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WORLD THE DAY AFTER PANDEMIA

Stiamo uscendo dalla fase in cui i blocchi sanitari prodotti dalla pandemia governavano l’andamento dell’economia globale. Oggi continuano a suggestionare le scelte di policy delle banche centrali. Abbiamo in estrema sintesi descritto un quadro aggiornato sulla direzione che il mondo sta prendendo in un momento in cui si fanno i primi resoconti della ripresa.

USA: la Fed sembra destinata a riconoscere le tensioni inflative.

La ripresa degli Stati Uniti si sta avviando, ma si teme che la capacità di offerta dell’economia non tenga il passo. Riteniamo che la Federal Reserve cambierà presto posizione e riconoscerà che l’inflazione potrebbe non essere così transitoria come si pensava inizialmente, aprendo la strada ai primi passi verso la “normalizzazione” della politica monetaria nel corso dell’anno effettuando un possibile annuncio al Simposio di Jackson Hole a fine agosto quando si riuniranno i banchieri centrali del mondo.

Eurozona: finalmente pronti al decollo dopo i blocchi della pandemia! 

Con la riapertura accelerata dell’economia, l’eurozona si avvia verso una forte ripresa. Mentre gli aumenti dei prezzi sono sotto la lente degli operatori, l’inflazione di fondo rimane contenuta. La Banca centrale si aspetta un incremento ulteriore in autunno per poi assistere ad un ridimensionamento della pressione il prossimo anno. Pertanto la BCE conferma il pacchetto di misure di stimolo a partire dal PEPP che a questo punto potrebbe esaurire gli effetti nella primavera del 2022.

Regno Unito: Outlook positivo nonostante la recrudescenza del virus.

L’ultima fase della riapertura del Regno Unito sembra destinata a essere rinviata a causa dei casi di Covid-19 in rapida crescita. Ma salvo un ritorno a regole più rigorose, il danno economico potrebbe essere piuttosto contenuto. I dati di consensus sulla fiducia delle imprese manifatturiere e servizi rimane tra i più elevati.

Cina: interruzioni dei chip. 

La Cina dopo l’effetto più cruento della pandemia si trova a fare i conti con un livello della sostenibilità del credito piuttosto critico. La PBoC ha rivisto in termini restrittivi le condizioni per la concessione del credito alla aziende. Inoltre permangono i nodi sulla produzione di semiconduttori nonché quelli di natura geo commerciale. L’indice di Borsa Shanghai Composite ed altri quotano con una perdita media vicina al 20% dai massimi dell’anno.

Asia: a porte chiuse nuovamente? 

In controtendenza con la tendenza globale alla riapertura economica, l’Asia ha recentemente re-introdotto limitazioni ai movimenti di persone con potenziali ripercussioni sulla performance economica. Le Olimpiadi in Giappone forniranno un segnale sulla dimensione delle criticità presenti nel Paese e nell’area. Ulteriori restrizioni conterrebbero la ripresa obbligando i centri di ricerca a rivedere al ribasso le previsioni sulla crescita per l’anno in corso.

Europa: Il grande aumento dell’inflazione… che spaventa il nord! 

L’aumento dell’inflazione nell’Europa centrale e orientale sta spingendo le rispettive banche centrali a modificare la loro impostazione accomodante verso un atteggiamento più restrittivo. La Banca Centrale russa ha già rivisto la sua politica. Recentemente abbiamo segnalato alcuni movimenti tecnici importanti sul rublo, sullo zloty, ci aspettiamo ulteriore apprezzamenti che sul fiorino ungherese.

Abbiamo formulato altri segnali positivi sulle corone scandinave. Ambedue le monete sek e nok stanno per violare la soglia psicologica 10 contro euro.

Le carenze sull’offerta sono destinate a influenzare i prezzi delle merci a livello globale, ma forse non ancora per molto…

Poiché le carenze e le interruzioni della catena di approvvigionamento vengono calcolate sui consumatori, l’inflazione dei beni è destinata a crescere. Crediamo ancora che l’impatto sarà temporaneo, ma negli Stati Uniti meno che nella zona euro.

Forex: gli impatti sulle politiche di Risk Management… stay on top!

Nel nostro Outlook per il 2021 abbiamo segnalato alcuni temi critici: in primo luogo l’inflazione, il rialzo delle commodity, un ribasso dell’euro. Il boom dei prezzi delle materie prime unito alle criticità della supply chain hanno spinto i prezzi in un ciclo rialzista che con molta probabilità non esaurirà gli effetti a breve salvo la correzione di queste settimane che occuperà l’estate. Gran parte dell’inflazione deriva da questi due ordini di grandezza. Le banche centrali hanno avviato a rotazione una politica di normalizzazione rispetto agli stimoli monetari messi in campo per neutralizzare gli effetti della pandemia. Sul cambio eur usd avevamo fissato due target riflessivi per la prima parte dell’anno 1,19 ed 1,16 aggiornato successivamente a 1,17. La reazione seguita al test di 1,17 dovrebbe risultare transitoria. Stiamo studiando i risvolti che il nuovo atteggiamento delle banche centrali potrebbero produrre sul dollaro e sui tassi di cambio in generale. seguite il nostro FX RISKOO per rimanere aggiornati sull’outlook che guiderà l’orientamento per il nostro servizio di advisory Risk Management per le imprese.

Commodity: un po di respiro dopo la corsa di inizio anno!

Con la pandemia i prezzi delle commodity erano crollati nelle medie ai valori  del 1970! L’indice CRB, Commodity Research Bureau, è sceso sino ai valori trattati prima dello shock petrolifero degli anni 70. Per qualche ora il  petrolio è sceso sotto il livello di galleggiamento (prezzi negativi)! Il rialzo dei prezzi ha riportato i valori in diversi casi a fissare picchi significativi, ritracciando il trend negativo dello scorso anno. Nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES abbiamo messo in evidenza già a fine aprile un segnale correttivo che ora sta impattando sulle principali commodity industriali. Tra tutte i metalli non ferrosi hanno aperto una finestra correttiva che dovrebbe, nel corso dell’estate, stemperare gli eccessi del rialzo causati da un ipercomprato di natura speculativa. Le banche centrali anche in questo caso possono fare molto per riequilibrare i prezzi. La Fed potrebbe annunciare una progressiva normalizzazione della politica monetaria ritirando gli stimoli monetari.

Tassi e rendimenti: altro che rialzo (per il momento), pare che l’inflazione sia scomparsa! Eppure c’è.

A conferma di un processo di normalizzazione ci aspettiamo correzioni sul mercato azionario a breve. Per il momento classifichiamo il segnale ad un livello di consolidamento. La correzione delle comodity è confermata dalla correzione dei rendimenti sul tratto lungo della curva dei bond governativi. Treasury, Bund e  Btp stanno assaporando un temporaneo ribasso dei rendimenti. In WB PERSPECTIVES abbiamo fissato i target di movimento.

Il Recovery Fund dell’UE aumenta le prospettive di crescita per le economie più deboli.

Quasi tutti i paesi dell’UE hanno ora presentato le loro proposte per accedere allo strumento di recupero e resilienza dell’UE. Grazie a un basso ricorso ai prestiti, i pagamenti del fondo finora saranno inferiori alle attese. Ma non va sottovalutato l’impatto sul PIL in quanto sarà considerevole per alcuni dei paesi periferici dell’eurozona a partire dall’Italia. Pensiamo che la BCE continuerà a rimanere ultra accomodante, nonostante le spinte rigoriste interne al consiglio, quantomeno fino all’attivazione e messa a regime del Fondo Next Generation Eu.

Fallimenti: un’altra fonte di divergenza nella zona euro 

L’esaurimento delle misure di sostegno adottate durante la crisi di Covid rischia di portare a un aumento dei fallimenti nei paesi della zona euro. Ma fino a che punto? Sono numerose le zombi firms che sopravvivono proprio grazie ad un regime di tassi molto bassi.  Qualora le banche centrali dovessero ritornare ad una politica di normalizzazione i loro conti economici non sarebbero in grado di sostenere l’impatto degli oneri relativi. Alcune analisi indicano che tale fenomeno acuirebbe gli squilibri macro economici mai sopiti all’interno dell’Eurozona.

Anche per questa ragione crediamo che il Presidente Mario Draghi promuoverà una revisione del patto di stabilità in ossequio ad una politica fiscale meno ortodossa.  Le elezioni in Germania che si terranno a settembre, rappresentano un passaggio significativo nell’imprimere o meno una svolta al paradigma del Fiscal Compact, la cui cornice integra le regole di finanza pubblica e delle procedure per il coordinamento delle politiche economiche nel quadro della governance economica europea.

Di seguito riportiamo alcuni grafici sull’andamento del livello della fiducia espresso dalle aziende su scala globale. Il PMI Composite Index, che rileva il sentiment delle aziende manifatturiere e dei servizi,  dopo il crollo dello scorso anno oltre i minimi del 2008/9 ha recuperato riportando l’indice al di sopra delle medie rilevate dopo la crisi Lehman Brothers.

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MARKIT PMI GLOBAL COMPOSITE