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WB PERSPECTIVES PANDEMONICS

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WB PERSPECTIVES PANDEMONICS

L’economia ai tempi del virus

Dopo una lunga fase di incertezza questa settimana i mercati aprono sotto il segno delle vendite. Il breakout dei livelli di cui per tutta l’estate abbiamo segnalato la criticità nei nostri WB Perspectives, sta scatenando la forza delle vendite. E’ un po come se di punto in bianco qualcuno abbia tolto il sostegno che reggeva l’intera costruzione che da giugno trattiene gli scambi  all’interno di un range che tende a restringere la propria ampiezza. 

E’ possibile che l’assenza di nuovi stimoli monetari possa aver spinto i mercati a prendere beneficio su valori che scontano la costante immissione di liquidità da parte delle banche centrali. Invece la conclusione dei meeting di settembre delle principali banche ha  visto i relativi consigli direttivi astenersi dall’effettuare nuovi interventi. La Fed e la BOJ, inclusa la BCE,  hanno sospeso l’emissione di nuovi stimoli per aprire una verifica dello stato della ripresa dell’economia globale. La Fed ha segnalato che i tassi rimarranno vicini allo zero almeno fino al 2023 ed ha sospeso l’adeguamento del suo programma di QE. Solo la Banca d’Inghilterra ha contrastato la tendenza, avvertendo che potrebbe considerare l’applicazione di tassi di interesse negativi in preparazione di una Brexit potenzialmente disordinata.

LE NOSTRE ATTESE

Con buona probabilità questo passaggio di mano da parte dei regolators ha innescato il processo correttivo che agli inizi del mese avevamo teorizzato con una potenziale discesa degli indici azionari nell’ordine medio di 10 punti percentuali rispetto ai valori medi registrati nel range (prossimi ai valori di chiusura di venerdì 18). Per la verità ad ottobre la BCE potrebbe aggiornare il proprio pacchetto di stimoli aumentando il programma di 500 miliardi di euro. Nel frattempo l’intervista  a Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, condotta da Jesús Rivasés il 14 settembre 2020 offre ulteriori elementi utili sul tema dei rischi prodotti dall’euro forte al tasso d’inflazione avvalorando ulteriormente la tesi di una revisione degli stimoli come sopra anticipato.

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