BCE – Prese di beneficio sui mercati dopo la Bce. Il mercato supera l’esito del Consiglio di politica monetaria della Bce che ha confermato il costo del denaro sui minimi attuali e, come ampiamente atteso, implementato un incremento della dotazione del programma anti-pandemico Pepp di 500 miliardi di euro oltre ad una sua estensione fino a marzo 2022. La Bce, ha quindi puntato più a gestire le attese piuttosto che aggredire l’intensità dello stimolo. In seno al board è, infatti, emerso disaccordo sull’incremento del programma – che oscillava nelle richieste tra 400 e 600 miliardi – ma non sul suo prolungamento. Francoforte ha deciso anche un prolungamento di un anno delle operazioni Tltro di rifinanziamento a più lungo termine. Peggiorano, intanto, secondo la banca centrale, le prospettive economiche per la zona euro: nelle stime macro trimestrali, il Pil del 2021 è visto in ripresa del 3,9% contro il +5% stimato a settembre. L’inflazione è vista a +1% il prossimo anno, in linea con la stima precedente ed ampiamente al di sotto del target atteso al 2%. La palla passerà la prossima settimana alla Fed.
FOMC 15/16 DIC
FEDERAL RESERVE – La Federal Reserve probabilmente eviterà ulteriori stimoli, ma intensificherà la sua retorica accomodante e sottolineerà la necessità di un maggiore sostegno fiscale poiché le misure di contenimento del Covid-19 pesano sempre più sull’attività economica. Tenterà quindi di modificare la politica per limitare l’irrigidimento della curva dei rendimenti, ma probabilmente le azioni concrete saranno rinviate agli inizi del prossimo anno.
ALTRE BANCHE CENTRALI – Contrariamente alla Bce, la banca centrale canadese ha fatto sapere ieri che potrebbe abbassare ulteriormente i tassi, ora al minimo record di 0,25%, ma senza portarli a segno meno, qualora la seconda ondata peggiorasse. Sul fronte Usa, atteso oggi un intervento online del numero uno della Fed Jerome Powell, mentre Bank of England pubblica il consueto rapporto di stabilità finanziaria.
Nel frattempo si attendo gli stimoli USA
STIMOLO USA – I colloqui bipartisan stanno compiendo “grandi progressi” secondo la speaker della Camera Nancy Pelosi, mentre sarà votato nel pomeriggio in Senato un provvedimento che prevede l’estensione fino al 18 dicembre degli attuali fondi di spesa, in scadenza oggi, dando ulteriore tempo ai negoziati per un accordo omnibus da 1,4 mld di dollari. I morti per coronavirus in Usa in un solo giorno hanno superato ieri quota 3.000 per la prima volta da inizio pandemia. Intanto, secondo l’ultimo sondaggio Reuters, 43 su 69 degli economisti intervistati ritengono che l’economia statunitense ritornerà ai livelli pre-Covid entro un anno. Stessi tempi di ripresa previsti per la Germania dall’istituto di ricerche DIW, che nelle sue ultime stime vede la prima economia europea nuovamente in sella a partire da fine 2021 se la pandemia sarà sotto controllo.
BREXIT – Secondo Boris Johnson c’è una “forte possibilità” che Londra ed Ue non riescano a trovare un’intesa commerciale sul post-Brexit ma bisogna fare di tutto per evitare un divorzio tumultuoso con la scadenza di fine anno che ormai incombe. Nonostante mesi e mesi di trattative, le parti sono ancora distanti su diversi temi nodali, tra cui i diritti di pesca, con il Regno unito che uscirà definitivamente dal blocco a partire dal primo gennaio 2021. L’ultima deadline per un accordo in extremis che eviti una dipartita caotica è stata fissata a domenica.
Prese di beneficio sui mercati dopo la Bce.
FOREX – La settimana contro un dollaro pure molto debole. Contro euro il mercato sta approcciando l’area di resistenza 0,9180/92. L’euro tiene vicino ai massimi da due anni e mezzo a 1,215 dlr dopo l’annuncio Bce e si prepara per l’ultimo meeting dell’anno della Fed in attesa del quale ci attendiamo un consolidamento. Lo yen guadagna lo 0,2% circa in area 104,00 dlr mentre il dollaro australiano estende il rialzo già visto nelle recenti sedute ai massimi da giugno 2018 tra investitori più propensi al rischio.
GOVERNEMENT BOND
BTP – In un contesto che non manca di spunti da ponderare, i riferimenti per la giornata odierna sono 113 punti base per lo spread sul Bund decennale e 0,53% per il tasso del Btp dicembre 2030. Ieri il rendimento del benchmark ha toccato il nuovo minimo storico a 0,5% spinto anche da aste a m/l – le ultime del 2020 – ben accolte, per poi risalire nel pomeriggio a seguito di decisioni Bce in gran parte già prezzate. Nel frattempo in Germania i tassi sul tratto breve della curva 3-6 mesi scendono a -,77%.
TREASURIES – Rendimenti in ribasso sull’obbligazionario Usa, dopo un’asta da 24 mld di dollari sul trentennale accolta con particolare favore dagli investitori. Il tasso sul benchmark a 10 anni si è fermato a 0,908%, con un ribasso di oltre 3 pb.
RISKY ASSET
PETROLIO – Venendo in ultimo alle materie prime, prezzi in rialzo con il Brent a livelli che non si vedevano da marzo scorso sull’ottimismo legato ai vaccini nella speranza che la domanda globale gradualmente riprenda nel 2021. Il futures sul Brent segna un rialzo dello 0,2% a 50,34 dlr al barile mentre il contratto Usa West Texas Intermediate (WTI) si porta a 46,89 dlr (+0,3%).
EQUITY – Prese di beneficio sui mercati dopo la Bce. Il mercato supera l’esito del Consiglio di politica monetaria della Bce che ha confermato il costo del denaro sui minimi attuali e, come ampiamente atteso delinea la fine dell’anno ed i mercati iniziano a prendere beneficio. Ritornano i timori sugli effetti della pandemia e qualche dubbio sui vaccini. Al netto di valutazioni sempre al di sopra dei valori di equilibrio non abbiamo evidenze di particolari da rilevare.