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RISCHI GEO ECONOMICI: AUMENTANO LE TENSIONI

RISCHI GEO ECONOMICI – Gli occhi del mercato restano alla crisi ucraina.
Le nazioni occidentali e il Giappone hanno comminato alla Russia nuove sanzioni per aver dispiegato le truppe nelle regioni separatiste dell’Ucraina orientale, minacciando di andare oltre se Mosca lancerà’ un’invasione totale.
Gli Stati Uniti, l’Unione Europea, la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada e il Giappone hanno annunciato piani per colpire banche ed élite, mentre la Germania ha fermato un importante progetto di gasdotto dalla Russia, il Nord Stream 2, in una delle peggiori crisi di sicurezza in Europa da decenni.
Secondo la Reuters Putin ha ammassato più di 150.000 truppe vicino ai confini dell’Ucraina, secondo le stime degli Stati Uniti, e ha ordinato ai soldati nelle regioni secessioniste di Donetsk e Luhansk di “mantenere la pace”.
Gli Stati Uniti respingono questa giustificazione come “sciocchezze”. “Per dirla semplicemente, la Russia ha appena annunciato che si sta ritagliando una grossa fetta di Ucraina”, ha detto ieri Joe Biden. “Questo è l’inizio di un’invasione russa”.
Il governo italiano sta lavorando, intanto, ad aiuti finanziari a Kiev, come riferito dal ministro degli Esteri Di Maio che terra’ oggi un’informativa alla Camera sulla crisi. Sempre oggi a Berlino, i ministri degli Esteri tedesco e francese si incontrano per discutere una soluzione diplomatica mentre nel pomeriggio a New York si terrà l’assemblea generale dell’Onu.

I prezzi del gas, che secondo il nostro modello erano orientati ancora al ribasso sino lo scorso lunedì, ieri hanno violato al rialzo la nostro soglia di allerta a quota 75/76 eur/mwh, annullando in buona parte il segnale che dal picco di 180 euro avevamo evidenziato. Purtroppo gli eventi di cui sopra hanno raffreddato l’estensione del movimento riportando questa mattina gli scambi iniziali sopra quota 80 euro. Pensiamo che le notizie di cui sopra possano riportare nel breve una fase di congestione tra 75/e 95 euro.  Qualora le diplomazie non fossero in grado di contenere una deriva sul fronte delle sanzioni in risposta alle tensioni militari, non escludiamo il rischio che i prezzi possano ritornare sopra quota 100 euro.  L’evento riporterebbe un’elevata volatilità dei prezzi a seguito della quale non è possibile escludere un ritracciamento del movimento che da 180 aveva riportato i valori in area 70 euro.

La crisi ucraina ha reso più tiepide le attese per un intervento sui tassi da parte della Bce. Ieri i mercati monetari della zona euro prezzavano un primo rialzo di 10 punti base a luglio mentre fino alla scorsa settimana, dopo il meeting Bce di inizio mese, lo prezzavano a giugno. Da monitorare in questo senso stamani gli interventi di un paio di esponenti del board di Francoforte: Elderson alle 10,15 e il vice presidente de Guindos alle 12,30.
Secondo Robert Holzmann, la banca centrale potrebbe iniziare ad aumentare i tassi di interesse prima di terminare il suo programma di acquisto di obbligazioni. In un’intervista al giornale svizzero NZZ, il policymaker ha detto stamani che un incremento sarebbe possibile già in estate.

Il rublo ha temporaneamente delimitato il suo movimento di reazione negativa sotto i livelli di guardia indicati nel post di ieri: quota 80 usd rub, 91 eur rub.  Come scrivevamo ieri mattina tali limiti costituiscono la nuova frontiera su cui allineare nuovi warning sullo scenario complessivo, essendo il rublo lo strumento che in questa fase  rappresenta il punto su cui misurare gli effetti combinati tra tensioni geopolitiche e risposte sanzionatorie.

 

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