizzato Ipca era invece salito dello 0,2% su mese e dell’1,4% su anno.
 
PIL ZONA EURO – In pubblicazione i preliminari del Pil della Spagna e della zona euro relativi al secondo trimestre. Per la Spagna la previsione è di +0,7% su trimestre e di +2,8% su anno. Per l’intera area euro la stima flash è attesa a +0,4% su trimestre e a +2,2% su anno.
 
PREZZI AL CONSUMO ZONA EURO – In arrivo i preliminari sull’inflazione anche da Francia, Portogallo e zona euro. Per l’area dell’unione monetaria, le attese sono di un indice dei prezzi al consumo a +2% su base annua.
 
DATI DISOCCUPATI – In un contesto ricco di spunti macroeconomici, arrivano anche diversi dati relativi alla disoccupazione di giugno da Italia e zona euro e luglio dalla Germania. Il tasso di disoccupazione italiano relativo a giugno è atteso a 10,8% da 10,7% di maggio; quello della zona euro relativo allo stesso periodo è previsto a 8,3% da 8,4%.
 
ASTE TESORO – Con la riapertura degli ultimi collocamenti, quelli a medio-lungo, si conclude la tornata d’aste di fine luglio. Il Tesoro ha assegnato l’importo massimo su una forchetta compresa fra 5,5 e 7,5 miliardi di euro nell’asta di Btp a 5 e 10 anni insieme ad un Ccteu, con una buona domanda e bid-to-cover in rialzo. Tra i titoli il nuovo Btp dicembre 2028 offerto per 4 miliardi.
 
BTP – Dopo un momentaneo slancio registrato in corrispondenza dei collocamenti, il Btp in chiusura ha ridotto il recupero mostrato rispetto ai minimi di seduta, ma lo spread si è mantenuto al di sotto dei massimi, data la cattiva performance del Bund. Il differenziale di rendimento con la Germania sul tratto decennale ha chiuso a 235 punti base, mentre il tasso del benchmark a 10 anni si attestava in chiusura a 2,791%.
 
DATI MACROECONOMICI
ITALIA
Istat, stima occupati e disoccupati giugno (10,00) – attesa 10,8%.
Istat, stima preliminare prezzi al consumo luglio (11,00) – attesa dato Nic 0,2% m/m; 1,4% a/a; dato Ipca -1,8% m/m; 1,4% a/a.
Istat, stima preliminare Pil trim2 (12,00) – attesa 0,2% t/t; 1,2% a/a.
 
FRANCIA
Stima preliminare prezzi al consumo luglio (8,45) – attesa dato armonizzato 2,4% a/a.
 
GERMANIA
Vendite al dettaglio giugno (8,00) – attesa 1,0% m/m; 1,5% a/a.
Tasso disoccupazione luglio (10,00) – attesa 5,2%.
 
GRAN BRETAGNA
Fiducia consumatori luglio – attesa -9.
 
GRECIA
Vendite al dettaglio maggio (11,00).
 
PORTOGALLO
Stima preliminare prezzi al consumo luglio (10,30).
 
SPAGNA
Stima Pil trim2 (9,00) – attesa 0,7% t/t; 2,8% a/a.
Saldo partite correnti maggio (10,00).
 
ZONA EURO
Stima preliminare prezzi al consumo luglio (11,00) – attesa dato armonizzato 2,0% a/a.
Stima flash preliminare Pil trim2 (11,00) – attesa 0,4% t/t; 2,2% a/a.
Tasso disoccupazione giugno (11,00) – attesa 8,3%.
 
USA
Consumi personali reali giugno (14,30).
Redditi personali giugno (14,30) – attesa 0,4% m/m.
Indice core Pce giugno (14,30) – attesa 0,1% m/m; 2,0% a/a.
Costo lavoro trim2 (14,30) – attesa 0,7%.
CaseShiller maggio (15,00) – attesa 0,2% m/m destagionalizzato; 6,5% a/a.
Pmi Chicago luglio (15,45) – attesa 62,3.
Fiducia consumatori luglio (16,00) – attesa 126,0.
 
ASTE DI TITOLI DI STATO
EUROPA
Belgio, Tesoro offre titoli di Stato a breve termine.
 
BANCHE CENTRALI
ITALIA
Banca d’Italia pubblica Ita- coin di luglio.
 
USA
Washington, Fomc inizia riunione; termina il 1° agosto.
 
APPUNTAMENTI
ITALIA
Roma, a Commissione lavori pubblici del Senato comunicazioni Toninelli sulle linee programmatiche del dicastero (14,00).
Roma, alla Camera seguito esame decreto Dignità; via libera atteso per il 2 agosto.
Roma, a Consiglio di Stato udienza su riforma banche popolari.
Milano, Reuters pubblica asset allocation luglio (13,00).

MARKET MOVER 23 LUGLIO 2018
Nel comunicato finale il G20 ha rilevato che l’economia globale è in crescita, la disoccupazione ai minimi nell’ultimo decennio, ma ha avvertito che la crescita sta diventando meno sincronizzata tra le principali economie ed i rischi al ribasso nel breve e medio termine sono accresciuti. Questi includono l’aumento delle vulnerabilità finanziarie, l‘estesa tensione commerciale e geopolitica, squilibri globali, disuguaglianza e crescita strutturalmente debole, in particolare in alcune economie avanzate.
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