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INFLAZIONE: LA FED RASSICURA I MERCATI

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I VERBALI DELLA FED

I verbali della Fed hanno fornito  una visione ancora accomodante sulla linea di policy monetaria, nonostante i rischi piuttosto concreti su un possibile ulteriore incremento dell’inflazione nel secondo trimestre di quest’anno.  Tuttavia sappiamo che la Fed non muoverà particolari azioni fintantochè il tasso d’inflazione non superi stabilmente il 2%. Abbiamo già scritto delle aspettative sull’inflazione nei nostri report nel mese di febbraio. Il consensus del mercato ritiene che nel secondo trimestre la crescita dei przzi tenderà a manifestarsi in misura maggiore a causa degli impatti dei rialzi su energia e prezzi industriali. Questo fenomeno sta già avendo impatti sull’andamento dei rendimenti obbligazionari di cui abbiamo approfondito il trend nel nostro WB PERSPECTIVES.

LA CRESCITA NEGLI USA

I recenti dati macro rilasciati in settimana supportano una visione resiliente della ripresa. La crescita della produzione industriale nel mese di gennaio è stato superiore alle aspettative degli analisti +0,9%. L’indice sta progressivamente riassorbendo la caduta conseguente ai blocchi del lockdown. In qualche modo i dati PMI che avevamo pubblicato il 9 febbraio anticipavano la resilienza del manifatturiero USA.

Lo stesso indice di New York Empire State è risultato ben al di sopra delle attese con un rilascio a 12 contro il precedente dato a 3,5. Nel pomeriggio di ieri il Census Bureau ha rilasciato un altro dato straordinariamente positivo sui consumi di gennaio al 5,3% contro il precedente -1% di dicembre.

Venerdì attendiamo il rilascio dell’indice PMI Flash per il mese di febbraio. L’attesa prevede una parziale flessione da  59,2 a 58,5.

EFFETTI SU EUR USD E MADE IN ITALY

A nostro avviso sono dati che mettono in evidenza un quadro per l’economia americana più confortante alla luce delle esportazioni del Made in Italy. Ciò dovrebbe consentire di offrire supporto alle aspettative delle aziende italiane i cui budget di vendita fanno premio sul mercato statunitense, soprattutto se a questi dati associamo il progressivo ritorno di forza del dollaro.

Negli ultimi 9 mesi molti analisti hanno proiettato il rafforzamento dell’euro sulla base di una crescita maggiore dell’Eurozona fissando valori tra 1,26/1,30 eur usd. Controcorrente abbiamo sempre improntato le nostre stime sull’ipotesi che di una precaria sostenibilità macro a fronte di un euro forte fissando a gennaio l’attesa per un rintracciamento del cambio verso area 1,19 ed 1,17 sulla base del nostro Outlook sul rapporto di resilienza dell’economia statunitense.

LA FED RASSICURA I MERCATI NONOSTANTE L'INFLAZIONE ATTESA
USA INDUSTRIAL PRODUCTION – CONSUMER SALES

Pensiamo che il cambio prima di collaudare i livelli obbiettivo indicati e segnalati nel grafico debba affrontare ancora una fase di contrasto, tuttavia  il canale di breve termine che abbiamo tratteggiato dovrebbe guidare le negoziazioni in controtendenza rispetto a quello che avevamo evidenziato di medio termine ancora in primavera dello scorso anno.

 

LA FED RASSICURA I MERCATI NONOSTANTE L'INFLAZIONE ATTESA
WB ANALYTICS: EUR USD