ITALIA TARGET 2
Da anni riportiamo nei nostri studi la traiettoria divergente tracciata dai saldi di Target 2.
La dinamica di questo indicatore dovrebbe da sola far riflettere chiunque sugli squilibri prodotti all’interno dell’Eurozona. Parlare senza apportare soluzioni concrete equivale al non fare.
Paolo Savona ha denunciato più volte la distorsione prodotta da questa anomalia. Bisogna intervenire. Se fossi nella parte in surplus sarei fortemente preoccupato verso quella in deficit. Mi porrei seriamente la domanda se quei crediti saranno onorati dalle controparti debitorie.
I tedeschi, beneficiari di quel credito se lo sono chiesto. In Germania il dibattito tra super economisti si è spinto al punto che in tempi recentissimi, Clemens Fuest presidente dell’istituto di ricerca Ifo, il suo predecessore Hans-Werner Sinn con presidente del Consiglio dei esperti economici Christoph Schmidt hanno indicato l’opportunità di chiedere una clausola di uscita dall’euro per i Paesi che non ne rispettano le regole. Fuest, Sinn e Schmidt in Germania sono più che semplici economisti: da anni la loro voce contribuisce a imprimere la direzione e il tono del dibattito sull’Europa che coinvolge l’opinione pubblica e la politica in Germania. E il fatto che la loro proposta arrivi dopo le elezioni in Italia non sembra casuale ( Corriere della Sera).
Per dialogare con tali personalità bisogna farsi rappresentare da chi ha autorevolezza, competenza ed esperienza. Nessuno affiderebbe la propria difesa ad un avvocato incapace.
Ieri lo spread è salito sino testare livelli tecnici estremamente significativi. Il rialzo del differenziale funziona bene come strumento di pressione sull’opinione pubblica. Riporta la mente all’esperienza del 2011 quando un giornale scriveva a lettere cubitali “FATE PRESTO”. Da allora i saldi di Target 2 ed in particolare il deficit per l’Italia si è inabissato. Lo stock del debito è aumentato da 116% sul Pil al 130%. Abbiamo perso una fetta significativa di produzione industriale e con essa sono arrivati i NPL, crediti inesigibili, che hanno messo in difficoltà il sistema bancario e ristretto il credito alle PMI.
Oggi lo spread con ostentazione ritorna a salire. Il FTSE Mib perde qualche posizione. Ma la struttura del mercato rimane appetibile. Più la la speculazione aggredirà i nostri attivi, più questi diventeranno appetibili.
L’ euro nei confronti del dollaro da qualche settimana ha avviato una regressione significativa abbandonando l’area 1,25 eur usd. Per le aziende che esportano e gestiscono con attenzione il rischio di cambio nelle loro strategie di Risk Management, l’euro debole rappresenta come abbiamo visto nel recente passato una grande opportunità.
Nei momenti più intensi dell’aggressione speculativa l’eur usd anziché indebolirsi, come sarebbe ovvio, si rafforzava marginalmente, bisognava sostenerlo per non dare segnali al mercato di eccessiva fragilità. Potrebbe succedere ancora. Ma la struttura del trend rimane contaminata dalla percezione che la moneta così come è stata costruita non rappresenta gli equilibri fondamentali delle diverse economie che la compongono.
Qualora il ribasso dell’euro dovesse replicare il percorso già sperimentato nel recente passato ed ancor più spingersi verso i livelli inediti di cui abbiamo indicato le nostre stime, il Paese rimarrebbe all’interno del solco della crescita. Alla fine è quello che i mercati ci chiedono per sostenere l’onere del servizio per il debito.