AGAINST ALL ODDS
Le scorse settimane ho più volte sottolineato alcune incongruenze sul rialzo dell’euro negli ultimi nove mesi. Contro ogni probabilità ho messo in evidenza l’ipotesi che l’euro possa avviare una correzione sul dollaro evitando di superare la soglia critica di 1,25. La distribuzione che si sta completando all’interno del range 1.25-1.22 dovrebbe predisporre le condizioni per l’avvio di una correzione la cui ampiezza potrebbe rivelarsi significativa. E’ prematuro stabilire quali possano essere i tempi necessari per maturare il break out definitivo del range, tuttavia le discese sotto 1.2280/70 nel brevissimo contribuirebbero a confermare il percorso atteso.
Al momento, secondo quanto mette in evidenza il report sul COT, Commitment of Trades, diffuso dalla CFTC, U.S. COMMODITY FUTURES TRADING COMMISSION, i Large Speculators detengono robuste posizioni lunghe in futures ed options denominate in euro contro il dollaro. I Commercials invece sono posizionati in termini speculari. Evidentemente hanno colto il rialzo dell’euro per coprire i flussi futuri in dollari.
Tale impostazione dei grandi fondi speculativi ha il difetto di subire un cost of carry significativo il cui carico pesa mediamente 2.5, 2.7% su base annua. Ciò significa che a lungo andare, ovvero in assenza della direzionalità attesa (rialzo dell’euro), tali detenzioni producono parziali perdite. Se a ciò si aggiunge una perdita di momentum il gioco è fatto. La violazione dei primi livelli tecnici di supporto possono spingere molti possessori di euro contro dollaro a chiudere precauzionalmente le posizioni.
L’attivazione di potenziali stop loss order posizionati sotto area 1.22/1.2150 contribuirebbe a far aumentare la volatilità spingendo le quotazioni verso un primo target in area 1.2050, ovvero verso il target di breve termine segnalato nel nostro Outlook mensile WB PERSPECTIVES ©.
Oggi molti Uffici Studi quotano target per l’autunno sopra area 1.30/1.35 eur usd. Come abbiamo già scritto per raggiungere tale livello è necessario che il mercato violi quota 1,25. Sinceramente già a questi valori le compagnie europee palesano una certo rallentamento degli ordinativi provenienti dai paesi che operano in dollari. I recenti dati pubblicati sull’export tedesco hanno messo in rilievo una regressione che rischia di appesantarsi qualora il cambio dovesse rafforzarsi ulteriormente. I dati che rilevano la fiducia delle aziende in Eurozona esprimono da tre mesi a questa parte una perdita di valore. Il manifatturiero ha fatto segnare un declino che al momento non risulta preoccupante, ma nel caso in cui la flessione dovesse acuirsi si alzerebbe un segnale di allarme anche da parte della BCE.
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