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MATERIE PRIME, GAS E PETROLIO

MATERIE PRIME, GAS E PETROLIO sono ancora oggetto di forti pressioni speculative. Le cause sono a nostro avviso imputabili in gran parte dall’avidità dei mercati finanziari.

L’assenza di una via attraente per gli investitori si gioca sull’appetibilità che diventa ormai rifugio quasi obbligato per l’acquisto di contratti futures sulle commodity. Il rialzo dell’inflazione sta minacciando la tenuta dei mercati azionari. Nell’Outlook 20/22 abbiamo messo in evidenza l’aspettativa per una forte correzione dei corsi azionari nel primo trimestre dell’anno. Le nostre stime proiettano la flessione degli indici azionari mediamente del 15% in questa fase.

Gli investitori in questo clima di avversione cercano rifugi su cui allocare i flussi in uscita dall’azionario. I mercati obbligazionari potrebbero rappresentare una soluzione temporanea, ma un po per i rendimenti reali negativi, un po per i timori sul rialzo dei tassi, non costituiscono la prima opzione operativa.

Rimane a disposizione degli investitori la carte materie prime. In particolare il petrolio.

PETROLIO E GAS

Recentemente i prezzi del Brent sono ritornati a salire, contrariamente dalle nostre attese, oltre i massimi dello scorso anno.

L’OPEC ha pubblicato ieri il suo ultimo rapporto mensile di mercato, segnalando che la produzione del cartello a dicembre è aumentata di 166 milioni di barili/giorno su base mensile a 27,88 milioni di barili/giorno. In base all’accordo OPEC+, i membri dell’OPEC avrebbero potuto aumentare la produzione di circa 240 Mbbls/g nel corso del mese. Le proiezioni  dell’offerta sono rimaste invariate a poco più di 3 milioni di barili/giorno rispetto alle stime di crescita per il 2022. L’incremento della domanda globale dovrebbe imporre un aumento della produzione, per mantenere un equilibrio tra domanda ed offerta, pari  a 4,15 milioni di barili/giorno. Evidentemente il settore sconta un lungo periodo di assenza di investimenti sul lato della produzione che oggi limitano l’incremento della produzione.

Nonostante il report dell’Opec, ieri i prezzi del brent dopo un’apertura tutta al rialzo hanno ritracciato chiudendo rispetto al fixing precedente in positivo, ma rispetto alle quotazioni dell’apertura in netta flessione. Questo set up potrebbe costituire un primo segnale di esaustione del rialzo. Per poterlo confermare dovremo vedere nei prossimi giorni uno storno dei valori sotto quota 86 usd/bar. In tal caso potremmo ritornare a concentrarci su una nuova correzione dei prezzi. Aspettiamoci ancora volatilità.

MATERIE PRIME, GAS E PETROLIO
WB ANALYTICS: BRENT CRUDE OIL ADVANCE TREND CYCLE

Il Dutch TTF, futures che rappresenta le quotazioni del gas naturale europeo importato dalla Russia, sta nel frattempo tracciando il percorso previsto nel nostro rapporto di metà dicembre, quando stimavamo un picco massimo a 180 eur/mwh ed un successivo reversal delle pressioni speculative. Da quel massimo i valori sono scesi secondo il percorso atteso, confermando l’attendibilità dei nostri algoritmi. Ieri ed oggi gli scambi hanno consolidato quotazioni su livelli che riteniamo significativi sotto il profilo tendenziale.

Alle aziende che seguiamo abbiamo indicato  77 & 72 eur la fascia di prezzo da violare per disinnescare tutta la schiuma speculativa e riportare i valori in direzione di un primo obbiettivo di prezzo a 50 eur, successivamente, dopo scambi tra 55 e 75 eur dovremmo catturare il declino definitivo verso area 30/25 eur.

Lo scenario, fin qui confermato dall’Outlook dello scorso dicembre, per completare il suo percorso di ritorno verso la normalizzazione dei prezzi necessita quindi di un breakaout di area 72/70 eur, siamo ad un passo dall’evento.

MATERIE PRIME, GAS E PETROLIO
WB ANALYTICS: DUTCH TTF NATURAL GAS