MARZO: STRESS TEST
Marzo: stress test per dollaro, Brent, rendimenti e Standard & Poor 500. Nonostante la Fed, FMI ed altre istituzioni confermino i loro Oulook positivi, i mercati hanno avvertito la necessità di aprire un check-up generale sulla tenuta di alcuni strumenti portanti. Aprile ci introduce definitivamente sull’evento più critico del 2017. Tutto appare scontato, eppure i mercati rimangono sotto l’apparente imperturbabilità nervosi.
Lunedì si apre dal punto di vista dei mercati il mese di aprile. Aprile ci porta alle elezioni francesi dove tutto appare scontato. Francois Macron vincente contro Marine Le Pen. Nulla che possa turbare seriamente il sonno dell’orso. La fiducia degli investitori americani è ai massimi dal 2000, il Vix rimane schiacciato sulla parte bassa del range sopra 10.50 e sotto area 15 consentendo allo Standard & Poor di assorbire le sessioni in cui perde momentum.
Eppure sono sempre molti i colleghi, più o meno autorevoli, che richiamano l’attenzione ed invitano alla prudenza. In realtà l’indice performa un 5% da inizio anno, mentre i rendimenti sul 10 anni oscillano tra 2.60 e 2.30%. Il rialzo dei rendimenti non ha ancora compromesso la tenuta del mercato, semmai ha favorito l’apprezzamento del sottostante comparto bancario. Agli inizi dell’anno, quando la Fed ha delineato con maggior efficacia l’Outlook sulla politica monetaria, Bill Gross aveva ammonito i mercati sostenendo che 2.60 sul 10 anni US rappresentava la linea di demarcazione tra una condizione di sostenibilità del trend azionario, rispetto ad una fase di declino qualora si fosse oltrepassata la soglia. Jeffrey Gundlach per la verità fissava la stesso limite al 3%. Da allora, come scritto, i rendimenti si sono limitati a consolidare il loro rialzo sotto 2.60 aprendo nuovi interrogativi sulle condizioni quantitative e qualitative della permanenza dei valori all’interno di una fascia così ristretta di fluttuazione rispetto alle guide line indicate dalla Fed. Tale situazione non ci ha consentito di trarre informazioni sulla reattività effettiva dei mercati qualora il decennale avesse avuto la forza di varcare le ipotizzate soglie del dolore.
A ciò si aggiunga che la permanenza deli rendimenti su questa fascia di valori insinua il dubbio sul fatto che una parte degli investitori tema di fatto un significativo rallentamento della crescita ed un conseguente declino degli stessi. L’indice sul comparto bancario ha subito più di ogni altro quest’indecisione, avviando per primo una seria correzione. Al momento essa non desta grandi allarmismi, tuttavia in assenza di una reazione alle vendite generate nel mese di marzo, rischia di sviluppare una fase di distribuzione che potrebbe influenzare più in generale il mercato. Considerando la correlazione positiva che intrattiene con i rendimenti sarebbe interessante assistere ad una prova di forza di area 2,60 per collaudare i livelli di stress generale ed assaggiare le effettive convinzioni degli investitori. L’indugiare oltre rischia di generare dubbi e logorare l’attesa.
Una simile prova, giocata questa volta sul temi più legati alla geopolitica ed al ciclo della domanda globale, l’abbiamo recentemente sperimentata con un apparente successo sul petrolio. I prezzi del Brent collassando dai massimi dei 57 usd/bar sino alla soglia dei 50 usd, aveva trascinato con se tutto il comparto energetico. La tenuta di area 50 sta incoraggiando una reazione che offre interessanti spunti di osservazione sulla generale tenuta del comparto, delle commodity industriali e con esse la percezione che la domanda globale possa ancora sostenere la crescita e quindi i mercati.
Quest’ultimi continuano a guardare al dollaro come elemento in grado di catalizzare positività, magari a sacrifico delle performance americane in termini comparati. Ne sono prova il comportamento di indici minori, come il FTSE Mib capace di sfidare l’area 20000 in un clima di grande osservato speciale verso l’Italia. Anche il Dollar Index ha affrontato il suo momento di stress test collaudando nuovamente quota 100/98.50. La tenuta di questa fascia, ma soprattutto la capacità di riportare i valori oltre 101.50, permette al trend dominante di conservare l’orientamento rialzista verso nuovi massimi di periodo rafforzando il clima di fiducia di cui i mercati hanno sempre più bisogno soprattutto in una fase in cui affrontano livelli inediti.
WB ANALYTICS: S&P 500 VS. S&P BANK – US 10 Y YIELD