I dati PMI Flash rilasciati lo scorso venerdì hanno evidenziato ancora una volta la debolezza del comparto dei servizi in Europa in contrapposizione alla tenuta del dato, di per se già positivo degli Stati Uniti. Migliora invece il comparto manifatturiero: in Germania il dato flash di febbraio è salito rispetto al mese precedente a differenza del consolidamento registrato negli Usa.
Nella sintesi dei due dati, servizi e manifatturiero, la rilevazione del PMI Composite Flash evidenzia ancoira una volta una situazione di stagnazione/recessiva in europa con una tenuta sostanziale degli USA. Nonostante i blocchi imposti dalla crisi sanitaria in Inghilterra il dato risulta in ripresa.
Questa settimana avremo la possibilità di verificare le aspettative delle imprese sulle stime del PIL in alcune delle principali aree economiche del mondo tra cui Stati Uniti, Germania e Francia, nonché alcune statistiche più aggiornate sugli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti. Si tratta di una prima verifica sullo stato di salute dell’andamento della crescita dell’ultimo trimestre dello scorso anno. Dagli Stati Uniti arriverà quindi l’ulteriore stima del PIL del quarto trimestre, che dovrebbe evidenziare una leggera revisione al rialzo del dato al 4,1% dal 4,0%. Tuttavia, sono i dati di maggiore frequenza, come quello relativo ai beni durevoli di gennaio che attireranno la maggiore attenzione. L’intento è quello di avere la conferma della tenuta del ritmo di crescita e di un’eventuale segno di accelerazione della stessa. I flash PMI statunitensi di IHS Markit hanno mostrato la più forte espansione del settore privato da quasi sei anni, alimentata dall’impennata dell’attività del settore dei servizi ed anche dal contributo della manifattura. Gli ordini di beni durevoli dovrebbero quindi mostrare una crescita positiva prossima allo 0,8 , mentre si prevede che le vendite di nuove case siano aumentate e il sentiment dei consumatori dovrebbe essere migliorato.
Anche in Europa verranno rilasciate le nuove stime dettagliate sul PIL del quarto trimestre per Francia, Germania e Portogallo, oltre a prime stime per Svizzera, Polonia e Danimarca. I dati precedenti hanno mostrato che la Francia si è contratta dell’1,3% nell’ultimo trimestre, mentre la Germania ha sostanzialemnte consolidato la crescita mettendo a segno un +0,1%. Nel Regno Unito l’attenzione si concentra sul mercato del lavoro, con i dati ufficiali su occupazione, salari, offerte di lavoro e disoccupazione, quest’ultima oggetto di particolare attenzione tra le crescenti richieste di estendere il regime di permessi del paese oltre aprile. In Eurozona avremo la pubblicazione di alcuni sondaggi sulla fiducia dei consumatori e delle imprese a partire dal sondaggio IFO di questa mattina in Germania. Il dato ha sorpreso ancora una volta per la crescita dell’ottimismo: a febbraio l’indice IFo sale da 90,03 a 92,4.
In Asia Pacifico, la PBOC, dopo la conclusione del Capodanno cinese, dovrebbe lasciare invariati i tassi di prestito prime, cercando di salvaguardare il suo percorso di ripresa fino a quando i rischi di pandemia non si saranno ulteriormente attenuati.
Nessun cambiamento è previsto nella riuniuone mensile della Reserve Bank della Nuova Zelanda, dove il tasso di riferimento dovrebbe rimanere al minimo storico dello 0,25% per un po ‘di tempo a venire.
In Giappone analizzeremo i dati ufficiali della produzione industriale e delle vendite al dettaglio che saranno rilasciati in settimana per confrontare i segnali attualmente divergenti dai sondaggi PMI. Il PMI Flash di au Jibun Bank / IHS Markit ha mostrato buoni risultati nel settore manifatturiero grazie all’aumento delle esportazioni, ma le misure di contenimento dei virus hanno continuato a colpire i servizi lasciando il dato Composite ancora nell’area inferiore a quota 50.
La settimana apre con i mercati azionari in contrazione ed in ogni caso ancora al di sopra dei nostri livelli di controllo del rischio. A preoccupare sono ancora una volta i valori raggiunti dai rendimenti sul tratto lungo della curva (vedi report WB PERSPECTIVES).
Il mercato Forex mette subito in luce una certa avversione al rischio premiando il dollaro e penalizzando le monete che in precedenza avevano brillato quali quelle emergenti ed in particolare il russian ruble ed il mexican peso.
L’eur usd dopo aver toccato lo scorso venerdì area 1,2145 sta ripiegando con una certa resilienza verso la parte centrale del canale che delimita al momento la contrazione del cambio e che dovrebbe proiettare le negoziazioni verso la nostra area di verifica a breve posizionata a 1,19.