La BCE non delude. Ieri non sono stati commessi errori. Ci saranno ulteriori stimoli a dicembre, l’unica domanda è sul come e sul quanto sarà lo stimolo. L’affermazione di Christine Lagarde è stata preceduta da una constatazione che avevamo prospettato esattamente in questi termini: “La ripresa economica nell’eurozona sta perdendo momentum in maniera più rapida del previsto”.
Il Governatore della BCE si è preoccupato di ribadire più volte queste frasi in modo da non creare fraintendimenti tra gli osservatori. L’euro, senza esitazione, ha proseguito l’azione riflessiva, anticipata in mattinata sino a fermarsi in attesa della conferenza stampa in area 1,1710, confermando la nostra tesi sulla volontà da parte del Baord di raffreddare il cambio eur usd sotto la soglia 1,20 per avviare un rintracciamento del rialzo performato nel corso della primavera e dell’estate.
Prossimamente sarà la Federal reserve a mettere mano a nuove misure si sostegno in sovrapposizione delle misure fiscali che l’Amministrazione delibererà dopo le elezioni. A maggior ragione quindi la BCE si è riservata l’opportunità di intervenire concretamente a dicembre per compensare le misure statunitensi in modo da non offrire al mercato spinti per ritornare sui propri passi sul cambio. Il timing come sempre è tutto.
Riteniamo che nella riunione di dicembre il Consiglio valuterà, come già scritto, un aumento degli acquisti di asset, tramite il PSPP ed il programma PEPP, di circa 500 miliardi di euro e oltre, prevedendo anche misure per le banche a supporto dei prestiti bancari, includendo i bond cosiddetti Fallen Angels negli acquisti di attività o estendendo il tasso di interesse a loro applicato del -1% (per il funding) oltre gli attuali dodici mesi. Sull’applicazione di un regime più ampio dei tassi negativi sarebbe indispensabile avere già l’euro digitale (di cui nel nostro blog stiamo approfondendo le caratteristiche con una serie di post), che potrebbe effettivamente rappresentare uno strumento di politica monetaria nella situazione attuale in quanto consentirebbe ad esempio di imporre e monitorare una politica dei consumi attraverso l’MMT, l’elicottero money.
Mentre sembrano tracciati i percorsi delle linee monetarie delle due principali banche centrali, meno appare quello economico. Si dovrà verificare il tenore della perdita di momentum della crescita per delineare la partenza del 2021. Seguiremo quindi l’evoluzione dei sondaggi PMI per analizzare attraverso le aspettative delle aziende quale sia la tendenza che marcherà l’avvio del prossimo anno. Al momento rileviamo un calo dei consumi, un aumento ulteriore dei depositi in risposta al clima di incertezza determinato dalle misure sociali, e la tenuta straordinaria della manifattura. In Eurozona questa dinamica appare più evidente che in altre aree.
L’euro debole eviterà la perdita di competitività in un mondo sempre più piccolo e sempre più combattuto da politiche geo economiche in contrapposizione.
FOREX
– Dollaro apre stabile rispetto alle chiusure di ieri, mentre l’euro resta vicino ai minimi da quattro settimane dopo che la Bce ha segnalato l’arrivo di nuovo stimolo a dicembre. Intorno alle 7,55 il cross euro/dollaro è a 1,1678 in rialzo dello 0,03% circa, l’euro/yen scambia a 121,80 a -0,25%, il dollaro scambia a 104,29 yen in calo dello 0,3%. Nell’odierna seduta, a conclusione della settimana, ci aspettiamo che il cambio rimanga sotto pressione. Soprattutto ci aspettiamo che il mercato vada a verificare la tenuta di area 1,1630/1,1610 in corrispondenza con i minimi di fine settembre, dove sono presenti ulteriori sell order in caso di rottura. Ci stiamo avvicinando verso il target atteso a 1,15 eur usd.
ALTRI MERCATI
MERCATI AZIONARI – Dopo la pausa di ieri seguita all’apertura della BCE verso nuovi stimoli ed in attesa di quelli statunitensi, i mercati ritorneranno a sovrappesare le misure Covid. L’Eurostoxx 50 verifica il nostro il primo target ribassista in area 2950. Ci aspettiamo attorno a questa soglia un consolidamento ma per il momento il trend appare ancora orientato ad esprimere nervosismo. L?indice Vix si è fermato ieri sotto area 40 ma resta ampiamente sopra quota 35, livello oltre il quale avevamo segnalato la frontiera definitiva di allerta per i mercati in generale.
BTP – Nella seduta conclusiva della settimana la carta italiana riparte da 134 punti base per lo spread sul Bund sul tratto a dieci anni e 0,702% per il tasso del Btp decennale benchmark.
GREGGIO – Poco prima delle 8 i futures sul Brent scendono dell’1,12% a 3723 dollari al barile, i futures Nymex dello 0,91% a 35,84 dollari.
TREASURIES – Il tasso del benchmark decennale sui mercati asiatici è in area 0,81%, rispetto alla chiusura Usa a 0,836%.
DATI MACROECONOMICI
DATI ITALIA – Triplice l’appuntamento Istat della mattinata, particolarmente ricca di spunti macro anche sul fronte europeo. Si parte alle 9 con i numeri sul mercato del lavoro di settembre prima della cosiddetta ‘seconda ondata, con attese di un tasso di disoccupazione in aumento a 10,1% da 9,7% di agosto.
Si prosegue alle 10 con la stima del Pil del terzo trimestre. La mediana delle attese raccolte da Reuters ipotizza per i tre mesi al 30 settembre un rimbalzo congiunturale al ritmo di 11,2% parallelo a un rallentamento tendenziale di 8,7%. Si tratta di numeri da confrontare con un desolante secondo trimestre – un tracollo di 13% e 18% su base trimestrale e annua – in vista di un quarto trimestre per cui si prospetta molto probabilmente una nuova battuta d’arresto. Ultima in ordine di tempo, alle 11, la stima sull’inflazione di ottobre, per cui il consensus ipotizza un indice armonizzato in ripresa di 0,2% a livello mensile ma in calo di 0,8% (da -1% di settembre) a perimetro tendenziale.
RATING DBRS – A mercati Usa chiusi questa sera il giudizio di Dbrs sul rating sovrano dell’Italia, attualmente pari a ‘BBB (high)’ con outlook ‘stabile’, che non dovrebbe riservare sorprese. Una settimana fa S&P Global a sorpresa ha migliorato l’outlook sul proprio rating di ‘BBB’, portandolo da ‘negativo’ a ‘stabile’.
USA – A una manciata di giorni dalle Presidenziali, ieri i dati hanno mostrato una crescita sorprendente del Pil nel terzo trimestre, a un tasso annualizzato del 33,1% in linea con le nostre attese preannunciate lunedì in apertura di settimana- rispetto al -31,4% di aprile-giugno.
ZONA EURO – Tanti i numeri di oggi sul lato macro per capire quale sia lo stato dell’economia nel blocco, dove questo mese si è arrestata la ripresa del sentiment dopo cinque mesi mentre i governi cercano di gestire la seconda ondata dell’epidemia.In Francia nel terzo trimestre il Pil è salito del 18,2% congiunturale dal -13,7% (rivisto) del trimestre precedente — contro attese pari a +15,4% — ed è sceso del 4,3% tendenziale dal -18,9% di aprile-giugno.In Germania le vendite al dettaglio a settembre sono calate del 2,2% su mese e sono salite del 6,5% a perimetro annuo, rispetto al consensus per -0,8% e +6,6%.Attesi i dati sul Pil del terzo trimestre di Germania, Spagna e zona euro, visti in rimbalzo dopo il crollo del trimestre precedente. Occhi poi sui numeri relativi all’inflazione di ottobre in Francia e nell’intero blocco. In arrivo dalla zona euro il tasso di disoccupazione di settembre.
GIAPPONE – L’inflazione nell’area di Tokyo si attesta in ottobre al tasso annuo di 0,5%, in linea con le attese dopo il -0,2% del mese precedente. Il tasso di disoccupazione, a settembre passa a 3% (3,1% il consensus dopo il 3% di agosto). Nello stesso mese la produzione industriale sale al 4% su mese mentre cala dell’11% su anno. Per il settore industriale le aspettative su settembre indicavano un incremento mensile di 3,2% in parallelo a una flessione tendenziale di 9,7%, dopo rispettivi +1% e -12,3% di agosto.